Il Malawi è un piccolo stato nel cuore dell’Africa nera, il cui territorio è occupato per un terzo dal grande lago Malawi, che si estende per circa 600 Km di lunghezza e 80 Km di larghezza.

Il Paese si trova all’inizio della Rift Valley, la profonda spaccatura che attraversa la zolla africana orientale fino al Mar Rosso. Eventi geologici hanno provocato sprofondamenti e innalzamenti nella crosta terrestre, producendo strani e meravigliosi paesaggi: catene montuose tagliate a gole, ricoperte da fitta foresta, in cui scorrono torrenti e cascate; un lago tra i più profondi del mondo bordato da papiri giganti e palme da cocco.

Sebbene i portoghesi siano certamente giunti in questa zona già nel XVI secolo, la scoperta europea del lago Malawi e delle zone circostanti è attribuita ufficialmente a David Livingstone, che risalì il fiume Shire fino al lago nel 1859. In seguito, la chiesa presbiteriana scozzese stabilì nella zona alcune missioni, tra l’altro allo scopo di contrastare la tratta degli schiavi diretti al Golfo Persico (questo commercio continuò tuttavia fino al XIX secolo). Nel 1878, un gruppo di commercianti, soprattutto provenienti da Glasgow, fondarono la African Lakes Company (Compagnia dei Laghi Africani), che riforniva i missionari. Altri europei raggiunsero la zona per commerciare, cacciare, e coltivare.

Chi arriva in Malawi per la prima volta è inevitabilmente catturato dalla bellezza maestosa della natura e dalla cordialità dei suoi abitanti, ma il grande stupore per un angolo di mondo tanto affascinante lascia lentamente il posto alla consapevolezza che nasce nel “toccare con mano” quanto i diritti fondamentali di ogni essere umano siano ancora oggi negati.

Il colonialismo, infatti, ha sfruttato le risorse naturali e umane del territorio senza preoccuparsi di gettare le basi per un futuro sostenibile, dirottando in Europa ricchezze e capitali. Oggi questo paese è tra i più poveri del continente africano, escluso dall’equilibrio dell’economia mondiale, oppresso dal debito estero, dalle carestie e dalle malattie.

Il Malawi ha un PIL tra i più bassi al mondo. Negli ultimi venti anni, accanto alle malattie endemiche del Paese come malaria, bilarziosi e infezioni intestinali, si è aggiunta l’Aids che ha decimato la popolazione nella fascia di età compresa tra i venti e i quarant’anni. Altissima è la percentuale di nati sieropositivi e altrettanto alto è il numero di orfani che i villaggi, da soli, non sono spesso in grado di accogliere e mantenere.

Negli anni 2003-2004 si è verificata una delle più grandi carestie del secolo che ha messo in ginocchio tutti i paesi dell’Africa del Sahel e Centro Meridionale (Zambia – Zimbabwe – Malawi), allora privi delle riserve alimentari necessarie a far fronte alla richiesta persino del mais, base dell’alimentazione quotidiana.

Nel 2015 il Malawi  è stato colpito dalla peggiore inondazione della storia del Paese a causa del ciclone Banski , che ha provocato 300.000 sfollati, 200 morti e 4000 dispersi.

Per approfondimenti sul Malawi: https://it.wikipedia.org/wiki/Malawi