La vita di Sandro Botticelli di Giorgio Vasari "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, ecc." Firenze,1568.

 


Ne' medesimi tempi del Mag. Lorenzo Vecchio de' Medici, che fu veramente, per le persone d'ingegno, vn secol d'oro, fiori ancora Alessandro: chiamato a l'uso nostro Sandro, e detto di Botticello per la cagione che apresso vedremo. Costui fu figliuolo di Mariano Filipepi Cittadino Fiorentino; dalquale diligentemente alleuato, & fatto instruire in tutte quelle cose, che vsanza è di insegnarsi a fanciulli in quella età, prima che e' si ponghino a le botteghe; ancora che ageuolmente apprendesse tutto quello, che è voleua; era nientedimanco inquieto sempre; ne si contentaua di scuola alcuna, di leggere, di scriuere o di abbaco: di maniera, che il padre infastidito di questo ceruello si strauagante, per disperato lo pose a lo orefice con vn suo compare chiamato Botticello, assai competente maestro all'ora in quell'arte. Era in quella età vna dimestichezza grandissima, & quasi che vna continoua pratica tra gli orefici, & i pittori; per la quale Sandro, che era destra persona, e si era volto tutto al disegno; inuaghitosi della pittura, si dispose volgersi a quella. Perilche aprendo liberamente 1' animo suo al padre,da lui, che conobbe la inchinazione di quel ceruello, fu condotto a fra Filippo del Carmine eccellentissimo pittore all'ora, & acconcio seco a imparare, come Sandro stesso desideraua. Datosi dunque tutto a quell'arte, sequitò & imitò, si fattamente il maestro suo, che fra Filippogli pose amore: & insegnolli di maniera che e' peruenne tosto ad un grado, che nessuno lo harebbe stimato.

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