Introduzione

La volpe

 

 

 

Introduzione

Mentre alcune specie di animali sono in declino e si estinguono, altre molto adattabili come le volpi, i corvidi, i gabbiani, i gatti e i cani randagi proliferano in modo innaturale, grazie all’abbondanza dei rifiuti alimentari e alla mancanza di super predatori. In un ambiente dove lupi, linci, aquile, gufi reali sono scomparsi, l’uomo ha il dovere di sostituirsi ad essi per ristabilire gli equilibri naturali, ricomponendo la catena alimentare anche mediante la caccia, soprattutto se questi animali incidono negativamente, con la loro attività predatoria, sugli interventi di ripopolamento faunistico.

La volpe

La volpe è un predatore che predilige le zone boscose, quelle macchinose ed i canali di grande e media sezione ricopertida folta vegetazione, ma la sua grande adattabilità ne ha favorito la distribuzione in tutti gli ambienti ecologici della provincia.

La valutazione quantitativa della popolazione della volpe e la sua dinamica può essere effettuata con le seguenti tecniche:

·         conteggio delle tane occupate;

·         censimento notturno con sorgente luminosa;

·         indici relativi di abbondanza, con particolare riferimento all’ esame dei capi abbattuti.

Allo stato attuale l’unica fonte di valutazione della densità biotica della specie nel territorio ci è data dal conteggio delle tane presenti sul territorio risalente 1993, effettuato da volontari delle Associazioni Venatorie (Tab. 1), che ha portato al censimento di circa 6.000 capi.

 

LOCALIZZAZIONE

DENSITA’

AREE VENATORIE

1 capo / 20 Ha

AREE PROTETTE

1 capo / 10 Ha

TAB. 1 - DENSITA’ DELLE VOLPI

 

Ipotizzando la presenza di n. 3.000 capi riproduttivi, nell’estate 1993 si sarebbe dovuta avere una popolazione pari a circa 9.600 capi  per arrivare nel 1996 ad una popolazione pari a circa 16.800.

Considerando che l’Home Range di una volpe di sesso maschile e di circa 190 Ha (in alcuni esemplari con attitudini erratiche arriva sino a 350 Ha), mentre quello di una volpe di sesso femminile e di circa 90 Ha (solo durante il periodo dell’allattamento della prole non supera i 2 Ha), si può stimare la densità biotica ottimale della volpe su un territorio con massimo grado di biocenosi intorno ad 1capo/150 Ha. E’, pertanto, lecito ipotizzare che nella provincia brindisina, nelle zone in cui si vuole raggiungere una buona densità di Galloformi e Lagomorfi, la volpe influisce negativamente sulla produttività di tali popolazioni.

Il controllo numerico delle popolazioni dei predatori e della volpe in particolare rappresenta uno dei temi più discussi e controversi della gestione faunistica, e ciò per ragioni culturali e sociali.

Visto che l’insufficiente pressione venatoria su questa specie e la presenza di zone dove la caccia è vietata e la gestione totalmente assente, hanno contribuito ad un notevole aumento della sua popolazione, l’A.T.C. BR/A si è attivata già dall’annata venatoria 1996/1997 per una gestione basata sul controllo della specie.

In considerazione dello scarso valore venatorio delle volpi l’A.T.C. per stimolare l’interesse dei cacciatori ha emanato vari regolamenti per la gestione faunistico venatoria della volpe basata sull’attribuzione di incentivi ai cacciatori.

Questi regolamenti hanno prodotto l’abbattimento in quattro anni di 3.866 volpi, incidendo positivamente sul controllo della densità della loro popolazione. 

 

ANNO

N. CAPI

IMPORTO EROGATO

1997

541

€. 2.794,03

1998

1.333

€. 6.884,37

1999

1.169

€. 6.037,38

2000

823

€. 4.250,44

TOTALE

3.866

€. 19.966,22

 

Tutt’oggi la popolazione della volpe sembra essere in continuo aumento, anche se non ha raggiunto indici tali da prevedere in un futuro prossimo particolari interventi di abbattimento.

Particolare attenzione dovrà, invece, essere tenuta per le popolazioni dei corvidi, predatori opportunisti di uova e nidiacei di diverse specie di galliformi di interesse venatorio.

Infatti il loro scarso valore venatorio sta determinando un aumento spropositato della loro popolazione, pertanto in futuro la  gestione faunistico-venatoria non potrà prescindere dall’occuparsi di questi animali per limitare il loro impatto sulle uova ed i pulcini dei fagiani.

 

 

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