sabato 14 febbraio 2009

L'anima femminile come modello cognitivo



Venere Sosandra, statua del I secolo d.C.

Il senso di sé non è un prodotto naturale del corpo e nemmeno una facoltà artificiale della razionalità. Il senso di sé è prerogativa dell'emisfero destro femminile e può essere concepito come un amalgama emergente da una combinazione o fusione (solve e coagula) della propria conoscenza intrapersonale (enterocezione) e di quella interpersonale (esterocezione) mediata dalla consapevolezza propriocettiva (Venere in Taurus, considerata dagli alchimisti l'origine della trascendenza).

"Un senso di Sè ben formato appare spesso come il massimo risultato conseguibile nello sviluppo della persona, una capacità suprema che sovraintende e presiede tutte le forme di intelligenza" (Gardner, 1986).
Infatti la capacità di conoscere noi stessi e e gli altri è una parte inalienabile dell'intelligenza umana, per cui la conoscenza di chi siamo è davvero la soglia di accesso al Tempio della conoscenza iniziatica.

Il monito che si legge a Delfi, "Coscosci te stesso e conoscerai Dio", ci avverte che non è possibile sperimentare la dimensione sacra, divina e trascendente del corpo umano se non sviluppiamo adeguatamente le "potenze" femminili con le quali possiamo conoscere le facoltà creative del corpo (senso cinestetico), della mente (senso di Sè) e dello spirito (l''amor di sè, la libido dell'anima che anela congiungersi a Dio).

Mentre il senso cinestetico si sviluppa naturalmente seguendo una logica progressiva determinata dal codice genetico e dall'espansione delle capacità dell'anima di manifestarsi attraverso i talenti corporei (Venere/Marte), le abilità mentali (Venere/Mercurio) e le intuizioni 'spirituali' (Venere/Vulcano), il "Senso di Sè" (Venere/Adone) necessità di essere nutrito dalla "mitologia greca" (l'albero di mirra, simbolo della conoscenza corporea) ed educato dalle "regole di Afrodite Sosandra", la salvatrice degli uomini.

Il "senso di sè", rappresentato nella mitologia greca da Adone, figlio del rapporto incestuoso di Mirra (l'istinto cinestetico) con il padre (la razionalità che impone le regole di ogni gioco), si sviluppa intrecciando le informazioni provenienti dai sensi corporei (l' esterocezione) con le sensazioni percepite dai sensi dell'anima (le ghiandole, gli organi e l'epidermide) provenienti dall'interno del corpo (enterocezione).

La mitologia narra che Venere (il sistema propriocettivo), colpita per sbaglio da Amore, si innamori di Adone in cui emerge precocemente la predilizione per i giochi, le competizioni agonistiche e infine la caccia. Figlio dell'istinto femminile di giocare secondo le "regole", Adone deve pagare con la vita la sua superbia: il giovane, ancora immaturo per affrontare le prove della vita, non ascolta Afrodite che lo avverte di rinunciare ai piaceri della caccia, attività cinestetica/percettiva in cui le regole possono essere sovvertite improvvisamente dall'emergere degli istinti di sopravvivenza "animali" (il cinghiale bianco, l'ultimo della sua specie).



Il senso di Sè è un "work in progress" in cui corpo, mente e spirito (identità di relazione), lavorano incessantemente per connettere le informazioni esterne con quelle interne, seguendo le "modalità della percezione" suggerite dalla coppia Afrodite/Zeus, la razionalità percettiva dei saggi. E' necessario ascoltare le sensazioni corporee e obbedire alle regole di Afrodite per portare a maturazione il senso di sè, facoltà dello spirito in grado di sovraintere qualsiasi forma di intelligenza.

Le "regole di Afrodite" (modalità della percezione) hanno la funzione di regolare l' azione cinestetica (fisica, psichica, mentale, spirituale, creativa e cognitiva) attraverso l'autoavvertimneto psichico, la propriocezione, l'introspezione, la proiezione emotiva , la visualizzazione creativa e la contemplazione intuitiva. Seguendo le regole non si corre il rischio di "morire prematuramente" azzannati dal "cinghiale bianco" e nemmeno di cadere vittime della percezione "altri" .

Mentre il "senso di sè fisico" inizia ad evolvere nel bambino dal momento in cui impara a camminare e abbassa istintivamente la testa per evitare di farsi male con lo spigolo del tavolo, il senso di sè del'adolescente deve svilupparsi tramite l'ascolto delle raccomandazioni della "madre" che avverte l'anima psichica a proseguire sul sentiero di trasformazione della curiosità (senso di sè psichico) in percezione (senso di sè mentale), intuizione (senso di sè spirituale) e conoscenza della libido umana (senso di sè cognitivo), rappresentato nella favola di "Cappuccetto rosso" dal cacciatore che uccide il lupo.

L'individuo che completa la formazione del "Senso di sè" seguendo le regole di Afrodite, ed espande ulteriormente i poteri dell'emisfero destro di "solvere e coagulare" la conoscenza personale con quella altrui (diretta, o mediata dai libri, dall'arte, dal cinema, e dai mezzi di informazione e comunicazione), diventa abile, coraggioso e temerario come il protagonista del film "il Cacciatore", in grado di salvarsi la vita anche nelle situazioni più difficili e disperate grazie al proprio sangue "raffreddato" dalla percezione, intuizione e conoscenza dei limiti delle persone prive dei doni di Afrodite.

Dall'unione di Afrodite con Anchise, emblema del guerriero che evolve nel "senso di sè cognitivo", sintesi di tutte le possibili intuizioni rese possibili dall'emisfero destro, nasce Enea, l'eroe che porterà in Italia, la terra della bellezza estetica, l'Arte di Afrodite Sosandra di salvare gli uomini dall'ignoranza di sè.

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