La nostra presenza

 

La Casa di Fontanelle

 

Il 23 aprile 1989 veniva inaugurata la Casa di Fontanelle, ristrutturata dalla Sezione di Treviso per essere utilizzata dalla “Piccola Comunità” di Conegliano, fondata e animata dal Don Gigi Vian, per il recupero dei tossicodipendenti.

L'idea era partita dal lontano 1983. E furono necessari ben sei anni di lavoro degli Alpini dei vari Gruppi della Sezione, che si alternavano in turni prestabiliti, per tradurla in realtà.

Il nostro Gruppo non mancò di dare il suo contributo. Ecco che cosa narrano Franco Fornasier e Pierluigi Masetto - due nostri Alpini che parteciparono a vari turni - in questa intervista raccolta il 18 marzo 1 997.

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Una veduta delle Casa di Fontanelle dopo l'esecuzione dei lavori

Da quando, per quanto tempo, con quale frequenza e con quanti Alpini il nostro Gruppo ha partecipato ai lavori?

Dal 1985 all’88; ma i lavori erano iniziati alcuni mesi prima da parte di altri Gruppi. Noi, come del resto gli altri, intervenivamo, in media per due giornate ogni tre mesi, il Sabato e la Domenica, insieme agli Alpini dei Gruppi di Spresiano e Visnadello. Di Arcade eravamo una decina, forse più: noi due, Ivo Boscarato, Adriano Calesso, Sergio Zussa, Mario Roncolato, Giorgio Marian, Florindo Cecconato, Franco Pagotto, Adriano Sordi... e altri che non ricordo.

Com’era prima la casa e come è stata ristrutturata?

Era una casa colonica di tre piani con stalla, fienile e porticato, Nel cortile, di fronte all’ingresso, c’era un vecchio forno da pane che è stato restaurato. Tutti i locali sono stati adattati alle esigenze della “Piccola Comunità”: aule scolastiche, laboratori, sale per gli incontri e le assemblee; e poi la cucina, i bagni...

C’era un direttore o un coordinatore dei lavori, un responsabile delle attrezzature e dei materiali? E, a proposito di questi, chi li forniva?

Direttore dei lavori era Casagrande, credo sia geometra. Lì, poi, trovavamo un Alpino anziano, un pensionato, che ci indicava come continuare il lavoro lasciato dal turno precedente. L'attrezzatura l’abbiamo trovata tutta sul posto, tranne le “cassiòe”; che sono come la moglie: si portano da casa. Il materiale era fornito dalla Sezione: una parte era offerto e l’altra acquistato a prezzo conveniente.

Come erano i rapporti fra voi e con quelli degli altri Gruppi?

Quando si fa volontariato si respira un clima di famigliarità, molto tranquillo. È bello lavorare per chi ha più bisogno.

Durante i lavori avete avuto visite di personalità importanti, di autorità?

Durante il lavoro no, a eccezione del Presidente della Sezione che era presente molto spesso, Don Gigi, e una o due volte il Sindaco. All’inaugurazione sono intervenute diverse autorità, per esempio l’Onorevole Bernini, che allora era Presidente della Regione, Monsignor Ravignani, Vescovo di Vittorio Veneto, il nostro Presidente Caprioli... E c’eravamo anche noi.