martedì 16 marzo 2010

Uno sguardo all'idraulico di una volta....







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Uno sguardo all'idraulico di una volta, un artista come forse non ce ne sono più...

L'impianto è vecchio, di quelli in tubo zincato, ma vorrei fare notare che questo installatore, ha svolto entrambe le mansioni di idraulico - muratore, oltre alla meticolosità nel cercare di raggiungere una geometria perfetta e un occhio di riguardo al fissaggio delle tubazioni...

L'unico dispiacere del caso, il non poter inserire tutti gli scarichi di ogni elemento sanitario, tutti separati in braga, lo spazio, propio non c'era...

Visto il livello qualitativo della manodopera, lo definirei "Un impianto Anomalo"..

martedì 9 marzo 2010

L'energia più sostenibile è l'energia non consumata




CasaClima e dintorni: appunti di viaggio


L'energia più sostenibile è l'energia non consumata.

Non c'è slogan più di questo che meglio si avvicini al progetto e alla realtà di CasaClima.

La sostenibilità è un vocabolo assai usato ed abusato. Per questo, spesso riveste significati vaghi ed imprecisi. CasaClima lo ha tradotto in una cosa tangibile, misurabile, comunicabile in maniera chiara e trasparente, anche al di fuori della ristretta cerchia di addetti ai lavori: il fabbisogno di energia per riscaldamento di un metro quadro di superficie netta all'anno (KWh/m2/anno) di un edificio con un involucro (pareti, solai, finestre e copertura) ben isolato.

Alla domanda di un lettore distratto o disinteressato che si chiede: ma che cosè CasaClima risponderei:

> il primo standard di alta efficienza energetica in Italia equiparabile a quelli europei,

> una casa con un alto comfort abitativo a basso costo energetico,

> un appartamento (100 mq) con un costo annuo di riscaldamento di 160-200 euro contro i 1200-2000 di uno tradizionale,

> un condominio di sei unità abitative (classe A) che emette 20 tonnellate di CO2 in meno all'anno,

> un software con un proprio algoritmo che calcola il consumo complessivo del sistema edificio-impianto in KWh/mq/anno,

> una certificazione volontaria, assistita da una Check list, Direttiva Tecnica e Collaudo, con un proprio marchio di qualità?,

> una targhetta da apporre all'esterno di un edificio certificato in classe "B" ed "A",

> 700 edifici certificati in Provincia di Bolzano in soli 5 anni,

> 6000 progettisti, fra esperti, certificatori e consulenti, formati nell'arco di 4 anni,

> un Master di II° livello presso la Libera Università di Bolzano,

> un Agenzia che partecipa al Trading CO2 ( Protocolli di Kyoto e Marrakech) conseguendo certificati di risparmio delle emissioni climalteranti,

> una più vasta realtà di comuni, provincie e regioni italiane che hanno adottato o si stanno preparando a convenzionarsi con l'Agenzia CasaClima,


CasaClima è tutto questo, ma soprattutto, nelle attuali nebbie che avvolgono i territori della certificazione energetica, nell'incertezza, frammentarietà, incompletezza degli indirizzi normativi, e nelle more della ricezione di una direttiva europea dopo ben 5 anni dalla sua emanazione, CasaClima è la storia di un successo eccezionale!?

CasaClima è la storia di un successo eccezionale. Afferma Mirchl Laimer, assessore all'energia, ambiente ed urbanistica della provincia di Bolzano.

In breve tempo siamo riusciti ad aumentare enormemente l'efficienza energetica degli edifici.

Risparmiare energia nel mondo dell'edilizia non è cosa certo nuova, ma attraverso il certificato e la targhetta CasaClima è stato possibile rivolgersi direttamente ai consumatori.( ...)

CasaClima riesce a trasmettere in maniera semplice e facilmente comprensibile una materia relativamente complessa come l'efficienza energetica di un edificio.

Questo progetto ha dato il via alla rivoluzione dell'efficienza energetica nell'edilizia.


Iniziando questo viaggio scopriremo il perché di questo successo o, parafrasando il celebre film di A. Gore An inconvenient truth?, scopriremo la storia di una conveniente realtà.






Cambiamenti climatici: un esperimento ad altissimo rischio per l'umanità.

Gli esperti dicono che stiamo facendo un esperimento ad altissimo rischio con l'atmosfera, con gravi danni per l'umanità: nel 2004 sono state espulse in atmosfera 27 miliardi di tonnellate di CO2, un vero record! Così stiamo trattando quel sottile velo protettivo, paragonabile al velo di rugiada sulla superficie di una mela, che avvolge in nostro globo: come discarica!






Dalla consapevolezza dell'estrema fragilità su cui si regge l'equilibrio uomo/risorse ambientali e dalla necessità di un nuovo patto fra uomo/natura, nasce l'adesione ad Alleanza per il Clima, un associazione di Comuni europei ed indigeni per la salvaguardia dell'atmosfera e delle foreste tropicali. 1500 i comuni impegnati, col Manifesto delle Città Europee per l'Alleanza con i popoli indigeni dell'Amazzonia, a ridurre del 50% l'emissione di CO2 entro il 2010, a bloccare i CFC, a rinunciare all?uso di legno tropicale e a sostenere le popolazioni indigene. Ad oggi sono ca. 80 i Comuni altoatesini aderenti a questo patto, ca. l'85 % della popolazione.

Diagramma innalzamento della temperatura e concentrazione della CO2






E' significativo che All Gore recentemente insignito del Premio Nobel, abbia devoluto il 100% dei proventi del premio proprio a questa associazione!

Andremo così a prendere in rassegna i vari scenari proposti nell'ultimo rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), significativamente ripresi dalla Relazione dell'VIII Commissione parlamentare (Ambiente, territorio e lavori pubblici) sulle scottanti questioni dell'attuazione (fallimento?) del Protocollo di Kyoto in Europa ed in particolare in Italia


(Protocollo di Kyoto: un grande passo per l'umanità..un piccolissimo passo per il clima.

Nel 1997 i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990.

L'italia ha ratificato il protocollo fissando una riduzione pari al 6,5% dei principali gas serra (CO2, metano, protossido di azoto, ozono, monossido di carbonio,ecc.) nel proprio territorio nazionale.

Dal 1990 ad oggi i paesi europei hanno ridotto le emissioni di CO2 del 1,7%.

l?Italia le ha aumentate del 13%!

Cosa costerà questo ritardo...

Se nulla verrà fatto, ed il valore medio delle quote si manterrà intorno ai 15 euro a tonnellata di CO2 ci costerà più di 9 miliardi di euro.), e del problema della dipendenza energetica e della sua rilevanza nel quadro geo-politico mondiale.

(Dipendenza: attualmente l'Europa dipende per il 50% da fonti energetiche provenienti da zone del mondo fortemente caratterizzate da instabilità politica, fondamentalismo, conflitti; dipendenza destinata a crescere con un aumento previsto del 70% entro il 2030. L'Italia dipende, attualmente, per l?86%.

Il consumo medio giornaliero procapite nel mondo si aggira attorno 2 litri (dai 0,37 per un indiano agli 11 per uno statunitense): in totale fanno 78 milioni di barrel /giorno (1 Barrel= ca.160 litri). Questo significa che in una sola giornata si brucia energia fossile corrispondente a quanto se ne è prodotta in 1000 anni!

Il costo del petrolio e gas è destinato ad aumentare in tal modo (sotto la pressione della domanda in vertiginosa crescita di paesi come Cina ed India) da renderlo, in un futuro prossimo, praticamente inutilizzabile per riscaldare (spreco).In questo contesto il settore edile, che da solo consuma il 40% dell'energia prodotta, ha una potenzialità di risparmio davvero non trascurabile!)

In questo contesto valuteremo anche le opportunità di sviluppo economico per le imprese italiane, legate all'attivazione dei meccanismi dell'Emission Trading, ossia i cosidetti TEE, Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Verdi e Certificati Bianchi).


Perché, nella realtà italiana, c'era bisogno di evento come CasaClima?

Perché CasaClima è la risposta semplice ed immediata a quattro domande, che qualsiasi persona avveduta all'atto di acquistare casa per sé o per investire, si fà:

> quanto consuma l'impianto di riscaldamento?

> quanta CO2 viene emessa?

> a quanto ammonta il fabbisogno di energia primaria?

> il sistema di isolamento dell?involucro è di buona qualità?

Oggi chi acquista un automobile può conoscerne il consumo di carburante, distinto per percorrenza nella cerchia urbana ed extraurbana, per tipologia ed efficienza di motore (benzina, gas metano, GPL, ibrido); le etichette energetiche applicate ai frigoriferi, lavastoviglie o lavatrici informano i cittadini sul loro effettivo consumo.

Per gli edifici queste informazioni non erano, fin ad oggi, disponibili; le informazioni farcite di complessi termini tecnici legate alla Legge 10, erano comprensibili solo ad una ristretta cerchia di addetti ed esperti, ma quasi inaccessibili agli utenti finali. La L.10/91 era sostanzialmente priva della capacità di misurare il consumo complessivo di un edificio e quindi di imporre limiti chiari.

Con CasaClima il "KWh/m2/anno" si è affermato come l'unità ideale del fabbisogno energetico di un edificio, facilmente rapportabile a litri di gasolio (nel rapporto di 10 a 1):

> classe A, casa a 3 litri (fino a 30 KWh/m2/anno)

> classe B, casa a 5 litri (fino a 50 KWh/m2/anno)

> classe c, casa a 7 litri (fino a 70 KWh/m2/anno)

> ecc.

Il solo rispetto della L.10 (che ben 15 anni fa prevedeva, fra l'altro, la certificazione energetica degli edifici mai attuata!), ha fatto attestare i consumi degli edifici di nuova costruzione, in modo spesso poco verificabile ed incontrollato, tra i 70 ed i 120 KWh/m2/anno! La quasi totalità del patrimonio edilizio italiano (più del 90%) , purtroppo, attesta i consumi termici tra i 200 ed i 400 KWh/mq/anno!






In questa ottica, il tema del recupero energetico delle preesistenze si impone già oggi e diverrà sempre più il tema chiave e strategico per ogni seria politica energetica.

Andremo, perciò, a valutare le metodologie e migliori tecniche operative disponibili, nonché i materiali innovativi che, a questo scopo, la filiera edilizia oggi è in grado di metterci a disposizione.


Dopo l'introduzione delle novità legislative legate all'efficienza energetica, c'è ancora bisogno di CasaClima?

Finalmente, dopo un'attesa di 15 anni dal promesso decreto sull'efficienza energetica degli edifici ( L.10/91) e in attuazione (parziale..!) della direttiva europea (2002/91/CE, EPBD), viene introdotto il D.Lgs. 192 e successivamente un decreto correttivo, il 311/06, con i quale il governo italiano impone limitazioni per l'emissioni di gas serra degli edifici: limiti di dispersione termica complessiva per edificio, in funzione della sua forma e grado di compattezza (rapporto fra superficie disperdente e volume riscaldato) e in funzione della zona climatica (località, gradi giorno, durata periodo di riscaldamento) e limiti per singoli elementi strutturali di involucro (trasmittanza termica).Contestualmente la Legge Finanziaria 2007 introduce agevolazioni fiscali e detraibilità di imposta lorda sugli interventi di recupero energetico degli edifici esistenti.

La novità importante, che andrà progressivamente a regime, è l'obbligatorietà dell'Attestato di Certificazione Energetica (ora qualificazione) per le singole unità edilizie, edifici e preesistenze, da produrre sia unitamente all'atto di compravendita che alla stipula di un contratto di locazione. Il comma 7 prevede, fra l'altro, per gli edifici pubblici (oltre i 1000 mq di superficie), l'obbligo di affiggere in luogo pubblico l'attestato energetico.

Oggi, nonostante questo, mancano ancora i tasselli indispensabili per implementare concretamente l?efficienza energetica:

> mancano le direttive tecniche (come calcolare l'energia primaria, per riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ecc.) ossia, le linee guida promesse per l?attuazione del decreto n.311 (entrato nel frattempo a regime nel luglio di quest?anno) la cui pubblicazione era attesa a pochi mesi dalla emanazione dello stesso decreto;

> mancano gli esperti: in italia non c'è ricerca e know-out tecnico nel campo dell'efficienza energetica (attualmente arginato nel campo universitario); la conseguenza è la totale dipendenza da filiere di prodotti edilizi innovativi e sistemi impiantistici per fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, pompe di calore) dall'estero.

Una risposta in senso affermativo alla domanda che ci siamo posti all'inizio, la ricaviamo facendo un semplice confronto fra i limiti di fabbisogno annuo (KWh/m2/anno)e delle trasmittanze degli elementi di involucro (W/m2K) previste dallo standard CasaClima con quelli del 311 e delle leggi nazionali.






La sola osservanza, infatti, del criterio degli indici prestazionali (KWh/m2) dei pacchetti di involucro, contenuto in queste norme, non garantisce sull?effettiva prestazione energetica.

Sarà necessario comprendere le ragioni delle attuali difficoltà, da parte del quadro legislativo e del settore edile, nel recepire ed applicare quelle direttive europee, così avanzate, che sono state in grado di produrre interi quartieri e parti di città ad alta efficienza energetica, da Friburgo al Land austriaco del Vorarlberg, con la graduale ricezione da parte di progettisti, costruttori ed utenti, degli alti standards qualitativi, da quello francese (HQE) a quello tedesco (Passiv-Haus) e svizzero (Minergie). Vedremo come CasaClima, con più di 700 edifici certificati, sia in grado, per know-out tecnico ed expertise, di coprire tale ritardo.


Perchè una CasaClima?

Alcuni dati.





Un comune edificio tradizionale ha perdite di calore verso l'ambiente esterno mediamente suddivise, con relative percentuali sul totale, nel modo seguente:

> areazione (apertura finestra per rinnovo d'aria): 20-30%;

> caldaia: 10-12%;

> ultimo solaio-tetto: 10-15%;

> pareti esterne: 20-25%;

> solaio cantina-terreno: 5-6%;

> vetrature: 20-25%;

In totale nella stagione di riscaldamento questo edificio cede all'esterno 6 litri di gasolio riscaldando l'ambiente: e così, infatti, che il 70% della bolletta energetica di una famiglia è assorbito dal riscaldamento (mentre solo il 2% dall'illuminazione).










Cosa incide, normalmente, una finestra per una stagione di riscaldamento?:

> un serramento a doppio vetro, fabbricato negli anni 80: ca. 32 litri di gasolio;

> un serramento con buone caratteristiche di trasmittanza e con vetri basso emissivi: 13 litri di gasolio.

Vedremo come la scarsa qualità di una finestratura insieme ad un errato orientamento può incidere in modo rilevante sia su guadagni solari indesiderati sia sulle dispersioni termiche, senza ignorare il soddisfacimento del comfort visivo insieme al fabbisogno medio di luce diurna degli ambienti.

Che ruolo ha la forma ed il grado di compattezza (ossia il rapporto fra superficie esterna disperdente e volume interno riscaldato) sul bilancio energetico di un edificio?

> una superficie più grande, a parità di volume inscritto (es, nel caso di forme molto articolate sia planimetricamente che in alzato), disperde una maggiore quantità di calore verso l'esterno;

> non secondario è, anche, l'incidenza del costo: un elemento costruttivo di involucro esterno costa mediamente quasi il doppio (per non parlare delle facciate in vetro a doppia pelle!) rispetto ad un altro componente costruttivo.

E un ponte termico (balcone, cassonetto tapparella, telaio finestra, pilastro o trave inserito nella muratura, ecc.):

> in certi casi fino al 20-30 %.

Analizzeremo come i ponti termici costituiscano i veri punti deboli di un edificio, sia in sede di progettazione che di esecuzione,e come un isolamento sia tanto più efficiente quanto più avvolge senza soluzioni di continuità l'intero involucro esterno. Infatti, ciò che facciamo naturalmente per il nostro corpo dovremmo farlo per le nostre case: se fuori fa freddo ricorriamo volentieri ad un cappotto!






Alcune strategie:

> un buon isolamento: quanto più bassa è la differenza fra la temperatura degli elementi costruttivi e quella dell'aria interna, ottenibile grazie all'isolamento posto verso l'esterno, tanto più alto è il grado di comfort e di benessere indoor: vedremo, infatti, come questo può evitare la sottrazione di calore che si determina in vicinanza di pareti o finestrature poco isolate, e nel frattempo evitare fenomeni di condensa superficiale ed interstiziale (una temperatura superficiale interna di ca. 15-16°C rende normalmente immune dalla muffa).Un grado in meno della temperatura interna, inoltre, corrisponde ad un risparmio del 6% sul riscaldamento! Senza trascurare che un buon isolamento (es. 'a cappotto' esterno, eventualmente protetto da un rivestimento ventilato) è essenziale, insieme ad una buona capacità termica, per ridurre drasticamente i carichi estivi.


(Il blocco di ghiaccio di Brema: 2 blocchi di ghiaccio di una tonnellata e mezza ciascuno vengono portati in una piazza di Brema, ed esposti, all'inizio di maggio, all'aperto per 50 gg: il primo era avvolto da una cassetta termica, il secondo privo di alcuna protezione. Dopo 5 giorni, il secondo blocco era completamente sciolto, Il primo, invece,dopo ben 7 settimane,manteneva il 70,9% del peso iniziale. Questo esperimento è stato, di recente, ripetuto con successo anche nella piazza di Bolzano.

Ciò dimostra, anche per i più scettici, che l'isolamento esterno non solo protegge dal freddo ma anche dal caldo!)

(La scommessa dei blocchi di ghiaccio - Bolzano)






> Un orientamento corretto: l'irraggiamento solare, così gradito in inverno per gli apporti gratuiti di calore proveniente da finestre, serre e verande, accumulabili anche grazie all'impiego di masse attivabili (solare passivo) o da particolari materiali innovativi (TIM) che andremo ad illustrare, può determinare, alle nostre latitudini, gravi surriscaldamenti,che sono destinati, anche a causa dei cambiamenti climatici, ad incidere sempre più pesantemente sul carico di raffrescamento (condizionamento estivo) e quindi sul bilancio energetico complessivo (si veda l'avvenuto sorpasso, su scala nazionale, del consumo elettrico estivo su quello invernale!).

Attraverso i criteri di progettazione bioclimatica basati su un'attenta valutazione del sito e delle risorse del suo microclima (esposizione solare, venti, umidità relativa, fluttuazioni della temperatura esterna, vegetazione ed evapotraspirazione, ecc.), vedremo come una ombreggiatura ben progettata insieme ad una accorta distribuzione dei locali (primari e di servizio) e delle aperture (geometria ed orientamento) per ottimizzare la ventilazione naturale, sia di estrema importanza per abbattere in modo significativo il carico di raffrescamento.

> progettare l'inerzia termica: si tratta di attenuare e ridurre l'influenza delle fluttuazioni esterne (molto rilevanti in estate) stabilizzando, così, la temperatura interna degli edifici su valori di comfort (ca. 26-27°C).

Valuteremo con particolare attenzione come dovrebbero essere eseguiti i pacchetti costruttivi esposti alle variazioni dell'onda termica, per potere accumulare e rilasciare il calore più lentamente, nell'arco della giornata. Uno sfasamento minimo di dieci-dodici risulta ottimale, in quanto le temperature delle ore più calde raggiungono gli ambienti interni (attenuate in ragione della loro capacità termica) nelle ore notturne quando la temperatura esterna è più bassa.

Per questo, passeremo in rassegna i materiali isolanti, comprendendo come una bassa conduttività termica (lambda) ed un alto peso specifico (capacità termica) che caratterizzano gli isolanti non sintetici (es. fibre e lane di legno, sughero, ecc.), a differenza di quelli sintetici (poliuretano, polistirene, ecc.), assicurano un miglior prestazione sia in regime invernale che estivo.

(Materiali isolanti: la conduttività termica di 1,5 cm di materiale isolante equivale a 30 cm di mattone pieno, mentre quella di 105 cm di calcestruzzo a 2 cm di isolante. Per questo motivo i materiali isolanti, possiedono un bilancio energetico (espresso come CO2 equivalente per la loro produzione rapportato al loro potenziale di risparmio di CO2 per l'intero ciclo di vita) che è sempre positivo: es. il poliuretano o polistirene (materiali energivori e con alto impatto ambientale) in due anni assicurano un guadagno energetico; per altri materiali come fibra di legno o cellulosa l'ammortamento energetico si realizza in poche settimane.

A differenza del bilancio energetico, quello ecologico cambia: per isolare una casa unifamigliare in lastre di poliuretano o EPS occorrono ca. 4500 litri di gasolio; per gli isolanti naturali ne occorrono 60. Con la differenza si copre il fabbisogno termico di un edificio in classe A per 40 anni!)


> ventilazione meccanica controllata:

i materiali edili, gli arredi, le vernici, sono spesso fattori di inquinamento indoor che si accumulano, insieme a quelle derivanti dalle normali attività che svolgiamo all'interno delle nostre case (cucinare, attività di bricolage, atività fisica, ecc.) particolarmente quando non è assicurato un sufficiente ricambio igienico-sanitario. Ogni giorno respiriamo 20.000 litri di aria ed abbiamo bisogno di almeno 30mc di aria fresca all'ora. Molte patologie possono derivare dalle sostanze (es. polveri, allergeni, VOC, Radon) sospese fra le mure domestiche e negli uffici, dove trascorriamo, mediamente, buona parte della nostra vita (ca. 90%).

Una famiglia di quattro persone (respirando,cucinando, lavandosi, ecc) produce ca. 6-10 litri di acqua sotto forma di vapore di cui solo il 2% può uscire per diffusione dall'involucro. Il rimanente (98%) deve essere asportato. Come?

Fino ad oggi il lavaggio degli ambienti interni era assicurato dall'apertura frequente delle finestre o dalla bassa tenuta all'aria delle finestre e dei cassonetti. Questo significava che una buona parte di calore andava a riscaldare l'aria esterna con l'equivalente innalzamento della bolletta energetica.

In inverno l'apertura di una finestra nella parte superiore costa ca. un litro di gasolio all'ora!

Come avremo modo di approfondire, la ventilazione meccanica controllata (VCM) risulta essere la soluzione più opportuna, anche se ancora un po' costosa, dal punto di vista del comfort igienico, igrotermico ed acustico (soprattutto se ci troviamo in città) : a fronte di bassi costi energetici assicura un ottimo ricambio e lavaggio degli ambienti asportando l'inquinanti interni, ed immettendo aria fresca (opportunamente filtrata e purificata da polveri, pm10, allergeni, ecc. provenienti dall'esterno).

Nel contempo la dotazione di uno scambiatore a flussi incrociati può sottrarre, nei mesi invernali, calore all'aria in espulsione per preriscaldare quella in immissione, conseguendo un certo risparmio energetico per il riscaldamento.

A questo può associarsi anche uno scambiatore geotermico che preriscalda in inverno e preraffresca in estate l'aria di immissione, attraverso 20-30 metri di tubo interrato (il terreno mantiene sempre una temperatura stabile tutto l'anno, equivalente ca. alla temperatura media annuale). Si può ottenere, così,un risparmio annuale attorno allo 0,5 - 1,5 KWh al metro quadro di alloggio.


Ma quanto mi può costare in più?

Gli extracosti per la realizzazione di un edificio con standard CasaClima in classe B può aggirarsi attorno ai 3-5%, mentre, in classe A (dove è richiesta l'introduzione della VCM), attorno all? 8-15%. Tra i sei e gli otto anni possono essere i tempi di ammortamento di questi extracosti: il risparmio sulla bolletta energetica e sulle spese di gestione, e manutenzione, infatti, sono assolutamente convenienti nella prospettiva di lunga durata di un edificio.

A conferma di ciò risulta più conveniente investire sull'isolamento della propria casa che non in titoli di stato o in fondi di investimento: investire in isolamento, oggi (con la prospettiva di crescita inevitabile del prezzo dei combustibili) consente di risparmiare fino al 10-11% delle spese di riscaldamento per anni: quale azione quotata in borsa può assicurare per decenni tale rendimento?

Se spendessi, ad esempio, 6000 euro, per isolare la mia casa, andrei a risparmiare ca. 850 litri di gasolio all'anno, ossia 650 euro all'anno: l'equivalente di un rendimento dell' 11% assicurato per l'intero ciclo di vita della mia casa!

(Ci sono varie tecniche per la valutazione economica dell'wwwwxs jko
+investimento nel settore del recupero energetico:

> tecniche cosidette DCF (Discounted Cash Flow) che attualizzano il costo del denaro tramite il tasso di interesse, in rapporto all'inflazione prevista, e il tasso di interesse di investimenti considerati non rischiosi;

> tecniche (non DCF), più semplici da applicare, non considerano il diverso valore del denaro nel tempo e quindi non attualizzano i flussi futuri.

Queste ultime sono costituite da:

> Pay Back Time (PBT) che stima il tempo di recupero di un investimento;

> Return On Investiment (ROI) sono basati sulla profittabilità dell?investimento atteso o dell?utile generato in conto capitale;

Life Cicle Cost (LCC) figlio del Life Cicle Assesment (LCA) valuta e valorizza tutte le componenti di costo relative ad un edificio lungo l'intero ciclo di vita, dalla fase della realizzazione-utilizzo-eventuale demolizione: nella fase di progettazione-ideazione, infatti, viene sostenuta una parte assai limitata di costi che il prodotto-edificio assorbirà nell'arco della sua intera vita, ma nel contempo vengono impegnati una parte assai rilevante di tali costi (consumi energetici, manutenzione, riparazione, ecc.). In uno studio recente sull'edilizia sostenibile in California, viene dimostrato che a fronte di costi tecnici aggiuntivi attorno al 2% si è ottenuto una diminuzione del costo totale del ciclo di vita pari al 20%!)






Certificazione energetica ed oltre: il marchio CasaClimapiù

Di fronte alla crescente richiesta di comfort termo-igrometrico, acustico, illuminometrico, ecc., il settore delle costruzioni, accompagnato dall'evoluzione della normativa tecnica, stà andando verso una fase di generale incremento della tecnicizzazione.

Il più delle volte questo si traduce in una ipertrofia degli aspetti impiantistici, assai energivori, trascurando gli aspetti legati sia alle caratteristiche termo-fisiche dei pacchetti costruttivi costituenti gli elementi d'involucro, sia alla sostenibilità dei materiali impiegati ed alla valutazione del loro bilancio ecologico (non sono esenti, da questo difetto, alcuni degli edifici definiti erroneamente bioclimatici che espongono vaste pelli, seppur intelligenti, al solleone, giustamente battezzati gabbie solari).

Innumerevoli sono i sistemi di certificazione ambientale: da quelle di prodotto (ISO 14001, EMAS) a quelle applicate al sistema edificio. Queste ultime sono distinte secondo metodo differenti di valutazione:il metodo ?a punteggio? e il metodo basato sull'eco-profilo.

Appartengono al primo metodo quelli variamente adottati, in questi anni, da vari paesi, fra cui : Breeam (GB); Leed (USA); HQE (FR); GBTool(Canada); GBC (network mondiale) a cui risale il protocollo ITACA (I). In particolare in italia: SB100(ANAB), INBAR E?, BEST Class (Sacert), ICMQ, ecc.
Al secondo appartengono le procedure LCA (Life Cycle Assestment) e LCC (Life Cycle Cost) variamente implementati in vari software (data la estrema complessità di calcolo legata alla reperibilità dei principali indicatori di impatto ambientale, ed alla quantificazione dei flussi di materia ed energia nell'estrazione-produzione-manutenzione-dismissione dei manufatti edili).

(Il blocco di ghiaccio di Brema:
2 blocchi di ghiaccio di una tonnellata e mezza ciascuno vengono portati in una piazza di Brema, ed esposti, all'inizio di maggio, all?aperto per 50 gg: il primo era avvolto da una cassetta termica, il secondo privo di alcuna protezione. Dopo 5 giorni, il secondo blocco era completamente sciolto, Il primo, invece,dopo ben 7 settimane,manteneva il 70,9% del peso iniziale. Questo esperimento è stato, di recente, ripetuto con successo anche nella piazza di Bolzano.

Ciò dimostra, anche per i più scettici, che l'isolamento esterno non solo protegge dal freddo ma anche dal caldo!)

Per dare risposta a questa esigenza nasce il marchio CasaClimapiù: un sistema semplice, veloce, trasparente e controllabile. Un? edificio per ottenere il marchio CasaClimapiù:

> deve avere un indice termico inferiore a 50 KWh/m2/anno (classe B);

> non deve utilizzare combustibili di origine fossile per il riscaldamento;

> deve utilizzare solo materiali eco-compatibili (è escluso l'utilizzo di: isolanti sintetici come EPS, XPS, PUR; PVC per porte e finestre; legno tropicale; impregnanti chimici per legno, colori e vernici contenenti solventi);

> deve adottare ulteriori provvedimenti ecologici (es. tetto verde, solare termico e/o fotovoltaico, recupero acqua piovana, ecc.).


Le ragioni di un successo

CasaClima si è subito affermato come una norma semplice di tipo prestazionale, formulata inizialmente per essere recepita in modo volontario (gradualità dei tempi di convincimento) e poi diventata obbligatoria.

L'utente finale è figura centrale dell'intero processo: la gratuità del certificato e la libertà di scelta hanno evitato il rigetto da parte degli attori del processo edilizio, permettendo una graduale accettazione e ricezione da parte dei progettisti-artigiani-installatori fino all'utente.

La targhetta quale ulteriore elemento di trasparenza, è stata in grado di promuovere visibilmente l'immobile, innalzando, nel contempo, il suo valore commerciale.

La rappresentazione del fabbisogno di calore, infatti, è particolarmente favorevole nei confronti del consumatore in quanto non richiede particolari competenze tecniche.La targhetta, quale fattore di emulazione, ha fatto sì che molte richieste siano scaturite da questa attestazione di buona progettazione ed esecuzione in cantiere, innescando un circolo virtuoso:

> visibilità comunicativa;

> mercato selettivo verso prodotti migliori;

> sovracosti riconosciuti ai costruttori ed operatori immobiliari.






Siamo certi che, per la storia dell'architettura, ed in generale, per la progettazione ed il design, l'avvento dell'innovazione proveniente dall'evoluzione sociale, scientifica e tecnologica, ha sempre rappresentato un compito di grande rilievo: la sfida lanciata dalla scarsità di risorse (soprattutto di origine fossile), la consapevolezza dei cambiamenti climatici innestati, e l'adozione, non più procrastinabile, di elevati standard di efficienza energetica, contribuirà a far nascere, insieme ad una nuova alleanza fra uomo e natura, una estetica nuova. Forse è già cresciuta e sta mettendo solide radici.


La maggior parte dei dati, immagini fotografiche e grafici sono state liberamente tratte dalle pubblicazioni, conferenze e materiali consultabili nel sito dell'Agenzia CasaClima


Autore: Arch. Raffaele Ghillani

Certificatore e Consulente energetico CasaClima®
Esperto in Gestione ed Analisi del Valore® nel Processo delle Costruzioni Civili.


LEGGI TUTTO IL POST CON LE RELATIVE IMMAGINI ED ESEMPI

Risparmio energetico - impariamo a salvaguardare il calore dei termosifoni



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Per avere un ottimo risparmio energetico, il motto è: ISOLARE, ISOLARE, ISOLARE...

Quindi per avere un buon risparmio energetico bisogna ottimizzare tutta l'energia utilizzata, ed evitare di disperderla.

Per quanto riguarda il RISCALDAMENTO, l'intervento più utile è migliorare l'ISOLAMENTO, che impedisce la dispersione del calore all'esterno quindi permette di ridurre al minimo il calore prodotto dall'impianto di riscaldamento.

Inoltre bisogna verificare che gli infissi, (porte e finestre), siano performanti nell'isolare dall'esterno.

L'installazione di doppi vetri, tripli (servono a ben poco) con camera d'aria e soprattutto l'impiego di infissi a cosiddetto "TAGLIO TERMICO", abbattono la dispersione del calore verso l'esterno dell'ambiente in cui sono stati installati è molto importante la corretta installazione; un ottimo serramento serve a poco se montato male, gli spazi tra telaio e muratura devono essere completamente sigillati per evitare che l'aria calda esca dall'ambiente (ovvero che l'aria fredda entri nell'ambiente)

Altro sistema importante per abbattere le perdite di energia è la realizzazione di un "CAPPOTTO", in pratica sulla parte esterna dell'edificio vengono applicati dei pannelli isolanti che servono a trattenere il calore, ma d'estate evitano che il calore esterno penetri attraverso le pareti.

Il cappotto può essere eseguito anche solo sulle pareti esposte a nord o a est, maggiormente soggette a perdite di calore; su edifici esistenti non sempre è possibile realizzare un cappotto completo

Si può realizzare un "CAPPOTTO" anche sulle pareti interne dell'edificio, ma non si riesce in genere ad eliminare i ponti termici che formano dispersione.

in fase di isolamento si devono utilizzare materiali idonei, per migliorare lo sfasamento, altrimenti nel periodo estivo si avranno rientrate di calore non desiderate


Altri accorgimenti molto semplici da applicare ai radiatori della vostra abitazione, sono:


- ARIEGGIARE gli ambienti 10 minuti alla mattina e alla sera, aprendo completamente la finestra, possibilmente negli orari di spegnimento dell 'impianto.

- APRIRE le tapparelle e le persiane durante le fasi di SOLEGGIATURA giornaliera, facendo entrare in casa i raggi solari.

- CHIUDERE le tapparelle o le persiane PRIMA che tramonti il sole.

- CHIUDERE i termosifoni negli ambienti non abitati o ridurne la temperatura utilizzando valvole termostatiche

- ABBASSARE il riscaldamento dei radiatori posti negli ambienti più alti.

*Traduzione: bilanciare l'impianto agendo sui detentori in mandata, regolare la temperatura ambiente agendo sulle valvole termostatiche (uno degli ambienti, preferibilmente la stanza da bagno, deve essere lasciato senza testa termostatica per favorire il funzionamento del generatore di calore).

- POSIZIONARE dietro i radiatori pannelli riflettenti in alluminio quando sono installati sottofinestra, per riflettere il calore nell'ambiente.

- IN CASO DI RISTRUTTURAZIONE, installare i radiatori possibilmente sotto finestra in modo da favorire i moti convettivi.

- MANTENERE la temperatura di caldaia a circa 70 °C, aumentandola a 80 solo nelle giornate di grande freddo se necessario.

- NON COPRIRE i radiatori con copriradiatori in legno o metallo;
non coprire i radiatori con vestiti panni o cose del genere; eventuali mensole sopra i radiatori vanno installate a debita distanza per non impedire i moti convettivi.

- REGOLARE il proprio benessere rispetto alla temperatura ambiente e non su quella dei radiatori (in un impianto condominiale molte volte i radiatori sembrano freddi o tiepidi perchè la temperatura dell'acqua viene regolata a fronte della temperatura esterna; la sonda di tale apparecchiatura ha bisogno di un po' di tempo per reagire ai cambiamenti climatici; se fa troppo caldo durante le giornate meno fredde, insistere affinchè il conduttore dell'impianto regoli a dovere la centralina di comando situata nella centrale termica.una cattiva o approssimata regolazione comporta inutili consumi di combustibile.

Scritto in collaborazione con Studio Tecnico Duilio Trinca.

Differenza tra impianto tradizionale con radiatori e a pavimento radiante



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Come tutti gli impianti, ci sono i pro e contro.

Bisogna partire iniziando col porsi due domande fondamentali:

a) Esco di casa alla mattina e rientro solo alla sera?
Sconsiglio in questo caso il riscaldamento a pavimento.

b) Passo parecchio tempo a casa?
Consiglio l'impianto di riscaldamento a pavimento...


Se mi identifico con la domanda "a"

Posso utilizzare un sistema tradizionale basato sul classsico termosifone in sostanza l'impianto più semplice ed economico è composto da una caldaietta e un paio di radiatori.

Nessun problema di gestione, bassi costi di manutenzione, spese per il combustibile relativamente contenute se non si esagera con le temperature è un impianto a portata di tutti, specialmente in questi tempi di crisi economica generale e ti permette di stare al caldo senza grandi pretese, perfettamente inutile mettere un impianto a pavimento in una casa dormitorio, perchè il bilancio termico è sempre quello e lo devi lasciare acceso anche quando non ci sei, oppure il ventilconvettore che funziona con aria a ventilazione forzata, la quale crea moti convettivi di aria che a lungo andare, possono dare molto fastidio al corpo umano.

Nell'area di ventilazione naturale (radiatore), oppure forzata (ventil), si creano i classici baffi neri, dovuti alla polvere stessa che circola nell'ambiente.

Volendo, esco di casa e spengo il riscaldamento, torno e riaccendo nuovamente, bastano 10 minuti ed i miei ventil/radiatori scaldano...

I ventil, vengono spesso utilizzati in presenza di grandi ambienti con soffitti alti, in quanto essendo l'aria ventilata in modo forzato, scaldano l'ambiente più velocemente.

Con questa tipologia di impianto, accendo la caldaia solo quando serve... Di notte, all'occorrenza spengo, ovviamente dipende anche da abitazione ad abitazione...

Se mi identifico con la domanda "b"

con l'impianto a pavimento, in teoria il risparmio c'è solo con la giusta coibentazione della casa, per farlo rendere correttamente, bisogna isolare, isolare, isolare, spendere, spendere, spendere...

Nella realtà non saprei dire quanto si possa risparmiare rispetto al tradizionale, visto che è acceso tutta la stagione, si accende ad inizio dei primi freddi e si spegne al ritorno della primavera, poi oggi è tanto di moda...

Questo tipo di riscaldamento, nasce nei paesi nordici dove c'è freddo costantemente per parecchi mesi, da noi un giorno c'è caldo e l'altro si và sottozero e con questo tipo di riscaldamento se c'è caldo devi aprire le finestre, perchè se intervieni sul termostato per abbassarlo, poi tornare alla temperatura di regime, occorrono ore...

Se ti capita per qualunque motivo una perdita, diventa difficilissimo trovare il punto esatto della perdita stessa, portando spesso alla rottura di tutta la pavimentazione... Se ho molto freddo perchè non mi sento bene o perchè ho più freddo del solito, con questo tipo di riscaldamento non posso permettermi di avere nel giro di pochi minuti un sensibile aumento della temperatura nell'ambiente ove richiesto...

Nel bagno è preferibile inserire un termoarredo collegato all'impianto ad alta temperatura, per apportare quell'apporto calorico aggiuntivo che ci serve quando siamo senza abiti, volendo lo si può collegare alla bassa temperatura, ma ciò implica un surdimensionamento del radiatore quindi porta via molto più spazio ed i costi aumentano...

Non si hanno movimenti di polvere, in quanto non esiste moto convettivo...

Nell'area delle finestre non ci sono più i radiatori che portano via spazio utile all'ambiente, in questo caso si ha più spazio fruibile, quindi diventa anche un valore aggiunto per l'immobile...

Se cambi aria nelle stanze, non puoi permetterti di tenerle aperte a lungo, altrimenti per far tornare a regime la temperatura, ci vogliono alcune ore, in quanto hai fatto raffreddare pareti e pavimento...

Se devo cambiare una piastrella, basta un errore per fare danni letali all'impianto sottostante...

Può essere utilizzato anche per il raffrescamento, ma in questa modalità, occorre deumidificare l'ambiente con un impianto cosatoso ed ingombrante, per cui consiglio l'utilizzo dello split, che risulta essere meno bello ma molto meno costoso.

In conclusione , da quanto si evince a livello economico realizzativo, l'impianto tradizionale costa molto meno di quello radiante a pavimento, mentre se vogliamo considerare il confort di vivibilità, un senso di calore piacevole e più sano per il nostro corpo, volendo può diventare un impianto di raffrescamento (leggi sopra), il riscaldamento a pavimento vince inequivocabilmente.

Vi ricordo che per risparmiare, la caldaia deve rimenere spenta il più possibile, per fare ciò, bisogna isolare bene la casa, altrimenti non c'è caldaia che tenga...

Il nostro è un parere lato utente non da operatore del settore, magari non del tutto condivisibile, ma del tutto personale...


Fonte:
ArchiForum: Differenza tra impianto tradizionale con radiatori e a pavimento radiante