IMMAGINI varie di San Corrado dai luoghi d'Italia


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         S. Corrado eremita                 Arca argentea di Noto                    La Gloria di S. Corrado   L'Incendio

         pittura XVI sec.                                                                            pala del M° Bruno Grassi        pala del M° B. Grassi

            di Vincenzo da Pavia                                                                                                 Chiesa S. Corrado Piacenza    Chiesa S. Corrado Piacenza

      


 

                 

 

         Santuario del Santo addossato al monte e vicino               La Grotta superiore del Santo                             Finestra abside Santuario

         ad esso sorge il Romitorio o Ritiro edificato nel 1751

 


 

                             

       Tela fine 1800, autore ignoto,                            fotografia del 1930                                              Disegno del Pirrone

       rinvenuta in Germania                                         Urna al SS. Crocifisso, Noto                             Miracolo del 'pane' al Vescovo

 


 

                                                                       

foto: quadro del Transito di San Corrado Confalonieri
 conservato nella Chiesa di Ispica
di Santa Maria Maggiore
La tela si riferisce alla morte del Santo il 19 febbraio 1351 nella Grotta
nella Valle dei Pizzoni di Noto

                                                                            

foto: Siracusa, Chiesa di S. Maria dei Miracoli
tavola di SAN CORRADO di G. M. Trevisani, pittore veneto

                                                    

         


                             Immagine della devozione

  L’incisione qui riprodotta risale al 1846, reca la firma di un certo Antonio Rodogno («Ant. Rodogno inc.») e venne inserita nell’opuscolo di 16 pagine «SAN CORRADO DA PIACENZA. LODI DA RECITARSI NEL MESE DELLA SUA FESTIVITA’. Noto, Stamperia dell’Intendenza, 1846». Il vescovo dell’epoca, Mons. Giuseppe Menditto, concedeva «40 giorni d’indulgenza a chi devotamente recita queste lodi in onore del glorioso S. Corrado».

Questa singolare immaginetta era popolare in ogni casa tra i devoti del Santo agli inizi dell’800. Essa arricchisce la conoscenza iconografica riguardante il Santo piacentino.

In questa incisione S. Corrado è raffigurato in ginocchio dinanzi ad una rustica croce e in atteggiamento di intercessione per la città di Noto, visibile nello sfondo.

San Corrado in ginocchio: in questo atteggiamento egli aveva reso l’anima a Dio il 19 febbraio 1351. In questo stesso atteggiamento è modellata la statua in marmo bianco, situata nella grotta del santuario a S. Corrado di fuori, opera del Prof. Giuseppe Pirrone (1936).:

Davvero momento mistico del nostro Santo eremita, che in Dio aveva compreso e servito il prossimo. Aveva ragione Giovanni Papini nell’affermare che «l’uomo mai è così grande come quando è in ginocchio»!

Sac. Salvatore Guastella  


   Contemplando l’immaginetta spagnola

  SAN CORRADO IN CAMMINO

  dalla sua grotta di Noto a Siracusa

    La fortunosa scoperta, da parte di Umberto Battini, di questo ‘santino’   spagnolo raffigurante San Corrado di Piacenza, conferma il culto zelato dai frati dell’Ordine Francescano, a seguito dell’indulto pontificio Urbano VIII: «…Ad effetto del presente decreto, con autorità apostolica disponiamo che nel giorno della festa di San Corrado Confalonieri tutti e singoli i Frati Minori dovunque residenti possano e debbano liberamente e lecitamente recitare l’ufficio ‘de Communi’ di confessore non pontefice, secondo le rubriche del Breviario romano» (Roma, 12. settembre 1625).

San Corrado in cammino, pellegrino d’amore! Egli, nel romitorio di Calendasco ha maturato il desiderio di solitudine e di preghiera nel rischio dell’avventura umana più nobile, quella della ricerca di Dio; lascia quindi la natìa Piacenza e parte in cammino sino alla terra che gli mostrerà il Signore.

L’ immaginetta spagnola raffigura appunto il Santo mentre è in cammino da Noto verso Siracusa; autentico atleta di Dio dal passo cadenzato, col bordone e in preghiera, mentre gli uccelli gli fanno corona…

L’episodio è così narrato dalla ‘Vita beati Corradi’ (codice del sec. XIV): «Una fiata il beato Corrado, andando in Siracusa per volersi confessare con il vescovo, quando egli fu al palazzo del vescovo, volle andare a parlare col vescovo, e le genti che erano dentro il palazzo videro molti uccelli sopra i muri e sopra dove era il beato Corrado. Tutti erano meravigliati di quegli uccelli, che così soavemente cantavano dolci canti. Ora, quando il beato uomo ebbe ricevuto ciò che volle dal vescovo, prese licenza e si partì e venne al suo luogo dove soleva stare».

Aggiunge la tradizione che a Siracusa fra Corrado aveva preso alloggio nella grancia dei francescani vicino l’attuale chiesa di S. Maria dei Miracoli in via dei Cordari.

Ben inserito com’era nella comunità cristiana locale, il santo eremita sentiva di vivere in comunione con il suo Vescovo.

Siamo certi di trovare nell’esempio di San Corrado piacentino i termini di quell’impegno ecclesiale oggi rinnovato, che in lui apparvero inscindibili.

Don Salvatore Guastella

           


     affresco di San Corrado conservato nella BASILICA SS. COSMA e DAMIANO - Roma

        

 
   
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