Derivano dalla proliferazione dei melanociti. Tutti durante la vita sviluppano sulla cute lesioni
pigmentate ed è importante quindi la diagnosi differenziale.
La storia naturale non è ancora completamente nota. Dopo una fase di crescita nelle prime 3
decadi segue una fase stabile e poi una di regressione.
Ne esistono nove tipi clinici:
- lentiggine
- nevo melanocitico acquisito piano
- nevo di Miescher
- nevo di Unna
- nevo melanocitico congenito
- nevo di Spitz e di Reed
- macchia mongolica
- nevo di Ota e di Ito
- nevo blu.
In essi possono avvenire fenomeni infiammatori aspecifici che modificano la loro morfologia
in maniera provvisoria o definitiva. Frequenti sono le follicoliti all'interno di un nevo melanocitico.
Una cisti follicolare in un nevo può modificarne la forma; se poi la cisti si rompe, compaiono
eritema ed edema (frequente soprattutto nei nevi peduncolati).
Essendo molto comuni è facile osservarli con altre patologie cutanee (carcinomi in contiguità con
un nevo, verruca nel contesto di un nevo...).
Si possono avere tali modificazioni da identificare 5 varianti dei nevi citati:
- nevo di Sutton (con alone ipocromico)
- nevo di Meyerson (con alone dermatitico)
- nevo melanocitico combinato
- nevo melanocitico persistente
- nevo melanocitico in regressione.

Lentiggine

Piccola macula pigmentata piana, acquisita o congenita, costituita da un aumentato numero di
melanociti nello strato basale dell'epidermide. Può essere isolata o meno (lentigginosi).
Clinica: possono comparire ovunque, sedi fotoesposte o meno. Possono esserci già alla nascita e
aumentare crescendo. Sono di solito isolate, in numero variabile, 1-3 mm, brune chiare o scure,
rotondeggianti. Possono essere la fase iniziale di un nevo melanocitico acquisito piano.
Regrediscono con l'età.
Si può avere poi quadri di lentigginosi, sindromi complesse a trasmissione autosomica dominante,
caratterizzate da lentiggini diffuse, anomalie multiple e anche neoplasie.
Diagnosi differenziale: distinguere dalle efelidi, che sono più chiare e più disseminate, e variano a
seconda dell'esposizione solare (presenti soprattutto nei biondi e con carnagione chiara).
Dalle lentiggini solari, che hanno di solito maggiori dimensioni, più chiare e in sedi fotoesposte.
Una singola lentiggine inoltre si deve differenziare da un nevo melanocitico acquisito piano (più
grande in genere, impossibile comunque da distinguere), dal nevo di Reed e da un melanomo de
novo (però in genere è da subito asimmetrico).
Terapia: nessuna, lesioni assolutamente benigne. Nel dubbio, fare biopsia escissionale.

Nevo melanocitico acquisito piano

È la lesione pigmentata più comune nei caucasici. Piano o leggermente rilevato al centro, < 6 mm o, se maggiore può essere anche asimmetrico, con bordi irregolari (nevo melanocitico acquisito piano
atipico).
Clinica: compare nell'adolescenza o dopo; in genere i caucasici ne hanno 15-30. Bruno, spesso
leggermente più scuro al centro, rotondeggiante, simmetrico, bordi mal definiti, liscio.
Con l'età regredisce. Può presentarsi in combinazione clinica e istologica con altri nevi melanocitici acquisiti (nevo melanocitico combinato).
Essendo così frequente è possibile la sua associazione con il melanoma.
Diagnosi differenziale: se piccolo, difficile distinguerlo da lentiggine o nevo di Reed in fase iniziale.
Se non è simmetrico, impossibile o quasi distinguerlo da un melanoma.
Terapia: benigno. Si toglie solo per fini estetici.

Nevo di Miescher

Lesione cutanea acquisita, cupoliforme, di colore dal bruno chiaro a quello della cute normale,
spesso isolata, quasi sempre sul viso.
Clinica: compare nella pubertà o dopo, più spesso nelle donne; diametro da pochi mm a 1 cm;
rotondo o ovale; liscio, isolato o in poche unità.
Essendo il viso ricco di annessi pilo-sebacei, è possibile avere nel suo contesto una follicolite.
Diagnosi differenziale: quasi indistinguibile da un nevo melanocitico congenito piccolo (più grande
e con peli più grossi delle aree adiacenti); papula fibrosa (più dura); carcinoma basocellulare.
Terapia: si elimina solo per fini estetici.

Nevo di Unna

Lesione acquisita peduncolata o sessile, spesso papillomatosa, molle, colore dal bruno a quello
della cute, presente in poche unità sul tronco e sul collo.
Clinica: in genere > 30 aa, più frequente nelle donne, diametro sino a 1 cm, , con forma polipoide
esofitica, per cui può facilmente essere oggetto di traumatismi o torsioni.
Diagnosi differenziale: fibromi molli (età più tarda, diametro 2 mm); nevo melanocitico congenito
piccolo peduncolato.
Terapia: come i precedenti.

Nevo melanocitico congenito

Lesione pigmentata molto polimorfa, bruno, presente dalla nascita.
Clinica: eziologia sconosciuta, ma sicuramente fattori genetici multipli. A seconda del loro diametro vengono distinti in piccoli (<> 20 cm). Bruni, ma possono avere sfumature blu-nero. Con l'età si atrofizza.
Quelli piccoli sono i più comuni, rotondi, maculosi o papulosi, sessili o peduncolati, lisci o papillati,
spesso con grossi peli terminali.
Quelli alla testa e al collo possono associarsi a melanocitosi leptomeningea e a disturbi neurologici;
quelli della regione lombo-sacrale, a spina bifida e meningomielocele.
Facile il suo coinvolgimento in un nevo melanocitico combinato. Qui più spesso che nei precedenti, ci può essere associazione con melanoma.
Diagnosi differenziale: nevo di Becker, chiazza caffè-latte, nevo epidermico (senza peli).
Terapia: asportazione preventiva per il rischio di melanoma.

Nevo di Spitz e nevo di Reed

Lesioni melanocitarie quasi sempre acquisite, a rapida crescita, con istologicamente proliferazione
di melanociti di forma epitelioidea e fusata. Per alcuni sono diversi, per altri rientrano come
estremi nello stesso quadro.
Clinica: il nevo di Spitz è tipico dell'infanzia, è rosso-rosa e soprattutto al volto.
Il nevo di Reed è più frequente nelle donne, insorgenza 20-30 aa, bruno scuro o nero e soprattutto agli arti inferiori.
Sono frequenti le forme di passaggio tra i due. Entrambi diametro < 1 cm, rotondeggianti, a volte
nodulari, con superficie liscia, verrucosa e cheratosica.
Possibili le varianti combinate. Non pare ci sia associazione con melanoma. Sono state descritte
“metastasi benigne”, rare localizzazioni secondarie linfonodali benigne.
Regrediscono spontaneamente con gli anni.
Diagnosi differenziale: nevo di Spitz: piccolo emangioma (minore consistenza), granuloma
piogenico (comparsa in pochi giorni), mastocitoma solitario (congenito, giallastro).
Terapia: benigni. Si possono togliere in caso di dubbi diagnostici.

Macchia mongolica

Lesione pigmentata grigio-bluastra, congenita o entro il primo anno di età, in più del 90% degli
asiatici e dei nativi d'America, nell'1-2% dei bianchi. Soprattutto alla regione lombo-sacrale.
Clinica: chiamata anche melanocitosi dermica, varia da meno di 1 cm a più cm, rotonda o angolata, unica, o multipla, bluastra o bruno-verde. Può essere anche a fianchi, natiche, dorso, addome, spalle. Eccezionale al volto. Regredisce entro i 7-10 anni.
Diagnosi differenziale: se presente in sedi inusuali, va distinta dal nevo di Ota e dal nevo di Ito(che compare nell'infanzia). Un'ecchimosi può simularla.
Terapia: se persiste, si usano cosmetici coprenti.

Nevo di Ota e nevo di Ito

Il primo è una lesione pigmentata, solitamente unilaterale, alla cute e alle mucose nel territorio
innervato dalla prima e dalla seconda branca del trigemino, con melanociti dendritici dispersi nel
derma reticolare. Il secondo è simile, ma interessa la regione acromio-deltoidea.
Clinica: entrambi hanno colore bluastro con sfumature grigio-bruno-nere, distribuzione omogenea e punteggiata del pigmento, da pochi mm a diversi cm, di forma variabile e con cute normale.
Il nevo di Ota è spesso congenito ma può comparire anche dopo, sino alla pubertà; è più frequente negli asiatici o negli africani. Di solito interessa fronte, tempie, guanche, orecchie, palpebre e sclere omolaterali. Possono essere colpite anche timpano, mandibola, labbra, mucosa nasale o faringea. Può interessare anche gli occhi ma la funzione oculare permane.
Il nevo di Ito compare lungo il decorso del nervo sopraclavicolare laterale e del nervo branchiale
laterale, interessando quindi la regione acromio-deltoidea.
Diagnosi differenziale: facile, si può confondere solo con macchie mongoliche aberranti (insorte al
volto), le quali sono presenti sin dalla nascita e scompaiono nel tempo.
Terapia: cosmetici coprenti.

Nevo blu

Lesione pigmentata blu, prevalentemente acroposta, caratterizzata da melanociti dendritici, fusati o ovali, nel derma.
Clinica: la metà circa si trova sul dorso delle mani e dei piedi; altre sedi sono glutei, volto, superficie estensoria degli arti. Eccezionali a bocca, vagina, sclera, prostata, linfonodi.
Diametro spesso < 1 cm. La porzione visibile è papulosa, in placca o nodulo, rotondeggiante con
superficie liscia o poco desquamante. Sono possibili forme raggruppate; rarissime le forme
multiple, associate con lentiggini, mixoma cardiaco e mixomi muco-cutanei (sindromi complesse
tipo LAMB).
Con gli anni regredisce. Il nevo blu maligno è un melanoma insorto nel contesto di un nevo blu.
Diagnosi differenziale: nevo di Reed (rapida comparsa su arti inferiori di giovani donne), melanoma papuloso.
Terapia: nessuna. Se cambia forma, fare accertamenti istologici.