80 miles beach, karijini national park, ningaloo marine park

“ha ancora 10 giorni di vita, mi dispiace”.

questa frase non e’ messa li’ a caso. non si riferisce a nessuna persona, a niente di davvero importante. a meno che la mia macchina non sia davvero cosi’ importante per qualcuno dei lettori… sigh.

giovedi’ scorso ho lasciato broome. dopo una cinquantina di chilometri sull’autostrada sono stato fermato da una volante della fottuta polizia australiana. “alcohol test” “eh, te pareva!” ho mostrato gli altri affari di plastica dei due controlli precedenti e mi sono messo a sorridere. uno dei due agenti mi faceva il controllo, l’altro cospirava verso la mia auto.

“hey, amico, le ruote sono un bel po’ lisce” “eh, gia’, ma ne ho due di scorta. se vuole le cambio anche immediatamente!” “gia’, ma qua ce ne sono quattro da cambiare. ed il parabrezza? e’ rotto… che si fa?” “eh, sara’ mica un problema, e’ un anno che e’ cosi’….” “vedi, in western australia pretendiamo molto sulla sicurezza stradale e questa macchina non e’ sicura”.

iniziavo a scaldarmi.

“ok, facciamo cosi’: voi mi lasciate andare e a port hedland cambio le gomme ed il parabrezza. dai… devo vendere la macchina fra due settimane…”. “due settimane? mah… il problema e’ che chissa’ come e’ conciato il motore..” “no, macche’… il motore e’ un gioiello! questa macchina vivra’ per sempre” “ah si’? possiamo dare un’occhiata?”.

li’ la condanna a morte era gia’ scritta.

“devo aprirlo con questo filo perche’ non si apre dall’interno” “cominciamo male ragazzo…”.

e sempre lo stronzo “dov’e’ il coperchio dell’olio dei freni? e’ pericolosissimo girare senza!” “no, ma tranquillo, e’ un anno che e’ cosi’. e guarda… nemmeno una perdita” “e’ pericoloso lo stesso! e la batteria… guarda, si muove tutta! no, questa macchina deve essere ricontrollata! ora ti metto…” “… l’adesivo, no, l’adesivo no!”.

fottuto adesivo. si tratta di un quadrato giallo che ti appiccicano all’auto. solo i meccanici sono autorizzati a staccarlo (ovviamente lo potrei fare anch’io). se ti beccano a staccarlo ti fanno 600 dollari di multa e se non paghi il tuo paese lo vedi solo sulla cartina geografica.

“hai dieci giorni per far controllare la macchina. ah, e, a proposito, ti mancano anche i vetri ai fari. e dimenticavo… quel filo che usciva dalla batteria, sara’ mica quello degli anabbaglianti?” “no, macche’…” “non voglio controllare, dato che so di aver ragione” “(in effetti…)”.

risultato: la mia macchina deve essere portata da un meccanico autorizzato per un controllo generale entro il 10 settembre (mi hanno dato 11 giorni in realta’, si son sbagliti). per metterla a posto ci vorranno tipo 1500 dollari ed io devo arrivare a perth entro quella data per venderla ad uno sfascia-carrozze. il comitato “salviamo-la-falcon” e’ totalmente inutile!

e per fortuna che non hanno controllato le frecce, il clacson, gli stop…

il risultato e’ che mi son detto “d’ora in poi viaggio di notte pur di vedere tutta la west coast!”.

mi sono rimesso in marcia. mi sono fermato tipo cinque minuti ad 80 miles beach, giusto per vedere come la natura, senza case attorno, sia cosi’ bella. una spiaggia incontaminata, con soli turisti a passeggiare, e tutt’attorno un caravan park, per 200 chilometri di raggio attorno! fenomenale.

mi sono rimesso in marcia, facendomi un panino mentre mangiavo. la macchina non e’ un problema, ma il guidatore lo e’, e tutto questo perche’ quei due figli di puttana mi hanno fatto incazzare. non c’era nessun problema per le strade australiane: ora invece si’. ringraziate la stradale australiana!

sono arrivato a port hedland al tramonto. volevo godermi lo staircase ma non sapevo dove andare. trovato il posto, ho notato che non c’era nessuno a guardarlo. “e allora fanculo lo staircase!”.

mi son fatto i 260 chilometri che mi dividevano dall’auski roadhouse al buio. la luna intanto era sorta, ed era rossa come la sera precedente. sono arrivato ad un punto in cui stavano bruciando la foresta. il fumo, il fuoco, la luna rossa. tutto sembrava un rito magico, in una terra aborigena. mi stavo cagando addosso.

arrivato a 40 chilometri dall’auski mi sono fermato per la notte, quasi piangendo all’idea di dover lasciare la falcon da li’ a 10 giorni.

il mattino sono ripartito all’alba.

sono entrato nel karijini dopo aver rifornito all’auski. ma ho ottenuto le mappe soltanto alle nove, dopo che avevano aperto il visitor center. poco male… non avevo pagato l’entrata.

mi sono diretto al primo gorge (arrivando da est). sono andato giu’ giu’ giu’ fino alla pool. il karijini mi aveva gia’ conquistato.

il karijini potrebbe essere stato disegnato da un pittore cubista. tutto e’ perfettamente squadrato. le cascate scendono dagli ancoli dei piani di questo immenso gorge. e’ favoloso.

lasciata la prima cascata e la prima pozza, con acqua freddissima, mi sono diretto verso sud, camminando, verso le fortescue falls. il percorso e’ favoloso. bisogna bagnarsi un po’ i piedi, ma quando si arriva alle cascate la visuale e’ magnifica. c’era poca gente, ma ancora l’acqua non era della temperatura per un bagno nudi. alcune foto, alcune altre foto ad altre cascate e poi di ritorno alla macchina.

“ricordati di mostrare l’entry pass”. questo mi avevano scritto in un bigliettino appoggiato sul parabrezza. “vaffanculo! chiedilo alla polizia”.

sono andato al successivo gorge e nel frattempo ho imboccato la strada sterrata. non sapevo quanto male avrebbe fatto in seguito alla poiana…

arrivato al gorge, ho pranzato e sono andato giu’. trenta metri di discesa e poi ancora lungo il gorge. ancora splendido, senza nessun percorso. dovevo soltanto camminare quanto volevo, lungo il gorge. mi sono fermato soltanto quando l’acqua nel mezzo era cosi’ tanta da volermi far annegare per proseguire. a quel punto sono tornato indietro e mi son goduto le cascate.

ripresa la macchina sono finito al gorge successivo (lo so, faccio schifo, ma sono di corsa e non ho tempo di controllare i nomi). un paio di buoni lookouts e niente piu’. li’ ho incontrato una figa paurosa (col moroso) che mi ha consigliato di andare all’ultimo gorge e sfidare me stesso. gio’, l’amico del musicomane, gia’ mi aveva parlato di quella parte del parco nazionale.

si tratta di due percorsi dove il livello parte dal 4 ed arriva al 6 (per capirci, al 6 ti servono corde e abilitazioni particolari).

mi sono goduto prima l’oxers lookout, tanto bello quanto non-fotografabile per l’avversa posizione del sole, e poi mi sono avventurato.

il percorso a nord e’ favoloso. camminando, ci si trova davanti ad una pozza che bisogna attraversare. e l’acqua non e’ certo calda, anche se dopo un po’ non e’ cosi’ male. sono entrato in acqua e l’ho attraversata. era la fine del livello 4. iniziava il livello 5 e non c’era nessuno oltre a quel punto. il problema e’ che il livello cinque iniziava in un buco che sembrava quello di uno spazio temporale dei film. non si vedeva la fine. solo questo buco, questo tunnel nella parete che proseguiva a spirale verso la fine del gorge. con la macchina fotografica in bocca mi sono inserito in questo buco (azz, era un pezzo che non ne vedevo…). l’acqua era sempre piu’ profonda. e a quel punto c’erano solo due possibilita’: o tornavo indietro, o proseguivo con la sola forza delle mani, aggrappandomi alla parete e rimandendo abbastanza a galla da fare in modo che marsupio e macchina fotografica non si bagnassero. ovviamente ho scelto la seconda.

e’ stato complicato arrivare alla fine (una quindicina di metri). non ero abituato a queste sfide. la maniera migliore sarebbe stato semplicemente nuotare, ma bagnare la camera sarebbe stato un suicidio. e a quel punto iniziava il livello 6.

il tempo di fare un po’ di foto e di dirmi “secondo me ce la si puo’ fare, ma senza fotocamera e telefono!” che due ragazzi arrivavano dietro di me. un veloce scambio di parole “vieni con noi?” “quanto mi piacerebbe… ci siete gia’ stati?” “si’, abbiamo fatto tutto il giro, senza corde, abilitazioni, casco, scarponi e cazzate” “ci avrei scommesso. ma non posso. devo ricominciare il mio viaggio e devo ancora finire di visitare il gorge” “peccato amico. di la’ non e’ affatto male, buona fortuna” “grazie (ma che nervi)”.

tornato indietro, ho visitato il gorge sud. la parte piu’ bella e’ lo spider-walk, una camminata a ragno fra due pareti. non per molto, forse per venti metri. che figa!

il livello 6 inizia quando due pozze consecutive appaiono: in una di queste due pozze e’ morto un ragazzo qualche anno fa, quando una piena d’acqua e’ arrivata mentre lui stava cercando di aiutare un altro ragazzo in difficolta’. succede. bisogna stare attenti e pensare che stiamo mettendo in pericolo non solo la nostra vita, ma anche quella altrui. ma quando c’e’ lo stimolo, e’ difficile fermarsi.

ma io ho preferito fermarmi qui. sulla via del ritorno il sole era in posizione per alcune foto splendide che vi faro’ vedere quando… avro’ un po’ di tempo!

ho lasciato il karijini in serata, dopo essermi ancora divertito sulla strada sterrata. il programma era andare a visitare l’ultima parte il giorno successivo, dopo aver ricaricato di gas a tom price. dopodiche’ avrei proseguito verso nord visitando anche il millstream national park. ma le cose sono andate diversamente.

sulla strada per tom price ho visto un cartello “lookout” ed ho girato a destra. arrivato, ho notato che il lookout non era niente di particolare, ma c’erano centinaia di pietre con scritto il nome di gente deceduta, che qualcuno aveva lasciato in loro memoria.

commosso, ho scritto il nome della mia professoressa di stenografia su una roccia (la poiana si chiama come lei, nilla de boni) e l’ho lasciata li’.

lasciato il lookout, nilla e’ morta. incredibile, quando dici “il caso”.

e “il caso” volle che, verificando dove mi trovassi per chiamare soccorso, quello fosse il “r.i.p. lookout”. “il caso”, eh?

un fumo bianco stava uscendo dal motore. le luci rimanevano accese, la freccia di destra pure. e tutto cio’ anche se la chiave era stata tolta. la batteria mi aveva abbandonato.

spinta l’auto fuori strada, ho cercato di fermare qualcuno. il primo: niente. il secondo” niente.

un camion con un omone che stava tornando a casa si e’ poi fermato “hey, amico, ho l’auto in panne. il tuo cellulare funziona per chiamare l’assistenza?” “beh, funzionava cinque minuti fa, se vuoi ti porto indietro. ma posso dare un occhio alla macchina?” “certo!” “ah, vedo che sei stato fermato dalla pulizia, ahaha” “(ahaha, stronzo!)”.

quell’omone mi ha salvato. ha dato un ochcio al motore ed ha sentenziato che “qua c’e’ un casino, ma se riesco a fissare la batteria forse riparti”. dopo cinque minuti la poiana era di nuovo in moto, con la freccia di destra continuamente accesa, e stava andando verso tom price.

il tipo mi ha mostrato dov’era un meccanico e se n’e’ andato. quell’uomo e’ un grande (anche in senso fisico!).

l’unico problema e’ che dovevo scollegre la batteria, altrimenti la fottevo. detto-fatto.

il mattino dopo, dopo aver ricollegato la batteria, sono andato dal meccanico che mi ha detto “ti costera’ 500 dollari e non lo faro’ prima di 7 giorni” “ok. ciao e grazie”.

ho tolto le lampadine da entrambe le frecce di destra e sono ripartito, sperando di raggiungere almeno la west coast per trovare un passaggio.

arrivato al nunatarra roadhouse ero ormai sulla main road della west coast (bella frase, eh?)

ricaricato di gas, ho deciso di prendere la via verso nord e raggiungere exmouth. era ormai sera ed avevo deciso di andare a dormire da qualche parte.

ascoltando il consiglio di gio, ho preferito non andare in luoghi isolati ma dormire davanti al lodge vicino alla pedonale. ma che fame! non avevo mangiato nulla. cosi’ sono andato in centro a vedere il paese (1500 anime) e farmi un hamburger.

exmouth e’ davvero bellino come paese, dove la gente e’ cordiale, ti saluta e sembra vivere in maniera lentissima, godendosi la vita.

mi sono fatto un hamburger da un ambulante. “dovrai aspettare 20 minuti”.

“posso sedermi?”

che bella. era una ragazza austriaca (la prima austriaca in australia 🙂 che stava aspettando il suo panino.

“ci mancherebbe! aspettare un panino e’ una buona maniera per socializzare”.

sara’ stato anche vero, ma ho preferito come abbiamo proseguito la socializzazione nel suo ostello. e qui oztupac scrivera’ un bel “ah, finalmente teo!”. primo giorno di primavera inizianto con una bella trombata; nuova vita!

ieri mattina mi son svegliato e mi sono informato per noleggiare una maschera da fare snorkelling (l’austriaca era gia’ dimenticata e, soprattutto, partita verso nord).

9 dollari per maschera e pinne. e facciamola.

sono andato al ningaloo marine park, dove c’e’ la barriera corallina ad ovest ed ho subito percorso i due sentieri della parte ovest del parco. non sono niente di che: gli ennesimi due gorges, ma il ricordo del karijini li umiliava.

e poi sono entrato in acqua, a stack beach. ero da solo e la barriera corallina era li’, tutta per me. ma che corrente…

dopo un quarto d’ora non mi sentivo per niente a mio agio ed ho preferito andare a turquoise bay. e li’ mi son divertito come… come la sera prima!

ho dapprima esplorato drift beach. anche qui una corrente da paura. mi avevano detto “parti da sud, e vedrai che la corrente ti portera’ a nord”. ed io infatti sono andato a nord a nuotare controcorrente.

dopo un po’ mi stavo dicendo “si’, bella, ma e’ tutta uguale. bei pesci, ma il corallo non e’ cosi’ differente da posto a posto”. ma poi e’ apparsa una tartaruga. diametro di un buon mezzo metro, l’ho seguita finche’ e’ dovuta tornare in superficie per respirare. che bella. una favola, davvero, con quelle macchie ed il guscio dipinto con colori aborigeni (sembra assurdo, ma sembrava ocra rossa con disegni gialli in stile davvero aborigeno).

uscito dall’acqua, sono andato dall’altra parte della baia. li’ la corrente era meno forte. dopo cinque minuti, un’altra tartaruga. stavo esplorando il fondo, quando qualcosa si e’ mosso. intendo… il fondo marino! la tartaruga aveva tutta la sabbia sul guscio, e la prima impressione era che un pezzo di fondale si stesse muovendo! l’ho seguita per un pezzo, finche’ la mia attenzione e’ stata distratta da alcuni pesci e da una cosa piatta con la coda, lunga un buon metro, larga mezzo (anche meno) e dipinta di giallo e verde. l’ho seguita, forse per dieci secondi, ma poi era troppo veloce per me.

uscito dall’acqua piu’ che soddisfatto, ho chiesto cosa fosse ad altri turisti “una stinger ray. steve irwin e’ stato ammazzato da una di quelle” “ah… ehm… ok” “no, tranquillo, quelle che ci sono qui non sono pericolose. bella?” “fantastica”. abbiamo chiaccherato per una buona mezz’ora, ma poi, dato che il sole stava andando giu’, ho preferito andare a lakeland a fare un ultimo snorkel. purtroppo la marea era gia’ troppo bassa e non me la sono goduta, ma il ricordo di turquoise bay era troppo favoloso!

lasciato il parco, mi son goduto il tramonto da una clothing-optional beach a nord, sulla strada per exmouth. prima che fosse buio ho anche dato un occhio al faro (niente di che).

stamattina sono andato a godermi l’alba (ehm… beh, un po’ in ritardo) e la visione del relitto che c’e’ a nord di west cape. bello, ultima fotografia al parco.

ora sto per ripartire verso sud. spero di non incontrare altre strade non asfaltate, dato che la poiana non resisterebbe. ma soprattutto spero di non incontrare altra polizia!

6 Risposte to “80 miles beach, karijini national park, ningaloo marine park”

  1. Juri Says:

    Sigh…..povera macchinina!!! Certo che son crudeli quei poliziotti!! attaccargli un adesivo cosi discriminante!!! suvvia per qualche acciacco ptevan chiudere un occhio……… beh anche se forse non hanno tutti i torti……stacca l’adesivo e vendila a qualche cinese!! 😀

  2. Walter Says:

    Il prototipo volante…il sogno d ogni bellunese….svanita…così….un lungo cordoglio…… AAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!

  3. 2pa Says:

    ih ih ih
    più che farti i complimenti mi chiedo: ma come ha fatto quella povera austriaca a…diciamo starti vicino dato che puzzavi come un beduino!? no, visto che ti lamentavi sul forum che erano 4gg che non ti facevi la doccia…!!! 🙂
    E TRATTAMELA BENE LA FALCON!!! ok che è arrivata alla fine, e che l’adesivo devi toglierlo al + presto x poterla rivendere (come dice Juri) a un qualche muso giallo calamone, però tu trattala bene e dalle da bere la miglior benzina sul mercato! che almeno la sua ultima cena sia succulenta…sigh, in falcon we’ll keep on trust!
    e quando la lascerai voglio un blues struggente…tipo
    oh falcon poiana
    correrai sempre sulle auostrade del mio corazon!!!
    una roba del genere…
    aloha
    2pa
    nb: e cmq un paio di maledizioni te le ho mandate visto che non sei venuto sul mio blog a farmi gli auguri di compleanno!!! 😦 grunt

  4. clyde Says:

    x tutti… leggetevi il prossimo post…
    comunque e’ bruttissimo avere quell’adesivo… ti senti un lebbroso e tutti ti stanno lontani. fortuna che l’austriaca aveva il raffreddore 🙂

    x ostucaz. auguri… anzi… buona fortuna, o buon natale…

  5. prnewswire.com Says:

    let me know exactly where do I purchase them

  6. Freddy Says:

    We all know that natural milk in mother’s is healthier for the newborn as it contains Lauric acid. There is a reason why many people have begun to talk about the health benefits of virgin coconut oil – actually there are many reasons. Otherwise, it may be taken as a nutritional supplement since it will help the body to absorb vitamins and minerals.

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