martedì 5 aprile 2011

Convergenze 1. Quando la scultura coniuga la poesia: Canova e Neruda





Antonio Canova, Amore e Psiche, 1787-1793, Parigi, Louvre

La favola di Amore e Psiche è un riflesso di vita che insegna a vivere.
« Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente ». Apuleio, Le metamorfosi, IV

Venere gelosa della fanciulla le invia il figlio Cupido-Eros, perché le ispiri una passione disonorevole, ma Cupido se ne invaghisce. La conduce con sé in un meraviglioso castello e le ordina di non scoprire mai il suo viso.
Psiche, il cui nome vuol dire Anima, spinta dalle sorelle gelose  e  dalla sua curiosità, trasgredisce, e una notte illumina il volto di Cupido che, colpito da una goccia d’olio della sua lampada, si sveglia e fugge lontano.
Psiche, perdutamente innamorata, lo insegue ma deve superare prove durissime che Venere le impone.
Presa ancora una volta dalla curiosità, apre il vasetto, che nella sua discesa agli Inferi le aveva consegnato Proserpina  da portare a Venere, e si addormenta in un sonno mortale.
Ma come in ogni favola l’Amore vince. Cupido corre in suo aiuto, Psiche sarà perdonata e condotta in cielo l’"Anima" diventerà immortale.
Canova  traduce in modo sublime il risveglio della fanciulla, in un’atmosfera  metafisica, atemporale e aspaziale.
Il marmo acquista vitalità che l'artista gli infonde con la levigatezza dei corpi,  col dinamismo dei movimenti, con la purezza delle espressioni, col dialogo muto che li rende  tutt’uno e che diventa poesia: 

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.



Le forme anatomiche, perfette del rigore adolescenziale, rendono in simbiosi il principio di bellezza assoluta che l’artista infonde alla materia e la poesia continua come in un sussurro:

 Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.
 
 



 Pablo Neruda (Neftali Ricardo Reyes Basoalto, Parral, 1904-Santiago, 1973)
Nuda sei semplice, (da Cento sonetti d’amore, XXVII) 


Antonio Canova (Possagno, 1757-Venezia, 1822) Autoritratto, 1792