martedì 9 giugno 2009

Stress acuto e cronico nel bovino


Benvenuto, caro Allevatore
La mattina mi alzo molto presto, mi faccio un caffè e poi monto sul mio Doblò. Dietro mi porto sempre la mia arla motorizzata. Strumento di lavoro fantastico.
Tutti i giorni vado in stalla, la stalla del cliente.
Chi sono? Sono un veterinario, e più precisamente un veterinario buiatra, e ancora più precisamente un buiatra podologo.
Piacere, mi chiamo Andrea. Andrea Cerrone, medico veterinario, e questo è il mio blog.
Ho deciso di aprire questo piccolo spazio per cercare di aiutare i giovani allevatori ad orientarsi tra nomi e malattie con le quali hanno a che fare quotidianamente ma che tuttavia, contro ogni più logica aspettativa, sono fonte di molta confusione.

L'ho visto e verificato tante volte, con i miei stessi occhi. Malattie comuni (oserei dire banali) che hanno un grande impatto economico sulle aziende e che per questo dovrebbero essere conosciute perfettamente, vengono trascurate o completamente ignorate dagli stessi operatori del settore. Concetti che dovrebbero essere ovvi sono invece sconosciuti, pratiche che dovrebbero essere una routine sono al contrario eccezionali, la logica della tradizione sostituisce interventi moderni e attuali. Signori, sto parlando delle vostre mucche e dei vostri soldi.
Scriverò per voi solo di piedi, perché il mio lavoro è questo: la podologia bovina.
Mi rivolgo ai giovani allevatori perché so per certo che quelli meno giovani non amano affatto internet e non c'è in questo modo alcuna possibilità che io li raggiunga. Ma voi altri, sotto i trentacinque forse, datemi retta: leggetemi e non ve ne pentirete mai.
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Le tue mucche sono stressate?
Beh, può essere... pazienza. Chi non lo è?
Sbagliato!
Lo stress delle tue mucche si traduce in una diminuzione del tuo guadagno. Come mai?
Semplice: lo stress abbassa le difese immunitarie, aumenta il numero dei capi malati e diminuisce la resa produttiva in generale. Meno latte, meno fertilità, maggiori costi per i farmaci.
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Definiamo che cosa è lo stress
Lo stress è una risposta adattativa dell'organismo, nei confronti di eventi avversi, sul lungo termine. Complicato? Adesso lo spiego, come ci riesco. Ma prima voglio parlare di una cosa che non è proprio stress, ma che comunque è una risposta adattativa nei confronti di eventi avversi. Non sul lungo termine, però, ma sul breve termine. Di questa reazione devo parlare perché qualcuno la chiama stress acuto, ma sarebbe meglio chiamarla reazione di lotta-fuga.

Stress acuto o reazione di lotta-fuga
Facciamo un esempio pratico. Parliamo di me. Se mentre me ne vado in giro bello e tranquillo con il mio Doblò e la mia arla, un giorno qualunque mi capita di ribaltare il furgone in autostrada (tipo il 2 luglio di quest'anno) e spaccare tutto (tutto: arla, carrello, furgone), cosa succede, proprio in quel momento lì? E' ovvio: mi viene una paura e una rabbia fottuta. La pressione sanguigna schizza alle stelle, il cuore va all'impazzata e per i primi dieci minuti non riesco nemmeno a fare il numero di telefono di casa tanto mi tremano le mani. Dal punto di vista ormonale, si tratta di pura adrenalina. L'adrenalina rimane in circolo per un bel pezzo, per cui quella notte lì faccio fatica a dormire. Il giorno dopo l'adrenalina è scesa, non c'è più, e mi assale una stanchezza bestiale.
Questo fenomeno come già accennato non si chiama propriamente stress, in quanto è un fenomeno decisamente acuto, momentaneo e (vivaddio) irripetibile. Lo stress, per definizione, è una situazione di lunga durata, non di breve durata. Questa invece è una reazione adattativa dell'organismo di durata molto breve. E' una reazione che serve ad essere più pronti per la lotta o per la fuga. Il cuore accelera e pompa sangue ai muscoli, diminuisce la percezione del dolore, i vasi sanguigni superficiali si stringono di modo da diminuire il sanguinamento di eventuali ferite. Il nostro corpo come vedete è fantastico, molto ben equipaggiato ed organizzato.
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Lo stress acuto (reazione di lotta-fuga) e le tue mucche
Per quanto mi riguarda, nel mio lavoro, lo stress acuto lo vedo in alcuni casi quando metto in arla la vacca. Non accade sempre, ma a volte l'animale entrando nell'arla si sente davvero in pericolo di vita. E' adrenalinico, non capisce cosa deve fare e si possono creare situazioni un po' pericolose, sia per la vacca, sia per chi ci sta intorno.
Naturalmente l'arla di per sé non è né buona né cattiva per una mucca che non l'ha mai vista. Il problema è che a volte la mucca la conosce già e la associa ad una brutta esperienza. E' un po' come per noi la paura del dentista. Ci ricordiamo di quella volta, magari da bambini, che abbiamo provato dolore su quel diavolo di lettino, e ora solo l'odore della sala d'aspetto di un dentista ci fa venire i sudori freddi.
La cosa peggiore è mettere in arla una mucca che è già stata dolorosamente curata da personale non esperto, e magari di indole un po' nervosa. Mi sono capitati animali di questo tipo: solo a vedere l'attrezzatura scappavano in fondo alla stalla. In alcuni casi mettere in arla questi soggetti è un vero delirio.
Comunque sia, in questo stress acuto, il quadro ormonale è caratterizzato dalla produzione di ormoni come l'adrenalina che mettono l'animale in uno stato di allerta preparandolo a combattere o a fuggire. Per il mio lavoro, lo stress acuto ha due aspetti da tenere in considerazione: il primo è che la mucca potrebbe decidere di caricare o di scappare e creare situazioni potenzialmente pericolose. Altre volte una mucca in preda al terrore ti fa perdere una vagonata di tempo. Presente vero la vacca che si sbatte a terra, in arla, e non c'è più verso di farla alzare? E non c'è pila, non c'è urlare, non c'è spingere. Niente, quella non si muove più, come fosse paralizzata. Poi dopo un'ora ti rassegni a tirarla fuori con il trattore. Prendi il trattore, la tiri fuori dall'arla, la metti insieme alle altre e quella... come niente fosse si alza e se ne va. Ecco, a volte capita questo, nello stress acuto di una mucca.
Una volta ho visto un documentario sull'Africa. Mi è rimasto impresso. C'era un grosso bovino selvatico, una specie di bufalo che era stato aggredito dai leoni. Ormai non aveva possibilità di salvarsi perchè i leoni lo avevano buttato a terra e circondato. Beh, quel povero animale veniva divorato vivo e non faceva più nulla per difendersi. Immobile, con lo sguardo vitreo, la testa sollevata, assolutamente ancora vivo, si lasciava sbranare i quarti posteriori senza fare niente. I grossi erbivori a volte hanno questo comportamento.
Il secondo aspetto dello stress acuto in arla riguarda la gravidanza. Non mi è mai successo che un animale gravido abbia abortito dopo un intervento di podologia, ma per non sbagliare, io una vacca vicina al parto in arla non ce la metto. Non si sa mai.

Stress propriamente detto
Ok. Andiamo avanti. Parliamo di un personaggio di fantasia, che si chiama Pino. Pino per andare al lavoro tutti i giorni, è costretto a fare una strada lunghissima, molto trafficata, piena di semafori bastardi, di quelli che sicuramente gli fanno recapitare una multa alla settimana. Poi sul posto di lavoro è sempre un delirio, una fatica, una difficoltà. E poi Pino non guadagna nemmeno troppo bene.
Finalmente però Pino torna a casa, è sera.
Che bello... a casa. E invece... purtroppo anche a casa non va bene.
Perché anche la moglie di Pino ha qualche problema, è sempre arrabbiata, la cucina è fredda e la casa in disordine e i bambini piangono e fanno mille capricci fino alle undici di sera.
Come si chiama una vita del genere? E' evidente che Pino non può andare avanti così. E invece no, Pino va avanti così per un bel pezzo.
Ma come fa a non morire dopo tre giorni?
Perché il suo corpo si adatta alla situazione cronicamente disagevole, attraverso lo stress.
Lo stress è come si sente Pino.
Un po' depresso, spesso stanco, nervoso, poco produttivo. Ma in compenso non è morto: riesce a sopravvivere alla sua vita durissima. Lo stress, infatti, è un fenomeno cronico che ci permette di sopravvivere alle situazioni difficili sul lungo termine.
Sul brevissimo termine (tipo un incidente con la macchina o andare sulle montagne russe) spariamo adrenalina e schizziamo alle stelle. Sul lungo termine (tipo la tragica vita di Pino) il nostro corpo produce quintali di cortisolo e ci fa tirare avanti. Lo stress è l'adattamento del nostro corpo ad una situazione difficile che sembra non finire mai.
Lo stress è tirare avanti nonostante tutto. Lo stress è: mi piego per non spezzarmi.

Lo stress cronico (stress propriamente detto) e le tue mucche
Abbiamo detto che lo stress è una condizione che riguarda le persone che si trovano in situazioni cronicamente disagevoli. Lo stress però non riguarda solo le persone, ma riguarda anche gli animali. Qualsiasi animale infatti può essere costretto in una vita piena di difficoltà (proprio come quella di Pino), senza via di uscita, alla quale piegarsi e adattarsi. Mi piego per non spezzarmi.
Lo stress è una condizione che anche negli animali modifica il comportamento e l'assetto ormonale di chi ne è colpito, proprio come accade nelle persone. Gli animali sono stanchi, nervosi, si ammalano più facilmente e dal punto di vista produttivo rendono meno.
Perché le mucche vengono colpite dallo stress?
Caro Allevatore, io lo so che tu lo sai. Pensaci un po'.
Le tue mucche si devono adattare passivamente a molte situazioni difficili: sovraffollamento, pochi posti comodi dove riposare, cuccette inadeguate, pavimenti duri e bagnati che fanno ammalare i piedi (ah, l'erba soffice dei pascoli), e se i piedi sono malati la mucca deve convivere con il dolore, sempre. E che dire di quando il personale di stalla usa le maniere brutte e le mucche hanno paura degli uomini? Si tratta di erbivori, animali abituati a ragionare come delle prede e capaci di avvertire in modo acuto il pericolo e la paura, senza però potersi allontanare da quell'ambiente spinoso. Poi ci sono le variazioni climatiche e il caldo torrido della Pianura Padana e gli insetti... insomma, ce n'è così per dire che a volte le mucche in allevamento non fanno una gran vita.
Quando le mucche devono convivere con diversi elementi stressanti, come quando sono presenti molte condizioni ambientali sfavorevoli al loro benessere, iniziano a produrre l'ormone dello stress: il cortisolo. Il cortisolo è come il cortisone e viene prodotto da un paio di ghiandole poste vicino ai reni, le ghiandole surrenali.
Il cortisolo permette alle mucche di entrare in uno stato di resistenza, una sorta di messa in economia, in cui tutte le attività non strettamente necessarie all'animale vengono più o meno diminuite. Di cosa sto parlando? Di segnare i calori, produrre latte, carne, iniziare o portare a termine una gravidanza. Se una mucca deve pensare più che altro a sopravvivere, è chiaro che mettere al mondo un vitellino è decisamente secondario, figuriamoci se è possibile produrre 60 litri di latte!
E' un po' come quando un'azienda entra in un periodo di crisi. Si cerca di risparmiare, mettere in cassa integrazione, tirare la cinghia, sopravvivere e stare a vedere cosa riserva il futuro. Si tratta in ogni caso di un mancato guadagno, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore delle ipotesi si va in perdita.
Questo, tornando alle nostre mucche, riguarda la scarsa resa produttiva. In azienda lo stress determina in primo luogo una diminuzione della produttività. Ma non si tratta solo di questo, purtroppo. Infatti il cortisolo, oltre a “mettere in economia” la mucca, a lungo andare la rende debole e poco resistente alle malattie, danneggiandone il sistema immunitario.
Il sistema immunitario è quel complesso di funzioni che ci permette ad esempio di guarire da un raffreddore e di non beccarci la polmonite ogni volta che prendiamo un po' di freddo.
Un animale stressato invece è maggiormente esposto a tutti gli attacchi biologici e rischia di prendersi una qualunque delle mille schifezze che si trovano nell'ambiente: batteri, virus, parassiti... Di schifezze in una stalla ce ne possono essere davvero molte, soprattutto per terra, dove la mucca ci cammina. Dei bei piedini pareggiati e sani però fanno fatica ad ammalarsi...
Torniamo allora alle unghie delle nostre mucche.
Una fonte di grande stress ad esempio per una mucca è avere male ai piedi, che è una cosa piuttosto facile, vista la pavimentazione di molte stalle. Avere male ai piedi vuol dire fare fatica ad alimentarsi e dover sopportare un dolore costante. I piedi malati sono davvero un bell'esempio di condizione stressante. Spesso però per risolvere basterebbe chiamare il podologo ogni 8 mesi e fargli fare una bella passata di pareggi. In questo modo si prevengono tante lesioni podali e si elimina una bella fetta di problemi. Si risparmia in farmaci e si guadagna in produzione!







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