Rileggere De Nittis , oggi.
I musei non sono un fine in se stessi, ma un mezzo al servizio dell’umanità” (Alma Wittlin)
La straordinaria Collezione di opere di Giuseppe De Nittis, frutto della Donazione della moglie Léontine, raccolte nel prestigioso Palazzo Della Marra costituiscono, nel loro insieme, un Museo di Identità. Identità del territorio, con le sue realtà locali, ma anche identitario di un preciso momento di rinnovamento delle Arti in Italia ed in Europa di cui Giuseppe De Nittis ne è stato un vero e proprio protagonista.
La Donazione consta di 139 dipinti, 54 opere grafiche e 154 libri con dedica che documentano le varie fasi nella produzione artistica del Pittore barlettano, il suo talento per la sperimentazione, nonché la sua amicizia e condivisa ricerca con alcuni dei più importanti Artisti della seconda metà dell’800 in Europa.
Suddividere in sezioni i quadri della Donazione, raccontare i vari aneddoti che emergono dalle opere esposte, rileggere e riscoprire, oggi, l’Artista, è stato il mio compito, assicurando una lettura stratificata adatta ad un pubblico non solo nazionale ma internazionale.
Sono, infatti, convinto che il visitatore debba acquisire dall’esposizione un vero arricchimento mediante un racconto visivo e verbale che crei un ponte tra l’Artista, l’Opera e il suo Fruitore. Di qui la mia scelta di arricchire il percorso con passi delle Notes e Souvenirs di De Nittis e con commenti di critici dell’epoca.
Inoltre, in alcune sezioni della Mostra, alcuni quadri di De Nittis saranno messi a confronto con quelli di alcuni suoi artisti-amici, in particolare Édouard Manet, Edgar Degas, Gustave Caillebotte e James Tissot.
Per finire, e per dare al visitatore una visione più ampia della sua produzione, vi saranno anche riproduzioni di alcuni suoi quadri presenti oggi, nelle più importanti Collezioni e Musei del mondo: dalla Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Venezia al Metropolitan Museum of Art di New York, dal Musée d’Orsay di Parigi alla Collezione Piceni di Milano, solo per citarne alcuni.
Un percorso, quindi, didattico ma anche emozionale (i colori scelti per le sale sono tratti dalla palette del Pittore) che porterà il visitatore a “vivere’ il racconto di un grande Artista italiano che aveva scelto di vivere in Europa e che, come scrisse già nel 1877 Henry Houssaye, era «il capo se non il maestro della nuova scuola dei disegnatori dal vero all’aria aperta”.
Buona visita !!
Renato Miracco
Curatore del progetto scientifico "Rileggere De Nittis, oggi"
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