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27
giu 12

Questa sera Doc3. Isqat Al Nizam, uno straordinario documento su quel che accade in Siria (e che dobbiamo sapere)

Questa sera su Rai Tre (alle 23.40 circa, dopo il Tg3) va in onda la quarta puntata di Doc3. Si tratta questa volta di un documento eccezionale, un documentario-reportage dalla Siria. Siria, ai confini del regime (Isqat Al Nizam), di  è un racconto oggettivo, crudo e toccante, che vuole fare chiarezza sulla nascita della primavera siriana: dalle prime violente repressioni del regime, al doloroso esodo degli oltre 20.000 rifugiati in Turchia; dall’incessante lavoro degli attivisti in rete, alla continua diserzione dei militari ex governativi. Una raccolta di testimonianze inedite e immagini spesso rubate con telefonini o piccole telecamere, rischiando la vita e che rendono questo film un documento unico. Per la prima volta attraverso le immagini rubate dai militanti della resistenza al sanguinoso regime di Assad e dai soldati disertori, si potrà vedere cosa vuol dire la repressione, la tortura, il coraggio di chi dice basta. "Noi usiamo armi leggere", dicono i resistenti mostrando telefonini e piccole videocamere. Sono loro che fanno sapere al mondo cosa succede laggiù, il delirio dei soldati del regime, il terrore della popolazione, la repressione, i masacri. La regia del documentario è di Antonio Martino, un lavoro di ricerca, di contatti, di testimonianze, di scelta di immagini che rende nel modo più oggettivo possibile la realtà di una rivoluzione inarrestabile e disperata, che i massacri del regime rendono sanguinosa e inevitabile. Un’anteprima del documentario la trovate qui. Vi ricordo anche l’account twitter di Doc3, che è @Doc3Rai e la pagina Facebook del programma, che è qui
Doc3 è un programma di Lorenzo, Hendel, presentato in studio da Alessandro Robecchi e realizzato grazie alla collaborazione di Luca Franco. Regia di Graziano Paiella, produttrice esecutiva Monica Pacini

3 commenti »

3 Commenti a “Questa sera Doc3. Isqat Al Nizam, uno straordinario documento su quel che accade in Siria (e che dobbiamo sapere)”

  1. Non giudico mai senza avere prima visto un programma, ma mi sembra dalla recensione un po’ velleitaria la definizione di “racconto oggettivo” di un documentario-reportage che racconta la guerra dalla parte dei ribelli. E’ una scelta di campo rispettabile ma non “oggettiva”. Non ho alcuna simpatia per Assad così come non la avevo per Gheddafi ma i fatti accaduti in Libia dovrebbero consigliare maggiore cautela nel dare giudizi definitivi sulle rivoluzioni primaverili.

    da Brando   - mercoledì, 27 giugno 2012 alle 07:49

  2. la syria e’ preda di orde di moderni barbari al soldo di quel sant’uomo dell’ emiro del katar della monarchia saudita degli stati uniti della francia dell’inghilterra e per finire della turchia, alla quale verra’ affidato il lavoro sporco.avete mai sentito parlare di vox clamantis ? e le sceneggiate prodotte dai media del katar. il problema e’ uno e uno solo fuori assad dentro una marionetta,cosi’ si frantuma l’asse Damasco-theran-hezbollah via libera ai fratelli musulmani.se assad deve andare via lo deve decidere il popolo siriano, e non il sig.Obama e compagnia bella. sto’ seguendo il vostro reportage per favore basta ricostruzioni e sceneggiate organizzate dai servizi occidentali. per favore cercate di essere imparziali e democratici nel senso piu’ alto del termine.in ultimo da quale pulpito viene la predica? da chi ha straziato 2 milioni di iracheni da chi gestisce il lager di guntanamo e commina la pena di morte la lista sarebbe lunghissima e’ una vergogna,e ora purtroppo e’ toccata alla SYRIA. e’ democrazia assaltare la sede di una emittente e scannare i giornalisti? ma no il colpevole e’ Assad, vero? e’ impazzito improvvisamente ha deciso di annientare il suo popolo non regge propio no .purtroppo anche voi non siete imparziali.Dio benedica laSyria,e abbia ragione di questi signori della guerra.

    da maria francis   - giovedì, 28 giugno 2012 alle 00:03

  3. peccato, l’ho mancato! (spero di recuperare la puntata), la situazione in Siria è semplicemente orrenda come e forse più di quella libica, proprio perché le immagini di bambini feriti o uccisi, come dici, circolano anche in misura maggiore. Per me non ci sono necristinemadonne di complotti internazionali che reggoo: chi uccide i propri civili, inclusi donne e bambini, prima se ne va e meglio è.

    da paola   - giovedì, 28 giugno 2012 alle 13:07

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