mercoledì 19 marzo 2008

Il topolino dei denti

Ciao Martina” disse il topolino alla bambina che nella sua cameretta colorata, con la testa poggiata sul morbido cuscino, si stava svegliando.
Martina si stropicciò gli occhi, incredula.
Forse sto ancora dormendo”, pensò, e chiese “Ma tu chi sei? E come sai il mio nome?”
Io sono il topolino dei dentini. So che stai per perdere un dente da latte, che ti dondola da diversi giorni”.
E chi te l’ha detto?”
Nessuno. Io sono come la Fata Turchina di Pinocchio: sempre informato
Non ci credo”, disse Martina, “dammi un pizzicotto per farmi svegliare. Sicuramente sono in un sogno.”
Ma il topo non avrebbe mai tirato un pizzicotto ad un bambino, perché gli avrebbe fatto male, e lui non voleva far del male a nessuno, e tanto meno ad un suo pupillo. Così le disse:
Anche i tuoi genitori sanno che io esisto. Chiediglielo.”
Martina si drizzò sul letto mettendosi seduta. Il topo allora da sotto il cuscino andò a mettersi ai piedi del letto. Ora erano uno di fronte all’altra.
Anche tuo padre, quando perdeva un dentino, lo metteva sotto il cuscino, e c’era sempre una ricompensa, sai? Io sono stato il topo dei denti dei tuoi genitori, dei tuoi nonni, dei tuoi bisnonni, dei tuoi trisavoli (così si chiamano i nonni dei nonni) e di tutti gli altri tuoi antenati. Sono stato assegnato alla tua famiglia.”
E che ci fai con tutti questi denti?”
Li conservo, sono il mio tesoro. Possiedo un museo dove tengo tutti i denti e tutte le foto di tutta la tua genealogia (che sarebbe la storia della tua famiglia). Ogni tanto un gruppo di topini viene a fare una escursione, cioè visita il mio museo. Durante queste visite ognuno racconta le proprie storie. Ci divertiamo un sacco”.
Martina, che aveva ascoltato attentamente, era ancora incredula, e sorrideva all’udire quella favola. Ma le piaceva ascoltare ciò che il topino diceva. Era così piccino, bianco bianco, candido come le cavie di laboratorio; aveva un modo di gesticolare, mentre parlava, che rendevano la bimba allegra.
Gli era simpatico, quel topino impertinente che si era permesso di entrare in casa sua.
Se lo vedesse la mamma lo rincorrerebbe sicuramente con la scopa”, pensò, ma il topo continuò a parlare e la distrasse dai suoi pensieri.
Io conosco molti particolari che riguardano la tua famiglia. Ad esempio, lo sapevi che c’era una zia di nome Wanda, da tutti i nipoti chiamata “la dentista” perché non appena un nipotino le dicevaho un dentino che balla”, lei pronta chiedevame lo fai vedere?” e in un baleno, zak, aveva tolto il dente, senza che il bambino soffrisse a lungo”.
Martina, mentre ascoltava, teneva il dentino traballante tra l’indice e il pollice. Stava per chiedere se quel metodo era veramente poco doloroso, ma proprio in quel momento la porta si aprì ed entrò la mamma, che chiese “Con chi stai parlando?"
La bimba allora si buttò di scatto sul letto e chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Quando poco dopo la mamma dubbiosa uscì dalla stanza e chiuse la porta, Martina riaprì gli occhi.
Il topolino era scomparso. Si guardò allo specchio e vide una finestrella al posto di un dentino.
Ma guarda, il metodo della zia Wanda funziona davvero!”
Battendo le mani disse: “Ho tolto il dente senza sentire nessun dolore! Avevo tanta paura! Ma, il topino dove si è nascosto?"
Guardò sotto al letto, sotto le coperte, alzò il cuscino, e, sorpresa! C’era un soldino.

(Testo e disegni originali di Adriana Cefaratti)

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good