Vergano

martedì 6 gennaio 2009

Ritorno alle origini





Mi sono reso conto che non posso celare oltre il significato del titolo del mio blog, anche se confesso che mantenere un'aura di indecifrabilità e di mistero riguardo a ciò mi alletta tuttora. Ma tant'è...
Ormai la foto potrebbe gia avervi reinderizzati ad un significato dialettesco.
"Sciscion" ha origini più lombarde che piemontesi e sta per succhiotto da neonato o biberon.
Ebbene, posso dire che, sebbene in parte i contenuti del mio blog potrebbero toccare argomenti che ,anche se metaforicamente, possono avere riferimenti ad un ritorno all'innocenza poppatoria dei primi mesi di vita,
questo non è il primo significato al quale ho pensato quando ho individuato il mio titolo...
Ed allora?






Allora, osservate la foto sopra riprodotta.

Datata intorno all'anno 1941, anche se non ne sono del tutto sicuro, raffigura un momento di vita di colonia del tempo in cui "vestivamo alla marinara". Vigilati da maestre ed assistenti uomini, i ragazzi del nostro paese venivano accompagnati alla valle, sotto la collina dove si adagiavano le case , la chiesa ed il castello raccolte su un sottile crinale di cresta che dalla parte opposta spaziava sulla città sottostante. In questa valle scorreva un torrente, non molto ampio, anzi in alcuni tratti sembrava più un ruscello, ma che era sufficiente per andare a tuffarsi o per lo meno bagnarsi... Il Sizzone.

In dialetto "Al Sciscion", come lo chiamavo io . E sì, perchè non è detto che altri lo nominassero in modo leggermente diverso : potenza del nostro idioma che permetteva a chiunque di storpiarsi le parole a proprio uso e consumo! Ad esempio mi ricordo di mio padre che lo chiamava Al Scion.

Tipica una sua frase che soleva ripetere quando doveva indicare qualsiasi cosa che non meritava di essere presa in considerazione o che non valeva niente :" Và a butala in dal Scion", in pratica vai a buttarla via, "vai a buttarla nel Sizzone".

Al Sciscion, mito della mia infanzia e delle mie selvagge scorribande presso le sue rive , se non addirittura dentro il suo greto.

Al Sciscion,dove le donne andavano a lavare i panni portandosi appresso una specie di inginocchiatoio con un asse davanti che permetteva, curvate su di esso, di insaponare, strofinare,sbattere, strizzare tutte le cose che non meritavano il bucato nella tinozza. E l'acqua del torrente, linda e pulita, si incaricava di far tornare fragranti gli indumenti che indossavamo.

Al Sciscion, presso le cui lanche (anse e rientranze che permettevano all'acqua di formare delle pozze più larghe e profonde del resto del corso) ci ritrovavamo nei pomeriggi d'estate a giocare con gli amici e a prendere confidenza con gli elementi del nuoto... Ci gasavamo di essere riusciti ad imparare a nuotare... in un metro di profondità.

Al Sciscion che ci permetteva anche di passare lunghe mattinate con in mano una canna da pesca(naturalmente costruita in casa, con una canna di bambù e del filo di setola alla cui estremità legavamo l'amo:unico elemento che dovevamo comprare ) a cercare di riempire il cestinello di vimini ,che portavamo appresso , con non delle trote (quelle verranno negli anni più recenti quando un gruppo di appassionati le disseminò in vari tratti del corso) ma con pesciolini di vario tipo e dimensioni. Eravamo fortunati se pescavamo dei "varui" varoni che erano già belli consistenti (una ventina di centimetri), un pò meno, da parte mia, se pescavo un "pes taston", un pesce testone, che era sì bello consistente, ma brutto e con una testa ripugnante e orrorifica che mi impauriva, quasi fosse il risultato di una mutazione genetica.La maggior parte delle volte lo ributtavo in acqua quasi subito...

Al Sciscion, che vide intorno agli anni settanta, vicino alle sue rive, riversarsi quasi tutta la popolazione del paese ad organizzare feste nelle domeniche di luglio ed agosto, alle quali partecipavano innumerevoli persone .

Al Sciscion che ha alternato stagioni di gloria ad altre di oblio e che ora è caduto completamente in disgrazia, abbandonato da tutto e da tutti. Non si vede più nessun ragazzino correre presso le sue rive, avvicinarsi alla sua acqua, ormai anch'essa "vecchia e decrepita", senza vita, brutta da vedere, inquinata, forse.

Al Sciscion : simbolo di libertà, di natura incontaminata, di ricordi, di giovinezza, di infanzia ed innocenza.Custode delle cose belle e dei ricordi.

Ecco quello che questo blog vorrebbe essere per me.

4 commenti:

  1. E' veramente un onore, per me, aver ottenuto la tua favorevole impressione (ti do del tu anche se per la considerazione che ho nei tuoi confronti, dopo lunghe letture( anche del tuo libro su Bob Dylan)dei tuoi articoli in Jam ,credo di averti posto su un gradino riservato alle persone che si ammirano e che non possono essere avvicinate per cui dovrei usare il lei.
    Per me averti tra i lettori è una molla in più per scrivere solamente delle cose apprezzabili (spero...)
    Grazie

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  2. Emozionante la foto del vecchio ponte di ferro che ora non c'è più, quel bianco nero che ti porta oltremodo indietro nel tempo.....
    Complimenti vernè..continua così.
    Mauro

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