Anche Ceuta punta sull'archeologia subacquea e promuove una mappatura dei fondali

Piccola roccaforte europea in terra d'Africa, Ceuta, città autonoma spagnola, come Melilla, sulla costa marocchina, ha deciso di investire 60.000 euro per la realizzazione di una Carta Archeologica Subacquea. Favorita da una posizione invidiabile sulla sponda meridionale dello Stretto di Gibilterra, di fronte alla rocca britannica, dove le acque dell'Oceano si mescolano con quelle mediterranee del Mare di Alboran, la città di Ceuta veglia da secoli sulle lunghe file di navi che varcano le Colonne d'Ercole. Più che lecito, dunque, pensare che nelle sue acque, come, in quelle delle altre terre che si affacciano sullo Stretto (Portogallo, Marocco, Andalusia, Gibilterra) si celino relitti ancora tutti da scoprire. Conoscere il proprio patrimonio sommerso, a fronte di un investimento relativamente modesto, può mettere al riparo Ceuta da casi di spoliazione come quello che pochi anni fa si è consumato a poche miglia marine di distanza, sul relitto della Mercedes, oggetto di una lunga disputa internazionale tra Spagna e Stati Uniti. Recentemente, alcune indagini condotte da una ditta andalusa avevano identificato un relitto portoghese del XVI secolo, ma le operazioni di mappatura previste potranno certamente dare molto di più.

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