giovedì 14 dicembre 2006

LE COPERTURE

Le coperture degli edifici rurali della Valle del Liri, sono generalmente formate da una struttura portante in legno di castagno o quercia e manto in coppi di argilla.
I tipi di coperture riscontrati sono, come già classificati nelle famiglie morfologiche,
1) a una falda
2) a due falde
3) plurifalde .
Nelle coperture a una falda,la struttura lignea portante risulta costituita da travi intermedie parallele ai due muri perimetrali.
Nelle coperture a due falde,la pendenza si attesta intorno al 30-35%, limite massimo che non permette lo scivolamento dei coppi.
La struttura portante è costituita da una trave di colmo centrale longitudinale incastrata nel timpano dei muri trasversali cui si affiancano parallelamente travi laterali di falda.
Per gli edifici con copertura a due falde pluricellulari ed anche per gli edifici plurifalde, la trave di colmo risulta sostenuta da un muro “di spina” ortogonale o più raramente da un’incavallatura lignea che suddivide trasversalmente il corpo di fabbrica.
Le travi presentano una sezione piuttosto irregolare, approssimativamente rettangolare o circolare, dallo spessore di circa 25 o 30 cm.
Molto raramente, negli edifici rurali di quest’area, rileviamo la presenza di travi-dormienti di bordo per cui la parte terminale di falda, a livello della gronda, poggia direttamente sul muro perimetrale.
Le teste delle travi sono spesso visibili esternamente in quanto uscenti dallo spessore della muratura stessa.
L’accorgimento permette la respirazione della parte terminale della trave, piuttosto delicata,evitandone o limitandone la marcescenza.
Esso si ottimizza con l’inserimento di una pietra di appoggio unica al di sotto della trave in modo che sia evitato il contatto con la malta, e a volte con una pietra più sporgente nella muratura che la protegge superiormente dalle intemperie.
Le orditure secondarie sono costituite da travetti trasversali dai 7/8 cm di spessore posti a un interasse di 40 cm su cui vengono poggiati ortogonalmente i coppi.
E’ presente anche la possibilità di sovrapporre un’ulteriore orditura di listelli di 2/4 cm di spessore a sezione rettangolare o triangolare detti “schiavarotti” e di portare a 1m o 1,20m l’interasse dei travetti.
Molto spesso, immediatamente al di sopra delle travi sono posti dei travetti trasversali molto ravvicinati, nel cui vuoto è contenuta un’intera fila di coppi.
Non si sono mai trovati tavolati tra le travi e il manto,più che altro degli incannucciati nudi o inglobati in un materiale legante come calce o gesso.
Gli unici tentativi di coibentazione del tetto si realizzano tramite l’interposizione di un solaio ligneo intermedio e con l’accumulo della paglia nel sottotetto.
Il montaggio dei coppi procede progressivamente dalla linea di gronda al colmo,utilizzando un filo di riferimento e viene chiuso superiormente con una fila di coppi ortogonali all’andamento del tetto.
Eventuali fuori squadro della falda vengono corretti da un adattamento localizzato dei coppi che sono tenuti più o meno ravvicinati a seconda delle esigenze.
Per agevolare la posa, si dispongono i coppi accatastati lungo la pendenza, appoggiati su alcuni coppi trasversali che ne evitano lo scivolamento.
La pendenza delle falde si attesta intorno al 30% che permette un buon deflusso delle acque meteoriche ed evita lo scivolamento dei coppi.
Contemporanea al montaggio del manto era altresì la posa delle pietre lungo la prima fila di coppi a livello della gronda, che serviva ad impedire il sollevamento dei coppi dovuto all’azione del vento.
Lo sporto dei coppi risulta decisamente minimo, quasi a filo parete, mentre diventa rilevante con l’impiego della romanella.

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