Il 31 dicembre 2010 è inteso come termine per l'inserimento nel DVR della
programmazione temporale delle attività e delle azioni che l'istituto ha in
animo di realizzare al fine di valutare i rischi da stress lavoro-correlato e
dell'indicazione dei termini entro cui tale valutazione sarà completata. Anche l'ITIS
FERMI ha attuato una strategia di analisi per
individuare i punti cruciali e si impegna a monitorarli con cadenza almeno annuale.
Ma cos’è, in definitiva, lo “stress lavoro-correlato”?
La legge non lo definisce, e, d’altronde, anche nel linguaggio corrente si parla comunemente di stress in termini vaghi e imprecisi.
Peraltro, è anche vero che le situazioni possono essere tante e forse era meglio non fissare dei paletti letterali troppo rigidi. Il testo legislativo, pertanto, si limita a rinviare ad un documento sull’argomento, elaborato nel 2004 in occasione di un accordo a livello europeo fra associazioni di imprenditori e sindacati dei lavoratori.
In questa sede, si definì lo stress lavoro-correlato come “una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica e sociale”, derivata dal fatto che “taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro”.
Non va confuso con il mobbing, che è un concreto atteggiamento negativo posto in essere dai colleghi o dal capo; lo stress, peraltro, può benissimo essere causato da mobbing, ma non necessariamente: una persona può essere stressata anche nell’ambiente lavorativo più amichevole, soprattutto quando alla base vi siano sue fragilità psicologiche.