sabato 26 maggio 2012

Una proposta della M.O. presentata ad Urbino

2 commenti:

  1. iao Raffaele,
    sul convegno in generale devo dire che le due giornate
    hanno generato un quadro complessivo di cui essere soddisfatti. Uno
    degli obiettivi che mi sono dato fin dal primo convegno era che i
    partecipanti apprezzassero i contenuti proposti piuttosto che la fama
    di chi li presentava e dopo queste due giornate vedo che l'obiettivo
    comincia ad essere consolidato.
    Essere riusciti a fare un convegno sul
    Qui ed Ora lo considero un punto di partenza, un potenziale da
    esplorare con rinnovata sicurezza e consapevolezza. Quando non c'è
    sensazione e percezione del qui ed ora tutto diventa astrazione, ci si
    allontana dalla realtà, ci si protegge per paura della realtà stessa e
    si perde il contatto con le proprie potenzialità.
    Per aiutare il
    singolo e il gruppo a stare nel qui ed ora è fondamentale il contatto
    rassicurante, l'esposizione, la chiarezza, la trasparenza, l'essere ciò
    che si è e non manipolare la situazione (molti manipolano e non
    contestualizzano). Questo è ciò che, a parere mio, sei riuscito a
    creare. Di questo ti ringrazio. Le finestre che speravi di poter aprire
    per quello che mi riguarda si sono spalancate. Io ero già affacciato a
    quella finestra, ora da quella finestra vorrei comunicare con gli altri
    che più o meno titubanti hanno la curiosità di conoscere, condividere
    ed integrarsi.
    Un abbraccio

    Fabio Lepri

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  2. Caro Fabio, le considerazioni che mi hai espresso mi danno grande
    soddisfazione,
    ma soprattutto mi confortano circa " questo" diverso punto di vista che sto
    cercando di socializzare.
    Sono consapevole, soprattutto su alcuni punti chiave, che la botta
    è forte e si sente. Mi rendo conto che tutti coloro che sono stati abituati a
    leggere il
    calcio in modo tradizionale e convergente possano sentirsi immediatamente
    disorientati,
    questo lo so e mi motiva sempre più, anche se poi alla fine devo riconoscere
    che anche quelli
    che sarebbero potuti apparire i più scettici, invece sono proprio loro poi ad
    essere
    i più soddisfatti, forse solo per il semplice fatto, chissà, di essere stati
    testimoni della presentazione
    di un approccio nuovo e differente.
    Il mio auspicio che intorno a queste tematiche, e dopo questa bellissima
    esperienza urbinate,
    si possa creare un organizzato gruppo di lavoro che attraverso la continua
    ricerca e la sistematica sperimentazione ne perfezioni sempre più
    l'applicazione sul campo.
    A questo proposito colgo l'occasione per chiarire ancora meglio, soprattutto
    sulla scorta del
    lavoro, ed il tipo di comunicazione da me effettuati campo, la mia posizione
    circa il metodo analitico:
    se per analitico s'intende quella procedura tendente a " spezzettare" il tipo
    di contenuto da apprendere ecc.ecc.,
    non la condivido perchè la ritengo inadeguata alla logica dinamica e
    sistemica del calcio;
    se invece, come penso di aver dimostrato sul campo, è cura del dettaglio ( che
    per me nel calcio
    è essenzialmente una questione di tempo e spazio), allora l'analitico è parte
    integrante della M.O.
    D'altronde, nella seduta operativa, è riservata una fase dedicata alle
    categorie di spazio e tempo
    del ruolo, dove in maniera specifica e contestualizzata si persegue
    l'obiettivo del miglioramento e del
    consolidamento degli " strumenti" con i quali si realizzano le decisioni e si
    dovrebbe "governare" con
    intelligenza il " qui ed ora".
    Nel ringraziarti dell'opportunità che mi hai riservato invitandomi al
    convegno, dove peraltro anche la contemporanea presenza del prof.Accame mi ha
    dato la possibilità di essere anche da lui apprezzato, ne approfitto per
    salutarti
    affettuosamente e per autocandidarmi al prossimo seminario, ciao Raffaele

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