sabato 31 marzo 2012

La storia e l'arte dell'antica Grecia in modo semplice tra vari periodi e stili


Arte e contesto storico nell'antica Grecia
In un periodo storico che va all'incirca dal secolo XIII e sino al XII a.C. una vasta area del territorio greco fu invasa da un popolo di origine indoeuropea. Questo popolo era quello dei Dori i quali arrivarono in grande numero uccidendo e saccheggiando praticamente ovunque, comprese tutte le città che trovavano e i loro poveri abitanti e cancellando in questo modo intere civiltà, antiche e mitiche culture come quelli degli Achei e dei loro storici regni Micenei. A causa di queste barbare invasioni da parte dei Dori il mondo Greco iniziò a conoscere un periodo di grande regressione e grandi problemi che colpì tutti i vari settori della vita sociale compresi quelli culturali ed economici e portando i cittadini greci a un periodo di grande crisi totale conosciuto e indicato poi dagli storici come il “Medioevo ellenico”. Da questo periodo di crisi per i greci si uscirà a poco a poco nel tempo, infatti nei secoli che vanno dal XI al VIII a.C. I popoli sia quello invasore e quelli locali, subiranno una sorta di mescolanza. Le tradizioni, le varie culture e le conoscenze delle differenti civiltà si integreranno tra di loro e queste influenze alla fine porteranno a un importante imput che servirà al grande “risveglio” e allo sviluppo economico e culturale dell'intero paese. In questo modo nasce una nuova civiltà, quella che la storia conosce come la Civiltà greca o anche Ellenistica che in modo graduale riuscirà a crescere ed a espandersi sino a diventare una vera e propria potenza politica, economica e culturale, con Colonie in Oriente e anche nell'Italia Meridionale che noi conosciamo per aver studiato a scuola come la Magna Grecia (a lato la celebre Venere di Milo Museo del Louvre).

I vari villaggi vicini nel territorio greco iniziano ad unirsi tra di loro, probabilmente per difendersi meglio dagli attacchi di avversari e in questo modo iniziano a nascere numerose “Poleis” dal nome greco, che ha il significato di città stato. In queste moderne città per l'epoca, che divennero un centro politico autonomo e indipendente, si inizia a passare da un Governo di pochi nobili ad un Governo ove partecipano in molti alla vita politica (non solo le famiglie nobili), dando vita ad una sorta di prima antica democrazia. Queste Polis erano organizzate intorno a due principali aree molto differenti tra di loro. L'Acropoli dedicata al culto e che era considerata il vero luogo sacro, con i Templi per i riti verso gli dei greci e l'Agorà che invece era la piazza principale della città, dove vi era il grande mercato e tutta una serie di edifici pubblici utili per i cittadini greci. Tra queste città-stato della civiltà della Grecia antica, sicuramente le più famose che possiamo ricordare sono Sparta e Atene. Di queste Atene col tempo diventerà una importante città, con una vera e propria democrazia e con l'aiuto di un celebre personaggio storico, Pericle raggiungerà il suo massimo sviluppo e splendore negli anni che vanno all'incirca dal 460 al 429 a.C. Purtroppo come sempre vi saranno contrasti tra le Poleis che sfoceranno in brutali guerre. Esempio famoso che troviamo in celebri poemi è quello tra le città di Atene e Sparta che durerà molti anni con un contributo di sangue da parte dei soldati spaventoso. Dall'indebolimento delle due città dovuto a questa lunga guerra, vedremo che altri conquistatori approfitteranno di loro, come i Macedoni che era un popolo che veniva dalle Regioni del Nord della penisola Greca. Insieme al grande loro sovrano Alessandro Magno, questo fiero e combattivo popolo del Nord della Grecia riesce a sottometterli e a dominarli nel 336 a.C. Si entrerà in contatto con le tradizioni orientali e in questo modo inizierà a nascere una nuova e importante cultura, la civiltà Ellenica che durerà a lungo sviluppando vari campi come l'arte e l'economia.

L'arte della Grecia antica

Sin dall'origine e fino al periodo ultimo della civiltà greca troveremo che il pensiero dei greci è soprattutto rivolto ad indagare in modo preciso e obiettivo, la vera natura umana. La civiltà greca cerca di esplorare le varie leggi che governano i mondo naturale che li circonda, perché da esse derivano tutte le norme o le regole religiose, morali e anche estetiche, che sono fondamentali per il loro vivere bene. Da tutto questo partiranno i vari artisti greci che poi riusciranno a ricavare delle regole e dei principi importantissimi, che diventeranno i punti fermi per tutta l'arte greca in genere e che in futuro saranno ripresi più volte da altri importanti artisti. Questi punti fondamentali per l'arte greca si baseranno soprattutto sull'armonia, l'equilibrio e le perfette proporzioni degli elementi e delle forme artistiche. Si inizierà a realizzarsi delle città e degli edifici che saranno a misura d'uomo. Grandiose opere d'arte dove la perfezione e l'armonia diventano un simbolo per significare la grandezza e la dignità morale degli uomini stessi. Leggete anche gli articoli la bellezza ideale per i Greci oppure l'arte dei celebri vasi in ceramica greci.

L'arte greca divisa in periodi artistici.

dopo importanti e attente ricerche e studi gli storici e gli esperti d'arte hanno diviso in alcuni lunghi o brevi periodi lo sviluppo e le varie fasi dell'arte e della cultura dell'antica Grecia, con la nascita di stili nuovi e che noi semplifichiamo e elenchiamo qui sotto (potrete andare a leggere alcuni articoli cercando tra i termini arte greca o i nomi dei periodi nella colonna a lato).

Periodo chiamato di formazione che si divide tra il periodo geometrico (IX-VIII .C.) e il periodo orientalizzante (VII a.C.).

periodo dell'Età Arcaica che va dal 600 al 400 a.C.

L'importante periodo conosciuto come l'Età classica in cui troviamo lo Stile severo (480-450 a.C.), il Periodo classico (450-400 a.C.) e il Secondo classico (IV secolo a.C.).

Età Ellenistica che va all'incirca dal 323 sino al I secolo a.C.

Vi porgo un saluto e vi ricordo anche che trovate tra le pagine in alto delle liste con altri interessanti articoli che descrivono per l'arte questo o altri periodi della storia.


La rinascita dell'arte greca e il periodo geometrico


Dopo la fine della civiltà Micene vi fu in tutto il territorio greco un vero e proprio arretramento culturale, artistico e sociale degli abitanti locali. In questo periodo di “buio” scomparvero quasi del tutto le sculture e le architetture del tipo monumentali, cioè quelle realizzate con grandi dimensioni dell' arte greca. Soltanto dalla fine del XI secolo a.C. in poi il grande commercio dell'artigianato greco iniziò anche verso terre molto lontane dando un imput importante ad una nuova produzione e lavorazione della ceramica artistica e quindi dei vasi, che venivano lavorati al tornio e poi decorati e dipinti da abilissime mani di artisti con delle decorazioni di motivi o figure.

Del primo periodo conosciuto come protogeometrico non si hanno molte testimonianze o reperti storici. Nel periodo successivo invece che va all'incirca dal IX al VIII secolo a.C. conosciuto col nome di Geometrico, gli artisti greci creano e sviluppano un importante stile artistico molto bello e decorativo, che veniva usato soprattutto nella produzione di preziosi vasi in ceramica che venivano dopo decorati da abili artigiani con dei motivi appunto geometrici che diventeranno col tempo famosi e dei veri “classici” anche per noi (da qui deriva il nome di questo periodo). Tra i principali motivi decorativi che ritroviamo nei vasi greci ritrovati troviamo quello a scacchi, a cerchi concentrici, con triangoli, con dente di lupo e poi quelli che a parer mio sono forse i più usati e riconoscibili cioè le greche e i meandri. Sotto vediamo uno semplice schizzo di esempio di questi motivi decorativi appena citati.





L'anfora monumentale di Dipylon dell'arte greca durante il periodo geometrico.

In questo periodo dell'Età geometrica greca vediamo anche il ritorno da parte degli artisti alla produzione di ceramiche del tipo monumentali (cioè di grandi dimensioni). Un bellissimo esempio di opera con lo stile geometrico-monumentale ci viene dato da una preziosa anfora risalente al 750 a.C. circa, che è stata ritrovata nella Necropoli ateniese di Dipylon (da cui prende il nome l'opera) di cui vediamo un immagine qui a lato (cliccate per ingrandirla un poco). Questa bellissima opera in ceramica dipinta è esposta presso il Museo Archeologico Nazionale della città di Atene. Pensate che questo antico vaso greco è alto circa un metro e mezzo e non era molto facile tecnicamente creare qualcosa del genere. Questo genere di vasi monumentali venivano realizzati quasi sempre per scopi funerei. L'anfora di Dipylon doveva essere usato come “séma” di una tomba femminile, cioè un elemento posto fuori da una tomba (che conteneva l'urna del defunto) e che aveva la funzione di segnalarvi la stessa, rendendola subito riconoscibile. In parole semplici quindi il vaso (séma) era come una sorta di croce con tanto di nome per facilitare il riconoscimento alle persone che volevano visitarla. In questo bellissimo e artistico vaso, vediamo una decorazione geometrica ben precisa, con delle fasce con motivo a meandri che si alternano con altre. Nello spazio tra i manici vediamo anche la scena principale (prothesis), che raffigura l'esposizione pubblica della defunta, collocata su un letto (catafalco) e circondata da numerosi familiari con le braccia alzate per la disperazione che addolorati piangono per la perdita della donna. La scena che serviva nella società greca ad attestare il prestigio e l'importanza di una famiglia è circondata sempre da fasce con motivi geometrici quasi ad accentuare l'isolamento e il dolore delle figure. Queste figure di cui vediamo al centro anche due uomini in ginocchio e due donne sedute, oltre un bambino (forse il figlio della defunta) sono realizzate in modo semplificato. Il torace è un semplice triangolo con le braccia lineari, mentre la testa è data da un piccolo ovale con il mento sottolineato da un puntino.

L'arte greca e l'influsso orientalizzante


Durante il periodo chiamato Geometrico la civiltà Greca ebbe un inizio di ripresa e di sviluppo in vari campi come per esempio quello della cultura e dell' arte. L'economia greca inizio di nuovo a riprendersi da una forte crisi grazie anche al ritrovato commercio con dei Paesi sempre più lontani dal proprio territorio. Nel VII secolo a.C. La Grecia entra in una nuova fase chiamata Età orientalizzante. Questo nome deriva soprattutto perché il mondo greco inizia a pensare e ad agire in grande, commerciando e aderendo a uno stile diciamo più vasto e “internazionale”. Numerosi artigiani e lavoratori immigrarono verso importanti zone del Mar Mediterraneo, portando con se tradizioni e cultura in varie colonie e ricevendo in cambio altrettanto dai popoli di questi territori. Tutto questo influsso orientale e lo scambio tra le culture, fa nascere per esempio nuovi stili e nuove tecniche artistiche in vari territori come quello per esempio della Mesopotamia o in Siria.

Durante questo periodo nascono nuove tecniche artistiche per lavorare i materiali come il bronzo o la pietra. Gli artisti greci e i vasai in particolare, raffigurano lo stile e le iconografie orientali nelle loro opere in ceramica. Vengono raffigurati nei vasi degli animali immaginari sentite in storie e avventure come per esempio i grifi, le sirene o le sfingi, ma interpretandoli in modo del tutto nuovo e originale. Gli artisti greci nell'applicare queste figure nei vasi, inventano alcune nuove tecniche, come quella policroma cioè con più colori, che diviene tipica dello stile Protocorinzio (vedete l'Olpe di Chigi sotto) oppure quella a figure nere caratteristiche dello stile chiamato Protoattico. Nella città di Creta (divenuta celebre nella storia per la produzione dei vasi) nasce la forma d'arte conosciuta come la scultura dedalica che prendeva il nome dal celebre artista Dedalo che era nato in quella città. Nello stile dedalico, le figure raffigurate nelle sculture avevano come caratteristiche principali dei visi triangolari, dei capelli spessi e i vestiti molto aderenti.





Qui sopra possiamo vedere un immagine che riguarda l'Olpe di Chigi, una brocca in ceramica policroma risalente all'incirca al 640 a.C. Questo bellissimo esempio di ceramica orientalizzante corinzia, alta circa 26 centimetri la si può ammirare presso il Museo Nazionale di Villa Giulia di Roma. Questa è una brocca che serviva per versare del vino o dell'acqua e fu realizzata molto probabilmente per un principe etrusco della città di Veio (Roma). Vediamo che è decorata con due grandi fasce con delle figure che la dividono. Quella superiore rappresenta una scena reale di una battaglia tra due schiere di avversari di opliti cioè fanti. La fascia inferiore invece è divisa in due zone o “registri”, di cui la maggiore raffigura una parata di cavalieri con un carro, una scena mitologica e una scena di caccia al leone. Nella zona minore invece vediamo la scena di una caccia tra cespugli. Ciò che salta ai nostri occhi è che la lavorazione artistica e tecnica di quest'opera in ceramica policroma dell'arte greca era davvero a livelli altissimi, oltre che molto raffinata e ricca di dettagli precisi, proprio come era tipico nei lavori corinzi.

Un saluto.

giovedì 22 marzo 2012

La pittura del Settecento attraverso i maggiori artisti dell'epoca


Il Vedutismo o l'arte delle vedute veneziane che faceva tendenza tra i nobili.


Nel corso del Settecento una delle Scuole pittoriche che ebbe un ruolo molto importante non solo in Italia ma anche nel resto d'Europa fu quella veneziana ad opera di alcuni grandi maestri come per esempio Giambattista Tiepolo un artista che presentava nelle sue opere un suo stile molto decorativo e dei colori luminosi.
Infatti questa bellissima città che è Venezia con i suoi canali e i suoi stupendi paesaggi mozzafiato iniziava in quel periodo a essere considerata come lo è anche oggi una delle più belle città del mondo. Questo sviluppo positivo avvenne durante gli anni del secolo Settecento grazie a un aumento del turismo dedicato soprattutto all'arte e facendone di Venezia una delle città più importanti e una delle mete preferite per tutti gli amanti di questo meraviglioso mondo oltre che fonte di grande ispirazione per tanti artisti e per la pittura. In questo periodo nella città veneziana si sviluppa anche un genere tipico dello stile Rococò a cui venne dato il nome di “Vedutismo” per via dei temi principali usati nelle nuove opere che venivano eseguiti da questi artisti. Con il Vedutismo per la prima volta un paesaggio o gli elementi della natura diventano i veri protagonisti dell'opera pittorica mentre la presenza dell’uomo che sino a quel momento era sempre stato usato come il soggetto principale in ogni scena artistica diventa per gli artisti che si ispiravano a questo genere, chiamati "vedutisti" un soggetto diciamo soltanto di contorno, marginale.
Come già accennato questo suggestivo e particolare stile che è il vedutismo si sviluppa soprattutto nella bellissima città di Venezia perché nel Settecento è una delle città italiane che hanno una affluenza di turisti molti dei quali stranieri superiore a tutte le altre. Si diffonde proprio in quel periodo la moda del cosiddetto Grand Tour cioè il Grande giro, dei viaggi organizzati per le più belle città d'Europa tra cui ne faceva parte anche Venezia. Questo Grand Tour infatti era una sorta di viaggio di formazione per i tanti nobili e le persone molto ricche che se lo potevano permettere i quali prendono l’abitudine di acquistare nelle varie città del Tour delle opere e dei dipinti che raffigurano soprattutto dei paesaggi, dei luoghi che loro hanno visitato per poterli mostrare a chi non era potuto andare magari con un poco di orgoglio. Come per noi oggi quando prendiamo dei depliant illustrati, delle cartoline o facciamo delle bellissime fotografie nei posti che visitiamo per poi portarli a casa ritornando dai nostri favolosi viaggi.

Questa nuova moda dei ricchi di viaggiare per le città d'arte favorì nella città di Venezia alcuni artisti tra cui i due più famosi e celebri sono sicuramente il Canaletto (1697-1768) e Francesco Guardi (1712-1793).
Le straordinarie “vedute” nei dipinti dell'artista veneziano conosciuto col nomignolo di Canaletto sono le più fedeli possibili alla realtà. Gli esperti di storia sono grati anche a questi bellissimi capolavori della pittura realizzati dal Canaletto o da Guardi che oggi ammiriamo in alcuni importanti Musei, perché sembrano delle autentiche fotografie del passato con tutti i dettagli, i particolari che ci fanno intuire e capire meglio come era fatto il paesaggio reale di Venezia o ancora quali erano gli usi e i costumi dei veneziani durante il Settecento. Per raggiungere il suo scopo di rappresentare fedelmente la realtà che vedeva l’artista si utilizzava spesso la “camera ottica”. Questa era uno strumento che grazie a un particolare sistema di lenti e di specchi proietta su un foglio l’immagine ridotta di ciò che si vuole poi ritrarre. Con questo strumento il Canaletto riprendeva una serie di scene dal vero, poi nel suo studio le ricomponeva come fosse una specie di fotomontaggio. Ma la realtà così attentamente osservata veniva poi modificava nella fase di ricostruzione seguendo l'ispirazione dell’artista che aveva in quel momento. Vediamo sopra in alto l'opera del Canaletto intitolata Regata sul Canal Grande del 1732 circa.

L'altro grande artista veneziano del Settecento, il pittore Francesco Guardi invece prediligeva le vedute ispirate più dalla fantasia. Questi opere vengono chiamate “capricci” perché combinano insieme elementi del paesaggio reale con rovine ed edifici tratti da luoghi diversi o immaginari. Le vedute di Guardi sembrano così dei quadri con paesaggi quasi irreali, anche perché le forme non sono nitide e la luminosità è spesso soffusa. I colori spesso in queste opere sono molto tenui e le figure sono a volte appena abbozzate.

Vediamo sotto un particolare dell’illustrazione Il Rio dei Mendicanti olio su tela Bergamo di Francesco Guardi.



La pittura in genere nel Settecento.

Nella pittura del Settecento oltre al già accennato Vedutismo veneziano troviamo anche altri generi pittorici che si svilupparono e influenzarono nuovi artisti come per esempio quello del ritratto, le nature morte o le scene di vita quotidiana che rispondono in pieno al desiderio illuministico di indagare la realtà che ci circonda.

In particolare i dipinti realizzati con delle scene di vita quotidiana tendono a documentare i caratteri della società settecentesca, divenendo a volte dei veri e propri documenti storici che testimoniano il periodo. Per esempio i dipinti dell’illustratore inglese William Hogarth (1697-1764) hanno come scopo principale la critica nel sociale. Con uno spirito disincantato questo artista ritrae la vita della società del suo tempo che osserva con attenzione per denunciare poi tutti i vizi e la corruzione morale attraverso le sue opere.

Vediamo sotto l'opera intitolata La Taverna del 1735, olio su tela collocata a Londra di William Hogarth.



Le luci e i colori in un trionfo nell'arte del Settecento.

Nel XVIII secolo la decorazione parietale degli interni è affidata a motivi ornamentali realizzati con materiali in legno e stucco. Nelle sale di rappresentanza però tale funzione è spesso svolta da grandiosi decorazioni fatte ad affresco come quelle realizzate dall'artista veneziano Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Questo tipo di pittura è spesso molto monumentale, celebrativa e utilizza soprattutto soggetti storici, mitologici o allegorici. La teatralità e le composizioni scenografiche sono sottolineate dalla scioltezza del disegno e dalla luminosità dei colori pastello. Un esempio di ciò che abbiamo appena detto è l’Olimpo dipinto sul soffitto dello scalone della Residenza tedesca di Wurzburg. In quest'opera le pose delle figure sono enfatiche, i gesti dei personaggi molto amplificati e i colori sono davvero luminosi. La composizione è movimentata ed è una rappresentazione molto teatrale. La nostra attenzione è colpita soprattutto dal festoso tripudio reso dalle luci e dai colori.

Vediamo sotto un particolare dell’illustrazione L’Olimpo del 1751-1753, affresco della Residenza di Wurzburg in Germania di Giambattista Tiepolo.



Il Rococò francese.

Come abbiamo già accennato lo stile artistico chiamato Rococò nacque in Francia dove poi ebbe anche il suo massimo splendore e sviluppo. La pittura è caratterizzata da colori luminosi e molto delicati, dalla rapidità di esecuzione, dai gesti e dagli sfondi ispirati al mondo del teatro.
La pittura Rococò vuole rappresentare l’ambiente ricco e sfarzoso della corte e della aristocrazia e quindi di un mondo che ricerca il piacere, la gioia e gli sfarzi assoluti. La grazia e la gioventù vengono idealizzate nell’arte pittorica del Rococò. I soggetti preferiti dagli artisti sono spesso feste, grandi balli, mascherate o clandestini incontri d’amore.
Per esempio l'artista Antoine Watteau (1684-1721) nella sua celebre opera ballo campestre ritrae un mondo ideale popolato solo da personaggi giovanili, bellissimi, vestiti con eleganza e intenti a danzare con garbo o a conversare nel verde di uno stupendo parco.

(vediamo sotto un particolare dell’illustrazione del Ballo campestre olio su tela 1720 circa Scozia – Antoine Watteau).



La pittura neoclassica.

Per gli artisti neoclassici invece il mondo antico è un modello estetico e morale da imitare. Questi artisti ritengono che i Greci abbiano raggiunto ciò a cui ogni artista deve ispirare e cioè il bello ideale con le sue forme perfette e i suoi equilibri.
L’opera d’arte deve rappresentare il meglio della natura, purificato da ogni piccola imperfezione. Le figure non devono esprimere intense passioni o le frivolezze di una vita agiata ma devono comunicare una serenità e una compostezza anche quando stanno vivendo un dramma. Per gli artisti neoclassici questo atteggiamento di calma, di serenità e di severità è infatti un indice di grande nobiltà d’animo. Lo stile dei dipinti neoclassici è caratterizzato perciò dalla contenuta drammaticità delle scene, dalla semplice composizione e dal contorno nitido del disegno. Un esempio di questi caratteri li possiamo ritrovare nel dipinto intitolato La morte di Marat del celebre artista Jacques-Louis David (1748-1825) che fu un fervido sostenitore della Rivoluzione francese e poi sincero ammiratore di Napoleone. Nella morte di Marat l’artista neoclassico ripropone un fatto storico contemporaneo, cioè l’uccisione del rivoluzionario Marat, ma lo ambienta in un atmosfera fuori del tempo. La figura di Marat nell'opera assume così un significato universalmente valido, la grandezza morale di un uomo sempre fedele ai propri ideali politici.

(vediamo sotto La morte di Marat del 1793 olio su tela Bruxelles di Jacques-Louis David).





Nel salutarvi vi ricordo che potete trovare altri articoli che parlano sempre in modo molto semplice dell'arte durante il secolo Settecento. Questi sono elencati in alto nella pagina di Arte e storia. Un saluto

L'arte durante il Settecento – breve storia e idee


La storia e l'arte nel Settecento.

Il Settecento viene considerato dagli storici come un secolo di grandi trasformazioni per il mondo "moderno", specie nella nostra cara Europa. Sono delle trasformazioni che coinvolgono molti settori delle società a volte anche con grandi catastrofi umane per le guerre o le rivoluzioni da parte di popoli oppressi e desiderosi magari di una vita migliore, con più diritti e valori per ognuno. Cliccate sul nome per andare a leggere l'articolo completo.

lunedì 19 marzo 2012

Il disegno dei fiori visti anche attraverso l'arte e celebri artisti


Arte e disegno - I fiori i natura e visti da alcuni artisti

Parliamo dei fiori ovvero di questa meraviglia donata dalla Natura che vediamo in particolari periodi nelle nostre passeggiate in campagna mentre sbocciano e crescono numerosi intorno a noi tra variopinti colori e esemplari di straordinaria bellezza. Poi se stiamo più attenti magari ritroviamo gli stessi fiori anche in alcune opere d'arte dove gli artisti si divertono a dipingerli per simboleggiare la bellezza, la purezza o una grande delicatezza. I fiori sono un elemento naturale molto bello a vedere e soprattutto molto decorativo per i paesaggi. Quando essi sbocciano sembrano annunciarci l'arrivo della Stagione più bella dell'anno, la Primavera (leggete La Primavera del Botticelli) che ci ricarica e ci fa sentire meglio dopo il freddo e le piogge invernali, con tutti quei meravigliosi colori e i loro intensi o delicati profumi. Da sempre in arte si sono rappresentati i fiori, in scene di paesaggi pittoreschi o anche in semplici nature morte. I fiori in genere sono stati sempre studiati e percepiti come simbolo di gioia e di amore. Addirittura esistono dei vocabolari dei linguaggi dei fiori, dove ognuno di loro con i loro colori e le forme, rappresentano una emozione, una idea o un messaggio specifico. Da noi per esempio, il crisantemo è simbolo di lutto, perché viene usato nelle tombe dei cari defunti. La rosa rossa è simbolo di un amore, i colori gialli possono rappresentare la gelosia e così via.

Anche il grande genio e artista italiano del Rinascimento Leonardo da Vinci, come spesso faceva ha cercato di carpirne i segreti, le forme e l'anima dei fiori con degli attenti studi e delle pazienti ricerche (vediamo l'immagine di un suo studio sui fiori in alto).




Altri celebri artisti come per esempio l'olandese Vincent Van Gogh sono stati letteralmente “rapiti” e si sono appassionati talmente alla natura e ai fiori in genere, da realizzare numerose opere sempre con questo tema. Vediamo sopra una delle più celebri opere di Van Gogh, intitolato I girasoli che fa parte di una numerosa produzione tutta incentrata su questo particolare fiore. E che dire di un altro grande e geniale pittore italiano del Cinquecento come Giuseppe Arcimboldo che nel 1573 inizia a realizzare alcune famosissime opere pittoriche dalla composizione per quel tempo nuova e anche un po' “strana”. Infatti il grande artista che viaggiò molto e fu ospite-artista di grandi e potenti Corti specie nei Paesi Europei, esegue una serie di ritratti che fanno parte di un celebre ciclo, dove il volto è rappresentato da elementi come fiori, pesci, frutta o verdura. Del ciclo dei ritratti che raffigurano le allegorie delle Stagioni, vediamo qui a lato anche quella dedicata alla Primavera, dove vengono utilizzati con una grande abilità tecnica e artistica tantissimi tipi di fiori e foglie per eseguire il volto. In questa bellissima opera, la Primavera è rappresentata dal volto di una donna di profilo con il capo rivolto a sinistra e composta da una grande varietà di fiori. Possiamo riconoscere petali di rose, margherite, iris e tante foglie, messe in boccioli o semplici corolle.

Proviamo a fare uno schizzo o un disegno di un fiore.

Innanzitutto come dico sempre, il disegno è un divertimento e un passatempo oltre che una vera professione artistica. Quindi divertitevi tutti e fregatevene se non siete tanto capaci, perché con la pratica potrete migliorare e diventare bravi, facendovi uno stile proprio e tutto vostro. Cercate sempre di osservare bene la forma del fiore che volete provare a disegnare. Magari usatene uno a modello, basta guardare i fiori dei genitori o di qualche giardino vicino. I fiori in natura esibiscono tantissime forme e colori e sono molto diversi l'uno dall'altro. Esistono fiori meno belli e fiori meravigliosamente belli, come per esempio la rosa, con i suoi colori simbolo di beltà e amore. Vi sono anche i fiori come le margherite, che spesso servono anche se questo non è giusto a farvi capire se lo amate (togliendo un petalo alla volta). Qui sotto trovate alcuni miei schizzi che riguardano due fiori tra i più famosi come la rosa e la margherita che possono servirvi come esempio per iniziare a disegnare.

Il disegno di una rosa.




E quello di una margherita.




Un saluto.

martedì 6 marzo 2012

L’arte e la luce con la sua straordinaria espressività tra chiaroscuri e volumi


L'arte e l'espressività della luce quando viene usata dagli artisti per realizzare qualunque lavoro che spesso proprio grazie all'uso di essa diventa uno straordinario capolavoro.
Chissà a quanti di voi gli è capitato di rimanere letteralmente storditi nel senso più romantico del termine davanti per esempio a un capolavoro eseguito dal grande artista Caravaggio come vediamo qui a lato in una sua celebre opera La vocazione di San Matteo (vedi tra i capolavori) o ancora scaturito dal genio di Leonardo da Vinci? Quante volte noi semplici appassionati dell'arte ci siamo emozionati davanti ad un opera di scultura di uno dei più grandi maestri come Michelangelo Buonarrotiperché magari siamo riusciti a cogliere un particolare, un messaggio misterioso (criptato) che un celebre artista ha saputo inserire dopo studi e attenti lavori preparatori con grande talento nel suo capolavoro?

Molte delle belle e meravigliose “emozioni” e le sensazioni personali che riceviamo mentre ammiriamo un opera d'arte ci vengono trasmesse anche dall'elemento luce.

venerdì 2 marzo 2012

I colori attorno a noi e nell'arte come valori simbolici delle opere


Ovunque colori.

Carissimi appassionati Lettori proviamo per un attimo soltanto a fare un piccolo giochino, una semplice riflessione. Cerchiamo di chiudere i nostri occhi e pensare la nostra bellissima Madre Terra così come è, come la conosciamo...

Ci siete?! Ora proviamo a pensarla senza tutti i colori! Avete capito bene, per quanto mi riguarda non ci riesco proprio. Ma neanche se mi pagassero, riuscirei a pensare come potrebbe essere un mondo senza i nostri adorati e meravigliosi colori con i loro toni e la loro luce. come potremmo descrivere la bellezza di un tramonto senza il suo caratteristico color rosso o come descrivere un raro e variopinto arcobaleno, od ancora un maestoso e fiero leone con la sua folta e stupenda criniera con tutte le sue sfumature di un colore beige unite al marrone chiaro (immagine a lato). O come potremmo descrivere questo stupendo panorama ai nostri figli o i nipotini, senza poter parlare del colore verde dei prati o dell'azzurro del cielo o di un bellissimo lago come possiamo vedere nell'immagine sotto.



Potrei portarvi esempi anche più materiali, come un semplice semaforo messo in un incrocio, come ci comporteremmo noi automobilisti? Insomma avrete capito che potrei farvi milioni di esempi, ma la risposta a parer mio è sempre la stessa e cioè no! Non si può minimamente pensare ad un mondo senza i suoi colori. Noi comunichiamo anche per mezzo dei colori, noi amiamo i colori, infatti ognuno di noi ha il proprio colore preferito, che scegliamo dal profondo e istintivamente. Il colore per noi essere umani, ma non solo (anche gli animali, comunicano ed agiscono di conseguenza, in base a colori particolari) riveste un interesse molto forte, perché riesce quasi sempre a comunicarci dei messaggi di vario genere ed importanza. Nel corso della storia il colore ha assunto per i vari popoli o comunità precisi significati, in questo caso si dice appunto che i colori esprimono un "valore simbolico", cioè il colore ha la capacità di comunicare dei messaggi e dei concetti anche astratti, la cui profondità può essere anche solo inconsciamente avvertita. Per fare qualche esempio di ciò che ho appena detto, diciamo che il colore rosso, ci fa subito pensare al fuoco, al sole, alla passione di un amore, insomma ci porta subito alla mente delle sensazioni di caldo e tutto questo lo portiamo inconsciamente un po' tutti, perché ci è stato tramandato attraverso i nostri geni nel corso della storia e chiunque può provarli davanti al colore rosso. Questo è il significato del "valore simbolico" dei colori in modo molto semplice. Il colore nero in molte culture fra cui anche la nostra, ci fa pensare subito a cose spesso negative, come la morte o il lutto, al buio totale, all'assenza di vita e alla paura, tutte cose poche allegre effettivamente. Però vorrei aggiungere anche qualcosa di positivo riguardo questo colore e cioè che in alcuni contesti, vedi la moda, il colore nero è tenuto molto in considerazione, perché molto elegante e non va mai fuori moda, tende molto a rendere qualche taglia di meno, il che non è male per molte persone. Al contrario del nero, il colore bianco è il colore della luce, della Santità, della perfezione in assoluto, il bianco è il colore dei matrimoni, quindi simbolo di unione tra la gente. Una bandiera bianca sta a significare la resa, quindi un fermare le guerre e simbolo di pace. Il bianco è anche il simbolo della pulizia e anche dell'ordine. Un altro colore molto simbolico è l'azzurro, che ci fa pensare al velo della Madonna, al mare ed al cielo, quindi alla vastità delle cose, ci fa pensare anche al ghiaccio, infatti l'azzurro è percepito come un colore freddo, al contrario del rosso, del giallo, dell'arancio ecc. che sono colori percepiti come caldi.

Il simbolismo dei colori nell'arte.

Per esempio nell'arte dell'antico Egitto, si faceva un grande uso del simbolismo dei colori. I grandi Faraoni che erano anche divinizzati, venivano raffigurati in grandi statue interamente ricoperte di oro che rappresenta il potere e il dio in terra. Gli artisti egizi, usavano i colori in modo preciso e attento, con un uso regolato da rigide prescrizioni. Per esempio si usava per la pelle e la carnagione maschile un colore bruno rossastro, mentre per quella femminile un giallo chiaro. I colori servivano a distinguere anche la terra coltivata o meno. Un colore nero simboleggiava una terra fertile mentre un colore rosso indicava la terra sterile e arida. Vediamo un piccolo particolare a lato.

Insomma come avrete capito i colori rivestono un importanza quasi vitale, oserei dire senza essere smentito e quindi da ora in poi, cerchiamo quando osserviamo le varie cose che ci circondano di riflettere e percepire, i vari messaggi che i colori vogliono mandarci, magari cercando qualche sensazione nuova...
Vedete e leggete anche l'articolo sui colori e la luce.

L'arte e i colori che vengono creati dalla luce in modo semplice


I colori e la luce per l'arte
In passato prima del XVII secolo la gente riteneva che i colori esistessero negli oggetti e nelle cose del mondo che li circondava, indipendentemente dalla fonte di luce in cui venivano osservati. Dobbiamo aspettare sino al 1666, quando il celebre scienziato Isaac Newton dimostrò che la vera fonte per la “creazione” dei colori era la luce. Ottenne questa importante scoperta facendo passare un semplice raggio di sole attraverso un prisma di cristallo e vide così che il raggio solare usciva dal prisma scomposto in sette bellissimi colori. Questi colori visti dal Newton erano il rosso, l'arancione, il giallo, il verde, il blu, l'indaco ed il violetto. A questi colori che erano delle radiazioni luminose fu poi dato il nome di "spettro solare" e un tipico esempio di tutto ciò lo possiamo vedere in una giornata di pioggia, quando un raggio di sole esce dalle nuvole e si viene a formare lo straordinario e suggestivo arcobaleno, un fenomeno naturale che spesso ci ha fatto sognare con tutti e sette i suoi colori. Se notiamo però i sette colori dell'arcobaleno, non li vedremo ben distinti e separati tra di loro, infatti tra uno e quello successivo, si possono notare diverse gradazioni (toni) alle quali in seguito si è dato un nome particolare, per esempio rosso ciliegia, verde smeraldo etc.
Vedere anche l'articolo il simbolismo dei colori in arte.


Il colore è luce.

Premesso quindi che il colore è luce, come facciamo a vedere allora tutte le cose che ci circondano ognuna di un colore diverso? La spiegazione sta proprio nella proprietà degli oggetti, degli esseri viventi e di tutto ciò che ci circonda, le quali hanno la caratteristica di assorbire o riflettere determinate radiazioni luminose. Se per esempio prendiamo una arancia, avremo che il frutto assorbirà tutti i colori dello spettro solare, tranne uno l'arancione che verrà respinto, ed ecco che ai nostri occhi ci apparirà una arancia bella succosa e soprattutto di colore arancione. Però facciamo attenzione trattandosi di un fenomeno percettivo, il nostro cervello percepisce quando gli occhi guardano le cose colpite dalla luce, voglio dire che il colore non è una qualità degli oggetti e ce ne accorgiamo quando spegniamo la nostra fonte di luce, tutti gli oggetti e tutti i colori spariscono e non vediamo più nulla. E se noi proviamo a variare la luce, più tenue o più forte notiamo che le tonalità dei colori sugli oggetti cambiano a loro volta, come cercò di studiare il grande artista dell'impressionismo francese Claude Monet, che in alcune delle sue celebri opere, volle fare il raffronto che la luce naturale aveva in particolari periodi della giornata in un determinato luogo. Vediamo a lato e sotto due opere dell'artista realizzate intorno al 1894 avente come soggetto la Cattedrale di Rouen. Si tratta di due celebri quadri che ritraggono lo stesso luogo esterno, però sopra ripreso in pieno sole, mentre l'altro qui sotto con la prima luce mattutina.


Abbiamo visto che la luce bianca solare può essere scomposta in sette colori cioè lo spettro solare, però dobbiamo dire che può essere anche ricomposta proiettando sovrapposti tre fasci di luce colorati, essi sono il blu-viola, il verde ed il rosso-arancio, questo sistema si chiama "Sintesi additiva" e questi tre colori vengono chiamati "colori luce". Sotto vediamo un altra opera di Monet Il Parlamento ripreso alla luce del sole del mattino.