lunedì 30 luglio 2007

Quotazioni delle opere d'arte: non sempre il prezzo determina la qualità!


I recenti appuntamenti internazionali con il collezionismo e il mercato dell'arte moderna e contemporanea (dalla Biennale di Venezia a Basilea, da Kassel a Muenster passando per Londra), se da un lato hanno confermato la tenuta, anzi la crescita costante che il comparto registra ormai da oltre un decennio, dall'altro hanno fornito segnali inequivocabili di quanto, anche in periodi di euforia come quello attuale, in cui si è portati a credere che tutto possa vendersi a qualsiasi prezzo, gli acquirenti facciano attenzione alla qualità delle opere offerte sul mercato e siano disposti a premiare con prezzi elevati soltanto quelle opere ritenute veramente valide e degne di nota. E così, ad esempio, il mercato dell'arte, ha reagito in modo sano alla vera e propria ondata di piena di opere di Andy Warhol che sono recentemente comparse in vendita (in asta e in galleria) a seguito del prezzo record fissato da un "Car Crash" venduto lo scorso maggio a New York per ben 70 milioni di dollari. Dopo questa storica aggiudicazione, gli operatori del settore (in particolare galleristi e case d'asta) si sono lasciati prendere la mano applicando prezzi milionari non solo ai grandi capolavori ma anche a tutta una serie di opere di qualità assai modesta. Il risultato non si è fatto attendere troppo a lungo. Infatti, molti quadri di Andy Warhol, messi in circolazione con stime esagerate, sono rimasti invenduti, a conferma che anche in momenti così favorevoli, il prezzo di un'opera si calcola sì in base al nome dell'artista, ma senza poter prescindere dalla qualità del dipinto.

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