giovedì 15 gennaio 2009

Bollette acqua: riduzione senza canone di depurazione

La notizia è di quelle che ci riempiono di soddisfazione e danno il senso di quanto gli interventi sia delle associazioni dei consumatori che di quelle rappresentative dei proprietari di casa, come appunto Confedilizia, riescano ad obbligare – dobbiamo dire per la verità sempre più spesso – le aziende, pubbliche e/o private che siano poco importa, al rispetto di quei principi sanciti persino dalla nostra Costituzione come nel caso del canone di depurazione.
Si tratta in sostanza dell’applicazione da parte dell’A.T.O. 3 Medio Valdarno di quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale (per l’esattezza la n° 335/2008) che riteneva illegittimo l’addebito in bolletta del canone di depurazione anche in mancanza del relativo impianto od in coincidenza di un suo mancato funzionamento oppure dell’inesistenza del relativo collegamento fognario.
Il risultato sarà, come riportato da una ricerca interessantissima pubblicata sul Nuovo Corriere di Firenze dello scorso 10 gennaio 2009, che tutti coloro i quali si trovano in questa situazione (si pensi a tutti i cittadini residenti nell’Oltrarno fiorentino oltre a quelli che vivono in ampie zone del Chianti e del Valdarno e cioè circa il 25% delle utenze) beneficeranno di una riduzione dei costi del consumo dell’acqua abbastanza consistente stante che il canone di depurazione rappresenta una delle tre voci della bolletta incidendo su questa in modo notevole.
Lo stesso quotidiano quantifica in una riduzione di circa 23,00 euro per gli utenti che consumano fino a 50 metri cubi per anno, di 30,14 per coloro che ne consumano fino a 100 e 53,24 in meno per consumi fino a 150. Ma il risparmio diventa maggiore ove si consideri che per gli utenti serviti dal depuratore ci sarà invece un consistente aumento in conseguenza delle tariffe previste dall’ATO 3 per l’anno 2009 che sarà per le fasce di consumo indicate in precedenza rispettivamente di 7,15 (consumi fino a 50 mc.), di 30,36 (consumi fino a 100 mc.) ed infine di 37,51 (consumi fino a 150 mc.) anche se la modifica degli scaglioni comporterà un piccolo beneficio per gli utenti.
E’ facilmente comprensibile come l’incidenza del canone di depurazione sulle bollette sia piuttosto rilevante (nel primo caso – 50 mc. di consumo annuo – il risparmio complessivo è di euro 30,15 annui) e quindi come fosse giusto arrivare a questa importantissima decisione della Corte Costituzionale non solo per una questione di legalità e corretta applicazione delle norme ma per porre fine ad un indebito ed ingiustificato arricchimento da parte dei gestori del servizio (molto spesso a capitale interamente o quasi interamente pubblico) che si è perpetrato per un periodo di tempo talmente lungo da permettere a questi soggetti di accumulare risorse più che sufficienti a costruire questi attesi depuratori.
Ma non disperiamo perché forse questi mancati introiti costringeranno chi di dovere ad accelerare i tempi della loro realizzazione per tornare ad incamerare quelle risorse sempre più necessarie per il mantenimento della “res publica” perennemente in….(è proprio il caso di dirlo)…bolletta!

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