giovedì 30 dicembre 2010

Pubblicità 1953 _ Erberto Carboni

In questa pubblicità Erberto Carboni è stato schematico, didascalico, figurativo.
Pubblicizza la "vera pasta all'uovo" e non pubblicizza il prodotto stesso, ma la materia prima con il quale esso è fatto:
"con cinque uova per chilogrammo", rappresentando una gallina in silohuette, all'intetno della quale ci sono cinque uova, appunto; didascalico e figurativo.
Rende la percezione veloce ed efficace, colpendo l'osservatore e suscitando interesse, facendo un riferimento alla connotazione e alla denotazione che la gallina e le uova fresche hanno intrinseche.
Una pubblicità semplice ed efficace, con pochi elementi figurativi e di bodycopy riesce ad esplicare appieno il concetto: geniale!

Campagna pubblicitaria Barilla 1952 e annuncio del 1956 _ Erberto Carboni

carboni02.jpg
carboni01.jpg
sopra sx e dx & sotto a dx campagna pubblicitaria Barilla del 1952.
sotto a dx annuncio campagna del 1956

"Perchè Barilla trionfa sul mercato italiano? Potenza e modernità degli impianti, materie prime sceltissime, lavorazione perfetta, confezione protettiva, eccezionale varietà di tipi, qualità costante e sicura, elevato rendimento alla cottura, convenienza di prezzo." Erberto Carboni, Con pasta Barilla è sempre domenica, Annuncio stampa.

Negli anni Cinquanta, inscatolamento, spedizione e distribuzione diventano centrali nella politica dell’azienda. La nuova immagine aziendale Barilla si presenta perciò con una nuova linea di imballaggio che si protende verso un’idea di coerenza e omogeneità.
Sulle confezioni, indipendentemente dal formato e dal contenuto, compare una striatura bianca e blu, il logo è ben presente ma sempre in una posizione paritaria rispetto al prodotto: nel caso delle buste in cellophane gli spazi interni al segno sono trasparenti, nel caso del cartone invece il marchio ha lo stesso peso visivo della finestra che permette la visione del prodotto.
Inoltre viene ripetuto spesso il simbolo dell’uovo e un carattere bastoni (che poi sarà cambiato con una font bodoniana) viene utilizzato per i testi. Nel 1956, in occasione della sostituzione del cellophane con il cartone, avviene il redesign della nuova linea di confezioni. Questo evento segna l’ultimo passo di quel processo evolutivo iniziato pochi anni prima e che porterà alla realizzazione di una corporate image intesa nel senso che conosciamo oggi. L’importanza dell’operazione fu capita nel 1967 dal critico Alan Parkin che, in Design and Corporate Image, segnalò la Barilla come una delle aziende italiane più all’avanguardia nell’ambito del graphic design. Il passaggio dal cartone al cellophane ha come conseguenza l’occultamento del prodotto. Ne approfitta il marchio che compie il passo più importante in tutta questo processo di restyling. Non solo si presenta in una nuova veste grafica (che richiama in maniera esplicita ma elegante l’interno dell’uovo), ma estende anche i suoi confini fino ai margini dell’involucro.
Per rimediare al surclassamento del prodotto da parte del nuovo materiale di imballaggio e del marchio, ecco che entra in gioco la fotografia. L’immagine realistica della pasta disposta in maniera disordinata su di una superficie blu, compone un pattern, il cui contrasto è di notevole impatto. Da questo momento in poi il blu diventa, senza titubanze, il colore di corporate.

Pubblicità 1952 _ Erberto Carboni


1

2
1_Pubblicità per Barilla del 1952 fatta da Erberto Carboni.
2_Remake catalogo Barilla, stile Erberto Carboni
Il leggendario poster del 1952, La pasta del buon appetito, è simbolico del passaggio ad un nuovo modo di comunicare il prodotto che compie uno slittamento verso un piano secondario e lascia spazio alla reclamizzazione della sfera di valori personali e sociali che contraddistinguono il suo consumo.
Lo slogan e le silhouette bianche di un cucchiaio e di una forchetta disposti in modo da dividere verticalmente in due l’impaginazione, richiamano alla tavola e al momento del pasto. Il motivo sarà sempre più ricorrente negli anni successivi. Sulle posate volteggiano alcuni tipi di pasta presi in prestito dal manifesto Pasta sul pentagramma di Giuseppe Venturini del 1938. La coppia di posate viene trasformata in una sorta di icona che, ripetuta come un timbro insieme al nuovo logo, identificherà tutti i manifesti successivi come membri di una sola famiglia.
L’originalità e la straordinaria forza comunicativa del manifesto fecero guadagnare a Erberto Carboni la Palma d’Oro del Premio Nazionale della pubblicità. La motivazione era la seguente: Per la più geniale ed efficace manifestazione pubblicitaria dell’anno 1952.

mercoledì 29 dicembre 2010

Erberto Carboni

Lo scopo di questo mio blog è "riunire" in una sorta di album tutte le pubblicità della Barilla, in modo da vedere l'evoluzione grafica e semiotica, che si sposa con il mutare del tempo.
In primis, bisogna parlare di Erberto Carboni, del quale tratterò una piccola bibiografia..

Laureato in architettura all’Accademia di Belle Arti di Parma (nel 1921, conseguendo il diploma d’onore), si avvia subito alla professione di grafico, aprendo uno studio nella sua città natale (sviluppa materiale pubblicitario per alcune aziende locali). Inizia in breve anche l’opera di illustratore, collaborando con alcune case editrici nell’allestire l’iconografia di volumi di narrativa di largo consumo, e cominciando a lavorare con alcune testate, come “Lidel”, “Novella”, “Dramma”, “Emporium”, “Le Grandi Firme”.  Nel 1932 si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con lo Studio Boggeri e con l’Ufficio Pubblicità e Sviluppo della Olivetti. Diviene in breve apprezzato allestitore per padiglioni espositivi all’interno di rassegne culturali e fieristiche: negli anni Trenta ricordiamo l’apparato grafico per la Mostra dell’aeronautica italiana alla Triennale di Milano (1934), per l’Expo internazionale di Parigi (1936) e gli stand per  Faesite e Montexatini alla Fiera di Milano (1940). Non cessa, perlatro, la sua attività nell’illustrazione periodica, collaborando con “L’Ufficio Moderno” (con altri grafici di tale rivista fonda il Gruppo Amici della Razionalizzazione), “La Lettura”, “La Rivista illustrata del Popolo d’Italia”, “Natura”, “Snia Viscosa”. Dopo la guerra continua la sua attività di grafico fieristico, in particolar modo nell’ambito della Fiera di Milano (padiglione per la Radio italiana, 1950; salone dei prodotti chimici Montecatini, 1950; allestimento commemorativo per il 50° della morte di Giuseppe Verdi, 1951; padiglione Montecatini, 1952; stand Rai-Tv, 1952 e 1954, ecc.). Noto è anche l’allestimento del padiglione Italia 61 a Torino (1961), per il centenario dell’Unità d’Italia. Tra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Sessanta, Carboni allestisce inoltre le campagne pubblicitarie di numerose grandi aziende, segnandone spesso la crescita o l’affermazione sul mercato. Ricordiamo, in particolare, quelle per la Olivetti (1935), per la Shell (1937), per la Motta (1939), Per la Rai-Tv (dal 1948), Per la Barilla e per la Bertolli (dal 1952), per la Pavesi (dal 1958). Si aggiudica numerosi riconoscimenti, quali il Premio nazionale della grafica pubblitaria, il Premio nazionale per l’allestimento di esposizioni, la Palma d’oro della pubblicità, il Gran premio della Triennale di Milano. Nell’ultimo frangente della sua vita, ridotta l’attività di progettista grafico, si dà alla scultura e alla pittura, esponendo in alcune gallerie d’arte e alla Biennale di venezia del 1972.

sabato 25 dicembre 2010

Barilla_Storia

  • Un’azienda nella storia: Barilla

In questa terra parmense che dei saperi gastronomici ha fatto la propria missione, nella seconda metà dell'Ottocento nasceva anche Barilla, un tempo piccolo pastificio locale, oggi uno degli ambasciatori della cucina italiana nel mondo.
La Barilla trae le sue origini dal Forno che Pietro Barilla senior (1845–1912), discendente da una famiglia di panettieri documentata a partire dal 1576, apriva a Parma in strada Vittorio Emanuele nel 1877. Una costante e progressiva crescita contraddistingue la sua storia. Nel 1910 sorge lo stabilimento di Barriera Vittorio Emanuele; a Pietro succedono i figli Gualtiero (1881-1919) e Riccardo (1880-1947). Morto prematuramente Gualtiero nel 1919, Riccardo regge le redini dell'Azienda fino al 1947 coadiuvato dalla moglie Virginia.
Il Pastificio BarillaDopo il secondo conflitto mondiale, con la gestione di Pietro (1913–1993) e Gianni (1917-2004), figli di Riccardo, vengono poste le basi per il forte sviluppo degli anni Cinquanta – con la costruzione del nuovo stabilimento di via Veneto nel 1957 e la sperimentazione delle linee continue di produzione – e degli anni Sessanta, che vedranno la costruzione degli stabilimenti di Rubbiano (1965) per grissini e fette biscottate e di Pedrignano (1969), tuttora il più grande impianto al mondo per la lavorazione delle paste alimentari.
Attraverso l'esperienza maturata durante il suo viaggio americano del 1951, Pietro Barilla, che lavorava nell'Azienda di famiglia già dal 1936, seppe intuire con anticipo le linee guida del suo lavoro: l'innovazione tecnologica, con la sperimentazione della produzione a ciclo continuo e il conseguente innalzamento qualitativo del prodotto e quantitativo della produzione; il confezionamento igienico e la distribuzione; il grosso investimento pubblicitario, che avrebbero consentito all'Azienda di passare nel breve volgere di un decennio dal livello regionale a quello nazionale.
Il felice sodalizio con diversi esponenti della cultura italiana contribuì non poco a delineare una immagine aziendale globale.
Dopo aver completamente rinnovato e ampliato lo stabilimento di via Veneto (oggi viale Barilla) così da raggiungere una produzione di circa 6.000 quintali di pasta al giorno, l'Azienda, a causa della fortissima richiesta del mercato, abbandonerà l'idea di un successivo ampliamento nella stessa zona, giudicata insufficiente, e progetterà, a partire dagli anni Sessanta, il trasferimento nell'area di Pedrignano. E proprio nel 1960, anno culminante del "miracolo economico", la Barilla si trasforma in Società per Azioni, concludendo, con questo atto, un decennio di importanti trasformazioni.
Nel 1970 Gianni e Pietro Barilla cedevano l'Azienda alla multinazionale americana Grace. Ma nel 1979 Pietro Barilla riuscirà, dopo diversi tentativi, a riacquistare il pacchetto di maggioranza della Società, che presiede, portandola a livelli di sviluppo e di notorietà insperati, fino al settembre 1993.
Sotto la sua guida riparte la trasformazione tecnologica, la costruzione di nuove linee di produzione e di nuovi stabilimenti e il varo di significative campagne di comunicazione.
Pietro, splendido mecenate, dona all'Università di Parma la sede didattica della Facoltà di Ingegneria (1987), raccoglie una notevole collezione d'arte che espone al pubblico, nel 1993, in occasione dell'80° compleanno; regala alla città la fontana scolpita da Pietro Cascella (1921–2008) per una piazza di Parma (1994).
Parma, lo stabilimento Barilla oggi.
Con la sua scomparsa nel 1993, i figli Guido, Luca e Paolo assumono la guida dell'Azienda di Famiglia, intraprendendo una profonda opera di riorganizzazione interna e di espansione sul mercato internazionale.
In questa fase si collocano l'acquisizione di Misko, leader greco e Filiz, turco, nella pasta e la costruzione (1998-1999) del primo stabilimento per la produzione di pasta di un’Azienda italiana sul suolo americano, inaugurato ad Ames (IOWA) il 25 giugno 1999.
Alle soglie del nuovo millennio, Barilla è leader mondiale nel segmento pasta e prima in Europa per i prodotti da forno con i marchi Mulino Bianco (dal 1976) e Wasa (dal 1999). Al gruppo Barilla appartengono anche i marchi Voiello (dal 1975) nel settore pasta e Pavesi (dal 1992) nei prodotti da forno.
Nata da una bottega di pane e pasta oltre centoventi anni fa, la Barilla è oggi è il primo gruppo alimentare italiano: produce in 25 stabilimenti (20 in Italia e 5 all’estero) e gestisce direttamente 6 mulini che forniscono il 70% della materia prima occorrente.
Orientato da sempre alla soddisfazione del cliente e al rispetto per la salute e la natura, il marchio Barilla si è affermato nel mondo soprattutto grazie alla qualità dei suoi prodotti, frutto di alti investimenti in ricerca, innovazione e tecnologia.

mercoledì 22 dicembre 2010

Benvenuti a tutti!!!

Benvenuti a tutti, sono Luca Zangrando, uno studente universitario in Scienze della Comunicazione Grafica e Multimediale.
In questo Blog voglio parlare dell'evoluzione della pubblicità della Barilla, partendo da Erberto Carboni fino ad oggi, analizzando semioticamente ed esteticamente le varie pubblicità, attuando alcune parentesi storiche sull'azienda, per far comprendere meglio la denotazione e la connotazione della pubblicità .
Spero di raccogliere informazioni utili, e che ci sia un confronto con chiunque sia interessato.