venerdì 1 gennaio 2010

Nebiru: il pianeta errabondo

Tutti questi dati sembrano confermare che il nuovo astro sia il "pianeta dell’attraversamento" dei Sumeri che già descrivevano con un’orbita retrograda.La conoscenza che questo pianeta si ripresenta ciclicamente è antica e da tempo si cercano le sue tracce. Quando si scoprì la cometa Hale-Bopp i ricercatori videro che era in rotta di quasi collisione con la Terra e dietro di lei compariva un corpo di enormi dimensioni, Nibiru, e la conclusione fu che la cometa altro non era che una delle compagne del pianeta che in passato aveva creato enormi catastrofi. Qui si aggancia un dato che fa parte delle leggende dei Maya: la nascita di Venere che secondo il loro calcolo (codice di Dresda) corrisponde al 10 agosto 3113 a.c.. Un'altra enorme cometa accompagnava Hale-Bopp 4.200 anni fa, attraversando il sistema solare incrociò la strada con la Terra e fu catturata dalla gravità di Giove fino a diventare Venere, il pianeta che oggi conosciamo. Quando il Pianeta X si avvicina nella sua orbita al Sistema Solare, reca con sé uno sciame di comete impressionante. Altro esempio è la cometa NEAT, sempre giunta dall'emisfero sud, grande quanto la Luna. La NASA era a conoscenza del suo arrivo e vista la sua grandezza e la sua vicinanza al Sole cercò di insabbiare la cosa, peccato che la sua luminosità e il fatto che fosse ben visibile nel cielo vicino al Sole la rese pubblica.A proposito di leggende, Maya ed Egizi posizionavano una 'porta dei cieli' nella zona dove ci sono Toro e Orione, la stessa da dove sta arrivando l'astro sconosciuto. Gli Hopi credevano che Hale-Bopp precedesse di circa 10 anni il Pianeta X... anno più anno meno il suo arrivo è previsto a breve quindi. Il calendario Maya non dice forse che la quarta era, iniziata nel 3100 a.c., avrà termine il 22 dicembre 2012?Sono una certezza i dati del Voyager che rilevano perturbazioni piccole ma costanti nelle orbite di Urano e Nettuno, il fatto che team di astronomi stanno concentrando le ricerche nei cieli meridionali.Ci sarebbe un filmato di Nibiru fatto da una sonda spaziale in missione top secret per conto addirittura del Vaticano, d'altra parte ciò che emerge dalle ultime scoperte concorda con le predizioni bibliche che riguardano il ritorno del pianeta, possono quindi farsi trovare impreparati nel loro campo? Secondo le tavole dei sumeri Nibiru ha un'orbita ellittica che lo fa entrare dal nostro Sistema Solare ogni 3.600 anni. Orbita tra due soli (il nostro ed uno esterno), quando passa vicino alla Terra porta solo catastrofe a causa della sua densa gravità.Bisogna considerare la posizione durante questi passaggi: più si è vicini e più la possibilità di movimenti naturali si accentua, esempio 'recente' il Diluvio presente in molte culture su tutta la faccia della Terra. Gli indiani nelle zone del Gran Canyon raccontano che li vivevano i loro dei, gli Ansazi (anziani), prima della 'purificazione' della Terra. Questa cosa è piuttosto interessante se notiamo che tutti i popoli antichi avevano dei evoluti, giganti, viaggiatori su navi volanti, che avrebbero insegnato loro i fondamenti della loro cultura. Chi diede ai sumeri gli strumenti per dati astronomici cosi avanzati e precisi che ancora oggi risultano esatti, furono i loro dei, gli Anunnaki, popolo alieno proveniente da Nibiru. I Dogon (tribù africana) da generazioni conoscevano alla perfezione la gemella oscura di Sirio, scoperta dal mondo moderno da poco.Anche gli egizi pare siano stati a conoscenza di un pianeta guerriero che portava morte al suo passaggio; lo "Zodiaco di Dendera" nel Tempio di Hathor presenta un 'errore' astronomico, nella descrizione dei corpi celesti compaiono i pianeti come noi li conosciamo più il Pianeta X raffigurato nella sua orbita mentre si sta avvicinando ad un pianeta del nostro Sistema Solare. Inoltre sembra che la volta celeste dipinta rappresenti l'emisfero meridionale, cosa assurda se si pensa che oggi l'Egitto si trova nell'emisfero settentrionale, a meno che non si colleghi il tutto al capovolgimento vero e proprio della Terra (inversione dei poli). Forse è un altro messaggio di un'antica civiltà che mette in guardia su ciò che è accaduto in passato e che ci aspetta in futuro?Nibiru sarebbe anche responsabile della distruzione in tempi remoti di un pianeta (tiamat) che orbitava tra Marte e Giove dove oggi c'è la fascia di asteroidi. Una parte di Tiamat venne scagliata più vicino al Sole creando la Terra e il suo satellite.


INTERVISTA A ZECHARIA SITCHIN

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 64 dell'Agosto/Settembre 2006Non siamo soli nel "Sistema Solare". Lo storico orientalista russo preconizza il ritorno di Nibiru, decimo pianeta del Sistema Solare conosciuto ed adorato dagli antichi Sumeri.Pseudoscienza o imminente cambiamento di paradigma?Nei due numeri precedenti di questa rivista ci siamo occupati rispettivamente del "Secretum Omega" (sulla scorta della sconcertante testimonianza del free-lance Cristoforo Barbato, suffragata per altro da alcune prove documentarie provenienti da fonte autorevole e verificata, ed inserite tutte in un medesimo contesto coerente di circostanze, fatti e testimonianze) e degli indizi nel mondo scientifico-ufficiale dell'esistenza di un Decimo Pianeta del Sistema Solare orbitante come una cometa ed avente un periodo orbitale di circa 3600 anni.Con questo nostro servizio andiamo direttamente al cuore archeologico della questione presentando ai nostri lettori un'esclusiva intervista con il celebre sumerologo ed orientalista russo Zecharia Sitchin il quale, pur non essendo un membro dell'Establishment accademico-scientifico, è uno studioso capace di una ricerca ed una divulgazione scientifica che nulla hanno da invidiare agli accademici-cattedratici acclamati dai media televisivi.Anzi, a mio avviso è proprio perché l'orientalista russo è rimasto uno studioso indipendente è riuscito a condurre le sue ricerche e a potersi esprimere abbastanza liberamente, conquistandosi negli anni con il suo rigore e la sua logica stringente un pubblico affezionato di lettori di tutto il mondo avvinti dalla sua straordinaria capacità di effettuare studi comparati (sia di tipo sincronico sia diacronico), raccordando campi diversi del sapere come antropologia, archeologia, filologia; storia, genetica, astronomia ed astronautica.Uno studio certamente sui generis ma che ha saputo brillantemente dimostrare come la scienza moderna, figlia del metodo galileiano, stia man mano soltanto riscoprendo conoscenze astronomiche e biologiche già note in epoca antica nella "Terra fra i due Fiumi", la Mesopotamia, ovvero l'attuale Iraq.Terra ove esse, secondo i testi antichi 1, furono tramandate agli uomini da "dei in carne ed ossa". Per non parlare poi di come Sitchin è in grado di coniugare elegantemente due tesi apparentemente agli antipodi: creazionismo ed evoluzionismo.Chi è Zecharia SitchinNato in Russia e cresciuto fra Israele e Palestina, dove ha praticato la professione di giornalista, Sitchin si è laureato a Londra in Storia Economica alla "London School of Economics and Political Science".Lo studioso, profondo conoscitore delle lingue semitiche e della scrittura cuneiforme, vive e lavora a New York da più di trent'anni. Egli da diverse decadi sostiene che alcune centinaia di migliaia di anni fa da un pianeta intruso nel Sistema Solare discesero sulla Terra delle creature senzienti (chiamati Anunnaki in sumero, Nephilim in termini veterotestamentari: letteralmente "coloro che scesero dal Cielo sulla Terra"), le quali operarono a livello d'ingegneria generica sugli ominidi incontrati in Africa, creando così l'"Homo sapiens sapiens" a cui diedero conoscenze matematiche, legislative ed artistiche per edificare le prime civiltà umane note.In Italia le, per certi versi innovative ma difficilmente contestabili, teorie del dr. Zecharia Sitchin sono state protagoniste più volte della stampa di nicchia in relazione a missioni spaziali segrete: riviste del settore ufologico (per esempio il magazine "UFO Network", numeri 3, 4 e 7 anno 1999, e "Dossier Alieni" n. 19 e n. 20 anno 1999) e del campo dei miti e delle civiltà scomparse.Per quanto riguarda la diffusione di tali teorie nell'ambito di convegni ed incontri culturali aperti al pubblico, un ruolo di primo piano lo ha avuto in Italia il biologo e giornalista pubblicista Giorgio Pattera il quale, in qualità di responsabile scientifico del Centro Ufologico Nazionale e come membro del Centro Culturale di Ricerche Esobiologiche Galileo di Parma, negli ultimi anni ha organizzato e tenuto convegni sugli studi di Zecharia Sitchin e sul mito del dio-pianeta Nibiru/Marduk 2. La voce di Pattera è stata purtroppo sinora una voce nel deserto, fatta eccezione per l'unica visita di Sitchin in Italia avvenuta sei anni fa e passata un po' in sordina (a Bellaria nel 2000, ove inoltre il sumerologo russo ebbe un proficuo scambio di opinioni con Monsignor Corrado Balducci, eminente teologo e demonologo della Santa Sede).Le conferme dell'archeologia e della moderna astronomiaAll'estero invece Zecharia Sitchin ha riscosso maggiore successo mediatico, concedendo interviste alle più importanti televisioni europee. Negli Stati Uniti d'America uno dei primi autorevoli quotidiani a menzionare le ricerche dello studioso russo fu il "Detroit News" (16 gennaio 1981 3), il quale pubblicò in prima pagina una notizia diffusa ad un meeting dell'"American Astronomical Society" ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, dall'astronomo Thomas (Tom) c. Van Flandern del "U:S. Naval Observatory" (una sezione della "U:S. Navy").Secondo Van Flandern, dopo accurati calcoli teorici sulla base delle anomale perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno, un corpo celeste più grande della Terra (almeno il doppio) è in orbita attorno al Sole con un periodo orbitale di almeno 1000 anni. 4 L'articolo pubblicato dal quotidiano statunitense era corredato dalla foto di un sigillo accadico del Museo di Stato di Berlino catalogato VA/243 e datato 2500 a.C. 5, probabilmente copia di un originale sumero, che rappresenta quasi sicuramente il nostro Sistema Solare ma sorprendentemente (per l'epoca) secondo la teoria eliocentrica, annoverando inoltre tutti i pianeti del sistema più uno ancora oggi sconosciuto all'astronomia ufficiale.È da tale antico sigillo raffigurante dodici globi (oltre che dalla cosmogonia narrata nel poema epico babilonese della creazione, "L'Enuma Elish" 6, cioè "Quando nell'alto") che Zecharia Sitchin prese spunto per intitolare il suo primo saggio: "Il dodicesimo pianeta", considerando il Sole, la Luna, i 9 pianeti del Sistema Solare conosciuti e un decimo membro del sistema: Nibiru, "pianeta dell'attraversamento".L'esistenza di quest'ultimo oggetto celeste chiamato Nibiru dai Sumeri e Marduk dai Babilonesi, che farebbe ciclicamente la sua comparsa all'interno del Sistema Solare (non si sta parlando di un oggetto della Fascia di Edgeworth-Kuiper), sembra essere patrimonio storico di diversi popoli, oltre che un dato di cronaca riportato su diversi testi (inclusa la Bibbia nelle parole di Isaia e dell'Apocalisse di Giovanni).L'ultimo transito di Nibiru: durante l'Esodo?Riponiamo per esempio una notizia raccolta dallo scomparso psichiatra russo Immanuel Velikovsky (Vitebesk, Russia, 1895 - Princeton, USA, 1979), maestro degli studi storici sincronici.Più di cinquant'anni fa Velikovsky (che fu anche buon amico di Albert Einstein) scrisse un saggio intitolato "Mondi in collisione" (Worlds in Collision), giudicato dal quotidiano americano "New York Times" un "terremoto letterario" 7. Ebbene, leggendo il testo ho notato che Velikovsky nel suo saggio forse parla proprio di Nibiru. In diverse parti egli menziona le tradizioni mesopotamiche, includendo Tiamat (dio-pianeta citato da Sitchin nei suoi libri, originariamente presente in luogo della fascia degli asteroidi) ed una battaglia cosmica avvenuto nell'antico passato. A pagina 76 dell'edizione italiana 8 egli scrive a proposito di una "cosrnic battle"; parla di una lotta fra Giove (Jupiter) e Tifone (Typhoon) raccontata da Apollodoro e Strabone. Ma egli cita anche un testo intitolato "De cometis tractatus novus methodicus", scritto da Rockenbach (1602, Wittenberg), dove Rockenbach racconta di un "globus immodicus" (globo immenso) visto dagli Israeliti durante la fuga daIl'Egitto. Il colore del globo era rosso sangue ("red blood").Potrebbe essere stato un avvistamento del passaggio di Nibiru creduto allora una gigantesca cometa rossa?Infatti, secondo le traduzioni delle tavolette d'argilla incise in caratteri cuneiformi, il pianeta da cui provengono gli antichi dei mesopotamici sarebbe proprio di colore rossastro:"Il grande pianeta,d'aspetto rosso scuro.Il cielo divide a metàE si presenta comeNibiru." 9La data in cui è collocato l'Esodo degli Israeliti dall'Egitto è ancora oggi controversa: un epigono di Sitchin, il giornalista turco Burak Eldem 10, situa l'ultimo passaggio di Nibiru proprio in concomitanza con l'Esodo e le piaghe d'Egitto, Esodo che secondo lui sarebbe avvenuto nel 1649 a.C..Sitchin invece lo situa nel 1433 a.C. (vedi il saggio "L'altra genesi", in inglese "Genesis Revisited", 1991).In ogni caso è davvero significativo come recentemente una nuova scoperta scientifico-archeologica abbia retrodatato di cento anni l'esplosione dell'isola di Thera (l'attuale Santorini), che coincise con la fine della civiltà minoica: da sempre collocata nel 1500 a.C., la spaventosa e potentissima eruzione vulcanica è stata ora spostata ad un periodo compreso fra il 1660 ed il 1613 a.C. attraverso la tecnica al radiocarbonio 14 applicata ad un pezzo d'olivo seppellito nella lava. L'analisi in laboratorio è stata condotta da due diverse équipe, una danese e l'altra americana 11.Questa sensazionale scoperta, ed una precedente in cui un team danese, estraendo carote di ghiaccio in Groenlandia, scoprì uno strato di ceneri datato proprio intorno al 1650 a.C., sembrano proprio dare credito alla teoria di Burak Eldem, perché è chiaro me l'ultimo transito di Nibiru non può aver avuto effetti solo in terra d'Egitto.Del resto, lo stesso Sitchin ha detto anni fa in un'intervista televisiva che il periodo orbitale di Nibiru è pari a 3600 anni "roughly", cioè "approssimativamente" 12.Probabilmente Sitchin (la mia è soltanto una ipotesi) sa molto di più di quanto vuole fare intendere, come già sottolineato da Cristoforo Barbato nell'intervista da lui concessa, e a mio avviso lo studioso russo è evidentemente costretto alla prudenza (forse dal suo personale senso di responsabilità e da forze più grandi di lui) su certi aspetti del ritorno di Nibiru e sulla realtà degli Anunnaki.Il sigillo accadico al Museo di Stato di Berlino e l'astrofisico Carl SaganOra torniamo al sigillo accadico del III millennio a.C. conservato al Vorderasiatische Abrteilung del Museo di Stato di Berlino e di cui abbiamo discusso prima. È stato forse citato nella letteratura saggistica da qualcun altro prima di Sitchin, sempre in prospettiva paleoastronautica?Ebbene la risposta è sì.L'autore in questione, che ha anticipato l'orientalista Zecharia Sitchin di ben 10 anni, è un vero e proprio gigante della scienza astronomica statunitense e mondiale: l'astrofisico Carl Edward Sagan (New York, 1934 - Seattle, 1996), vincitore di un Premio Pulitzer, docente alla Cornell University e specialista in esobiologia e planetologia.Sagan, autore di diversi saggi e di più di 600 articoli a carattere scientifico, partecipò alle missioni della NASA Mariner e Viking, e giocò un ruolo di primo piano nelle missioni Pioneer 10-11 e Voyager 1-2. Il pubblico europeo lo ricorda soprattutto come autore del romanzo di fantascienza "Contact" (1985), trasposto cinematograficamente nell'omonimo film diretto da Robert Zemeckis (USA, 1997), ed interpretato da Jodie Fostet e Matthew McConaughey.Proprio nel suo primo saggio di divulgazione scientifica, scritto a due mani con l'astrofisico sovietico J.Š. Šklovskij, così il professore statunitense scriveva nel capitolo 33 a proposito degli antichi Sumeri e di un sigillo accadico (cioè assiro-babilonese):"Nell'illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e che può essere identificato molto chiardmente come un sole o una stella. Ma come dobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella? È quanto meno un assunto naturale che rappresentino i pianeti [...]. Il sigillo cilindrico nell'illustrazione presenta, curiosamente, nove pianeti attorno al sole prominente in cielo (e leggermente più a destra, due pianeti minori) [...]" 13.La cosa davvero straordinaria è che Sagan non bolla il tutto come "l'inconscio degli uomini dell'antichità" (possibilità che rimane aperta, egli precisa). Egli conclude il suo discorso sulle civiltà mesopotamiche e sui loro miti dicendo: "Ma storie come la leggenda di Oannes e rappresentazioni specialmente delle civiltà più antiche comparse sulla Terra meritano uno studio critico molto più approfondito di quanto non si sia fatto sinora, e la possibilità di un contatto diretto con una civiltà extraterrestre dev'essere tenuta presente come una fra le molte possibili interpretazioni alternative." 14Sagan nel suo scritto di allora (1966) fa proprio riferimento al sigillo accadico VA/243 del Museo di Stato di Berlino.Per il lettore più scettico si raccomanda di consultare la pagina 325 del testo citato, ove la didascalia recita così: "Il sigillo si trovava prima della guerra [la seconda guerra mondiale] nella Vorderasiatische Abreilung der Staatlichen Museen a Berlino. (Riprodotto da H. Frankfort, Cylinder Seals, Macmillan, London, 1939)." 15Tale sigillo è diventato il punto archimedo delle tesi del sumerologo Sitchin al quale l'astrofisico statunitense sembra aver passato idealmente il testimone. Inoltre, proprio sulla copertina dell'edizione americana di "Contact" (1985) 16, lo scienziato statunitense si è fatto ritrarre appoggiato ad una parete mentre sullo sfondo è chiaramente visibile uno dei simboli di Nibiru: il globo alato, tramandato per secoli e secoli e presente un po' in tutto il Medioriente. Una foto davvero curiosa, come è curioso il fatto che nel disco fonografico di 12 pollici di rame e rivestito in oro, contenuto nelle sonde Voyager 1-2 della NASA e destinato ad un'ipotetica civiltà extraterrestre, sono incisi oltre ad immagini e suoni anche i saluti in 55 lingue diverse. Fra di esse la lingua sumera, accadica ed ittita. I saluti cominciano proprio con la lingua sumera, scelta appositamente dal team della NASA guidato allora da CarI Sagan.La Faccia di Cydonia: la tomba di Alalu, re di Nibiru esiliato su Marte?Richard C. Hoagland (USA, 1946) è stato consulente per la NASA (organizzatore di eventi mediatici al "Goddard Space Flight Center" nel Maryland 17), giornalista scientifico per la CBS e la NBC, direttore della rivista "Star & Sky", presentatore per la CNN e vincitore della Medaglia Angstrom. Egli è fra i più celebri e preparati ricercatori statunitensi di frontiera.Nel 1970 Hoagland, insieme ad Eric Burgess, ebbe l'idea di decorare la fiancata delle sonde spaziali Pioneer 10-11 con un messaggio ideografico per un'ipotetica civiltà extraterrestre, messaggio che poi è stato elaborato e realizzato da CarI Sagan e dal suo team della NASA. Inoltre Hoagland ha fondato il gruppo "Enterprise Mission" dedicato alla studio di ipotetiche strutture artificiali presenti soprattutto sulla superficie del Pianeta Rosso e, come si evince dal nome dell'associazione, essa è dedicata all'amico Gene Roddenberry, creatore della saga di Star Trek.Hoagland è un conferenziere straordinario che si dedica sin dal 1983 allo studio delle anomalie marziane rilevate fotograficamente dalle sonde americane. Nonostante egli abbia formulato talvolta alcune congetture pretestuose, ha avuto il grande merito di tenere desto l'interesse per l'esplorazione del Sistema Solare alla ricerca di manufatti alieni e di resistere anche al dispetto del rilascio da parte della NASA d'informazioni fotografiche alterate e ambigue. Infatti nel 1998 la NASA rilasciò alla stampa una foto della regione di Cydonia di Marte che deluse le aspettative di quanti chiedevano a gran voce un'immagine della cosiddetta "Faccia" con maggiore risoluzione (frames Viking Orbiter 1, n: 35A72 e 70A13, regione Cydonia Mensae, 41° lat. Nord, anno 1976), una montagna a forma di volto che sembrava guardare verso lo Spazio.L'immagine scattata dalla sonda "Mars Global Surveyor", subito soprannominata "Carbox picture" per la somiglianza ad una lettiera per gatto, mostrava una formazione orografica del paesaggio marziano molto lontana da quella ripresa dalle sonde Vlking nel 1976. In realtà la foto originale fu processata informaticamente in modo anomalo. Di questo Hoagland s'accorse subito e fu "irremovibile sull'esistenza del Volto" e liquidò le impressioni sulla nuova immagine come "stronzate" 18.Altri ricercatori, strenui difensori dell'esistenza di strutture artificiali marziane, come l'ingegnere Mark J. Carlotto 19 e Stanley C. McDaniel 20, inizialmente non compresero di essere stati depistati da un'immagine digitale non corrispondente alla realtà: essa aveva infatti perso molte caratteristiche prospettiche del rilievo marziano (mancava di contrasto e sembrava scavata). Tuttavia nuove immagini scattate nel 2001 dalla "Mars Global Surveyor" (MGS) e dalla "Mars Odyssey" del 2002, mostravano inequivocabilmente la "Faccia" su Marte con maggiori dettagli.Dunque un rilievo marziano a forma di volto è presente sulla superficie del Pianeta Rosso. Una volta supposta la sua origine artificiale, chi l'avrebbe scolpito e perché?Accantonato definitivamente lo storico e risibile commento della NASA del 1976 ("gioco di luci ed ombre"), a questa domanda forse proprio Zecharia Sitchin può darci una possibile risposta: nel suo libro intitolato "The Lost Book of ENKI" 21 racconta la storia degli Anunnaki sin dal loro primo sbarco sulla Terra. Sitchin, trascrivendo il testo delle tavolette dell'"Atra Hasis" 22, menziona proprio una "grande montagna rocciosa" su Marte che fu scolpita "con i raggi" per ricordare "l'immagine di Alalu" 23, monarca di Nibiru deposto dai suoi sudditi e morto in esilio proprio sul Pianeta Rosso.Il testo di Sitchin, pubblicato negli Stati Uniti per la prima volta nel 2002, è tuttavia una mera traduzione dell'antico testo mesopotamico e non acclude alcun commento dell'orientalista russo.L'unica osservazione di Sitchin in proposito che ho trovato è riportata nel suo libro "L'altra genesi", alle pagine 301 e 302 dell'edizione italiana Piemme, ma allude ad alcune analogie con la piana di Giza in terra egiziana e non parla di una possibile connessione con la tomba del re di Nibiru di cui tratta la Quarta Tavoletta riportata ne "Il Libro perduto del dio Enki" (Piemme).Sitchin comunque conosce il lavoro del gruppo "Enterprise Mission" di Hoagland, tant'è vero che così si esprime: "Anche se Hoagland fu attento a non sbilanciarsi, dedicò numerose pagine ai miei scritti nel suo libro "The Monuments of Mars" e alle prove sumere relative agli Anunnaki." 24Origine ed abitabilità di NibiruQuale potrebbe essere l'origine di questo probabile decimo membro del Sistema Solare (il Pianeta X)? Secondo gli antichi testi mesopotarnici esso è originario dello spazio profondo.Chiediamoci: è verosimile che un pianeta possa essere espulso dal suo alveo celeste originario, vagare nel cosmo ed infine essere catturato dal campo gravitazionale di una stella vicina?Perché no?li Sole ha nelle sue immediate vicinanze il sistema stellare del Centauro (circa 4,3 anni luce) e il sistema stellare di Sirio: il primo un sistema triplo, mentre il secondo un sistema stellare binario. Ebbene, la compagna di Sirio (Sirio era conosciuta anche come Sothis ed è la brillante stella della costellazione del Cane molto venerata in antichità, a circa 8,7 anni luce di distanza da noi) è una stella nana bianca, incredibilmente già nota nei secoli passati al popolo dei Dogon del Mali.Una nana bianca è lo stadio finale di una stella che è passata attraverso la fase di gigante rossa. Non sostiene reazioni nucleari ed è destinata a raffreddarsi progressivamente diventando una nana nera.Un'altra nana bianca è la compagna della stella Procione, ad 11 anni luce dal Sole nella costellazione del Cane Minore.Anche il nostro Sole, al termine .del suo ciclo, diverrà una gigante rossa che probabilmente vaporizzerà Mercurio e Venere e renderà la Terra un deserto sterile privandola della sua atrnosfera.Cosa accadrà agli altri pianeti? E se essi, e la Terra, subissero anche uno spostamento orbitale nel momento in cui il Sole diventerà una nana bianca espellendo la sua materia nello spazio?Se Nibiru apparteneva ad un altro sistema stellare (come quello di Sirio, per esempio) potrebbe essere stato espulso dalla sua orbita con un meccanismo simile ma molto più violento, e catturato dopo centinaia di migliaia di anni dal campo gravitazionale del Sole.Robertino Solarion 25, che ha sviluppato le idee di lmmanuel Velikovsky, Zecharia Sitchin e RA. Boulay, sostiene proprio che un pianeta del Sistema stellare di Sirio (all'incirca della dimensione di Nettuno) fu proiettato al di fuori della sua orbita verso la nostra direzione, finché il Sole lo catturò costringendolo ad un orbita cometaria.Ma può la vita sopravvivere su un pianeta orfano del calore e della luce della sua stella?Intanto di quasi certo c'è che la sonda Cassini (missione spaziale NASA-ESA) ha individuato geyser di acqua nel polo Sud di Enceladus, una delle lune di Saturno 26.Questo presuppone l'esistenza di acqua liquida in profondità, almeno così pensa la dottoressa Carolyn Porco, responsabile del CICLOPS (Cassini Imaging Central Laboratory for Operations).Carolyn Porco parla di criovulcanisrno, una forma di vulcanisrno freddo, responsabile dei getti d'acqua. Anche la sola presenza di nuclei radioattivi irradianti calore dal nucleo porrebbe sostenere l'ipotesi di energia endogena, senza tirare in ballo le forze mareali di attrito indotte da Saturno.A proposito del calore interno di un pianeta solitario, così si esprime Martin Rees, asrrofisico di fama internazionale e professore emerito alla Cambridge University: "Forse la vira può svilupparsi e prosperare perfino su un pianeta scagliato nella gelida oscurità dello spazio interstellare, la cui principale fonte di calore è la radioattività interna, cioè lo stesso processo che scalda il centro della Terra." 27Le ricerche di R.S. Harrington sul Pianeta XTom Van Vlandern lavorò con il collega astronomo Robert Sutton Harrington (Newpon News, VA, 21 ottobre 1942 - 23 gennaio 1993) allo "US. Naval Observatory" a Washington, e proprio Van Vlandern persuase Harrington dell'esistenza del Pianeta X.Ufficialmente Harrington mori di cancro esofageo ma, oltre alla emblematica risposta di Sitchin con tanto di reticenza finale (vedi la risposta alla domanda n. 5 dell'intervista), ho trovato un'incongruenza fra l'attività lavorativa finale di Harrington e le sue note biografiche presenti sul sito ufficiale del "US. Naval Observatory" a cura di un suo collega: Charles E. Worley, del Dipartimento di Astrometria dello "U S. Naval Observatory". Ad un certo punto Worley dice che sul finire della sua carriera Harrington sembrava "quite skeptical" sull'esistenza del Pianeta X, cioè "piuttosto scettico". 28Ora, chi ha potuto vedere la video-intervista di Sitchin ad Harrington (1990) e leggere l'ultimo scritto scientifico dello scienziato sul Pianeta X (1991), s'accorgerà che in proposito l'astronomo statunitense era tutt'altro che scettico negli ultimi anni della sua vita e dunque l'affermazione di Worley è quanto meno sospetta, quasi fosse stata concepita ad hoc per confondere le acque e ridimensionare la questione del Decimo Pianeta del Sistema Solare.Del resto, i significativi puntini di sospensione di Sitchin (l'intervista concessa ad "UFO Notiziario" è per iscritto) sono stati apposti dallo storico russo e non sono frutto di un editing a posteriori. Chi ha orecchie per intendere intenda.Concludiamo la nostra introduzione (lunga ma doverosa) all'intervista a Zecharia Sitchin accennando ad un misterioso cartello pubblicitario fotografato in una strada di Mosca ed apparso nell'ottobre 2001. Ne ignoriamo sia la finalità sia l'autore, ma la scritta in russo è chiara: significa "sta arrivando un nuovo pianeta".Le parole in cirillico campeggiano su un disegno del Sole e di un planetoide rosso scuro. Un avvertimento sibillino ma di rapida veicolazione fra la gente?Non lo sappiamo, ma non ci stupirebbe se qualcuno "ai piani alti" volesse informare attraverso canali non ufficiali di una realtà scomoda e potenzialmente destabilizzante.L'intervista a Zecharia Sitchin, presente sulla rivista, non è qui riproducibile; verrà inserita dall'autore Luca Scantamburlo nel suo prossimo saggio, dal titolo "The American Armageddon", l'uscita del quale verrà segnalata in questa pagina (nota di Edicolaweb).Note:1. Basti ricordare che oltre alle tavolette d'argilla tradotte da Sitchin, esistono i racconti tramandati dal sacerdote egizio Manetone e dal cronista e sacerdote babilonese Beroso (III sec. a.C.). Quest'ultimo attesta la presenza di Oannes, dio-pesce che secondo la tradizione era solito uscire dalle acque per dare la conoscenza alla genti mesopotamiche. In proposito ha già svolto delle ottime ricerche il prof. Solas Boncompagni, socio emerito del Centro Ufologico Nazionale ed esperto di clipeologia.2. Giorgio Pattera si è interessato anche della presunta sonda spaziale l classificata chiamata Siloe, appartenente all'omonima missione spaziale che, stando alle prove ed alle testimonianze emerse recentemente, sembra sia stata segretamente organizzata dal Vaticano durante i primi anni '90 (vedi: l'articolo di Pattera "Siloe, un inviato molto speciale").3. Ecco l'incipit dell'articolo originale, a firma di Hugh McCann: "If new evidence .from the U S. Naval Observatory of a 10th planet in the solar system is correct, it could prove that the Sumerians, an ancient eastern Mediterranean civilization, were far ahead of modern man in astronomy."4. "L'altra genesi" di Z. Sitchin, pagg. 368-369, Piemme, 2006. Prima edizione in inglese nel 1991, con il titolo "Genesis Revisited".5. Altri autori lo datano 2400 a.C..6. L.W. King lo intitolò "Le sette tavole della creazione", in inglese "The Seven Tablets of Creation", di L.W. King, 1902. Altro importante testo mesopotamico è frammento K3558, radotto da Charles Virolleaud.7. "a literary earthquake", 1950, NYT.8. "Mondi in collisione", di Immanuel VeIikovsky, Garzanti, Milano, 1955, pag. 76.9. "Il pianeta degli dei", di Z. Sitchin, ed. Piemme, I edizione 1998, pag. 233.10. Burak Eldem è autore del libro "2012: Rendez-vous With Marduk", non ancora tradotto in italiano, nel quale il giornalista turco propone un'affascinante interpretazione del cosiddetto "Numero della Bestia", citato nell'Apocalisse della Bibbia: il 666 non sarebbe altro che un codice cifrato per indicate il periodo orbitale di Nibiru, pari a 3661 anni terrestri. Il 666 rappresenterebbe la somma di tre potenze avente per base il numero sessanta (ricordare il sistema sessagesimale di origine mesopotamica): 602 + 601 + 600 = 3661.11. "Un .frammento di olivo riscrive il tramonto della civiltà del Minotauro", a firma di Ida Molinari, "La Stampa", inserto tutto Scienzetecnologia, mercoledì 24 maggio 2006, pag. 4.12. "SkySpyTV"; intervista in inglese a Zecharia Zitchin, Olanda.13. "La vita intelligente nell'universo", di Carl Sagan e J.Š. Šklovskij, I edizione italiana nov. 1980, Feltrinelli, pag. 324 (I edizione americana: "The Intelligent Life in the Universe", Holden-Day Inc., 1966, USA).14. Ibidem, pag. 324.15. Ibidem, pag. 324.16. Vedi in proposito l'ottimo servizio di Massimo Barbetta per "Archeomisteri", n. 23, Sett./Ott. 2005, pag. 62.17. Fonte: "Il complotto stargate", di Lynn Picknett e Clive Prince, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2002, pag. 96.18. Ibidem, pag. 104.19. Vedi l'articolo scientifico di Carlotto apparso su "Applied Optics", Stati Uniti, maggio 1988.20. "The McDaniel Report", 1993. li titolo originale è molto più lungo: "The McDaniel Report: On the Failure of Executive, Congressional and Scientific Responsibility in Investigating Possible Evidence of Artificial Structures on the Surface of Mars and in Setting Mission Priorities for NASA's Mars Exploration Program". North Atlantic Books: Berkeley.21. "Il libro perduto del dio Enki", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, 2004, Casale Monferrato (AL).22. Testo ricostruito da W:G. Lambert e A.R. Millard: "Atra-Hasis, the Babylonian Story of the Flood", 1970, citato nel Saggio "Il codice del cosmo", di Zecharia Sitchin, Ed. Piemme, pag. 61 edizioni Piemme Pocket 2006 ("The Cosmic Code", 1998). Che l'"Atra Hasis" sia la fonte del "Libro perduto di Enki" è una mia supposizione da verificare, in quanto Sitchin non esplicita a quali tavolette antiche abbia fatto riferimento.23. Ibidem, Quarta Tavoletta, pag. 113.24. "L'altra genesi", di Zecharia Sitchin, Piemme, 2006, pag. 297. Le pagine scritte da Hoagland a cui si riferisce Sitchin sono le 285, 289-301 del volume "The Monuments of Mars", di Richard Hoagland, Frog, Ltd. Berkely; California, 5th Edition, 2001 (1st Edition 1987), testo non ancora edito in Italia.25. "Planet X Nibiru: 'Slow Motion Doomsday", di Rob Solarion, Dust Jacket.26. "Acqua liquida sotto la superficie di Enceladus?", articolo a firma di Francesco Berengo, rivista d'astronomia "Coelum", maggio 2006, pagg. 34-37.27. "Il secolo finale", di Marrin Rees, Oscar saggi Mondadori, 2005, pag. 172.28. "[...] Considerations on the stability of the solar system led Bob to col!aborate with T.C. Van Flandern in studies of the dynamical evolution of its satellites, and to an eventual search for 'Planet X', conjectured to lie beyond Pluto and to be responsible for small, unexplained, residuals in the orbits of Uranus and Neptune. Late in his career Bob seemed quite skeptical of such an object, however." Fonte: ad.usno.navy.mil.


INTERVISTA ALL'ASTROFISICO JAMES MCCANNEY

Quello che nasconde la NASA - Stralcio dell’intervista all’astrofisico James M. McCanney Tratto da «Nexus» ed. italiana nr. 51 - Rick Martin, The SPECTRUM

Rick Martin: «Ha qualche idea o informazione riguardo a chi, specificamente all’interno della NASA, sta dietro le quinte di questa sorta di diabolica soppressione di conoscenze? McCanney: «Sì la vicenda è molto chiara. Ne sono a conoscenza da molto tempo, si tratta del controllo dello spazio». Martin: «Ce ne può parlare?» McCanney: «Certamente. La NASA è costituita da un gruppo di scienziati. Questo è il modo in cui la intendiamo: ingegneri che costruiscono velivoli spaziali e cose del genere. La NASA è di proprietà ed è gestita dalla NSA (National Security Agency). Al di sopra della NASA vi è un livello che la controlla. Daniel Goldin, che entrò a far parte della NASA negli anni ’90, proveniva dalla CIA ed il suo lavoro fu quello di secretare o mettere il coperchio sulla NASA; una volta arrivato la prima cosa che fece fu di firmare a tutti coloro che – a tutti i livelli – lavoravano per l’ente un accordo NSA per la non divulgazione di notizie. La NSA è parte integrante del governo di sorveglianza già attivo. Il Governo Mondiale Unico è già in carica ed è intorno ad esso che ruota tutto quello che accade attualmente». Martin: «Dietro questo ci sono i Gesuiti? McCanney: «Gesuiti? [Ride]. Il Vaticano ha un ruolo di primo piano nel governo mondiale e ne fa parte, ma non rappresenta l’intero quadro. Si tratta piuttosto di una situazione planetaria, nella quale sono implicate centinaia di famiglie, famiglie assai facoltose, presenti in ogni paese del mondo; esse controllano la politica, l’economia e la finanza. Quindi si tratta di una vasta rete di personaggi di questo tipo». Martin: «Stavo per menzionare i nazisti; è questo il punto a cui volevo arrivare con la mia domanda originaria» McCanney: «Sì. Molti personaggi dell’amministrazione Bush sono diretti discendenti, di nazisti oppure di coloro che hanno contribuito a finanziarli. Costoro, ovviamente, hanno ben compreso che lo spazio rappresenta l’ultima frontiera in quanto a risorse, ed averne il controllo è essenziale per tutto quello che stanno facendo. E’ l’ultima frontiera». Martin: «Quali preoccupazioni desta alla NASA il “Decimo Pianeta”? Ha a che fare con la civiltà sumera e gli Annunaki? Oppure si tratta di qualcos’altro?» McCanney: «Non direi, ma la nozione che esiste questo “Grande Oggetto” che si presenta con regolarità è antica. Ciò rientra nei massimi livelli di segretezza in molti di questi gruppi, fra cui il Vaticano. Intendo dire che la prima cosa che ha fatto il Vaticano quando si è manifestata Hale-Bopp è stata quella di costruire in Arizona un osservatorio di classe mondiale e di riempirlo di astronomi. Perbacco, chissà perché? Poi ne hanno un secondo. Ma quello che è interessante è accaduto dopo che Hale-Bopp è passata – perché pensavano che fosse quella il “Pezzo Grosso”.Torniamo al 1991. Hale-Bopp fu scoperta ufficialmente nel 1995 da Alan Hale in New Messico e da Bopp, il giapponese; vi si imbatterono entrambi la stessa notte e quindi la cometa prese il nome dall’uno e dall’altro. (…) Nel 1991 Harrington vide due cose: Hale-Bopp e, dietro di essa, qualcosa di molto più grande. Era il Decimo Pianeta. Questa è la mia convinzione allo stato attuale delle cose. Nel 1991 Hale-Bopp seguiva una traiettoria di collisione quasi diretta con la Terra; con un paio di fotografie fu possibile tracciare l’orbita, che era appunto di quasi-collisione col nostro pianeta.» (…) Ciò che accadde molto tempo fa è…è che si trattava di una delle compagne di Nibiru che devastò la Terra.Martin: «Una compagna?» McCanney: «Una compagna. Quella che diventò Venere. Velikovsky aveva perfettamente ragione sul fatto che Venere fosse un’enorme cometa che attraversava il sistema solare e, dal momento in cui fu catturata da Giove sino a quello in cui trovò la Terra sulla sua strada, impiegò circa 600 anni, per poi diventare il pianeta che tutti noi conosciamo. Quindi in origine quello che accadde fu che Hal-Bopp si trovava circa 4200 anni fa, lo stesso periodo in cui Venere fu catturata da Giove; erano letteralmente delle compagne più piccole di Nibiru. Questo è il motivo per cui non volevano che nessuno venisse a conoscenza della compagna, perché sapeva che era in rotta di collisione con la Terra e che fu la compagna di quella più grande a causare il problema. Quello che tuttavia non compresero fu che Hale-Bopp era, letteralmente, essa stessa una delle compagne. Ora, quando il distruttore, il “Pezzo Grosso”, Nibiru, arriva, porta con sé un intero sciame di questi corpi». Martin: «Presumo che la cometa NEAT, sia uno di questi» McCanney: «Questo è il punto; quando, alcune settimane fa, siamo stati tempestati da tutte queste comete e loro non hanno mai annunciato la Cometa NEAT, C-2002/VI. Chiaramente tutta questa roba sta arrivando dall’emisfero Sud. Poi naturalmente, per i motivi chi ho citato, Harrington sapeva molto bene dove si trovava; stava “tirando giù” i pianeti Urano e Nettuno. E’ interessante notare che quando la vicenda di Harrington venne a galla, il governo cercò di rilasciare una dichiarazione servendosi di alcuni di quegli astronomi che parlano alla radio, i ragazzi della disinformazione, che se ne vennero fuori con una storiella: “Oh, bé, abbiamo corretto le masse di questi pianeti in virtù di nuove informazioni, risolvendo così il problema”. Eh no, quando si vedono i pianeti “tirati giù” non si corregge un accidente; questo correggerebbe le cose solo sul piano dei pianeti. Nel 1991 quest’oggetto era abbastanza grande da trascinare Urano e Nettuno fuori dalle loro orbite. Questo è l’ordine di grandezza di questo corpo!Quindi, capirà le preoccupazioni riguardanti la compagnia, dal momento che loro sanno, così come lo sa il Vaticano, che l’ultima volta fu proprio quest’ultima a provocare danni; l’unico problema è che la compagnia è poi diventata il pianeta Venere. Quello che non capiscono è che risulta davvero difficile estrapolare le orbite di questi corpi, e alla NASA lo stanno imparando nel modo più gravoso. Non riuscivano a seguire la traiettoria della Cometa Hale-Bopp; cambiava quotidianamente. Questa era una delle cose che facevamo nell’ambito di The Milllennium Group: tracciare il quotidiano cambiamento della sua orbita sulle pagine governative delle effemeridi».Martin: «La Cometa NEAT è stata una sorpresa? E’ sbucata fuori dal nulla o se l’aspettavano? McCanney: «No. La Cometa NEAT è un altro nucleo assai grande; di dimensioni planetarie – probabilmente pari a quelle della nostra Luna, probabilmente maggiori. La NASA sapeva che stava arrivando, con tutta probabilità la notarono anni fa, come elemento dello stuolo di oggetti in arrivo – a cui penso come oggetti che giungono come parte dello sciame del Decimo Pianeta. Volevano che nessuno ne sapesse alcunché, per il semplice motivo che stava giungendo proprio nei paraggi del Sole e che era di grandi dimensioni. Probabilmente non si aspettavano che diventasse così luminosa come in effetti divenne tuttavia, mentre passava, fu letteralmente visibile nel cielo diurno, proprio vicino al Sole – per un periodo di 12 ore circa».

Zecharia Sitchin è autore di vari testi di archeologia e paleoastronautica. Ha acquistato una conoscenza profonda dell' ebreo moderno ed antico, di lingue semitiche, del vecchio testamento, della storia e dell'archeologia del Medio Oriente. È uno dei pochi eruditi che può leggere e capire il sumero. Sitchin si è laureato all''università di Londra e grosso conoscitore di storia economica.
Giornalista in Israeleper molti anni, ora vive e scrive a New York. I suoi libri sono stati ampiamente tradotti persino in Braille per i ciechi e sono stati discussi e recensiti su radio e televisioni di tutto il mondo. La storia della Terra per Sitchin dev' essere reinterpretata facendo ricorso per le tappe più antiche anche alla mitologia da cui è possibile riprendere memorie antiche. La Bibbia deve essere letta letteralmente come documento di "storia scientifica" così come le civilizzazioni antiche, più vecchie e più grandi di quanto è stato presupposto. Anche il prodotto di conoscenza portato a terra dagli Anunnaki, "coloro che da cielo a terra sono venuti... "deve essere riesaminato... in quanto la scienza moderna continuerà a confermare la conoscenza antica. A proposito di un pianeta X nel sistema solare fino ad oggi sconosciuto Sitchin dice: "Nel primo libro biblico si fa accenna a un dodicesimo pianeta e si riferisce alla probabilità che ci è un nuovo pianeta nel nostro sistema solare. Quel numero si raggiunge contando il sole, la luna e dieci pianeti e non i nove che conosciamo. Quella gente (Anunnaki) è venuta da quel pianeta sulla Terra quasi mezzo milione di anni fa ed ha fatto molte delle cose che abbiamo letto nella Bibbia, nel libro della genesi. Ma quello non era il mio punto di partenza affatto. Il mio punto di partenza era, andando indietro alla mia infanzia ed ai giorni di scuola: l' enigma era chi chi erano i Nefilim, che sono accennati nella genesi, capitolo sei, come i figli degli dei che hanno sposato le figlie dell'uomo nei giorni prima dell'inondazione grande, il diluvio. La parola Nefilim è comunemente o indica "giganti" e quelli erano i giorni in cui c'erano giganti sulla terra. Ho messo in discussione questa interpretazione come bambino alla scuola e sono stato rimproverato per esso perché l'insegnante ha detto che "non si può interrogare la Bibbia. " Ma non ho interrogato la bibbia, io ho messo in discussione un'interpretazione che mi è ha sembrato inesatta, perché la parola, Nefilim, il nome di quegli esseri straordinari, "i figli degli dei " come sono conosciuti, vuol dire, letteralmente, "coloro che scesero in Terra dal cielo. " D: Dalla parola ebraica Nafal, che significa "la caduta " ZS: La caduta, la discesa. Così, che cosa ha significato? Ciò mi ha condotto a studi biblici, alla mitologia, archeologia ed allo studio sui linguaggi antichi. Così, la mia ricerca e la mia decisione di scrivere a questo proposito cominciarono con una domanda: " chi erano il Nefilim?" Tutti gli scritti antichi, la Bibbia, i miti greci, il mito egiziano ed i testi, i testi delle Piramide, tutto, hanno condotto ai Sumeri, civiltà di circa sei mila anni fa. Ho messo a fuoco i Sumeri, la sorgente delle leggende, miti, testi ed informazioni. Ho imparato a leggere i testi sumerici cuneiformi e le citazioni sulle ripetute venute di quegli esseri, che i Sumeri chiamavano Anunnaki, e che vennero sulla Terra da un pianeta chiamato Nibiru. Il pianeta è stato indicato dal segno della traversa e Nibiru significa "pianeta dell'incrocio. " La domanda si è così spostata da chi erano il Nefilim e gli Anunnaki, a che pianeta è Nibiru? Dovetti così documentarmi di astronomia ed ho dovuto imparare abbastanza per occuparmi dell'oggetto. Ho trovato che verso l'esterno il parere degli studiosi è stato diviso. Alcuni hanno detto che Nibiru fosse in realtà Marte, che naturalmente è stato descritto e conosciuto dagli antichi popoli; altri sostengono che si trattasse di Giove. Coloro che hanno detto che era Giove e non Marte, hanno proposto molti argomenti così come i sostenitore dell'ipotesi Marte. Potendo andare direttamente alle sorgenti antiche e agli scritti cuneiformi, mi sembra che nessuno di questi signori convinca perché la descrizione di Nibiru e della relativa posizione quando avvicina il sole indica che non potrebbe trattarsi nè di Marte nè di Giove.Ed allora una notte mi sono svegliato con la risposta: Naturalmente, è un nuovo pianeta che viene periodicamente fra Marte e Giove; è a volte più vicino a Marte ed a volte più vicino a Giove, ma ad esso non è Marte o Giove. Una volta che mi resi conto che questa era la risposta tutto è andato a posto. Gli Anunnaki, che erano le loro guide, hanno stabilito nell'area del Golfo Persico la loro prima base! I Sumeri avevano una conoscenza immensa. Conoscevano Urano e Nettuno e li hanno descritti ed hanno saputo di Plutone . Erano competenti nella matematica e, per molti aspetti, nella conoscenza dei tempi passati. La scoperta di un nuovo pianeta nel sistema solare non era come quella di Plutone nel 1930 (del quale i Sumeri sapevano già sei mila anni fa). Plutone fu una scoperta astronomica molto interessante; i manuali hanno dovuto essere modificati. Ma alla persona media, l'uomo della strada, realmente non ha fatto alcuna differenza. Nibiru, d' altra parte è una storia differente. Se Nibiru esiste (e questo è il pianeta che gli astronomi al giorno d'oggi chiamano il pianeta X) allora gli Anunnaki esistono. Così l'esistenza di Nibiru non è solo un nuovo globo nel nostro sistema solare. E' differente, perché se Nibiru esiste e gli Anunnaki esistono, allora il calcolo sumerico che il pianeta ritorni in nostra vicinanza ogni 3.600 anni, può significare che tale popolo nel passato ci ha dato la civilizzazione e allora noi non saremmo soli ed esiste una civiltà più avanzata che noi nel nostro sistema solare. D: Che cosa accadrà la prossima volta che Nibiru si avvicinerà? ZS: Chissà cosa penseranno di noi quando ritorneranno. La loro volontà potrebbe decidere di darci più conoscenza ancora e un avanzamento tecnico e maggiore civilizzazione, o pensare che siamo buoni, come accaduto al momento del diluvio o decidere di eliminarci!? Così, il primo libro, pone il fondamento e descrive le conoscenze sumere e si conclude con l'esistenza di un nuovo pianeta. D: Ed il secondo libro, e i seguenti? ZS: Il secondo libro doveva riguardare la ricerca dell'uomo per immortalità. E i legami con il Sinai e le sue aree di atterraggio ed il il ruolo di Gerusalemme Il terzo libro, le guerre degli dei e degli uomini; continua la storia e mostra che cosa è accaduto dopo Kingship quando una nuova fase di civilizzazione, è stata data all'umanità. Occupandosi del conflitto cominciato con la rivalità fra due mezzi fratelli, Enlil ed Enki, collega come questo conflitto è continuato anche fra i loro figli e nipoti, conducendoli alla guerra reale. E il libro si occupa della morale e della teologia. Il libro quattro, i regni perduti, è il racconto dei popoli dell' America. Che cosa c'era non nel periodo pre-Colombiano ma quattro, cinque mila anni fa? Che era prima di Incas, Maya, Aztechi. Chi viveva realmente in America e come costruivano gli incredibili megaliti? Per che cosa, come mai e da chi? Le tradizioni perdute di regni che fanno parte della e che sono venuti a contatto con gli Anunnaki . Il libro cinque, la genesi rivisitata è stato scritto perché durante i quindici anni da quando il primo libro è stato pubblicato,ci sono stati molti avanzamenti scientifici, particolarmente nell'astronomia ed in tutti i campi come la geologia, la biologia con la scoperta di DNA, la capacità di creare i bambini in provetta, le scoperte sull'origine dei linguaggi antichi. Tali scoperte hanno confermato che cosa i Sumeri avevano conosciuto ed avevano scritto e tutto ciò completamente aveva confermato che cosa avevo detto nel mio primo libro. Ed ogni volta che avveniva una tale scoperta io saltavo letteralmente dalla sedia esclamando: "Mio Dio, questo è esattamente ciò che i Sumeri hanno detto sei mila anni fa! " Se leggete la pagina relativa al dodicesimo pianeta, vedrete che si cita un testo sumero che dice esattamente come Adam, il primo Homo sapiens, sia stato creato con un processo che oggi noi chiamiamo "in provetta". Quindi il sottotitolo di "La genesi rivisitata" è la scienza moderna che aggiorna la conoscenza antica? Così, questa è una revisione dei cinque libri.

Nessun commento: