Didattica 2

 

Tipologia delle forme vascolari di epoca romana

Tipologia delle sepolture ad incinerazione

Tipologia delle sepolture ad inumazione

Le parti della lucerna

Tipologia delle anfore di epoca romana

 
 
 
 
 

Tipologia delle forme vascolari di epoca romana

 

TIPOLOGIA DELLE FORME VASCOLARI

[fonte: SETTEFINESTRE 1985]

Numerazione per file da sinistra a destra

1- Bacino

2-Bicchierte

3-Bottiglia

4-Brocca

5-Coppa

6-Coperchio

7-Incensario

8-Mortaio

9-Olla

10-Pentola

11-Piatto

12-Tegame

13-Terrina

14-Unguentario

 

Tipologia delle sepolture ad incinerazione

 

 

L'importanza che viene attribuita da parte dell'archeologo al ritrovamento di una deposizione intatta, cioè completa di ogni oggetto di corredo, sfatando ogni componente aberrante troppo spesso avvalorata dai media, consiste nel semplice fatto che gli oggetti deposti a corredo della sepoltura sono coevi. Pertanto la corretta documentazione di numerosi insiemi di oggetti coevi, cioè aventi la stessa età, permette da una parte di affinare le conoscenze cronologiche sulle tipologie di oggetti già noti nel contesto territoriale, dall'altra di trarre varie conclusioni sulla provenienza, diffusione e commercio di manufatti nell'Antichità. Il ritrovamento casuale, durante lavori di cantiere, di materiali antichi comporta quindi per legge il dovere di sospendere ogni attività in attesa dell'archeologo, avvisando immediatamente dei ritrovamenti la Soprintendenza Archeologica competente o il locale comando dei Carabinieri.

 

 

Incinerazione diretta.

 

Incinerazione indiretta in nuda terra.

Incinerazione indiretta in anfora segata.

Incinerazione indiretta in cassetta di laterizi.

Incinerazione indiretta in cista calcarea.

Incinerazione indiretta in urna vitrea.

Incinerazione indiretta in urna.

Incinerazione indiretta alla cappuccina.

 

[fonte: PASSI PITCHER 1990, con integrazioni]

 

 




Tipologia delle sepolture ad inumazione

Alla cappuccina.

 

In nuda terra.

 

In cassa con copertura in pietra di riutilizzo.

 

In cassa di laterizi.

 

In cassa di pietra o di piombo.

In cassa di frammenti di pietre e laterizi.

 

 

In cassa di forma antropomorfa e copertura alla cappuccina

In nuda terra con ciottoli di delimitazione.

 

In anfora (sepolture infantili).

 

In anfora (sepolture adulti) ad es. ad Arles.

Arles, sepolture in anfora. In questo caso sono state utilizzate parti di due grandi anfore per la realizzazione di una cassa. La sepoltura in anfora, attestata soprattutto per deposizioni infantili,costituisce uno dei più frequenti riutilizzi delle anfore in epoca romana. A Vercelli sono documentate soprattutto anfore, preventivamente segate, utilizzate come urne cinerarie.

In sarcofago di granito o di marmo in recinto o monumento funerario (es. Aquileia).

Aquileia, il sepolcro degli Statii. Il recinto funerario di famiglia è una struttura che compare precocemente nell'uso romano. In esso possono coesistere riti ad incinerazione (più antichi) e riti ad inumazione. La necropoli di S. Bartolomeo a Vercelli ha restituito tracce di recinti funerari, di cui si conservano solo le fondazioni. Uno di essi è conservato (con più o meno cura) in vista nel giardino condominiale di un palazzo costruito nella zona.

 

[fonte: PASSI PITCHER 1990, con integrzioni]


Le parti della lucerna

LUCERNA

1-base

2-corpo

3-spalla

4-borchie

5-disco

6-foro di alimentazione

7-sfiatatoio

8-becco

9-canale

10-foro di bruciatura

11-volute

12-ansa

[fonte: MACCARIO 1980]


Tipologia Dressel delle anfore di epoca romana

 

LA TIPOLOGIA DELLE ANFORE DI E. DRESSEL

Non molti sanno che Enrico Dressel, lo studioso tedesco cui si deve la prima e tuttora fondamentale tipologia delle anfore romane, fu un allievo del nostro padre Bruzza che proprio allo studio delle anfore e dei loro marchi iniziò il giovane durante il suo lungo soggiorno romano avendo lo stesso Bruzza studiato e compreso l'importanza della collina romana del Testaccio, come noto creata dalla scarico di anfore prevalentemente olearie di provenienza ispanica. Da alcuni anni il colle viene attentamente studiato da un gruppo di studiosi spagnoli, fra i pochi ad avere ben presente lo stretto legame che intercorre fra Bruzza Dressel e il Testaccio. È infatti conservata a Roma una copiosa raccolta che Bruzza fece di bolli anforacei, soprattutto del Testaccio, poi utilizzata dal Dressel. Ma certamente si deve al nostro Bruzza la fondamentale intuizione che esistesse una stretta relazione fra la forma e dimensioni delle anfore e la loro cronologia e contenuto. Da tale assunto partì la ricerca del Dressel per la creazione di una tipologia che permettesse di datare le anfore e di individuarne la provenienza. Assunto tuttora vincente nel quadro delle moderne ricerche sull'anfora romana (SOMMO 1993, pp. 318-341).

 

[fonte: CARETTA ET AL. 1979]

 

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