La sindrome di Giamburrasca
FEDERICO è un
bambino straordinariamente intelligente, anche se la sua irrequietezza non
gli permette di stare al suo posto, di restare in silenzio il tempo
necessario alla spiegazione di una lezione, di dare spazio agli eventuali
interventi dei suoi compagni i quali, alla fine, sono urtati con lui come
le maestre. Anche a casa la situazione è
simile: non riesce a trovare la concentrazione per svolgere i compiti in
un tempo ristretto. E' costantemente distratto da ogni più piccolo evento
e si stufa subito di qualunque attività,
comincia cento cose e non ne termina nessuna....". Un bambino che
manifesta questa sindrome è generalmente di intelligenza
del tutto normale; tuttavia presenta un basso livello di attenzione, un
eccesso di impulsività ed iperattività. E'
bene sottolineare come in alcuni bambini possa
prevalere maggiormente l'impulsività (il classico bambino che
"agisce prima di pensare"), in altri di più il problema
dell'attenzione, in altri ancora l'eccesso di attività. Di solito comunque
i tre sintomi, pur con intensità diversa, coesistono. Secondo l'Associazione Psichiatrica Americana, un bambino si può
definire iperattivo quando sono chiaramente
evidenti almeno otto dei seguenti problemi di comportamento:
Irrequietezza motoria delle mani, delle gambe e di tutto il
corpo
Difficoltà a rimanere seduto quando necessario
Facile distraibilità
Difficoltà a rispettare il proprio turno in situazioni di gioco
o di gruppo
Frequente emissione di risposte ancor prima che le domande siano
state completate
Difficoltà nell'eseguire istruzioni che gli vengono
fornite non per atteggiamento oppositivo né per difficoltà di
comprensione
Difficoltà nel mantenere l'attenzione in situazioni di lavoro o
di gioco
Frequente cambio di attività,
lasciando spesso il lavoro incompleto
Difficoltà a giocare tranquillamente
Spesso il bambino parla troppo
Spesso interrompe gli altri nei loro discorsi e nelle loro
attività
Spesso non sembra ascoltare quello che gli viene
detto
Spesso perde le cose necessarie per svolgere le proprie attività
a casa o a scuola
Spesso si dedica ad attività fisicamente pericolose non
valutando le possibili conseguenze di certi comportamenti o giochi A motivo del deficit di
attenzione, il bambino può mostrare un ritardo nell'apprendimento
delle abilità di lettura e di scrittura (dislessia
e disgrafia). Inoltre, le difficoltà nel
seguire le più semplici regole del "vivere civile" pongono
spesso il bambino iperattivo al centro di
sgridate e di minacce di punizioni. Le reazioni degli adulti possono essere,
talvolta, molto dure e frequenti sono i commenti del tipo: "Ma
possibile che.....", "Sei
sempre il solito....", "Ma
non sei capace di....". Sovente il bambino a scuola - proprio
perché frequentemente rimproverato, redarguito, criticato - comincia a
pensare: E' confortante comunque
sapere che moltissimi bambini iperattivi che
ricevono precocemente tutto l'aiuto di cui hanno bisogno, si sviluppano in
adulti del tutto normali, senza alcun problema di inserimento sociale,
personale o professionale. Anzi un bambino iperattivo
può divenire, se ha imparato a sfruttare la propria energia, un adulto
molto dinamico ed attivo. Va segnalato inoltre come nella fase
adolescenziale si evidenzi una remissione dei
sintomi. Iperattivi
si nasce o si diventa? Sul perché un bambino diventi iperattivo
sono state fatte molte ipotesi. Alcuni autori, in particolare,
attribuiscono l'insorgenza di tale sindrome a fattori biologici, altri
invece a fattori ambientali. A tutt'oggi
tuttavia sarebbe temerario dire con certezza che l'iperattività
è dovuta esclusivamente ed unicamente a fattori dell'una o dell'altra
natura. Tra i fattori
di rischio vi sono:
Familiarità per la sindrome da deficit di attenzione
con iperattività
Storia familiare di alcoolismo
Presenza di una madre con problematiche depressive
Sovraffollamento familiare
Conflitti tra genitori e conseguente incapacità a stabilire
regole di comportamento Rispetto a quest'ultimo
aspetto, va comunque tenuto in considerazione
il fatto che, se molti psicologi affermano che iperattività
l'effetto di dinamiche familiari sbagliate, altri mettono in evidenza che
un bambino iperattivo può mettere in crisi
anche la più solida struttura familiare. Come possiamo aiutare un bambino iperattivo?
Negli Stati Uniti come in molti paesi anglosassoni si
utilizza, oltre ad intervento terapeutico di tipo psicopedagogico,
una terapia farmacologica
con il metilfenidato. Tale farmaco (non
disponibile in Italia) permette di migliorare significativamente la
capacità attentiva, ridurre i comportamenti
impulsivi e l' iperattività.
Dal punto di
vista psicologico molto si può fare, sia in famiglia che a scuola, per
aiutare il bambino iperattivo:
Il bambino va accettato e compreso per quello che è. Molti
educatori purtroppo tendono a reagire con affermazioni di tipo globale
e negativo ("Non ne combina mai una giusta") percependo il
bambino come totalmente sbagliato o, ancora, interpretando ogni suo
comportamento problematico come un affronto personale ("Me lo fa
apposta....perché sa che così mi arrabbio..."). Ciò oltre ad
essere improduttivo su di un piano pedagogico comporta anche uno stress
notevole per l'adulto stesso
Educare il bambino in positivo. E'
importante che gli educatori evidenzino anche le più piccole cose positive
che egli compie, i minimi progressi, per quanto ovvi, che fa. Ognuna di
queste azioni deve diventare occasione per lodarlo, per dirgli che siamo
contenti del suo impegno
I comportamenti problematici non
particolarmente pericolosi vanno ignorati. Mentre incoraggiamo
comportamenti ed atteggiamenti più tranquilli e riflessivi, dovremo
ignorare i comportamenti di impulsività e di
irrequietezza a patto che non siano pericolosi per il bambino o per gli
altri. Ricordiamo che spesso i comportamenti inadeguati si perdurano
proprio perché vi si presta troppa attenzione!
Rispetto delle regole. I genitori dovranno di
comune accordo stabilire delle regole e farle rispettare. Davanti
ai figli non possono esserci segni di disaccordo o di discussione tra i
genitori circa la loro applicazione
Il modo di parlare al bambino deve essere
calmo, senza urla e strepiti. Nel dirgli che cosa fare occorre
essere precisi ed usare termini ed espressioni in positivo.
Dire frasi del tipo: "Non fare...", "Non toccare..",
"Ma perché sbagli sempre.." rischiano
di produrre nel bambino innanzitutto uno stato emotivo di ostilità o di
sfida ed inoltre non forniscono alcuna informazione su che cosa il bambino
dovrebbe fare o su come dovrebbe comportarsi
Non sgridare il bambino davanti agli altri, compagni o fratelli
che siano, come anche non raccontare le sue "prodezze" ad altre
persone in sua presenza ("Sapessi cosa ha fatto.....").
Se dobbiamo rimproverarlo, meglio prendere il
bambino isolatamente e spiegargli le cose con calma e con tono deciso
A scuola, come a casa, può essere di grande aiuto avere un
ambiente di lavoro tranquillo e con routines
prevedibili
Offrire un modello di comportamento pacato
e riflessivo senza eccessivi scatti di rabbia o di nervosismo (in pratica
non si può insegnare ad essere calmi e riflessivi se non lo siamo prima
noi!). Il bambino deve avere la possibilità di capire come affrontare
determinate situazioni e in che modo risolverle. In tal senso è molto
utile verbalizzare tutti quei ragionamenti che noi facciamo internamente
per offrire proprio un modello. "Accidenti è caduto l'olio.....bene,
debbo stare calmo....debbo stare attento ai vetri....debbo prendere la
paletta ed uno straccio....." e così via.
L'adulto, parlando ad alta voce, offre al bambino un modello di
riflessività ed una strategia razionale di problem-solving
Favorire
una giusta quantità di attività fisica: molto
adatti sono gli sport di squadra (che insegnano a mettere a freno
l'impulsività in favore di un risultato collettivo) e gli sport che
insegnano l'autocontrollo |
Il
Disturbo da Deficit di Attenzione - Iperattivita (DDAI)
Data ultima stesura 26/08/05
Negli ultimi vent’anni
si è cominciato a capire che una serie di comportamenti manifestati da circa il
5 - 10% dei bambini, come l’ incapacità di
prestare attenzione o l’estrema mobilità in situazioni che richiederebbero
una partecipazione collaborativa e la concentrazione
sul compito, vanno attribuiti ad una vera e propria sindrome psicologica: il
disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Questo breve articolo ha lo scopo di delineare le
caratteristiche principali della suddetta sindrome.
****
Il
disturbo da deficit di attenzione/iperattività
si manifesta principalmente con due classi di sintomi: un marcato livello di
disattenzione e una serie di comportamenti che denotano iperattività
e impulsività.
Le
manifestazioni di iperattività
e impulsività sembrano essere attribuibili ad una difficoltà di inibizione dei
comportamenti inappropriati, che Barkley (1997)
definisce disinibizione
comportamentale e che i bambini con disturbo dell’attenzione esprimono
con agitazione, difficoltà a rimanere seduti o composti quando viene loro
richiesto.
Le
manifestazioni comportamentali che riguardano la disattenzione si evidenziano in
bambini che, rispetto ai propri coetanei, presentano una marcata difficoltà a
rimanere attenti e a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo
sufficientemente prolungato. In base ai racconti forniti dai genitori e dagli
insegnanti i soggetti disattenti sono disorganizzati e sbadati nello svolgimento
delle loro attività e hanno difficoltà nel mantenere la concentrazione, si
fanno distrarre molto facilmente dai compagni o da rumori occasionali e
raramente riescono a completare un compito in modo ordinato. Quando
sono in classe sembra che <<sognino ad occhi aperti>> e spesso
passano da un’attività all’altra senza averne completata alcuna. Si
guardano continuamente attorno, durante lo svolgimento di compiti, soprattutto
se sono ripetitivi o noiosi. (Millich e Lorch,
1994).
I
bambini che presentano l’aspetto di iperattività-impulsività
giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente con un’intensità di voce
piuttosto alta, interrompono spesso le persone mentre stanno parlando, senza
essere in grado di aspettare il momento opportuno per intervenire. I genitori e
gli insegnanti li descrivono sempre in movimento e sul punto di partire,
incapaci di aspettare il proprio turno.
Si
possono individuare tre sottotipi del disturbo: il tipo combinato in cui sono
presenti sia deficit di attenzione che di iperattivita;
il tipo con disattenzione predominante; il tipo con iperattività-impulsività
predominanti.
Attualmente si stanno conducendo ricerche che
confermino la validità di questa classificazione in sottotipi. Una ricerca
recente ha evidenziato due tipi di difficoltà attentive
in ambito scolastico: una descritta come <<disattenzione passività>>
e l’altra come <<persistenza-distraibilità>>;
quindi il sottotipo disattento potrebbe riunire
soggetti con caratteristiche psicologiche e comportamentali eterogenee.
Le
ricerche finora condotte suggeriscono che i bambini con disattenzione prevalente
manifestano soprattutto difficoltà nelle componenti
di selezione e focalizzazione dell’attenzione e
sono meno accurati nell’elaborazione dell’informazione, soprattutto in
compiti di rievocazione (Barkley, DuPaul
e McMurray, 1990), mentre il sottotipo combinato
presenta principalmente problemi di perseverazione nello svolgimento dei compiti
e di inibizione dei dati irrilevanti e inadeguata elaborazione delle
informazioni contenute nella memoria di lavoro (Barkley,
1997).
INTERVENTI:
L’intervento
che si attua in presenza del disturbo sopra descritto
coinvolge il bambino/ragazzo, i genitori e gli insegnanti e segue tre principi:
rimediare, che consiste nel modificare il comportamento, attraverso il
riconoscimento del problema, la pianificazione, la regolazione della sua
attenzione, l’autodialogo; ristrutturare, cioè
cambiare l’interpretazione del comportamento, in cui si correggono le credenze
sul ragazzo; rieducare, modificando la risposta dei genitori e degli insegnanti.
Il
training che coinvolge il ragazzo riguarda:
Questo
viene fatto attraverso l’utilizzo di giochi,
metafore, storie e compiti quotidiani che riguardano la scuola e la vita
extrascolastica.
CRITERI DIAGNOSTICI
per il disturbo da deficit
di attenzione/iperattività |
secondo
il DSM
IV |
A.1) sei (o più) dei seguenti
sintomi di disattenzione sono persistiti per almeno 6 mesi con una
intensità che provoca disadattamento e che contrasta con il
livello di sviluppo: Disattenzione (a) spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o
commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in
altre attività (b) spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o
sulle attività di gioco (c) spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente (d) spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i
compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a
causa di comportamento oppositivo o di incapacità
di capire le istruzioni) (e) spesso ha difficoltà a
organizzarsi nei compiti e nelle attività (f) spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi
in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a
scuola o a casa) (g) spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività
(per es.,
giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti) (h) spesso è facilmente distratto da stimoli estranei (i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane A.2) sei (o più) dei seguenti
sintomi di iperattività-impulsività
sono persistiti per almeno 6 mesi con una intensità che causa
disadattamento e contrasta con il livello si sviluppo: Iperattività (a) spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla
sedia (b) spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre
situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto (c) spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in
situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli adulti,
ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza) (d) spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti
in modo tranquillo (e) è spesso "sotto
pressione" o agisce come se fosse "motorizzato" (f) spesso parla troppo Impulsività (g) spesso "spara" le risposte
prima che le domande siano state completate (h) spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno (i) spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti
(per es., si
intromette nelle conversazioni o nei giochi) B. Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività
o di disattenzione che causano compromissione
erano presenti prima dei 7 anni di età. C. Una certa menomazione a seguito dei sintomi è
presente in due o più contesti (per es., a
scuola (o al lavoro) e a casa). D. Deve esservi una evidente compromissione
clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o
lavorativo. E. I sintomi non
si manifestano esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, di Schizofrenia,
o di un altro Disturbo
Psicotico, e non risultano meglio
attribuibili ad un altro disturbo mentale (per es.,
Disturbo dell'Umore, Disturbo
d'Ansia, Disturbo
Dissociativo, o Disturbo
di Personalità). Codificare in base al tipo:
Nota per la codificazione Per
i soggetti (specie adolescenti e adulti) che al momento hanno sintomi
che non soddisfano più pienamente i criteri, si dovrebbe specificare
"In Remissione Parziale". |