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STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra,
curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra" Anno I - n° 3 - Aprile 1984
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La segnalazione di reperti preistorici nel territorio cuprense è una recentissima acquisizione dovuta al locale Archeoclub che per primo ha scoperto sui terrazzi fluviali della Val Menocchia dei manufatti litici.
La formazione dei territori fluviali è dovuta ad un'alternanza di erosione laterale e di erosione in profondità di un corso d'acqua. Poiché l'attività erosiva è legata alla variazione del livello di base (livello marino) del fiume che tende a raggiungere il proprio profilo d'equilibrio, esistono dei rapporti fra l'attività erosiva terrazzante dei corsi d'acqua e le varie fasi del glacialismo quaternario che causa sensibili variazioni del livello marino. Tale fatto ha provocato un'evoluzione morfologica ciclica della valle. Sono forse riconoscibili tre serie di terrazzi legati alle glaciazioni di Mindel, Riss e Würm.
Come nelle altre valli della Marche, anche nella Val Menocchia il solco d'erosione tende a spostarsi verso destra facendo si che il fianco destro della valle risulti ripido e con terrazzi ridotti mentre il sinistro presenti terrazzi ben sviluppati ed estesi.
Pertanto tali aree pianeggianti, riparate dai freddi venti del Nord, in prossimità dell'acqua, costituivano favorevoli sedi per insediamenti
Di estremo interesse ed oggetto di futuri studi sarà il cercare i rapporti fra i terrazzi del Quaternario e le industrie preistoriche ivi rinvenute.
La mostra allestita dall'Archeoclub di Cupra Marittima nell'estate del 1983 ha visto finalmente premiato l'impegno di numerosi soci che per ben dodici anni si sono adoperati per recuperare i reperti litici ed ha anche, per la prima volta, offerto un quadro organico della preistoria locale e dei territori limitrofi.
L'indagine è stata condotta su di una zona molto ben caratterizzata da vali fluviali e torrentizie: Menocchia, S. Giuliana, Rio Canale.
Partendo dal territorio di Cupra Marittima e spingendosi verso nord per circa 8 Km. di costa, la ricerca, coinvolgendo territori come quello di Massignano, di Campofilone e di Montefiore dell'Aso, ha restituito manufatti che vanno dal paleolitico al neolitico da colline sovrastanti la costa a terrazzamenti sul Menocchia in particolare (da 150 m. a 30 m.
I manufatti raccolti sono esclusivamente litici perché chiaramente tutte le parti deteriorabili sono andate distrutte: nuclei di selce, amigdale dell'acheuleano superiore, raschiatoi e schegge clactoniane, punte e lame del levalloisiano, raschiatoi e punte con vari tipi di ritocco, raschiatoi del paleolitico superiore e lamette gravettiane a dorso battuto e abbattuto, varie cuspidi di frecce neolitiche, eneolitiche, frammenti di ceramica neolitica consistente in bordi, anse e parti di pareti incise sia neolitiche (tipo Ripoli), sia dell'età del bronzo.
È chiaro che il materiale citato, già recuperato e catalogato, non appena sarà esposto in maniera consona e definitiva, darà tutto il quadro completo di una cronologia che, partendo da un passato riconducibile oltre i 300 mila anni fa fino al neolitico, consentirà in forme abbastanza sicure una storia che vide anche nelle nostre terre un primitivo nomadismo («fase dei cacciatori e di raccoglitori»), ma successivamente un seminomadismo ed una vita «stanziale» o «sedentaria» con forme varie di allevamento («fase degli agricoltori»).
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