1956 Monte Livata - Comune di Subiaco
MOSTRA COLLETTIVA DELLA MONTAGNA
LIVATA - 1956
Livata 1956 - opere di B. Tozzi con la riproduzione dell'affresco del Sodoma della chiesa di S Francesco |
Questa mostra riunisce un gruppo di artisti e di artigiani indipendenti i quali aderendo all’appello di Benedetto Tozzi, cui sono legati da lontani vincoli di reciproca stima, convengono oggi da tutta Italia al Campo Livata.
Questi artisti, che al di fuori di accademisti, cercano di ritrovare se stessi nella serenità della natura, hanno fondato un cenacolo della montagna, e il Comune di Subiaco è venuto loro incontro, conscio della storica tradizione di un paese che nei millenni è stato scelto come residenza da imperatori, papi, poeti, musicisti, pittori, artisti di ogni arte e di ogni paese.
Ivo Pannaggi
Albergo Belvedere - B. Tozzi con gli artisti
espositori (Consolazione, Parisella, Montanarini, ecc.) in piedi il Sindaco di
Subiaco
Generale Alberto Scarpellini e il marchese Travaglini Presidente
dell'E.P.T. di Roma.
LOCANDINA DEL1956
Autoritratto di Pericle Fazzini e foto dell'accademico Attilio Selva - scultori del 900 |
FOTO D'EPOCA
foto n.1 - Benedetto Tozzi dipinge il paesaggio innevato di Livata - foto n. 2 - Benedetto Tozzi con il comandante Colonnello Crisci della Guardia Corpo Forestale - foto n. 3 - Benedetto Tozzi illustra le opere d'arte esposte alla Mostra della Montagna al Ministro Colombo - foto n. 4 - Subiaco 1956 Sacro Speco - il pittore futurista Ivo Pannaggi - Benedetto Tozzi e Sante Monachesi |
dalla stampa: articolo
del quotidiano
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Immagini di Subiaco distrutta dai bombardamenti anglo - americani nel maggio - giugno 1944. |
Il richiamo turistico non si attua, o non si può attuare, sul piano della propaganda, quanto si dovrebbe. Domenica passata, il pullman da gran turismo, e di gran costo, Roma - Subiaco, che non effettua fermate intermedie, è arrivato ai Monasteri con un solo viaggiatore, anzi una viaggiatrice, nipote di un ecclesiastico di S. Scolastica.
Le ricchezze artistiche della città si presentano da sé, è ovvio ma non è male conoscere quanto Subiaco va facendo da sola, in nome dell'arte sempre, per accrescere l'antico prestigio. La Mostra della Montagna, che ha raccolto le opere di una trentina di artisti, vuol essere solo l'inizio di un grande periodo. Monte Livata, centro internazionale, dirà poi se si era nel giusto. E ci sono ancora i resti della Villa di Nerone da far venire interamente alla luce, e si progetta di costruire nella Rocca il futuro Museo sublacense, raccogliendovi il materiale originale sparso un po' dovunque, allineandovi i calchi di famose opere d'arte emigrate in Italia o all'estero dopo essere state tratte dal suolo bagnato dall'Aniene.
I tre milioni, intanto, vanno utilizzati al più presto possibile. Sugli affreschi del Sacro Speco pesano i secoli. Tuttavia la parola d'ordine che ho potuto raccogliere è soltanto una (ed è parola di Tozzi, sì capisce, della sua competenza): non si permetterà a nessuno di compiere a Subiaco quanto è già avvenuto per gli affreschi giotteschi di Assisi.
LIVIO JANNATTONI
V Festa della Montagna
Patrocinata dal Corpo Forestale dello Stato
Inaugurazione della
strada carrabile Subiaco-Livata di 15 Km.
LIVATA
1956 - GALLERIA FOTOGRAFICA DEI FESTEGGIAMENTI
cimeli storici
1956 |
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1956 |
Il MessaggeroTITOLO
- MESSAGGIO DI SOLIDARIETÀ
FRA SUBIACO E LA NORVEGIA SOMMARIO
– Il pittore Benedetto Tozzi ha voluto donare un quadro
all’ambasciatore in segno di gratitudine per l’offerta del popolo
norvegese. Subiaco, 22
settembre 1956 L’episodio
che vogliamo riportare avvenne durante la gradita visita
dell’ambasciatore di Norvegia a Subiaco dove l’illustre diplomatico,
insieme all’accademico prof. Soerensen ed al prof. L’Orange,
era venuto a consegnare al sindaco della città la somma di tre milioni
di lire, raccolta tra gli artisti norvegesi, e destinata alla
conservazione degli antichi affreschi del Sacro Speco Benedettino.
(Gentile pensiero e magnifico gesto di solidarietà e di amicizia di cui
in altra parte già abbiamo fatto cenno, e che ha suscitato il plauso e
la riconoscenza, non solo del popolo di Subiaco, ma di tutti gli
ambienti artistici e culturali d’Italia). Durante
la visita effettuata dalle personalità suddette nei locali della
Mostra, il pittore Benedetto Tozzi, con squisito e generoso senso
di ospitalità e di gratitudine, donava a S.E. Rolf Andersen e
per lui alla Nazione norvegese, una sua pregevole opera li esposta. Si
tratta di un dipinto ad olio di grande formato che riproduce un
particolare della Subiaco martoriata dalla guerra: qua e là si notano,
tra le tante macerie, patetici segni di ricostruzione quasi a dimostrare
la volontà di rinascita di un popolo laborioso e duramente provato dal
destino; in alto la Rocca Abbaziale, simbolo storico ed estetico del
paese. Il tutto in un armonioso plastico di colore, in cui sono vivi ed
inconfondibili i motivi dominanti della sensibilità cromatica e
spirituale dell’autore. Il dono venne accettato con aperta commozione
tanto più sincera quanto ne era stata spontanea l’offerta. In quel
momento si stava materializzando un grande messaggio di solidarietà e
di amicizia lanciato attraverso le strade sublimi dell’arte dove, come
giustamente fu rilevato dai discorsi ufficiali delle autorità,
“i popoli ritrovano se stessi nell’umana bontà al di fuori
delle loro origini e dei loro egoistici e temporanei interessi”. Abbiamo
voluto sottolineare il simpatico e significativo episodio soprattutto
perché esso aderisce perfettamente alle premesse ideali di questa
Mostra sublacense, che “riunisce un gruppo di artisti indipendenti i
quali, aderendo all’appello di Benedetto Tozzi cui sono legati da
lontani vincoli di reciproca stima, convengono oggi da tutta Italia.
Questi artisti, che al di fuori di ogni accademismo, cercano di
ritrovare se stesi nella serenità della natura, hanno fondato un
Cenacolo della Montagna.. Così Ivo Panneggi in una breve nota
esplicativa del catalogo della manifestazione e veramente concorso più
spontaneo e più entusiastico di pittori e scultori i cui nomi rifulgono
nel firmamento nazionale ed internazionale dell’Arte, non poteva avere
risultati più lusinghieri. Bellini, Cagli, Canestrai,
Consolazione, Costi, Raffael, Fazzini, Fantuzzi, Francalancia, Fischer,
Gaudenti, Guzzi Beppe, Jaris, Macrì, Martini, Miele, Monachesi,
Montanarini, Omiccioli, Parisella, Selva Attilio, Selva Sergio, Tot,
Tozzi B, Turcato, Vangelli, Villoresi sono intervenuti con varie
opere ad onorare anch’essi questa nostra città laziale così
doviziosa di tesori del genio umano, così ricca di monumenti e di
storia e di eventi memorabili. La loro partecipazione è stata
disinteressata, priva di ogni finalità egoistica e pertanto oltremodo
apprezzabile. Le scuole diverse, la diversità d’interpretazione, le
concezioni moderne talvolta di avanguardia, nulla hanno tolto alla
uniformità altamente ideale della raccolta che l’instaurazione, la
messa a punto di un comune desiderio di sublimazione e di coerenza
artistica. Ma c’è di più,
L’idea di un “Cenacolo” è stata ispirazione, alla
fondazione di una “Scuola d’incontri artistici” che troverà la
sua sede naturale qui in Subiaco. Una istituzione il cui scopo ideale è
stato lunedì scorso tracciato ed accennato da eminenti
personalità ufficiali dell’arte e della cultura italiana.
Pressappoco significherebbe convergere l’interessamento di un mondo
eletto alla difesa dei puri principi dell’arte nel fertile scambio di
idee, opere ed insegnamenti con l’apporto di esperienze qualificate
intese tutte allo sviluppo specie nei giovani di una serie e sostanziale
preparazione culturale ed estetica, tanto più necessaria in questo
nostro periodo di esasperato soggettivismo. Antonio Jacoella |
prof. Leonardo Tozzi