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Lettera a parenti ed amici

 
 

Aprile 2007    

 
 

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Questa lettera l'ho scritta nel mese di Aprile, quando mi sono ripreso dal trauma che ho subito quando ho avuto conferma del male di cui sono affetto. Inizialmente essa era destinata ad essere mostrata sul sito www.adorna.it, solo dopo la mia morte, come da accordi presi con alcuni amici. Poiché gli eventi che si sono succeduti sono stati diversi dalle previsioni, considerato che il mio organismo reagisce molto bene alle terapie a cui mi sto sottoponendo, trascurando gli effetti collaterali che sono notevolmente inferiori a quelli a cui mi ero preparato e, tenendo presente che il mio stato attuale di salute mi autorizza a sperare in uno sviluppo delle aspettative a me più favorevole, ho deciso di renderla nota oggi 29 giugno 2007. Vi chiedo di scusarmi per ciò che scrivevo e che frullava per la mia mente in quel periodo; credetemi è indescrivibile lo stato d'animo in cui ci si trova in quei momenti di delirio. Perdonatemi.

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Carissimi moglie e figli Marisa, Federico e Paola, zia Serafina, suoceri Eva e Giovanni, cognato Angelo, nipoti Giannico, Matteo e Marina, futuri consuoceri Nicola, Nella, il papà Giuseppe ed i figli Tommaso e Giuseppe, cugina Cinzia, compari Camillo, Annarita e Marco, altri parenti, amici Renato Cavallaro, Ernesto, Roberto, Massimo, Tonino, Nicolino, Vincenzo, Nino, Lucio, Francesco e Luciana, Enrico e Luciana, Cesare e Franca, altri  amici tutti, ed anche voi ex colleghi ferrovieri che avete condiviso con me tante difficoltà e tante “albe non romantiche”,

 

         a volte la vita riserva sorprese che nessuno si aspetterebbe, attimi di grande gioia si alternano a momenti di tristezza

assoluta: tutto avviene in brevissimi  istanti... La nostra esistenza è come un battito d'ali, oggi c'è domani non c'è più... Vi ho comunicato la brutta notizia e quindi conoscete il mio dramma,  a volte (ma non spesso) penso di trovarmi a breve distanza dalla fine. Cercate di comprendere quale sia il mio stato d’animo in quei momenti. E’ crollato un mondo, e forse, un universo intero… A volte, solo nella mia stanza, rannicchiato sul letto a pregare e sperare che la mia sventura sia solo un incubo dal quale sto per risvegliarmi, penso che non sia così, sento la morte vicina… Peccato… Peccato. 

Trascorro notti nel delirio. Impazzisco pensando a quello che potrebbe accadermi e vorrei recuperare tutte quelle cose che perdo (come le molliche di pane che cadono da una tavola imbandita), le cose smarrite lungo la strada della mia vita, brandelli di memoria del mio tempo. E’ dura vivere con questi incubi intorno, estremamente dura, soprattutto quando ci si accorge che i propri sforzi sono vani. E' come essere nelle sabbie mobili: più ti muovi più affondi, e penso che tanto vale restare fermi, si sprofonderebbe comunque. Penso alla bestia che agisce in silenzio dentro di me, sempre in agguato, si fa strada all'ombra in maniera assolutamente impercettibile e quando meno me lo aspetto si manifesta con impeto piuttosto travolgente.  Lo shock è stato molto forte! Ma subito dopo mi faccio coraggio e continuo piano piano a lottare e a desiderare, perchè non solo ho altri scopi ed altri progetti da raggiungere e portare a termine prima di andarmene per sempre, ma anche perchè penso di essere più forte del male che mi ha colpito.  Con la forza della mia volontà, riesco a dominare il mio corpo e i dolori che mi affliggono. Convinto che solo una  mente sana e reattiva può essere alla base di una probabile guarigione, lotto costantemente, con il cuore e con tutta la forza che c'è in me, contro questo nemico che avanza inesorabilmente e, in continuazione, mi ripeto: “Franco il più forte sei tu, puoi vincere questa battaglia, puoi farcela, perciò lotta senza disperare ed abbi fiducia in te stesso, sii forte come hai sempre dimostrato, non arrenderti e mostra a quella bestia che ti sta mordendo che non hai paura”. Mi riprenderò; voglio avere la possibilità di continuare a vivere e di godermi la vita, possibilità che rappresenta un diritto di tutti gli esseri che vivono su questa terra. No, non mi arrendo così facilmente; non abbandono la sfida perchè voglio vivere per allungare quel tempo che ho dinnanzi a me e che questo maledetto cancro cerca costantemente e con passo marziale e cadenzato di accorciare. Carissimi, vi prometto di fare il possibile per sconfiggerlo ed ammazzarlo (è l'unica volta che ho desiderato di distruggere qualcosa), lo desidero fortemente perchè voglio restare ancora vivo vicino a voi . Il mondo va avanti.... deve andare avanti. Parenti ed amici tutti, abbiate coraggio anche voi. La vostra comprensione e le vostre parole sono la mia forza, mi aiutano a superare i momenti di crisi. Io sono sempre vicino a voi. Vi voglio bene… vi voglio bene. Il mio morale, contrariamente a quello che potete pensare, è alto, molto alto. Desidero vivere perché, dopo tanti momenti felici, dover morire così.... mi da un po’ fastidio. Ma, se la mia battaglia la dovessi perdere, sappiate che in Paradiso (dove spero che la mia anima abbia un posto riservato), sarò vicino a mio padre, mia madre e mio fratello, e pregherò per voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te Marisa, vicino a te Federico, vicino a te Paola; sarò il vostro Angelo Custode. 

Marisa, Federico, Paola, se il Signore ha deciso, con i suoi inappellabili disegni, che io mi stacchi da voi tutti, quando avrei potuto esservi ancora di aiuto, sia fatta la Sua Santa volontà. Non disperatevi, pregate piuttosto per me affinché Lo raggiunga, e per voi affinché possiate sopportare il distacco.

Non piangete per la mia mancanza, il vostro caro marito e papà non morirà mai. Egli vi guarderà, vi proteggerà ugualmente, vi vorrà sempre tutto l'infinito bene che vi vuole ora e che vi ha sempre voluto, fin da quando ho sposato te Marisa e fin da quando siete nati voi Federico e Paola.

 So di non morire, anche perché la mia cara mogliettina Marisa sarà, per i carissimi figli Federico e Paola, non solo la loro preziosa “mammina” ma anche il loro caro “papino”, quel loro Papà al quale vogliono tanto bene, quel loro Papà che vogliono tutto per loro, solo per loro e del quale sono  tanto gelosi.

Federico, Paola, riversate su mamma tutto il bene che volete a me: ella vi vorrà anche tutto il mio bene, vi curerà anche per me, vi coprirà dei miei baci e delle mie tenerezze. Sapeste quante cose vorrei dirvi, ma mentre scrivo il mio pensiero corre, galoppa nel tempo futuro che per voi sarà felice… deve essere felice! Ma non importa che io vi dica tutto ora, ve lo dirò sempre, di volta in volta, con la bocca di mamma nel cui cuore entrerà la mia anima intera, quando lascerà il mio cuore.

Vostra Madre resti sempre per voi al di sopra di tutto.                                      

Marisa, Federico Paola, andate sempre a fronte alta perché io non ho niente da farmi rimproverare o perdonare, mi sono sempre comportato bene con la società e con tutti quelli con cui ho avuto a che fare durante la mia vita, anzi forse sono creditore di qualche riconoscimento o preghiera, e voi non avete niente da rimproverarvi per la mia morte. Ricordatevi, niente rimorsi e niente sensi di colpa, voi avete fatto più di quello che potevate fare; non potevate fare miracoli; quelli li fa soltanto il “SIGNORE DEL PIANO DI SOPRA”, il nostro amatissimo ed osannato Signore. Mi avete dato le vostre attenzioni ed i vostri incoraggiamenti che sono stati la mia forza e la mia guida; mi avete accompagnato nella lotta, siete stati sempre al mio fianco e mi avete fatto capire quanta delicatezza  e quanta volontà sapete donare; mi avete fatto conoscere qualcosa di voi che non ero riuscito a notare prima d'ora: la qualità e quantità del vostro affetto, i vostri sentimenti più profondi. Non affliggetevi e fatevi coraggio. Io vi ho sempre pensato in tutti i momenti della giornata.  

Marisa, se il destino ci separa, se il destino spezza il nostro vincolo, abbi sempre un ricordo di chi ti ha sempre sinceramente amato.

Se il destino si accanirà contro di me, mi sconcerta il solo pensiero di non rivederci su questa terra; ma sono convinto che ci rivedremo lassù, in un luogo più bello, più giusto e più Santo. Sappiate che il vostro Franco penserà sempre a voi anche dopo morto e che vi guarderà dal cielo.

Immagino già le lagrime di tutti voi quando leggerete questa mia lettera, fate che dalle vostre labbra anziché singhiozzi escano preghiere che mi daranno la salute eterna. Del resto io dall'alto pregherò per voi.

Se, invece, il destino vorrà essere più clemente con me (e questa clemenza è la ragione principale delle mie lotte), credo che ci vorrà del tempo prima che la mia vecchia personalità riemerga dal disastro nel quale si dibatte attualmente; perciò, fin da ora, vi prego di giustificare i miei comportamenti e di aiutarmi a ristrutturare i pilastri della mia vita.

Amici carissimi e colleghi, desidero ringraziarvi tutti per il vostro interessamento e per il tempo che mi avete messo a disposizione; sin dai primi giorni della mia avventura mi siete stati vicini, mi avete dimostrato la vostra solidarietà e continua disponibilità, mi avete anche fatto conoscere i vostri timori e vedere il colore del vostro sconforto e delle vostre lacrime. Ve ne sarò per sempre riconoscente.

Infiniti e particolari ringraziamenti a voi, Dott.sse Nella e Marilisa, che avete saputo impegnarvi per alleviare le mie sofferenze, mi avete confortato ed aiutato e con le vostre cure siete riuscite a sbarrare il passo a questa maledetta bestia che vigliaccamente mi colpisce. E' per merito vostro che sono riuscito ad arrivare fino ad oggi con animo più sereno; è per merito vostro che ho trovato quella spinta superiore necessaria per continuare ad affrontare la sfida; i risultati positivi che ci sono stati fino ad oggi, li devo a voi. Vi ringrazio per il vostro costante interessamento ed per l'impegno profuso.          

           Un doveroso ringraziamento lo devo donare anche a te Dott.ssa Cinzia Monaco per il tuo affettuoso impegno. Con fermezza e professionalità hai deciso per me la strada giusta da seguire dandomi la possibilità di uscire da questo incubo; hai ridato colore e calore ai miei giorni; grazie anche a te se ho ripreso fiducia in me stesso; come riuscirò mai a sdebitarmi?  Il ricordo più lontano che ho di te è quando tu, piccolina, frequentavi la scuola cattolica delle Orsoline e zia, per impegni in farmacia, inviava me a prenderti per riaccompagnarti a casa. Grazie Cinzia per la tua encomiabile opera, ti ringrazierò per sempre ovunque io sia: in cielo o in terra.

Non posso dimenticare i frequenti interessamenti, incoraggiamenti, e stimoli dell' ex collega ed amico insostituibile Renato Cavallaro, ma neanche le attenzioni di Iezzi Camillo che frequentemente mi ha fornito i suoi prodotti genuini della campagna. Attenzioni rivoltemi con sincera spontaneità e con vero affetto. Nel ringraziarvi mi viene da piangere.

            In questo momento di estremo dolore, per quello che sto vivendo, mi chiedo se forse non ho esagerato con questa comunicazione virtuale!

Ora, carissimi, vi saluto ancora una volta tutti, nessuno escluso, vi abbraccio con affetto coniugale, paterno ed amichevole; questo abbraccio spirituale è superiore alla morte e ci unisce tutti nel Signore. Nel caso che tutto vada per la peggiore delle ipotesi, ricordatemi nelle vostre preghiere.  

Arrivederci a tutti.    Ricordatevi sempre di me.   Un forte bacione ed abbraccio.

Ciao Marisa, Ciao Federico, ciao Paola, ciao parenti ed amici tutti. 

 

Il vostro Franco, uomo gentile e buono che è stato sempre erroneamente considerato con un cuore di pietra. 

 

 

PS: Lo sfondo di questa pagina rappresenta una lastra di marmo di Carrara che mi piacerebbe avere come lapide sulla mia tomba.

 
 

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