di

                        Fiorella Bosi

                        Bruna Delsignore

                        Maria Rosa Francese

 

 

 

 

 

 

               7-14 luglio 2003

  7 luglio.   Partiamo alle sei. Abbiamo organizzato il tour tramite agenzia che ci ha prenotato gli alberghi, il noleggio delle biciclette, il trasporto bagagli e il rientro in bus a Passau. La  dotazione base consiste nella descrizione dell’itinerario tratta dal catalogo, in alcune indicazioni pratiche in italiano, nella mappa delle piste ciclabili lungo il Danubio, nei voucher per gli alberghi in tedesco, e in un libretto informativo in inglese. Noi aggiungiamo scarsa conoscenza dell’inglese, nulla conoscenza del tedesco, un dizionarietto inglese-italiano, un dizionarietto tedesco-italiano e tre discreti fondoschiena. Scegliamo di raggiungere Monaco attraversando la Svizzera; alla frontiera scopriamo che accettano le banconote in euro, ma ci danno il resto in franchi, che ci tocca spendere subito. A Monaco commettiamo un grave errore: ci fidiamo delle indicazioni che ci dirigono verso Passau per una fantomatica autostrada A 94 che in realtà, dopo pochi km, diventa una strada normale molto trafficata e piena di curve; quando raggiungiamo l’agognata A 3 scopriamo che è trasformata in un cantiere. Finalmente, dopo undici ore di viaggio, raggiungiamo Passau, dove l’accoglienza è ottima, l’albergo funzionale; noleggiamo le bici e parcheggiamo l’auto. Facciamo un giretto con le nostre nuove bici (accidenti ai pedali che non girano all’indietro!); il centro della cittadina, alla confluenza di tre fiumi, è delizioso. Cena in camera, con gli avanzi dei panini, e nanna.

 8 luglio.   Scegliamo la pista principale lungo il lato sinistro del Danubio: il primo tratto non è gran che, perché costeggia la strada. La pista però è ben tenuta, ottimamente segnalata e il Danubio è un bel compagno di viaggio. Dopo 15 km, a Jochenstein, passiamo il confine ed entriamo in Austria: attraversiamo il Danubio passando attraverso una chiusa che alimenta una centrale elettrica, portando le bici su e giù per una ripida scala con scivolo, con l’aiuto di un gentile signore. Merita una visita l’abbazia di Engelszell, iniziata nel 1293 e ricostruita a più riprese, fino ad un moderno affresco anni ’30 sulla volta della navata centrale. Riattraversiamo il Danubio su un traghettino per bici,di legno, con un piccolo pontile ed equipaggio gentilissimo. La pista corre fra il verde fino a Schlogen, sulla splendid aansa del Danubio: luce stupenda, insediamenti discreti, albergo con piscina; ci godiamo un tramonto da favola.

  Paesaggio verso Mettensdorf

 9 luglio.     La parte più bella del percorso lungo il Danubio, in mezzo ai boschi, con rive scoscese che non permettono insediamenti. Quiete assoluta, se non fosse per i ciclisti. Sosta ad Aschach per cartoline, caffè, croissant. Seguiamo la pista a destra per andare a Eferding, segnalata per una chiesa gotica del XV sec. che però troviamo chiusa. All’uscita dal paese, incerte sulla via da prendere, commettiamo un secondo errore: ci accodiamo ad un gruppo di tedeschi che sembrano avere le idee chiare ma, dopo una deviazione imprevista, ci portano su un orribile stradone che va nella direzione giusta ma è terribilmente intasato e pericoloso. Dopo alcuni km i tedeschi decidono di tentare una deviazione per strade secondarie; ringraziamo, salutiamo e continuiamo, e poco dopo ritroviamo la pista che, attraverso deliziose strade di campagna parzialmente sterrate, ci riporta al Danubio. Prendiamo un favoloso traghetto a corda per passare sulla riva sinistra a Ottensheim, cittadina graziosa dove siamo colti da un temporale, ma poco male, siamo al riparo. Fidandoci di una schiarita ci avviamo sulla strada per Linz, la più brutta finora percorsa perché costeggia una superstrada. Qui siamo colte da una grandinata che peggiora la situazione. Finalmente raggiungiamo l’albergo di Linz. Serata in città: la piazza è bella, ma abbiamo qualche difficoltà a trovare un posto dove cenare. L’ennesimo temporale scoppia proprio quando abbiamo finalmente trovato un locale che ci piace: anche stavolta siamo al riparo. Tornando in albergo al buio, scopriamo di avere un solo fanalino funzionante in tre, ma poco male: la pista corre lungo il Danubio e la luce è sufficiente

 10 luglio.   Risveglio con nebbia che, nella prima parte del percorso, ha il vantaggio di attenuare le brutture del paesaggio industriale della periferia di Linz. Il fiume qui è più largo, le sponde piatte e il paesaggio un po’ monotono. E’ un diversivo piacevole la deviazione per visitare l’abbazia di St. Florian. L’agenzia ci ha prenotato la visita guidata, ma in tedesco; un colpo di fortuna ci fa incontrare l’unico austriaco parlante italiano di tutto il viaggio, che ci traduce cortesemente l’interminabile spiegazione con molta competenza, dato che, come ci spiega, di mestiere fa la guida turistica in Italia. L’abbazia è interessante, anche se sembra più una reggia che un monastero. Dopo la sosta pranzo ci dirigiamo a Enns, la più antica città austriaca, dove troviamo anche le energie per salire sulla torre civica, arrampicandoci su scalette di legno quasi verticali; ma il panorama merita. Riprendiamo la ciclabile fino al “radfahre” (traghetto per bici) che consiste nel solito barcone di legno, da chiamare, stavolta, sventolando una bandiera bianca. Sull’altra sponda c’è Mauthausen, coloratissimo paese che fa di tutto per dimenticare i suoi trascorsi; infatti, solo l’ufficio informazioni ricorda che a 4 km esiste un museo dove una volta c’era un campo di concentramento, che purtroppo non riusciamo a visitare perché i tempi stretti del tour non ce lo permettono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mauthsausen dal traghetto

 

 

 In ammirazione ed un po' di fresco

 

 

 

 

 11 luglio.    Notte agitata a causa dell’intenso traffico e risveglio anticipato perché ci aspetta una tappa di 75 km. La affrontiamo con molta energia ma la pista si rivela gradevolissima, in parte lungo il Danubio di nuovo boscoso, in parte tra campi e frutteti. Prima di Mettensdorf incontriamo un interessante museo contadino, di cui vediamo solo l’inizio perché abbiamo paura di arrivare in ritardo alla meta prevista. Ritrovato il Danubio, lo riattraversiamo prima di Grein e pedaliamo a lungo tra gli alberi, fermandoci solo per il pranzo. Riattraversiamo di nuovo a Persenbeug e arriviamo con un’ora e mezza di anticipo a Marbach, dove è previsto un trasporto con pulmino e carrello portabici fino all’albergo di Maria Taferl, in cima a una collina di circa 400 metri. Un gentile signore telefona per noi all’albergo e raggiungiamo così il posto più bello fra quelli che abbiamo visto finora, con ampia vista sul Danubio e sulla valle. Albergo con piscina, di cui approfittiamo, relax e parca cena a base di wurstel nell’unica gasthof che accetta di servirci, mentre i ristoranti di lusso sono gremiti. La luna che si specchia nel Danubio  è un adeguato compenso.

 12 luglio.    Una bella discesa di alcuni km ci riporta al Danubio. Passiamo sulla riva destra per visitare Melk e il suo monastero benedettino. Di qui il nostro viaggio prosegue sul battello fino a Spitz; un altro temporale ci trova al riparo. Riprendiamo a pedalare tra vigneti e paesini, con moltissimi alberi carichi di albicocche: ne compriamo, poi una provvidenziale incertezza sulla via da seguire ci porta in un albicoccheto incustodito, dei cui frutti, che cadono a ogni folata di vento, ci serviamo abbondantemente. L’ultimo tratto del percorso è solitario e un po’ noioso. Arriviamo verso le 19, un po’ stanche, a Traismauer, dove ci consoliamo con un lauto “menu per ciclisti” in un’accogliente gasthof.

    La banda a Melk

 13 luglio.     Partite con tempo incerto, costeggiamo il Danubio con pausa caffè a Tulln nel pieno di una festa paesana (torte, polli arrosto, banda e birra). Prendiamo un po’ di pioggia lungo il percorso. Ci fermiamo a Klostenburg, dove un’enorme abbazia ci conferma la megalomania dell’impero asburgico. Foto di rito sotto al cartello WIEN con l’autoscatto che è, come sempre, una sana occasione per ridere. Entrate a Vienna, costeggiamo una specie di parco dove famiglie delle etnie più diverse si raccolgono la domenica per una enorme grigliata e finalmente arriviamo all’hotel dove restituiamo le nostre bici a noleggio (sigh). Ci concediamo una passeggiata nel centro di Vienna, completata da cena e Sacher Torte; domattina, naturalmente con tempo splendido come si conviene ad ogni fine vacanze, il pullman ci riporterà a Passau dove ritroveremo l’auto per cominciare il lungo viaggio di ritorno.

  pagina realizzata da Gian Piero Vicario