Società Cooperativa
Drammatica Filarmonica di Ambra

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Cronache dalla Valdambra
Cennina, 1 novembre 1954
 



 

copertina de "La Domenica del Corriere" del 14 Novembre 1954



 

stralcio di uno dei tanti articoli da un giornale dell'epoca

 

Il caso di Cennina del 1954
raccontato dal giornalista Giorgio Batini. Video tratto dal programma Voyager, trasmesso su RAI2

(file video .wmv)


 


Incontro con umanoidi di Rosa Dainelli nei Lotti

Il caso di Cennina del 1954 resta a tutt’ oggi un avvenimento tra i più celebri d’Italia e conosciuto in tutto il mondo dagli appassionati del settore.
 

L’avvenimento, qui di seguito descritto, è tratto dalla pagina  http://www.ecn.org/cunfi/arezzo.html


1/11/1954 ore 6:30
“Rosa Lotti Dainelli, una contadina di quaranta anni, sposata e madre di quattro figli, il giorno della festa di Ognissanti uscì di buon ora (erano le 06:30) dalla propria abitazione, una casa colonica del podere "La Collina", posta in un luogo isolato, per recarsi alla messa nella chiesa di Cennina. Aveva con sé un mazzo di fiori che voleva offrire alla madonna e teneva in mano le scarpe nuove e le calze nere per non sporcarle o sciuparle durante il cammino, dal momento che per arrivare a Cennina doveva percorrere un sentiero di campagna. Giunta nei pressi di una piccola radura scorse davanti a sé. A circa 20 metri, un oggetto scuro, appuntito che sporgeva dai cespugli. Avvicinatasi poté constatare che l'oggetto era una specie di grosso fuso, molto panciuto nella parte centrale e molto appuntito alle estremità, situato in posizione verticale ai margini della radura, presso un alto cipresso, con una punta infilata nel terreno. Era alto circa due metri e largo, al centro, circa un metro e venti centimetri, di colore marrone opaco. Nella parte centrale si notavano, opposti l'uno all'altro, due finestrini a forma di oblò e, in mezzo a questi, ricavato nel "cono" inferiore, uno sportello di "vetro" chiuso. Improvvisamente due esseri sbucarono dai cespugli, tagliandole la strada. Erano piccolissimi, di statura paragonabile a quella dei bambini di quattro o cinque anni (circa un metro), ma perfettamente proporzionati e del tutto simili a noi. Indossavano una tuta grigia, aderente, che copriva tutto il corpo, compreso le gambe e i piedi. Sulle spalle avevano una corta mantella e sul torace un giubbotto accollato con piccoli bottoni lucenti. In testa portavano un casco apparentemente di cuoio che copriva, con due dischetti, anche le orecchie. Uno dei due cominciò a parlare in un linguaggio sconosciuto, talvolta rivolgendosi all'altro; poi sorridendo, le prese dolcemente di mano il mazzo di fiori e una calza e, esaminati i fiori, si avviò verso il fuso. Alle proteste della Lotti, l'essere le restituì una parte dei fiori, ma non la calza e, appoggiando la mano sullo sportello, lo fece aprire verso l'esterno. Dal momento che la teste si trovava a meno di due metri dal fuso, poté vederne l'interno, ove scorse due piccoli sedili rotondi e piatti, senza spalliera, fronteggianti i due oblò laterali. Gettati fiori e calza all'interno, l'essere trasse fuori un "rotolo" colore marrone scuro a forma di cilindro con le estremità arrotondate, dalla superficie liscia e uniforme, che puntò longitudinalmente verso la donna, guardando alternativamente esso ed ella, dando l'impressione di scattare delle fotografie. In quel momento la donna ebbe paura di poter essere uccisa; così con passo svelto, si allontanò dalla radura. Gli esseri non tentarono di seguirla, ma sembrarono porgerle l'oggetto, come per dono. Poco dopo la vegetazione le nascose il tutto alla vista. L'unica traccia rinvenuta successivamente in loco fu un foro sul terreno, presumibilmente dove era infilato l'oggetto, constatato da tutti coloro che, appresa la notizia, vollero recarvisi a vedere (compreso il marito della teste). Rosa Lotti risultò persona di tutto rispetto, seria, sana di corpo e di mente. Una conferma indiretta del caso sembra venire da due bambini del luogo, i fratelli Ampelio e Marcello Torzini, rispettivamente di sei e nove anni. Infatti, in un "pensierino" scritto a scuola alcuni giorni dopo il fatto, Ampelio raccontò che, il mattino del primo novembre, mentre si trovava nella zona col fratello a pascolare i maiali, udì parlottare e scorse la Lotti che discuteva con gli "omini", nella radura. Il fratello maggiore corse ad avvisare il padre, ma quando questi poté arrivare. La radura era ormai deserta. Quest'ultima testimonianza potrebbe, però essere il frutto della fantasia dei bambini, forse stimolata dall'illustrazione che Walter Molino dedicò al caso sulla copertina della "Domenica del Corriere". Ad ogni modo i due bambini non si mostrarono molto loquaci, lasciando intendere un divieto di parlare imposto dai genitori. Indagini furono svolte anche dai Carabinieri.
[“La Nazione Italiana”, “Nazione Sera” e “Il Giornale del Mattino” del 02-11-1954; “Il Giornale del Mattino” del 03, 05, 12-11-1954 e del 02-03-1955 (?); Inchiesta del GRSFU di Prato del 20-02-1972  e  del 30-04-1972; Inchiesta di Roberto Pinotti e Pier Luigi Sani dell'11-12-1977; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, pp. 287-304]. “
(caso 1954 AR 12 - 54-11-01 - Cennina - 06:30 - IR-3)


Ma sembra che altre persone, lo stesso giorno, abbiano notato un bel movimento nei cieli della Valdambra.
Alla pagina http://www.ecn.org/cunfi/arezzo.html sono riportate le seguenti testimonianze:

 


1/11/1954
Romualdo Berti, muratore venticinquenne, osservò un "razzo luminoso" che si alzava in verticale dal bosco di Ambra, sprigionando fiammelle bluastre dalla coda. L'oggetto si diresse verso sud, da Cennina verso Badia a Ruoti.
[“Il Giornale del Mattino” del 02 e del 03-11-1954; “La Nazione Italiana” del 05-11-1954; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 286]”
(Caso 1954 AR 10 - 54-11-01 - Tra Badia Agnano e Lippiano - LN)

 


1/11/1954 verso le 6:30

“Un operaio di S. Leolino, località a circa un chilometro dal bivio di Ambra, mentre era a caccia osservò un oggetto luminoso che parve discendere nel luogo dove Rosa Lotti incontrò poco dopo i due strani esseri.
[“La Nazione Italiana” e “Il Giornale del Mattino” del 05-11-1954; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 286]”
(
Caso 1954 AR 11 - 54-11-01 - Ambra - Verso le 06:30 - DD)

 


1/11/1954 ore 6:30
Il floricoltore Andrea Livi, percorrendo in autocarro, assieme al figlio Vittorio, il tratto stradale Bucine/Ambra, osservò per un attimo nel cielo sereno un ordigno conico di colore rosso, luminoso, e delle dimensioni di circa due metri, che sembrò innalzarsi da Ambra ed attraversare la zona emettendo fiammelle e lasciando dietro di sè una scia di volute bluastre come di fumo. Tale descrizione dei fatti fu confermata dal Livi anche ai carabinieri.
[“Il Giornale del Mattino” del 03 e del 05-11-1954; Inchiesta del Menicucci del 30-04-1972; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 304]”
(
Caso 1954 AR 13 - 54-11-01 - Tra Bucine e Ambra - 06:30 – DD)

 


1/11/1954 ore 23:45/24:00
Mentre il meccanico Marcello Pistocchi percorreva in motocicletta il tratto che da Mercatale porta a Bucine, scorse nel cielo un ordigno sferico che volava orizzontalmente e che emanava una luce così forte da illuminare a giorno il terreno sottostante. Il teste ebbe l'impressione che la luce scaturisse da tre punti distinti dell'oggetto: un "faro" centrale e due più piccoli ai lati. L'ordigno era seguito da una scia rosso-bluastra. Altre due persone, Giuliano Colcelli e sua sorella Tosca, affacciatisi alla finestra della loro casa, richiamati dalle grida del Pistocchi, poterono vedere l'oggetto mentre si allontanava, descrivendolo come una specie di "uovo rossastro". A un certo momento, secondo il Pistocchi, i fari si spensero e tutto sparì. Il fenomeno fu seguito anche da Cennina, da Gino Pianigiani, Luigi Bianchi e Don Nerio Rossi. Da Pietraviva, Ottorino Santarelli, Otello Buriasi e Angiolino Brogi descrissero l'oggetto come un "globo celeste" che volava in direzione di S. Lucia e, secondo Santarelli, emetteva "strani lampi fra il celeste e il rosso ". Vicino a Pietraviva si arrestò in aria, poi cominciò a scendere perpendicolarmente e si fermò a metà circa del poggio di S. Lucia. Infine si rialzò puntando dapprima verso Montebenichi, e quindi deviando velocemente in direzione di Casucci (a NE). Altre persone (nove secondo “La Nazione”) osservarono un oggetto volante luminosissimo nella zona di Bucine.
[“Il Giornale del Mattino” del 03, 04 e 05-11-1954; “La Nazione Italiana” del 05-11-1954; Inchiesta del GRSFU di Prato del 30-04-1972]”
(
Caso 1954 AR 15 - 54-11-01 - Bucine - 23:45/24:00 - LN )


Una giornatina niente male quella del 1 novembre 1954…

Ma la Valdambra non era del tutto nuova ad avvenimenti del genere.
Infatti, pare che
24 anni prima, a Montebenichi…
 


1/8/1930

“Il Cav. Edoardo Lavacchi, di Firenze, racconta che, mentre si trovava per motivi di lavoro nella zona di Montebenichi, nell'estate del 1930, ebbe modo di ascoltare direttamente il racconto di una donna, testimone poco tempo prima di un incontro ravvicinato. Mentre stava lavando i panni presso il torrente Ambrella, tra le 6 e le 8 del mattino, udì un forte sibilo ed avvertì una ventata; risalita sulla sponda vide, a circa venti metri, "una specie di trottola appoggiata al terreno", dalla cui parte inferiore si aprì una specie di botola dalla quale calò una scaletta. Ne uscirono due piccoli esseri, di altezza intorno al metro, che emettevano strani suoni. Le girarono attorno più volte, la "sfiorarono", e poi staccarono un paio di calze di lana appese ad un filo rientrando infine nell'oggetto che, "dopo un fischio e un'altra ventata" decollò sparendo rapidamente di vista. Nonostante il silenzio mantenuto sulla vicenda dagli abitanti di Montebenichi durante le indagini, pare che un ricercatore, avvalendosi dell'amicizia di persone imparentate con gente del posto, abbia avuto conferma dei fatti da parte di alcuni anziani. Inoltre, una signora di Firenze afferma di ricordare un fatto del genere per averne letto su di un articolo pubblicato all'epoca nel quotidiano “La Nazione”.
[Inchieste coordinate, condotte dal S.U.F. di Firenze, dal C.R.U.V. di Figline Valdarno e dal G.A.U. di Arezzo. Inchiesta di Massimo Beneduci. Prima notizia del fatto ricevuta dai ricercatori nel 1983-(n.37)]”
(
Caso 1930 AR 01 - Agosto 1930 - Montebenichi - Tra le 06:00 e le 08:00 - IR-3)



Il caso di Cennina è menzionato in numerosi siti internet sia italiani che esteri.
Il seguente articolo, trovato sul sito americano
http://www.ufoevidence.org/cases/case703.htm
offre una descrizione minuziosa dell'incontro basandosi su un articolo di Sergio Conti del 1972 ed altre investigazioni con gruppi di studio italiani.
Sulla destra, l'articolo ritradotto in italiano.

 

THE CENNINA LANDING OF 1954

Sergio Conti

NOVEMBER I, 1954, is a date that marks the occurrence of one of the most extraordinary UFO landing and contact cases ever recorded (it has already been quoted by Vallee as No. 24 in his Century of Landings).

Cennina is a small town near Bucine, in the Province of Arezzo.
 

On the morning of that day (a Monday and a feast-day in the Catholic Church) Rosa Lotti nei Dainelli, a forty-year-old peasant woman mother of four children, living at a farm called "La Collina" which is situated in a lonely region between Cennina and Capannole, had risen early to go down into Cennina to visit the church and the cemetery. She was carrying a bunch of carnations, destined for the altar of the Madonna Pellegrina, whose procession had taken place the preceding evening.

It was 6.30 a.m.

Rosa Lotti rarely went into town, and spent most of her time on her arduous duties on the farm.


On this feast-day morning however she had put on her new dress and started out along the footpath that leads, through fields and thickets, towards the town. She went barefoot, carrying her stockings and her "best" shoes so as not to get them dirty. She would put them on before she came to the first houses.

She reached a point on this path, regularly taken by her, where it passed through a thicket of low bushes. She knew this path perfectly. She had even gone along it many a time at night, without ever having any sort of unpleasant encounter or noting anything unusual.

Arriving in the middle of a small clearing among the shrubs and sparse trees, she suddenly beheld, near a pine tree and on the edge of the little grassy area, a strange and unwonted object that at once aroused in her both curiosity and surprise. It was a sort of huge spindle, fixed vertically in the ground.

The Craft and the "Little Men"

This is how Rosa Lotti subsequently described the strange machine:

"A sort of double cone, over 2 metres high and about a metre wide in the middle." (In La Nazione Italiana, November 2, 1954.)

"Like two bells joined together at their bases." (In La Settimana Incotn, No. 24, Year XV.)

"The object was very swollen out in the middle and pointed at the two ends. It seemed to be covered with leather." (In Il Giornale del Mattino, November 2, 1954,)

"The outside of it shone as though it was of very polished light metal. On the lower cone there was an open glass door, and inside it could be seen two little seats, little scats like those used by children. In the central part of the spindle, where it was widest, there was a sort of roundish glass, closely following the round shape of the mysterious machine. Rosa Lotti had heard no sound from it." (In La Nazione Italiana, November 2, 1954.)

Rosa Lotti had stopped in her tracks, astonished and curious. But her surprise was only just beginning. From behind the "spindle" she beheld two strange beings emerge. "Almost like men, but of the size of children," was her description.

The two little beings approached her with friendly expressions on their faces. She had plenty of time to make a thorough examination of them, so that she was afterwards able to describe them in the minutest details. About 1 metre in height, they were wearing a sort of grey overall, all in one piece, including the feet. On their backs they had short cloaks of a grey material, and over the one-piece overall they wore a sort of doublet, fastened, right up to the collar, with little buttons "like shining stars." Their trousers were tightly-fitting, "like the long underpants that our men wear in the winter."

Their faces, crowned by helmets, were normal, but small. Both were no taller than a five-year-old infant, but their bodies were in proportion. "It would have taken two of those things to make a man," she said, "but they were very fine looking, even though rather old."

Vigorous, lively, they were talking away "as though they were Chinese. They kept saying: 'liu. lai,' 'loi,' 'lau.* 'loi,' 'lai,' 'liu,' "

They gesticulated, but with no trace of menace. Indeed, on the contrary, in a friendly fashion, as though they were trying to make themselves understood and to strike up a rudimentary conversation.

The older looking of the two was the more jovial, laughing and obviously trying to establish contact with her. They had magnificent eyes, fill of intelligence. Their noses were of normal shape, their mouths just like a man's, but their upper lips were slightly curled in the centre, so that even when they were not laughing their teeth were still exposed. They were teeth like ours, broad, strong teeth, but short (as though they had been filed down) and somewhat protruding, like the teeth of rabbits.

Their ears were hidden under two leather discs, and there was a band around their foreheads, all of leather.

Approaching Rosa Lotti, who was now terrified, they snatched out of her hands the bunch of carnations and one of her black stockings. When she remonstrated timidly, the one who seemed the older of the two handed some of the flowers back to her, but kept five of them. Then, having examined the structure of the flowers with an air of curiosily, and laughing the while, he wrapped them in the stocking and threw them into the "spindle" through the small opening.
 
Then they stepped back a few paces from her, and look two "packages" from inside the machine white objects, circular, which they carried in the hollow of the arm, holding the arm bent with the hand on the chest. The thing seemed to be wrapped in a newspaper, but it was not a newspaper. (La Nazione Sera, November 2, 1954.)

Then they turned towards the lady again, but she had seized the moment to escape. After running about 100 metres, she looked back. Everything had vanished.
(...)

The Carabinieri who went there in an effort to investigate the affair [found] that there was indeed a deep cavity recently made in the ground... The hole was also seen by the Chief Inspector of Carabinieri at Ambra, Signor Zulimo Botarelli, who happened to be out hunting in the vicinity at the time.

The Latest Investigation

Now, eighteen years after the event, we have re-examined the Cennina case and, thanks to the active support that we have received from the Prato UFO Study Group, we have been able to check the details and also gather valuable pieces of supporting testimony.
(...)

Support from Collateral Eyewitness Accounts

A vast network of collateral eyewitness accounts is now available to provide quite particular validity for the Cennina phenomenon, and to cause it to acquire a value, as an eyewitness account, that is well nigh irrefutable.
(...)

Notes and Comments by Gordon Creighton

1. The Italian press reports cited by Signor Sergio Conti are as follows:
La Nazione Italiana, November 2 and 5, 1954.
La Nazione Sera, November 2, 1954.
II Giorno del Mattino, November 2, 3, and 5, 1954.
II Giorno del Mattino, March 2, 1955.
La Settimana Incom, June 17, 1962 (No. 24, Year 15).

The work of two Italian UFO investigation groups has gone into the compilation of this report. These are (1) MUF (UFO Section), or, to give them their full title in English, the UFO Section of the Florentine Humanistic Cultural Movement, in whose files the Cennina Case is listed as No. 92, and (2) the Prato UFO Study Group (Centro di Ricerca Per Lo Studio Sui Fenomeni UFO di Prato), whose energetic young members have just conducted a fresh investigation of the case and have unearthed much valuable corroborative material for example, the story of the two boys who were out attending to their pigs on the morning of November 1, 1954, and are alleged to have actually seen Signora Rosa Lotti being chatted up by her homuncules.
LO SBARCO DI CENNINA DEL 1954

Sergio Conti

Primo novembre 1954, è una data che contrassegna l'avvenimento di uno dei più straordinari casi di sbarco di e contatto con UFO mai registrati (già citato da Vallee* come caso n° 24 nel suo "Century of Landings").

Cennina è un piccolo paese vicino a Bucine, in provincia di Arezzo.

 La mattina di quel giorno (un lunedi e giorno della festa religiosa di Ognissanti) Rosa Lotti nei Dainelli, una contadina quarantenne madre di quattro bambini, che viveva in un podere chiamato "La collina" situato in una zona isolata tra Cennina e Capannole, si era alzata presto per andare a Cennina per una visita alla chiesa ed al cimitero. Rosa portava un mazzo di garofani, destinati all'altare della Madonna Pellegrina, la cui processione aveva avuto luogo la sera precedente.

Erano le 6 e 30 del mattino.

Rosa Lotti raramente andava in paese, la maggior parte del suo tempo lo dedicava alle pesanti faccende nel podere.

In questo giorno di festa, tuttavia, aveva indossato il suo vestito nuovo e si era incamminata lungo il sentiero che conduce, attraverso i campi ed i boschi, verso il paese. Camminava a piedi scalzi, portando le sue calze e le sue scarpe nuove in modo da non sporcarle. Le avrebbe indossate al giungere alle prime case del paese.

Rosa raggiunse un punto di quel sentiero che percorreva regolarmente, attraverso un boschetto di cespugli bassi. Conosceva perfettamente quel viottolo. C'era passata molte volte anche di notte, senza mai nessun incontro spiacevole o qualcosa di insolito.


Arrivando nel mezzo del piccolo spiazzo tra arbusti e alberi radi, scorse improvvisamente, vicino ad un pino sul bordo di una piccola area erbosa, uno strano ed insolito oggetto che suscitò in lei curiosità e sorpresa. Era una specie di enorme fuso, fissato verticalmente nel terreno.


La navicella e i "piccoli uomini"

Questo è come Rosa Lotti successivamente descrisse la strana macchina:

" Una specie di doppio cono, alto oltre due metri e largo circa un metro nel mezzo" (da "La Nazione Italiana, 2 novembre 1954)

"Come due campane unite insieme alla loro base" (dal cinegiornale "La Settimana Incom"**, n° 24 anno XV).

"L'oggetto era molto ingrossato al centro e appuntito alle estremità. Sembrava ricoperto di cuoio" (da Il Giornale del mattino, 2 novembre 1954).

"L'esterno dell'oggetto brillava come fosse metallo ben lucidato. Nella parte bassa del cono c'era un portello aperto di vetro, e all'interno si potevano vedere due piccoli sedili, piccoli come quelli usati dai bambini. Nella parte centrale più larga del fuso, c'era una specie di vetro rotondeggiante, stondato che seguiva la forma rotonda della misteriosa macchina. Rosa Lotti non aveva udito nessun suono o rumore dalla macchina" (in La Nazione Italian, 2 novembre 1954).

Rosa Lotti si arrestò nel suo percorso incuriosita e meravigliata. Ma la sua sorpresa era solo all'inizio. Da dietro il "fuso" vide apparire due strani esseri. "Quasi come uomini, ma delle dimensioni di bambini" fu la sua descrizione.


Con espressioni amichevoli nei volti i due piccoli esseri si avvicinarono. Lei, da parte sua ebbe molto tempo a disposizione per un esame accurato degli esseri, così ebbe la possibilità successivamente di descriverli nei dettagli più minuziosi.
 Circa un metro di altezza. Indossavano una specie di tuta grigia intera, incluso i piedi. Sulle spalle avevano una mantellina corta di materiale grigio e sopra la tuta intera indossavano una specie di giubbino, chiuso fino al colletto con piccoli bottoni "come stelle lucenti". I loro pantaloni erano attillati, "come i mutandoni che i nostri uomini indossano d'inverno".


Le loro facce, coronate da caschi, erano normali, ma piccole. Entrambi erano non più alti di un bambino di cinque anni, ma i loro corpi erano proporzionati. "Ce ne volevano due di quei cosini per fare un uomo" disse, "ma erano molto distinti anche se piuttosto vecchi".

Con vigore e animatamente parlavano "parevano fossero cinesi. Ripetevano liu, lai, loi, lau, loi lai, liu".
 
Gesticolavano ma senza minacciare. Al contrario, in maniera davvero amichevole, come se provassero a farsi capire per stabilire una rudimentale conversazione.


Quello dei due che sembrava più vecchio era il più gioviale, ridendo cercava di stabilire un contatto con lei. Avevano degli occhi magnifici, pieni di intelligenza. I loro nasi avevano una forma normale, le loro bocche come quelle degli uomini ma le labbra superiori erano leggermente curvate al centro, in modo che anche quando non stavano ridendo si vedevano i loro denti. Avevano denti come i nostri, larghi, denti forti, ma corti (come fossero stati limati) e piuttosto in fuori come quelli dei conigli.


Le loro orecchie erano nascoste sotto due paraorecchi, due dischi di cuoio, e avevano un nastro intorno alla fronte anch'esso di cuoio.

Avvicinandosi a Rosa Lotti, che a quel punto era spaventata, le agguantarono il mazzo di garofani e una calza nera che aveva in mano. Quando lei timidamente protestò, quello che sembrava più vecchio dei due le restituì qualche fiore ma tenendone cinque. Poi, dopo aver esaminato la struttura dei fiori con aria curiosa e ridendo, li avvolse nella calza e li gettò dentro al "fuso" attraverso la piccola apertura.



Poi si allontanarono qualche passo da lei e cercarono due "pacchetti" dall'interno della macchina. Oggetti bianchi, tondi che portavano tra le braccia, tenendo le braccia stesse piegate con le mani all'altezza del petto. Quelle cose sembravano avvolte in un giornale, anche se non era un giornale. (da "La Nazione sera", 2 novembre 1954).

 Poi si volsero ancora verso la signora, ma lei colse quel momento per scappare. Dopo 100 metri guardò dietro. Tutto era sparito.
(…)

I carabinieri che andarono sul luogo per investigare sull'accaduto trovarono che c'era veramente una profonda cavità fatta di recente sul terreno... La buca fu vista anche da il capo ispettore dei carabinieri di Ambra, signor Zulimo Botarelli, che, a caccia nelle vicinanze, si imbattè sul luogo.

L'ultima investigazione

Ora***, 18 anni dopo l'evento, abbiamo riesaminato il caso di Cennina e, grazie all'attivo aiuto che abbiamo ricevuto dal gruppo di studio UFO di Prato, abbiamo potuto controllare i dettagli e raccogliere anche preziose testimonianze a supporto.
(…)

Supporto delle dichiarazioni  dei testimoni oculari

Una vasta rete di dichiarazioni di testimonianze oculari è ora disponibile per dare particolare validità al fenomeno di Cennina e per determinarne il valore in quanto dichiarazioni di testimonianze oculari rappresentano un fatto  pressoché inconfutabile.
(...)


Note e commenti di Gordon Creighton

1. gli articoli dei giornali italiani citati dal sig. Sergio Conti sono i seguenti:
La Nazione Italiana, 2 e 5 novembre 1954.
La Nazione sera, 2 novembre 1954
Il Giornale del Mattino, 2, 3 e 5 novembre 1954
Il Giornale del Mattino, 2 marzo 1955
Cinegiornale "La settimana Incom", 17 giugno 1962 (N. 24, anno 15).


Il lavoro di due gruppi di investigazione UFO è convogliato nel presente report. I gruppi sono:
1) MUF (sezione UFO del movimento umanistico-culturale fiorentino) dove il caso di Cennina è classificato come caso n. 92 e
2) Centro di ricerca per lo studio sui fenomeni UFO di Prato i cui energici giovani membri hanno appena condotto un'investigazione sul caso e scoperto del prezioso materiale avvalorante. Per esempio la storia dei due ragazzi che stavano pascolando i loro maiali la mattina del 1 novembre 1954  e che asserivano di aver realmente visto la signora Rosa Lotti chiacchierare con i suoi ometti.

  

Note addizionali:

* Jacques F. Vallée considerato uno dei più grandi esperti di fenomeni UFO, ha scritto molti libri su questo argomento

** LA SETTIMANA INCOM
La società di produzione Incom (Industria Cortometraggi Milano) fu fondata nel 1938 e per tutto il periodo bellico si specializzò in documentari di propaganda politica e in reportage dalle zone di guerra. Dal 1946 al 1965 venne prodotta e distribuita la serie di cinegiornali "La settimana Incom". La serie comprende circa 2550 numeri, usciti con periodicità bisettimanale.

*** il periodo citato si riferisce all’anno (1972) quando è stato riesaminato il caso  

Altre citazioni del caso di Cennina si trovano su:

http://it.wikiufo.org/index.php?title=Cennina_1954

http://www.ufonetwork.it/ufo_italia_toscana_cennina.asp

http://www.ufoinfo.com/humanoid/humanoid1954.shtml

http://www.forumfree.net/?t=3067489

http://www.margheritacampaniolo.it/1954_1.htm

http://www.upiar.com/itacat-versione-ridotta.pdf

http://www.viaroma100.net/notizia.php?id=961


L’incontro ravvicinato di terzo tipo di Cennina del 1954 è riportato ne “UFO Encyclopedia” by Jerome C. Clark (Editor)

http://www.amazon.ca/UFO-Encyclopedia-Jerome-C-Clark/dp/toc/0780800974

Physical Traces - 147 pages, 138 images, ten cases including Delphos, Langenburg, Cennina and 7  others (libro di 147 pagine, 138 immagini, dieci casi incluso Delphos, Langenburg, Cennina e altri 7)


il 27 Ottobre 2006 è morta a Bucine all’età di 92 anni Rosa Lotti Dainelli, la cui storia negli anni ’50 fece il giro del mondo. (vedi l'articolo su Quotidiano.net)
 

... 27 Ottobre 2006, esattamente 52 anni dalla data in cui l'intera città di Firenze, pochi giorni prima dell'avvistamento di Cennina del 1954, fu testimone di un evento ancora vivo nella memoria di molte persone, come raccontato nell'episodio di Voyager "Incontri ravvicinati a Firenze" trasmesso su RAI2



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