LA VOCE


I PERCHE’ DI UNA NUOVA ASSOCIAZIONE

L’A.I.E. e la nuova realtà delle comunità italiane all’estero

I termini "emigrazione" e "emigrante" appartengono al passato. Abolita la retorica di un misticismo ideologico che i giovani non comprendono più, i tempi si sono fatti maturi per affrontare una dinamica tecnologica che è l’essenza stessa del nuovo secolo che è alle porte. Aperta e franca collaborazione con Enti ed Associazioni già operanti fra i sessanta milioni di italiani "oltre frontiera"

 

FRANCO SANTELLOCCO

 

La seconda Conferenza nazionale dell’emigrazione, inaugurata alla presenza del Capo dello Stato, ha chiuso i suoi lavori a Roma il 3 dicembre scorso avendo dibattuto di fronte a circa 1100 delegati pervenuti da 35 Paesi, oltre agli osservatori, invitati, giornalisti e con la partecipazione attiva, ai massimi livelli, delle forze politiche, sociali ed economiche: duemila persone che hanno svolto "un’analisi e una verifica del fenomeno migratorio, sia nei suoi aspetti tradizionali che in quelli nuovi, e delle evoluzioni intervenute successivamente alla prima Conferenza nazionale dell’emigrazione, al fine di delineare una politica in favore degli italiani all’estero".

Gli interventi e i dibattiti hanno, ancora una volta, posto in evidenza come varie, complesse ed articolate siano le situazioni esistenti nelle realtà di ogni singolo Paese e spesso differenziate anche all’interno dello stesso Paese di accoglimento.

La realtà delle comunità italiane all’estero è oggi profondamente mutata e diversificata in molteplici aspetti. Eppure, i problemi connessi alla prima emigrazione, quella storica, sono ancora in larga parte non risolti, le aspettative dei nostri connazionali all’estero disattese. La compresenza di vecchio e di nuovo (emigrazione tecnologica e intellettuale) ha attratto e stimolato l’interesse di un gruppo di professionisti, titolari di azienda, dirigenti industriali ed altri, a vario titolo fortemente impegnati anche fuori dei confini nazionali, a costituire a Firenze l’A.I.E. - Associazione Italiani all’Estero: un gruppo di amici che hanno avuto modo di vivere da vicino le varie realtà etnico politico sociali e le difficoltà, piccole e grosse, che ne derivano.

L’A.I.E. nasce quindi in un’epoca tecnologicamente avanzata, un’epoca nella quale i termini stessi di "emigrazione" ed "emigrante" risultano essere quanto mai anacronistici e certamente affidati al passato: l’associazione, nell’intento dei suoi soci fondatori, vuole essere una realtà viva e stimolante, un punto di riferimento per i lavoratori italiani impegnati all’estero, sessanta milioni di persone che rappresentano un’altra Italia che vive i sentimenti nazionali con ammirevole vigore, trasporto e nostalgia. Un’associazione quindi che non vuole sostituirsi alle quasi 10.000 esistenti, prevalentemente a carattere regionale, provinciale, locale, o attive nei Paesi di accoglimento, ma un’associazione a carattere nazionale che vuole essere anche forza dinamizzante, di stimolo cioè a superare quella "mistica dell’emigrazione" nella quale molte ancora si rifugiano e che le nuove generazioni non comprendono e rifiutano. A carattere nazionale e, in quanto tale, punto di raccordo per le benemerite associazioni esistenti recuperandone esperienze e "cultura"; in altri termini, una collaborazione aperta e franca, un’unione di forze capaci di migliorare e potenziare l’aiuto agli italiani "fuori d’Italia". L’Associazione Internazionale Toscani nel Mondo A.I.T.O.M. e l’Associazione Italiani nel Mondo A.I.M., due associazioni culturali fiorentine, hanno recepito immediatamente il messaggio dell’A.I.E. e una fattiva collaborazione è stata già avviata; così come pari iniziative sono già in corso con l’Associazione Abruzzesi in Svizzera e con altre associazioni costituite in Marocco, Tunisia, Egitto, Canada, Australia, Venezuela, Cile, Stati Uniti, Francia, Germania, ecc.

Dinamizzante e di stimolo anche per una migliore presa di coscienza del fenomeno migratorio da parte dei cittadini che vivono "questa Italia", di questo fenomeno che tanto ha contribuito alla trasformazione del tessuto sociale ed economico sia del nostro Paese che di quello dei Paesi di accoglimento. Si pensi alle rimesse di valuta da parte dei nostri lavoratori all’estero, alla minor pressione occupazionale conseguente alle loro partenze, al forte contributo da loro dato allo sviluppo dei Paesi nei quali hanno operato ed operano.

L’A.I.E., presente alla seconda Conferenza di Roma, ha posto l’accento sui problemi legati all’emigrazione tradizionale e alla nuova esperienza migratoria, formata da operatori che stipulano joint venture e attività contrattuali imprenditoriali, da maestranze specializzate, economisti, ingegneri, ricercatori. Ha richiamato le tematiche di più ampio respiro, dalla riforma della legge sulla cittadinanza, alle anagrafi, al censimento, al voto in loco, allo sviluppo della cultura e delle scuole all’estero. Nella prima commissione di lavoro l’A.I.E. ha fatto riferimento più segnatamente alla emigrazione tecnologica contemporanea, ai nuovi strumenti di vigilanza e di tutela che si impongono alle strutture privatistiche, le quali non possono delegare in toto alle istituzioni la soluzione dei problemi che esse stesse hanno, di fatto, ingenerato nel processo di esportazione di macchinari e tecnologie. I problemi sono ancora più delicati e complessi laddove vengono toccati valori umani quali la libertà personale del singolo nel contesto delle realtà giuridico amministrative del Paese di accoglimento. È stata proposta la creazione di un "fondo di solidarietà" fra le imprese ed ha chiesto che l’intervento politico, avviato in questi ultimi anni, sia intensificato ed aiutato con strumenti finanziari adeguati.

Poche sono le società, le imprese che "assistono" efficacemente il proprio personale nel loro più o meno lungo periodo di permanenza all’estero, creando un habitat locale idoneo a superare meglio il periodo di distacco dall’Italia. Noi abbiamo avuto modo di visitare le "basi" del Nuovo Pignone di Firenze, sia ad Hassi Messaoud che ad Hassi E’Mel, nel Sahara algerino: maestranze impegnate nella realizzazione di opere tecnologicamente avanzate, all’avanguardia nel mondo, che trascorrevano il loro tempo libero in modo sereno e di recupero, grazie alle strutture di svago che la società aveva creato in pieno deserto e messo a loro disposizione. Il medico fiorentino della base ci confermò che le condizioni fisiche e psicologiche del personale, anche per lunghe permanenze, si mantenevano mediamente buone. I soci fondatori, oltre al primo apporto finanziario, mettono a disposizione di tutti coloro che si rivolgeranno all’associazione, la loro esperienza manageriale accumulata a diversi livelli di operatività nei vari Paesi del mondo. Inoltre, per meglio rispondere alle esigenze delle nuove situazioni, l’A.I.E., dispone di un "Comitato di Consulenza Giuridica" al quale, per ora, hanno aderito legali di Torino, Firenze, Avezzano, Siracusa. Su questo giornale saranno dibattuti gli argomenti propri al fenomeno migratorio, vi saranno offerte di lavoro di società italiane, atte a facilitare un reinserimento in Patria, o opportunità di lavoro all’estero, a seguito di imprese italiane impegnate nella cantieristica.

Sempre sul giornale, appare una rubrica di consulenza (gratuita) di natura fiscale e commerciale, specifica per i cittadini iscritti all’A.I.R.E.. Con i suoi articoli culturali diversificati, il giornale si prefigge anche di mantenere vivi i legami con l’Italia. La pubblicazione è destinata essenzialmente agli italiani sia di prima che di seconda generazione; naturalmente, sarà inviato anche ai residenti temporaneamente all’estero. L’iniziativa ha già avuto incoraggiamenti concreti da parte di talune istituzioni, oltre ad operatori privati di alcune regioni.

Parole di attento incoraggiamento ci sono venute anche da varie forze politiche e sociali, che, sia a Roma, in occasione della seconda Conferenza, che successivamente, hanno manifestato vivo sostegno al programma che stiamo portando avanti.

 

F.S.

Segretario generale dell’A.I.E.


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