OrienTan-Express, da Venezia a Istanbul: Sofia


Il treno della speranza è tornato! Più sgarrupato, più arrugginito, piùvecchio di prima!!

Ormai ho la certezza: i vecchi treni della speranza trenitalia vengono venduti alla Serbia… mancano solo le cartine dell’italia in corridoio e i disegnini negli scompartimenti.

Belgrado-Sofia: partenza 7.50, arrivo 14.47

Così c’è scritto sulle bacheche in stazione a Belgrado. Vabbè, 7 ore seduto le posso pure reggere.

Salgo in treno e provo a dormire pure qua.. ma i treni di trenitalia sono sempre stati scomodi.

Nello scompartimento c’è una coppia di anziani serbi, che sembrano simpatici, ma lui appena il treno parte si fa il segno della croce! Devo preoccuparmi??

Il viaggio procede lento e ozioso e caldo… [cazzo… sono su una tratta di trenitalia!] e ovviamente strapieno, con gente ammassata nei corridoi [vedi!??!].

Non succede niente per molte ore [ma non dovevano essere solo 7??] fino al confine con la bulgaria. Lì il treno si ferma, ed inizia fermento in corridoio. Tre donne di mezza età non si danno pace. Fanno avanti e indietro nel corridoio. Poi una entra nel nostro scompartimento e parla ad un tipo seduto vicino al finestrino. Questo si alza, lei entra, sale sul sedile e in un buco nel soffitto dello scompartimento [ci doveva essere una grata, forse]  ci infila pacchetti di plastica nera che avevano la tipica forma di stecca di sigarette. Poi scende, e fanno sedere lì un’anziana.

Arrivano i poliziotti [serbi prima, bulgari dopo] con manganelli, metal detector, tutti belli incazzati, e ci controllano i passaporti.

Momenti di tensione quando uno dei poliziotti inizia a guardare nel buco, ma poi vanno tutti via, il treno riparte e le donne tornano a riprendersi la loro merce.

Cosa significa questo? Che sono su un treno della speranza diretto a Brindisi, no? 😛

Arriviamo a sofia alle 19.30 locali.. dopo quasi 11 ore di viaggio.. non ce la faccio più a viaggiare.

Cammino verso il centro, e vedo solo case fatiscenti… mi sa che è un po’ povera sta Sofia. Vedo un ostello, ci entro, prendo una stanza… sgarrupatissima. Mi sembra i primi tempi a Toronto, ma almeno qui le stanze hanno le finestre 😛

Mollo tutto e mi faccio un giro… verso il centro la città è più moderna, più assalita dall’occidentalismo: McDonald, Subway, D&G, Gucci… e 100 mt più lontano case fatiscenti.. mah

Sofia è piccolina e si può girare a piedi.. se sai dove devi andare. Non sono riuscito a trovare una di quelle mappe per turisti con le cose da vedere… dovevo guardare la mappa su internet e poi cercarla a memoria…

Qualcosa sono riuscito a trovare… ma per il resto ho vagato senza meta, in posti dove i turisti non ci vanno 😛

Ma è sempre stato tutto tranquillo.

Mo sono in stazione aspettando il treno per Istanbul.. devo aspettare 2 ore, ma non ce la facevo a girare con lo zaino. Le spalle tra un po’ si staccano e mi mandano a cagare.

Qualche fotina.

Ps. Ho detto che fa caldo pure qua?? I prossimi viaggi solo d’inverno, ziofà!


12 risposte a “OrienTan-Express, da Venezia a Istanbul: Sofia”

  1. Ti sbagli… sono i vecchi treni Serbi che vengono venduti a trenitalia… le cartine le aggiungono dopo (e anche i murales purtroppo :()

  2. ah.. sul tabellone qua a Sofia, il treno da Belgrado di solito arriva alle 17.47, non alle 14.47 come dicono a Belgrado.
    E comunque ieri è arrivato con 2 ore di ritardo… ziofà

  3. …è il cambio di fuso orario tan! 🙂 …belin ma quanto scrivi!! e che belle foto! alla grande e… che la forza sia con te! …soprattutto nelle spalle 😀

  4. ..chissa perché mi immaginavo Tan come Val Kilmer in “Top Secret” (filmone da oscar) durante l’ ispezione in treno dei nazisti?? – Ich habe ein schon wrad wuster in mein loderhose –

  5. Un uomo maturo con un orecchio acerbo

    Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
    vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
    Non era tanto giovane, anzi era maturato,
    tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
    Cambiai subito posto per essergli vicino
    e poter osservare il fenomeno per benino.
    “Signore, – gli dissi – dunque lei ha una certa età:
    di quell’orecchio verde che cosa se ne fa” ?
    Rispose gentilmente: ” Dica pure che son vecchio.
    Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
    è un orecchio bambino, mi serve per capire
    le cose che i grandi non stanno mai a sentire:
    ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
    le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
    capisco anche i bambini quando dicono cose
    che a un orecchio maturo sembrano misteriose.”
    Così disse il signore con un orecchio acerbo
    quel giorno sul diretto Capranica – Viterbo.

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