NEL 65° DELLA LIBERAZIONE DI MONGHIDORO

-2 OTTOBRE 1944 – 2 OTTOBRE 2009-

Ai Caduti, e ai Veterani, della 5^ Armata Americana

armata americana

dell’8^ Armata Inglese,

ai Caduti Germanici

…coltivare la memoria e non l’odio…

Monghidoro fu liberata il 2 Ottobre 1944 dalla 91st Infantry Division.

division

“Powder River”

COMPOSITION OF THE 91ST INFANTRY DIVISION

IN WORLD WAR II

Commanders: Maggior Generale William G. Livesay - 14 luglio 1943

Headquarters Company

91st Reconnaissance Troop

91st Signal Company

91st Quartermaster Company

79st Ordnance (LM) Company

91st Military Police Platoon

DIVISION ARTILLERY - Brig. Gen. Ralph Hospital

916th F. A. Bn - Lt. Col. James E. Shaw, Jr.

346th F.A. Bn - Lt. Col. Calvin E. Berry

347th F.A. Bn - Lt. Col. Woodrow L. Lynn

348th F.A. Bn - Lt. Col. Robert B. Collier

361st INFANTRY REGIMENT – Colonel Rudolph W. Broedlow

362nd INFANTRY REGIMENT -- Colonel John W. Cotton

363rd INFANTRY REGIMENT - Colonel W. Fulton Magill, Jr.

316th MEDICAL BATTALION – Lt. Col. Paul W. Brecher

316th ENGINEER BATTALION – Lt. Col. Willialm B. Holley

TANK BATTALION

TANK DESTROYER BATTALION

15000 UOMINI

stella

Monghidoro

A 841metri s.l.m, sullo spartiacque che divide la valle del Savena da quella dell'Idice, sorge il nucleo urbano di Monghidoro e si snoda, tra il verde panoramico dell'Appennino tosco-emiliano, la storica Strada Statale 65 della Futa che congiunge la Bologna medievale alla Firenze rinascimentale. Il territorio del Comune di Monghidoro si estende per circa 4820 ettari; le quote altimetriche variano da un minimo di 400 metri s.l.m. a nord-est, ad un massimo di 1290 metri s.l.m. a sud, corrispondenti alla cima dell'Alpe. Monghidoro degli anni ’40 era terra di civiltà contadina appena sfiorata da presagi d’industrializzazione. Dall’VIII censimento generale della popolazione del 21 aprile 1936, i residenti sono 5.167 di cui 1.436 dei centri e 3.731 delle case sparse.

Arrivano gli americani

Della guerra non se ne poteva più, quando i monghidoresi, non solo, ma tutti i montanari e gli sfollati dell’appennino, uscirono dai rifugi, dalle cantine, dai posti dove si erano nascosti per ripararsi dal fronte, stanchi, sporchi, affamati, pieni di pidocchi, stentarono a credere ai propri occhi, videro file di uomini con elmetti rotondi, uscire dalle macchie, lungo i fossi, dai campi di granoturco, apparvero file sterminate di jeep, camion, carri armati, autoblindo. Dopo i mostruosi carri da guerra con la stella bianca, comparvero altrettanto mostruose macchine da lavoro, ruspe, scavatori, gru, erano i buldozer Caterpillar. A Monghidoro dove l’unica forza motrice era il bestiame da lavoro, e la fatica dell’uomo. Erano finalmente arrivati gli americani, e con loro, l’abbondanza, cioccolate, sigarette, scatolame con ogni ben di dio, venivano offerti col sorriso sulle labbra dai soldati americani, e provvidero con le proprie cucine da campo a sfamare le file silenziose e disciplinate di montanari, per lo più vecchi, donne e bambini. La popolazione di Monghidoro fu immediatamente conquistata da questi soldati che rimasero in mezzo a loro per oltre sei mesi. Stupì il rapporto gerarchico che esisteva in questo esercito, gli Ufficiali con una stella sul giubbotto, un filetto sull’elmetto, non si distinguevano dalla truppa, che certo non li salutava sull’attenti. Ancora ai giorni nostri a Monghidoro, quando c’è un evento di una certa grandezza si dice: “ Sono arrivati gli americani”.

stella

Dal libro "91st Infantry Division in World War 2°"

scritto dal Maggiore Robert A . Robbins

attacco

L’attacco:

mese di Ottobre 1944

All’inizio di Ottobre, dopo aver superato la “Linea Gotica” la 91esima Divisione si stava dirigendo verso Bologna. Monte Oggioli era stato conquistato e il Passo della Raticosa liberato. Il 30 Settembre, finiti i combattimenti, la Divisione aveva due reggimenti in linea : il 363esimo Fanteria a sinistra e il 362esimo Fanteria a destra. Il contatto avvenne sulla linea principale di resistenza prima di Monghidoro, una forte linea di difesa nemica organizzata in fretta dopo la caduta del Passo della Futa. Prevedendo la forte resistenza su questo fronte, il Generale Livesay, il 30 Settembre ordinò al 1° Battaglione del 362esimo di attaccare lungo la strada 65, catturare Monghidoro e raggiungere il terreno dominante al lato nord del paese da dove si poteva difendere bene la posizione contro possibili contrattacchi. Al 3° Battaglione, che era stato in riserva, fu ordinato di attaccare con la Compagnia E al centro del reggimento e dopo aver assistito l’avanzata del 1° Battaglione, continuare verso nord, eventualmente confluendo nel 1° Battaglione:

cartina lib

col col2 col3
Colonel W. Fulton Magill, CO, 363rd Infantry. Colonel John W. Cotton, CO, 362nd Infantry. Colonel Rudolph W. Broedlow, CO, 361st Infantry.

La cattura di Monghidoro

Alle 6.00 del 1° Ottobre i cinque battaglioni attaccarono dopo un fuoco di artiglieria di 3523 tiri. La resistenza nemica intensa, con un fuoco pesante di tutti i calibri diretto sugli attaccanti. Con l’aiuto della Divisione di artiglieria che sparò 10.587 tiri durante tutta la giornata, furono fatti limitati avanzamenti, Nel settore del 362esimo Fanteria la Compagnia F si assicurò la Collina 585 e la Compagnia G la Collina 620. La Compagnia E, al centro del Reggimento, incontrò e respinse un severo contrattacco. Quando il nemico attaccò la posizione della Compagnia E, il Sergente Maggiore Jack Green, comandante d’azione di una squadra di mitraglieri, si spostò con la sua mitragliatrice in una posizione avanzata ed esposta e aprì il fuoco. Il suo fuoco accurato uccise 7 nemici e disperse i rimanenti. Quando l’altra arma della sua sezione si inceppò, passò la sua arma al suo assistente, si fece strada verso l’altra, e la mise di nuovo in condizione da poter essere usata.

Poi vedendo molti più tedeschi avvicinarsi da un’altra direzione aprì il fuoco e ne uccise 5. Altri 2 nemici si stavano avvicinando a lui con bombe a mano, incapace di poter far fuoco su di loro, egli ruzzolò indietro, raccolse un fucile, e sparò su entrambi. Più tardi, quando una vicina squadra perse il suo comandante, Green riunì i membri della sua squadra e li mise in posizione per poterli aiutare a respingere l’attacco. Nel frattempo fu colpito al braccio da una pallottola ma si rifiutò di andare nelle retrovie e continuò a comandare i suoi uomini. Poco più tardi, nel combattimento, un plotone di una vicina compagnia, si disperse, e parecchi dei suoi membri vagavano rischiando il fuoco diretto del nemico. A dispetto della sua ferita, il Sergente Maggiore Green prese il controllo di questi uomini e gli assegnò di tenere duramente la posizione. Con queste azioni così sicure e precise, dimostrando la sua capacità di comandare, egli fu decisivo nello svolgimento dell’attacco contro i nemici e nel consolidare la posizione della sua compagnia.

A seguito dell’azione eroica del Sergente Maggiore Green, le Compagnie I e K combatterono insieme alla Compagnia E e raggiunsero posizioni circa 600 yarde a nord. Intorno alle 15.00 la Compagnia B conquistò la Collina 852, a est della strada 65, quel terreno in rilievo, dominante a sud di Monghidoro. L’artiglieria fu particolarmente di aiuto nel feroce combattimento per l’obbiettivo della Compagnia B. A supporto dell’assalto alla Collina 852, il 346esimo Battaglione di Artiglieria da Campo sparò più di 500 colpi. Non appena la Collina fu occupata un forte contrattacco nemico fu sferrato per recuperarla. Il 346esimo Battaglione di Artiglieria da Campo con fuoco di rinforzo del 916esimo Battaglione di Artiglieria da Campo, sperarono più di 1500 colpi verso il nemico causando prima il suo indebolimento poi la disfatta. La collina 852, con la sua eccellente conformazione del terreno, fu una delle più strategiche posizioni incontrate dal 362esimo Fanteria in tutta la sua Campagna Italiana.

aerea

Foto aerea di Monghidoro. 17 Gennaio 1945, fotoTacey.

La speranza dei tedeschi di tenere la collina 852 fu evidenziata dal fatto che, dopo che una delle due compagnie difensive perse il suo comandante, altri tre si avvicendarono al comando della compagnia. Le Compagnie E ed I aiutarono il 1° Battaglione a mantenere libera la posizione difensiva verso Est durante il combattimento per la conquista della cima della collina. Incontrando la stessa forte opposizione, anche il fronte del 363esimo Fanteria avanzava lentamente, la mattina del 1° Ottobre. La Compagnia A, attaccando sul fianco sinistro del reggimento, raggiunse posizione proprio a nord di Valgattara dove vi fu un severo contrattacco. Integrando le sue armi piccole e il fuoco dei mortai da 60 mm con l’artiglieria e con i cannoni della compagnia, il nemico fu respinto con successo. La Compagnia F attaccando dal lato destro del 363esimo fu protagonista dell’azione più severa del giorno. Il soldato semplice Howard E. Weaver, un rimpiazzo con soli 4 giorni di esperienza di combattimento, era il primo scout del secondo plotone della Compagnia F.

Alle 13,00, il 363esimo Fanteria aveva conquistato la linea di resistenza principale del nemico nel suo settore e per la notte il fronte fu assestato lungo il 17.3esimo parallelo a Nord. Durante la notte, le pattuglie di avanguardia che dovevano determinare come e dove potevano essere superati i punti di resistenza del nemico, incontrarono sacche di resistenza ovunque; però i fuochi d’artiglieria furono leggeri e la notte fu relativamente tranquilla. Alle 6.00 del 2 Ottobre, tutte le unità della Divisione lanciarono l’attacco che raggiunse il successo meritato dopo i duri combattimenti del giorno precedente. Monghidoro cadde. Perfettamente coordinati, tutti i Battaglioni contribuirono alla vittoria. Al fianco destro, il 2° Battaglione del 362esimo Fanteria prese la Collina778 e la strategica Collina 890, 500 yarde a Nord Est del paese, dopo che un plotone della Compagnia I aveva catturato due carri armati e due cannoni autoportanti.

Alle 11.45 il primo Battaglione che stava avanzando sulla strada 65, fu rinforzato da un plotone di tanks. Alle 13.15 un altro plotone di carri armati seguì il primo in paese. Intorno alle 14.15 la Compagnia A stava perlustrando la Valle, ed alcuni elementi della Compagnia C raggiunsero Monghidoro. Il paese fu controllato casa per casa per stanare il nemico. Proprio a Nord del paese il I Plotone della 91esima truppa di ricognizione, trovò che una mitragliatrice teneva ferma l’avanzata dei soldati della Compagnia C. Parecchi colpi da un autoblino fermarono la mitragliatrice e due fucilieri nemici furono catturati. Nello stesso tempo fu osservato un movimento in una lunga casa vicina, fu presa di mira ma non ci fu nessun risultato, pochi colpi successivi però, portarono fuori dalla casa 29 tedeschi che si arresero. Alle 18.45 la Compagnia C rinforzata da due Plotoni di carri armati fu completamente in possesso del paese e aveva fatto 103 prigionieri di guerra. L’artiglieria preparò i colpi dio difesa per proteggere il risultato raggiunto e la Compagnia Cannon si assestò proprio a Sud del paese.

liberata

Monghidoro liberata, i segni della battaglia sono evidenti.

A sinistra il 363esimo Fanteria non ebbe meno successi, infatti furono conquistati Frassincò e Acqua Calda. Il 2° Battaglione, con le compagnie F e G marcate a vista, avanzavano costantemente. A mezzogiorno la Compagnia E era diretta a tagliare la strada laterale che correva a Nord Ovest verso Monghidoro per dare assistenza al 362esimo Fanteria e per isolare Montepiano. Allo stesso tempo le Compagnie F e G spingevano dall’esterno per coordinare l’attacco di cattura di Montepiano. Alle 14.00, 200 nemici sferrarono un pesante contrattacco lungo la strada laterale a Monghidoro. Vi era poca visibilità, ma un osservatore dell’artiglieria aggiustava il tiro come meglio poteva. Fortunatamente uno squarcio nella nebbia rese visibile 200 tedeschi e, in pochi secondi, 190 di loro furono uccisi. Un’avanzata costante e persistente attraverso l’oscurità della nebbia permise alle compagnie di occupare la cresta di Montepiano.

Alla fine della giornata le linee difensive del nemico fra Monghidoro e Montepiano furono completamente superate. Fu dalla sommità di Monghidoro che i soldati sgomenti videro per la prima volta l’estesa valle del Po e all’orizzonte, le sommità delle Alpi ricoperte di neve. Quella prima veduta, in un giorno limpido e chiaro, fu di una tale emozione che è impossibile descrivere. Il Generale Keyes, Comandante Generale del II Corpo espresse in un telegramma al Generale Livesay, la sua soddisfazione per il rapido successo:

“Congratulazioni per la cattura di Montepiano e Monghidoro. Il continuo avanzamento della 91esima Divisione contro un tenace nemico e malgrado le avversità del tempo è un tributo alla sua distinta Divisione”.

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This excellently-prepared line held up the infantry a day while the artillery softened up the positions for assault. On 1 October the Division Artillery fired 10,587 rounds while the 362nd and 363rd Infantries worked forward slowly. The enemy Main Line of Resistance in the 363rd Infantry sector was overrun at 1300, but the enemy fell back slowly. The next afternoon Monghidoro fell. With the 2nd and 3rd Battalions, 362nd Infantry, flanking the town on the right, and the 363rd Infantry exerting pressure on the left, the 1st Battaion, 362nd Infantry, supported by tanks, drove straight up Highway 65 into the town. The 363rd Infantry, driving on the left, captured Montepiano late the same night. At the end Thus of 2 October the Monghidoro-Montepiano defenses had been completely overrun. General Keyes expressed his pleasure at the Division’s swift success in overrunning the important positions when he telegraphed General Livesany:

"Congratulations upon the capture of Montepiano and Mon ghidoro. The continued drive of the 91st against a stubborn enemy and despite the adverse elements is a tribute to your fine division.”

general general2
General Keyes CO, II corps, has a word with General.

Infantry Division. World War II.

Mayor General William G. Livesay 1895-1979.

Commanding General 91st Infantry Division

stella

Dal libro “Powder River 91st Infantry Division”

scritto da Roy Livengood

attacco

livengood1 livengood2

Roy Livengood

Served with Company E, 363rd Infantry

La cattura di Monghidoro

Il passo della Raticosa è un luogo roccioso, squallido, e desolato. Anche durante le serene giornate d’estate, che sono una rarità, i venti soffiano rumorosi e freddi attraverso le vallate. Quando comincia la pioggia autunnale, le cime si trovano avvolte dalla nebbia e rimangano così per tutti i lunghi mesi invernali fino agli inizi di primavera. Nei rari giorni estivi, uno può stare lungo la Strada Statale 65 e guardare verso Monghidoro e oltre la catena settentrionale dell’Appennino che si estende fino all’orizzonte, poi ci si può voltare e osservare la stessa scena nel versante meridionale della catena montuosa, guardando giù fino a Pietramala: miglia e miglia di burroni, catene montuose, precipizi, pendii, fiumi, affluenti, vallate e colline, sempre con la presenza di venti spaventosi e rumorosi, che scompigliano l’erba e soffiano attraverso i rami dei pini e degli abeti, e la strada che si avvolge sinuosa e ripida.

passo raticosa

Passo della Raticosa, 25 Novembre 1944

Questo era il tipo di terreno per le successive 30 miglie, fino ai sobborghi di Bologna. Le truppe della 91esima divisione erano, adesso, sopra al Passo a 968 metri di quota e si muovevano lentamente verso nord. Avevano conquistato quattro enormi montagne che avevano sbarrato la loro avanzata su per il sentiero di quota: Sasso di Castro, Monte Freddi, Monte Beni, Monte Oggioli, molte altre ancora si trovavano davanti a loro e la difficoltà di assicurarsi queste aumentava con l’arrivo delle piogge di ottobre, della nebbia e della foschia. Dopo la caduta del Passo di Raticosa, i tedeschi si ritirarono per quattro miglia fino a una linea di difesa che attraversava la via alta (SS65) alla città di Monghidoro. Questo piccolo paese era l’obbiettivo del 362esimo. Durante la notte del 29 settembre il reggimento attraversò la linea di partenza e partì all’attacco alle 7.30 del mattino successivo. Una fitta nebbia si stendeva sopra le montagne che rese virtualmente impossibile una rapida avanzata, ma gli uomini avanzarono piano piano sopra le colline, occuparono il piccolo villaggio invernale, la Posta, facendosi strada successivamente fino a Monghidoro, per catturare una collina pesantemente fortificata chiamata 852. Nonostante la divisione di artiglieria sparasse 10.587 bordate per supportare l’attacco su Monghidoro, solo piccolissimi progressi vennero fatti nella giornata del 1 di ottobre. La mattina successiva, il terzo battaglione, tagliò l’alta via 65 a nord del villaggio, mentre il secondo battaglione prese il piano che si affaccia ad Est sulla valle del Fiume Idice. Nel frattempo la compagnia C supportata da 9 carri armati, del 755esimo battaglione carri e da due plotoni di assaltatori di carri, raggiunse Monghidoro combattendo e liberò le strade, casa per casa. Il giornale S3 del 755esimo, registrò le azioni di quei giorni disperati.

passo raticosa2

25 settembre 1944 Passo della Raticosa, carri armati americani sparano verso Monghidoro.

Domenica, 1° Ottobre. Pietramala, Italia

La Compagnia C ha spostato due plotoni di carri armati da Selva per sostenere la 916° artiglieria campale. La postazione era molto difficile da raggiungere e due carri armati hanno smarrito la strada e non sono stati in grado di raggiungerla. Dalle quattro avevano otto carri in posizione. Tutti erano pronti a sparare con qualche fucile della 91° Divisione disponibile per l’attacco di oggi. Il tempo era pessimo. I carri hanno sparato sino a giorno inoltrato. A causa delle piogge la strada per l’artiglieria della nostra Compagnia C è impraticabile. La Compagnia B sta proteggendo il 362° Fanteria che si sta dirigendo diritto sulla Strada 65. Era quasi avvincente mantenere così tante persone di buon umore durante questo maledetto tempo in questo amabile territorio.

neve

Ospedale Americano a Pietramala, The 8th Evacuation Hospital in Pietramala during the 1944- 45 Winter.

Lunedì 2 Ottobre. Pietramala, Italia

Piove. Visibilità pessima. La Compagnia ha inviato un plotone di carri armati a Monghidoro, che costituisce un punto cardine del nemico. La nebbia è così fitta che i tiratori non possono intravedere nulla. Il comando dei carri armati ha diretto il fuoco dalle torrette e hanno svolto un grosso lavoro che ha risparmiato alcune vite della fanteria. Quando siamo entrati in paese, abbiamo sconfitto le milizie tedesche e catturato due carri armati e una coppia di artiglierie Sp con i loro uomini. Il tempo non avrebbe potuto essere peggiore. Alle cinque del pomeriggio, dentro il paese, abbiamo istituito due posti di blocco, A e C hanno sparato disordinatamente. Il problema dei rifornimenti è serio a causa delle pessime strade e non so se riusciremo ad ottenere alcun dannato aiuto. Il Maggiore Fowler ha ricevuto la comunicazione che verrà mandato alla Scuola Generale di Fort Leavenworth, in Kansas, negli U.S.A., unici e fantastici. Che colpo! Nella compagnia B un uomo è rimasto gravemente ferito nella battaglia dell’artiglieria a Monghidoro. Il comandante del 362° vuole tutti i carri armati pronti per entrare in paese. Certe persone sono privi di buon senso… un plotone è grande!! Un plotone della 91° truppa di ricognizione, entrando nel villaggio a Nord, ha abbattuto una mitragliatrice nemica e catturato 29 tedeschi imprigionandoli in una casa. Nel tardo pomeriggio del 2 Ottobre Monghidoro è passata al362°. E’ stata una lotta molto difficile per il 363° Fanteria raggiungere la postazione di retrovia del 362° perché le strade erano di pantano. Dopo molte arrancate e imprecare il Battaglione si è mosso attraverso il fango nel Sud-Ovest di Monghidoro. Il posto. in un campo aperto, era ancora disseminato di corpi, risultato del combattimento. Molti caduti tedeschi e alcuni americani sono stati adagiati in maniera grottesca sul prato ancora verde. Il paese stesso è una carneficina. Il Battaglione CP si era appostato in un granaio vicino a una casa di pietra in cui si riparava un gruppo di italiani che, quello stesso giorno, è stato testimone di una tragedia familiare. Alcuni dei suoi giovani uomini si erano rifiutati di lavorare per i tedeschi. Per punizione, quei giovani e altri sei uomini sono stati ritrovati in una casa di Monghidoro con le teste fracassate con il calcio dei fucili. Monghidoro è stata scoperta come la pagliuzza del centro Italia e molti soldati di diversi Battaglioni si sono messi in evidenza, dopo gli uomini del 362° , rimanendo in paese per poche ore.

centro monghidoro

Il centro di Monghidoro pieno di automezzi americani. 3 Novembre 1944, foto Mulcahy.

Dopo che il villaggio è stato liberato alcune truppe del 775° Battaglione di carri armati si sono unite e hanno dormito in una casa lungo la strada principale. Un’ispezione della casa ha permesso il ritrovamento di corpi lasciati dal nemico nella stanza vicina, al che i soldati hanno scelto un’altra camera e si sono sdraiati. Il mattino seguente hanno scoperto che i “cadaveri” erano una dozzina di soldati tedeschi molto vivi e molto addormentati. Sul fronte del 363° Fanteria, il reggimento stava preparandosi ad assalire Monte Piano. Il piano per la caduta della montagna richiedeva due Battaglioni in linea ed uno di riserva. Il secondo Battaglione avrebbe dovuto sostenere lo sforzo maggiore, mentre il primo avrebbe aiutato nell’attacco. Per difendere Monte Piano, i tedeschi, avevano messo in piedi un numero di avamposti in diversi piccoli villaggi e fattorie che circondavano la montagna che si affacciava sulla larga valle del fiume Savena. Questa larga distesa di terreno era tagliata in larghe sezioni create dagli affluenti del fiume. Gonfiati dalle recenti piogge, questi torrenti ruggivano attraverso gole le cui rive erano spesse, alte cinquanta piedi. Solo in alcuni punti gli uomini del 363° potevano attraversare. Ognuno di questi guadi era controllato dal nemico. Il secondo Battaglione, era sotto il comando del Tenente Colonnello John W. Angell, attacco alle 06.00 del 1 ottobre. Le Compagnie all’avanguardia, E e G, raggiunsero rapidamente i propri obiettivi. La Compagnia F venne, quindi, fatta avanzare dalle sue posizioni di riserva e entrò in combattimento alla Villa Di Mezzo. Il secondo plotone ricevette ordini di muovere e ripulire il terreno per l’avanzata della Compagnia su un pendio che era stato la scena di aspri combattimenti due giorni prima. Questo pendio risaliva verso Monghidoro ed era ricoperto di fitti boschi di alberi sempreverdi.

sempreverdi

Lmg. Machinegum Squad. Company F, 363rd. L-R. Front row: Robert Sadowsky, Clifford March , Eino Wirta. Back row: Damian Caffrey, Henry Sagmo, Lee Gray and William Weaver.

Dopo un’avanzata senza ostacoli di circa 400 yard, il Comandante del plotone, sospettando una trappola, fermò i suoi uomini, La storia del reggimento narra le azioni: Pesanti perdite aveva colpito la Compagnia F durante la precedente settimana e molti uomini erano recenti rimpiazzi che avevano appena assistito a tre o quattro giorni di combattimento, quando il secondo plotone mosse in avanti i suoi uomini all’avanguardia furono colpiti da un’esplosione di fuoco di mitragliatori che uccise il capo squadra che era uno dei due soli uomini con più di qualche giorni di esperienza di battaglia. Il capo del plotone, realizzando che il capo squadrone era morto, chiese agli uomini scossi se qualcuno voleva prenderne il posto. Dopo un breve silenzio, PVT Howard E. Weaver, che era stato nella Compagnia per tre giorni rispose: “Io prenderò il posto Sergente! Io so che cosa fare” Weaver mosse velocemente all’avanguardia. Entrando in una macchia di cespugli egli individuò una postazione di mitragliatrice nemica ben mimetizzata, strisciò Avanti fino a 35 piedi di distanza, tirò via la sicura da una granata e la lanciò. La granata rotolò nella postazione ed esplose, uccidendo un tedesco e ferendone un altro. La squadra continuò a risalire la collina. Vicino alla cresta, Weaver ed i suoi uomini giunsero ad una strada che sembrava una buona copertura per i suoi uomini. Qui egli individuò un cecchino in uno degli alberi e uccise il tedesco con la sua M1. Continuando più oltre la squadra giunse in una casa alla cima della collina, l’obiettivo della Compagnia. Weaver entrò e trovò altri due cecchini che catturò, arrivando a un totale di 2 nemici uccisi e cinque presi prigionieri nel breve periodo in cui aveva assunto il comando della squadra. Weaver venne premiato con la Distinguished Service Cross per le sue azioni. Il primo plotone sotto il comando del S/SGT Hernest L. Johnson, era avanzato con il secondo nella sua battaglia su per il pendio e, dopo aver preso un piccolo gruppo di case a Est della collina, gli uomini entrarono per investigare. Nella cucina trovarono un fuoco di legna che ardeva nel camino di pietra. In una pentola di metallo, appesa sopra al fuoco, l’acqua stava iniziando a bollire. Sul tavolo c’era un pollo pulito e pronto per la pentola. Per gli uomini sempre affamati che erano sopravvissuti con una dieta di razioni K, questa era manna dal cielo. Poco dopo il pasto una staffetta tedesca, che era chiaramente non consapevole della presenza degli americani, entrò nella casa con un messaggio. Venne immediatamente catturato. Mentre gli uomini della Compagnia F riposavano e gustavano il loro pollo le guardie fuori dalla casa individuarono un gruppo di tre muli carichi di materiale nemico giù per la strada. “Quella si che fu una bella vista” disse il Sergente Johnson “Noi abbattemmo un mulo e vedemmo il secondo saltare. Due crucchi stavano cercando di portare il terzo mulo al riparo attraverso un campo aperto, un uomo stava tirando le redini con tutte le sue forze, mentre l’altro stava spingendo il mulo con altrettanta forza da dietro. Non riuscivano a smuoverlo. Noi li fermammo presto. Dopo che avemmo eliminato i jerries il mulo avanzò giù per il pendio verso la nostra postazione, così noi prendemmo anche lui prigioniero”. “ Quando venne fatto l’inventario il mulo regalò 56 scatole di salmone e sardine, 30 pani, 3 galloni di burro e molte scatole di manzo alla causa degli alleati. Queste vennero divise tra le squadre ed il mulo venne abbeverato per il servizio che aveva reso. La staffetta tedesca venne invitata a dividere le razioni catturate, ma egli rifiutò dicendo che ne aveva mangiata abbastanza di quella roba. Scelse una razione K”. Mentre l’attacco continuava verso Nord, la Compagnia F si imbattè in un avamposto tedesco, barricato in un gruppo di edifici a metà strada verso Monte Piano ed incominciò un feroce combattimento a fuoco che durò per tutto il resto del giorno e per gran parte della notte finchè il nemico si ritirò la mattina successiva. La Compagnia, quindi, si spinse in avanti con la Compagnia E, per la metà del pomeriggio del 2 ottobre, il Battaglione stava lentamente formando un anello intorno alla montagna. Mentre l’oscurità calava la Compagnia G avanzava da Sud, la Compagnia F da Sud-Ovest e la Compagnia E da Est, dietro ad una cortina di fuoco d’artiglieria del 347esimo.

men

Men of Battery C, 347th Field Artillery. L-R. Capt. Mel Cotton, S/Sgt. Van Tassel, Cpl. Schelp, Muschatt, Owens, Urban, Powers, Lt. Root. Kneeling – Pfc. Takkinen, Pfc. Rohloff and Pfc. Tech.

Alle 21.00, la Compagnia G trasmise via radio di aver raggiunto la cima della montagna e di essere entrata in contatto con le altre due compagnie. Monte Piano venne quindi reso sicuro contro un possibile contrattacco. La resistenza fu modesta lungo l’alta via 65 il 3 ottobre, mentre i tedeschi si ritiravano verso la loro linea successiva di difesa. Entrambi il 362° ed il 363° di Fanteria avanzarono fino a meno di un miglio da Loiano prima del buio, un’avanzata di quasi tre miglia. I civili italiani erano stati messi al lavoro per costruire una forte linea naturale di difesa attraverso il villaggio. Quattro miglia più avanti c’era una terza linea, uguale alle altre, che correva attraverso la cittadina di Livergnano; altre quattro miglia più avanti sulla strada statale c’era un’altra linea che passava attraverso Pianoro, che è il paese nella periferia di Bologna. Ma ben presto una di queste linee fu sfondata, il nemico avrebbe potuto cadere presto e la 91° Divisione si sarebbe preparata per un nuovo attacco.

stella

Immagini di guerra di Monghidoro e dintorni.

Nell’agosto-settembre del 1944, l’8^ Armata inglese e la 5^ Armata americana attaccano la Linea Gotica per liberare il Nord-Italia dalle truppe tedesche. Il servizio di documentazione e rilevamento veniva effettuato da piccole squadre composte da un fotografo, un cameramen e un autista di jeep. L’equipaggiamento tecnico era rappresentato per lo più,da una 4x5 Kodak Speed Graphic con obiettivo da 55mm. e da una cinepresa, non vi erano zoom o lenti che permettessero di riprendere particolari da distanze elevate, tutti gli obiettivi dovevano essere ripresi da vicino, con questi mezzi, e molta fortuna, si avventuravano lungo le linee del fronte o salivano su piccoli aerei da ricognizione. Lungo la Statale appenninica n. 65 che dal passo della Futa conduceva a Bologna, operava il II Corpo d’Armata americana, la cui squadra fotografica era parte della 196^ Compagnia Signal Photo Company, aveva la base operativa a San Benedetto Val di Sambro. Dopo 50 anni queste immagini sono state svincolate dal segreto e rese pubbliche, dal National Archives di Washington. (dal libro Combat Photo 1944-45).

foto fotografo
Nelle foto da sinistra, Edward H. Fish ripara le macchine per la squadra dei fotografi. (20 Ottobre 1944).

Roland L. Bronson sviluppa e asciuga gli ingrandimenti delle foto. (5 Dicembre 1944).

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Monghidoro Crocetta, 28 Novembre 1944 foto Hartman.

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Monghidoro Crocetta accompagnato del Generale Clark, il Deputato USA Martin Costello, Presidente del Comitato Parlamentare per gli Affari Militari, durante la visita al fronte Italiano < annette> il territorio liberato alla città di Los Angeles. 17 Dicembre 1944, foto Zeigler.

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Monghidoro Crocetta alcuni Deputati del Congresso americano visitano il fronte, accompagnati dal Generale Mark Wayne Clark Comandante della 5° Armata, c’è anche Miss Clare Boothe Luce, futura ambasciatrice in Italia durante la guerra fredda. 17 Dicembre 1944 foto Zeigler.

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Sul sito www.archivioluce.com digitando sul motore di ricerca, la parola:
Monghidoro
è disponibile un video girato il 14 febbraio 1945 sugli Appennini, dall'Istituto Luce, dove combatteva la 5° armata

Sequenze del filmato

Frisby è il nome del cameramen americano che si presta a fare da guida, nel raccontare gli eventi lungo la strada Statale 65 del passo della Futa, Monghidoro, Loiano.

I cameramen caricano un aereoplano, C-47, con materiale che gli sarà utile in una missione.

Frisby scarica del materiale dall’automobile e lo carica sull’aereo sul campo di aviazione.

Una yeep in sosta sotto una pioggia battente aspetta il Generale Clark.

La pioggia scende copiosa sul passo della Futa, i mezzi militari percorrono la strada fangosa con le luci accese.

Due soldati della military police .

Il Paese di Monghidoro distrutto dai bombardamenti, il campanile della chiesa colpito.

Frisby ed un altro soldato a Monghidoro passano e guardano il campanile colpito.

Un campo fangosissimo dove sostano numerose yeep, e il passaggio di mezzi militari per la strada di Monghidoro.

Un carro armato e altri mezzi militari passano dal bivio per Monghidoro, chiamato Crocetta.

Delle ragazze di Monghidoro e altre persone civili camminano sul ciglio della strada alla Crocetta, quasi investendo la cinepresa.

Frisby seduto sul muretto della strada Statale 65, alle sue spalle il Paese di Loiano, poi sale su delle macerie di una casa sempre a Loiano, una yeep attraversa il Paese di Loiano completamente distrutto.

Due elmetti tedeschi bucati da colpi di arma, il corpo di un soldato americano adagiato su un autoblindo M8, un cimitero con molte croci, di soldati tedeschi.

Frisby che distrugge con dei sassi una mitragliatrice tedesca, soldati americani percorrono una strada in salita e si riparano dentro a delle case.

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Ospedale da Campo 332°

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Ospedale da campo 332° a Cà della Selva Campeggio Frazione di Monghidoro, questo ospedale da campo era il punto di primo soccorso per i feriti in prima linea, la prima linea del fronte era in Valle Idice, Monte delle Formiche, Zena, i feriti più gravi venivano trasportati all’ospedale da campo di Pietramala e Firenze. Si prestava servizio anche alla popolazione, che era denutrita e ammalata, e oltre alla penicillina, alla puntura prima di togliere i denti, gli americani avevano una pillola per ogni male. (Ci sono ancora a Campeggio persone che ricordano per la loro premura e simpatia i nomi di alcune Crocerossine americane: Mildred Fleming, Christina M. Eschenberg Same e Rhoda E. - dal libro Frassineta). Campeggio 18Aprile 1945, foto Spirito.

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Un medico del servizio sanitario somministra compresse di sulfamidico ad una ragazza, a causa del freddo e della fame la popolazione è affetta da malattie. Monghidoro 2 Novembre 1944, foto Mulcahy.

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L’intervento su un giovane bisognoso di cure dentistiche, Monghidoro 2 Novembre 1944.

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Le spose di guerra

In una fase interstiziale della guerra in Italia, quella della stasi delle operazioni belliche fra l’ottobre del ’44 e la primavera del ’45, nei paesi e nei borghi dei territori liberati dell’Appennino, fioriscono storie d’amore tra giovani donne e militari degli eserciti alleati. Storie d’amore, in una cornice di immani devastazioni, di rischio quotidiano della vita per i soldati e per i civili, di sofferenze e miseria. Le testimonianze raccolte fra le protagoniste, i congiunti, i parenti e amici, dimostrano che furono amori nati con naturalezza, estremamente delicati, fra coetanei: ne fanno fede, d’altronde, i matrimoni che ne sono seguiti, furono chiamate le < spose di guerra >, ne sono state rintracciate nella montagna bolognese, alcune decine.

A Monghidoro: AGRESTI ADA, cl. 1921, abitava in frazione La Cà, apprendista parrucchiera. Famiglia di coltivatori diretti con un piccolo podere, quattro figli di coi tre sorelle e un fratello. Coniugata nel 1946 a Monghidoro con il militare italo-americano Dante Martin, cl. 1917, famiglia originaria di Osais, in provincia di Udine, specializzata nelle costruzioni edili in sasso. L’incontro è avvenuto nell’inverno 1944 quando nella casa degli Agresti venne a stabilirsi un reparto americano. Sotto il portico era impiantata una cucina e una stazione rece-trasmittente di cui Martin era operatore. Il ragazzo era molto riservato, e timido, ma dimostrava un interesse, ricambiato, per Ada e aveva un grande rispetto verso la famiglia, che giunse ad invitarlo in casa. Nella casa, da quel momento, non mancava il necessario. Il soldato portava di tutto, generi alimentari compresi. Finita la guerra Martin è tornato a Monghidoro per sposare Ada. Partiti da Napoli con una nave ospedaliera, sono sbarcati negli Usa dove Dante Martin ha proseguito l’attività di imprenditore edile in sasso. Hanno abitato in Carolina del Nord e poi in Virginia nella città di Bleisburg. Dal matrimonio é nata una figlia, poi infermiera professionale. (dal libro Combat Photo 1944-45)

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Al centro della foto, la Signora Ada Agresti con la sorella Paola all’interno della costruenda Baita degli alpini, 1983-87 a Monghidoro.

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Foto a colori della guerra.

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Le tre foto a colori che seguono (prese dal libro "Sulle orme di mio padre") sono state scattate con una piccola fotocamera Argus C2 da 35 mm. su una pellicola Kodachrome, (si può dire di nascosto) dell’artigliere Cruz F. Rios, combattente per la liberazione dell’Italia, nella Compagnia K. del 3° Battaglione 87° Reggimento, della 10° Divisione da Montagna statunitense. La 10° Mountain Division combattè nell’Appennino Tosco-Emiliano-Modenese nei Paesi di Lizzano in Belvedere, Vidiciatico, Fanano, Gaggio Montano, Pietracolora, Iola di Montese, Castel d’Aiano. Il veterano Cruz Rios ha vissuto a Fresno in California. Le foto sono state concesse da Val figlio di Cruz Rios, per l'edizione dal libro “Sulle orme di mio padre” curato ed edito in Italia da Andrea e Giuliano Gandolfi.

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Postazione americana di Mortaio sulle pendici di Monte Belvedere vicino alla borgata Corona di Lizzano in Belvedere. A sinistra Marion Coleman e Cruz Rios sulla destra. Febbraio 1945.

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Soldati americani della Compagnia K in una trincea vicino a Corona. Cruz Rios è il secondo da destra. Febbraio 1945, Lizzano in Belvedere.

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Soldati americani dell’ 87° Reggimento, 3° Battaglione, in attesa del rancio, nei pressi di Castel d’Aiano, Marzo 1945 foto di Cruz F. Rios.

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Cimitero di noi soldà

…e domani si va all’assalto

soldatino non farti ammazzar-

ta-pum ta-pum ta-pum

nella valle è un Cimitero

Cimitero di noi soldà-

ta-pum ta-pum ta pum

Cimitero di noi soldà

forse un giorno ti vengo a trovar-

ta-pum ta- pum ta- pum…

Soldatino non farti ammazzar…, dice una canzone degli alpini della guerra 1915-18, ma purtroppo, sempre attuale, anche oggi, da qualche parte nel Mondo. Mentre sto cercando di comporre questa pagina, arriva la notizia che sei Paracadutisti italiani della Folgore sono morti in Afghanistan per un attentato, erano 14, ora sono venti. Sono Ragazzi, “ la meglio gioventù che va sotto terra… sono le parole di un’altra canzone ”, i loro nomi andranno ad allungare le file sulle lapidi di marmo sui graniti dei Monumenti,

Matteo, Antonio, Davide, Massimiliano, Roberto e Giandomenico.

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Il Silenzio

Cimitero di noi soldà, il silenzio scende di colpo quando varchi i cancelli. Il silenzio caratterizza questi campi di croci, cammini sull’erba verde incontri lapidi, croci, lastre di granito, leggi qualche nome, impossibile leggerli tutti, nomi abbandonati sul marmo, con accanto le date, 18-20-21-22 anni, sono Ragazzi, Ragazzi Americani, ma anche Tedeschi, Inglesi, Africani... Sono stati mandati, chi per conquistare, chi per liberare, sono stati tutti, ridotti al silenzio lontano da casa. Migliaia di nomi, impressi sul marmo, senza una foto, di un sorriso, di questi Ragazzi. Cammini, ascolti quel silenzio che ti circonda e ti opprime. Solo su qualche tomba c’è un fiore, spesso appassito, la lontananza, il tempo passato, rende impossibile portare anche un fiore. Molti di questi Ragazzi, a parte le corone delle cerimonie ufficiali, non avranno mai avuto un fiore sulla tomba. Camminare fra le croci, è la maniera migliore per cogliere la follia della guerra.

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Deutscher Soldaten friedhof Futa Pass.

Cimitero Militare Tedesco Passo della Futa, 30.683 Caduti.

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In questo Cimitero Militare riposano 30.683 Caduti Germanici della seconda guerra mondiale. Il Cimitero è situato sulla cima di un monte, questo luogo dominante in quota nelle immediate vicinanze del Passo della Futa (mt. 952). Il Passo della Futa era uno dei punti cardine della “Linea verde” nota anche come “Linea Gotica”, costruita nel 1944, per impedire agli alleati l’avanzata verso Nord. Nel 1955 viene stipulato un accordo fra l'Italia e Germania, per la sistemazione definitiva delle salme dei soldati tedeschi caduti in guerra in territorio italiano. Secondo tale intesa lo stato italiano deve fornire gratuitamente e in uso perpetuo le aree da destinare ai Cimiteri di guerra. Su progetto dell’architetto Oesterlen e dei paesaggisti Walter Rossow ed Helmut Bournot, il Cimitero viene inaugurato il 28.6.1969. I Caduti che qui riposano sono vittime degli attacchi alleati di fine agosto 1944 contro le postazioni tedesche tra Carrara sul Mar Ligure e Rimini. Oltrepassato l’edificio di ingresso si arriva ad un portale oltre al quale ha inizio la zona sepolcrale. L’idea che la costruzione dà a chi la vede è quella della spirale senza fine che improvvisamente si interrompe. Infatti, è costituita da un muro di 2.000 metri che sale a spirale attorno alla montagna fino alla cima e circonda i sepolcri dei Caduti. Dalle mura sporgono 67 croci di pietra. L’ultima spirale termina con un muro triangolare che si erge diritto verso il cielo e con uno spiazzo denominato “cortile d’Onore”, sotto il quale si trova la cripta con le fosse comuni, a ricordo del cimitero militare di Cervia, (ora non più esistente), il Volksbund ha fatto trasportare e collocare nella cripta del cimitero del Passo della Futa le lapidi commemorative delle truppe stanziate nella zona di Cervia e le salme dei Caduti. Il campo sepolcrale si estende su terrazze ed è suddiviso in 72 blocchi di diversa grandezza. Ciascuna delle 10.000 lastre in granito grigio contrassegna la presenza di due, tre o quattro Caduti.

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1939 Santerno Valley War Cemetery 1945

Cimitero Inglese, Ceretola di Coniale Firenzuola (FI), 287 Caduti.

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fiori

In questo Cimitero Militare Inglese, riposano 287 Caduti della seconda guerra mondiale, Inglesi 275, Canadesi 10, Sud Africani 2, di cui 6 sono Ignoti. Il Cimitero fu costruito dalla 78^ Divisione Britannica dell’8^ Armata, durante le operazioni in questa area svolte dalla fine del 1944 al Maggio 1945.

IL SUOLO DI QUESTO CIMITERO E’ STATO DONATO DAL POPOLO ITALIANO PER L’ETERNO RIPOSO DEI MARINAI, SOLDATI E AVIATORI ALLA CUI MEMORIA E’ QUI RESO ONORE:

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Ceretola di Coniale Firenzuola (FI), English War Cemetery, in this Cemetery lie 287 Memorial, there are the corpses of the soldiers of the Commonwealth fallen along the Valley of Santerno, 275 known English, in 6 unknown; 10 known Canadians; 2 known Sudafricanis. The cemetery was built by 78 ^ 8 ^ British Army Division during operation in this area carried out by the end of 1944 to May 1945.

THE LAND ON WHIGH THIS CEMETERY STANDS IS THE PERPETUAL RESTING PLACE OF THE SOLDIERS. SAILORS & AIRMEN WHO ARE HONOURED HERE.

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South African War Cimetery, Castiglione dei Pepoli

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fiori

Cimitero Sud-Africano di Castiglione, in questo cimitero riposano le spoglie di 502 Caduti appartenenti ai seguenti Paesi: Gran Bretagna 99, Sud Africa 401, India 2. Questo cimitero fu iniziato nel novembre del 1944 dalla sesta Divisione corazzata sudafricana, che era entrata a Castiglione alla fine di settembre 1944 ed era rimasta nella zona fino all’aprile successivo. Quell’inverno, le truppe sudafricane erano in posizione sugli Appennini a nord di Castiglione.

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Cimitero americano di Pietramala, le salme vengano portate negli anni ’50 nel nuovo cimitero dei Falciani Firenze.

The American Military Cemetery ad Pietramala. During the post war years all bodies Disinterred and taken to the permanent burial ground ad Greve, near Florence.

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Overrall View of the Cemetery and Memorial Florence

Cimitero e Memoriale Americano, Firenze, 4.402 Caduti.

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In questo Cimitero riposano le spoglie di 4.402 soldati americani. Disposte in otto sezioni sono individualmente contrassegnate da croci latine per i caduti di religione cristiana e da stelle di Davide per quelli di religione ebraica. Il Cimitero americano di Firenze, uno dei 14 luoghi in territorio d’oltre oceano prescelti per la sepoltura delle spoglie dei soldati americani caduti durante la campagna di liberazione d’Italia. Sorge su un’area ceduta gratuitamente dal governo Italiano agli Stati Uniti d’America. Iniziato a costruire nel 1949, quando vi vengano seppellite le prime salme, viene completato nel 1959 e inaugurato nel 1961. Gli architetti McKim, Mead e Whiteb di New York vengano incaricati della progettazione del Cimitero e del Memoriale , mentre gli architetti paesaggisti Clarke e Rapuano alla sistemazione delle aree verdi.

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The Memorial - Memoriale

Il memoriale dedicato ai caduti di guerra le cui spoglie non sono mai state recuperate. Su lastre di granito rosa di Baveno vi sono riportati 1.409 nomi e relativi gradi, unità di appartenenza e stato di origine dei dispersi.

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Gli stemmi delle Divisioni che componevano la 5^ Armata, nella campagna di liberazione del Nord Italia.

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Military Operations Map - Mappa operazioni belliche Nord Italia

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Chapel Interior - Cappella

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Celebrazione Memorial Day Cimitero americano Firenze, Maggio 2002.

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Cimitero Americano di Firenze. 29.05.2006.

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Cimitero americano dei Falciani Firenze, celebrazione del Memorial Day. 29. 05. 2006

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I Veterani

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Il Veterano Fortunato George De Luca, figlio di emigranti italiani, Ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti. Durante l’autunno-inverno del 1944/45 si prodigò per aiutare molti monghidoresi in difficoltà. Monghidoro era appena stata liberata dalla lunga oppressione tedesca grazie all’intervento dell’esercito statunitense, e la popolazione era vistosamente provata causa la paura e gli stenti patiti. De Luca si distinse per la sua slanciata e disinteressata solidarietà che nel 1985 gli valse la Cittadinanza Onoraria del nostro paese. Questa immagine lo ritrae sulla destra, mentre parla il Rappresentante del Consolato USA di Firenze, e il Sindaco Ubaldo Salomoni, Monghidoro 2 Ottobre 1998. ( Il Veterano George De Luca ci ha lasciati nell’anno 2000).

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Monghidoro, Crocetta 2 Ottobre 1998, viene inaugurata la Stele della Liberazione di Monghidoro, presente all’inaugurazione, e ospite d’Onore, il Veterano, Fortunato George De Luca. Foto archivio fotografico Comune di Monghidoro.

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Elmetto 91° Infantry Division

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Un gruppo di Veterani americani con le loro famiglie, in visita alla stele della liberazione, Monghidoro 18 Settembre 1999. Foto archivio fotografico Comune Monghidoro.

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Il Veterano Melvin Bushmann, allora Tenente, comandante del 1° plotone Company C, 361st Regiment, della 91st Infantry Division. A Livergnano, Melvin per salvarsi dalle cannonate di un Panzer, fu costretto a gettarsi dalla finestra del terzo piano di una casa, nella caduta si fratturò le gambe, e sotto al fuoco nemico, riuscì a trascinarsi fino alle proprie linee.

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Tenente Melvin Bushmann 1944. Il Veterano Lt. Melvin Bushmann Monghidoro 25.4. 2003

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Elmetto firmato dal Veterano Melvin Bushmann

Nel Settembre del 2004, un gruppo di Veterani americani del 361° Reggimento, della 91° Infantry Division, è ritornato sui luoghi nei quali un tempo ha combattuto. Accompagnati da familiari e amici, hanno ripercorso le tappe della guerra, lungo la Strada Statale 65, Linea Gotica, Passo della Futa, Monghidoro, Loiano, Livergnano, Pianoro.

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Nelle foto il gruppo dei Veterani in Municipio a Monghidoro, in un incontro ufficiale con le Autorità, e alla “Crocetta” con i ragazzi della Scuola Media, e il Sindaco di Monghidoro, Marino Lorenzini, per la deposizione di una corona alla stele che ricorda la liberazione di Monghidoro avvenuta il 2 Ottobre 1944. Foto archivio fotografico Comune di Monghidoro.

Discorso tenuto dai Veterani

Saluti ai nostri amici di Monghidoro, Loiano, Livergnano, Pianoro. E’ con grande emozione che torniamo qui nel luogo in cui abbiamo sofferto l’inverno del 1944-45. Molti di voi sono troppo giovani per poter aver sperimentato la guerra nelle vostre case, ma i vostri genitori, se ancora vivi, se la ricordano bene. La storia vi dirà del 361° Reggimento che ha vissuto con voi sessanta anni fa. Foste buoni con noi, avete lavato i nostri indumenti e ci avete fatto compagnia per pochissimo in cambio, forse una scatola di sapone, qualche caramella o alcune sigarette. Grazie per le vostre gentilezze di tanto tempo fa e grazie anche per la vostra gentilezza oggi per come ci avete accolti benevolmente. Non posso esprimere quanto quelle semplici azioni abbiano significato per noi mentre combattevamo così lontano dalle nostre case. La storia vi dirà che partimmo da qui nella primavera del 1945 per l’azione finale e risalimmo fino a Gorizia alla fine della guerra. Nei mesi successivi siamo tornati a casa e abbiamo ripreso le nostre vite civili ma non abbiamo dimenticato mai il nostro tempo qui e la gente che fece una tale differenza per noi in quei periodi difficili. Una volta tornati a casa ci siamo sposati e abbiamo cresciuto una famiglia. Io ho una parte della mia famiglia con me; mia figlia Marie; i miei nipoti, Jeff e Vince; la mia nipote, Terra e la mia nipote, Payton. A nome del 361° desidero ringraziarvi per essere venuti oggi a condividere questo momento di riunione e di commemorazione.

Greetings to our friends of Monghidoro, Loiano, Livergnano and Pianoro. It is with great excitement that we return here to the spot where we endured the winter of 1944-1945. Many of you are too young to have experienced the war in your backyard, but your parents, if still here, remember it well. History will tell you of the 361° Combat Regiment that lived with you sixty years ago.You were good to us. You washed our clothes and gave us company for very little in return, maybe a box of Gi soap, candy or cigarettes. Thank you for your acts of Kindness so long ago and thank you for your kindness today as you welcome us again. I can’t express how much those simple acts meant to us as we fought so far from our homes. History will tell you that when we left during the spring 1945 final push we ended up in Gorizia at the end of the war. Months later we went home and resumed our civilian lives but we never forgot our time here and the people who made such a difference for us in those difficult times. Oncewe were back at home we married and raised our families. I have part of my family with me; my daughter, Marie; my grandsons, Jeff and Vince; my granddaughter. Terra, and my granddaughter, Payton. On behalf of the 361° I wish to thank you for coming today to share this time of reunion and remembrance.

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Steli e Monumenti

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Stele alla Crocetta, a ricordo della liberazione di Monghidoro avvenuta il 2 Ottobre 1944.

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Loiano, monumento ai Veterani della 91st Infantry Division, 12.6.1988.

“ TO THE VETERANS OF THE 91st INFANTRY DIVISION – UNITED STATES OF AMERICA-

AND TO THE PEOPLE OF LOIANO, WHO SHARED A COMMON BOND DURING THAT

TERRIBLE AUTUMN OF 1944.”

“ AI VETERANI DELLA 91 DIVISIONE DI FANTERIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

E AL POPOLO DI LOIANO, CHE CONDIVISERO UNA COMUNE SORTE DURANTE QUEL

TERRIBILE AUTUNNO DEL 1944 “.

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Livergnano, monumento al 361st Infantry Regiment,

Superato la linea Gotica, i reparti della 91° Divisione a Livergnano incontrano la linea che i tedeschi chiamano “Linea Cesar”; era la terza delle quattro linee di difesa costruite dal nemico. Le prime due, la Monghidoro e la Loiano, erano già cadute. La linea Cesar e la linea Pianoro, erano le ultime roccaforti prima della Valle del Po. 504, 481, 592, 540, 447, 554, 603, le colline che il 361st Infantry Regiment dovette superare a Livergnano. Tali ostacoli si sarebbero poi dimostrati essere stati i più duri sorpassati dai soldati del 361esimo.

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Rievocazione storica della Liberazione, lungo la strada Statale 65 della Futa.

25/26/27 Aprile 2003 Ospite D’Onore il Veterano Lt Melvin Bushmann.

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Monghidoro 25Aprile 2003, inaugurazione di un Cippo dedicato ai soldati caduti per la Libertà nella seconda guerra mondiale, ospiti d’Onore, il Maggiore Generale Pasquale Vitali, combattente per la Liberazione al fianco degli alleati, e il Veterano americano Lt Melvin Bushmann. foto archivio fotografico Comune di Monghidoro.

Qui di fronte al suo Cippo, ricordiamo, questi soldati Italiani, Caduti e Reduci: che molto poco si è parlato, che dopo l’8 settembre, con il Corpo Italiano di Liberazione, inquadrati nei “Gruppi di Combattimento Italiani”, “CREMONA” “FRIULI” “FOLGORE” “LEGNANO” “MANTOVA” “PICENO” combatterono a fianco degli alleati per la liberazione del suolo Italiano, con uniformi, armi e munizioni inglesi, ma col cuore, cappello, e penna italiani. C’erano anche gli alpini dei Battaglioni “Piemonte” e “ L’Aquila” i Bersaglieri del battaglione “Goito”, inquadrati nel gruppo di combattimento Legnano, dopo le battaglie a Monte Lungo, e Monte Marrone, rientrano in linea il 18 Marzo 1945 nella nostra Valle dell’Idice, (fronte di Bologna). Il 23 Marzo 1945 la “Legnano” era in quel di Campeggio, si dispone il IX Reparto d’assalto. In una sommità dominante le valli Idice e Zena, trasformata dai tedeschi in terribile fortilizio, cerniera tra la 14^ e la 10^ armata tedesca. Per la conquista di quota 363 viene disegnato il battaglione bersaglieri “Goito”: ma il 19 Aprile, il gioco di imprevisti, affida all’improvviso il difficile compito agli alpini del Piemonte, che da un mese fronteggiano le dominanti posizioni della 363. La 2° compagnia del Piemonte parte attacca, penetra, si ferma, in una tempesta di fuoco. Il comandante chiede altri 10 minuti di fuoco celere e poi l’immediato allungamento del tiro, dopo minuti che sembrano anni, giunse la laconica notizia: caposaldo conquistato. Mentre L’Aquila e il Goito combattevano coraggiosamente a S. Chierico e Monte Armato, per conquistare quota 459 ottenendo nuovi successi, non senza dolorose perdite, 25 uomini caduti e 32 feriti. La via verso Bologna e la valle del Po è aperta.

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Il Veterano Lt Melvin Bushmann a Monghidoro, 25 Aprile 2003

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Campelli Rossi Antonio, su la sua Willys ospita la figlia del Veterano Lt Melvin Bushmann

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Colonna di Veicoli Militari Storici, Monghidoro 25aprile 2003.

Veicoli militari storici dell’associazione dell’Emilia Romagna.

Le foto della rievocazione storica sono gentilmente concesse, da Campelli Rossi Antonio.

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© Gilberto Tedeschi - Monghidoro -