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CRONACA 25-04-2001

CORRUZIONE E APPALTI TRUCCATI ARRESTATO IL SINDACO DI TRAPANI

In carcere anche ex assessori e funzionari comunali

FRANCESCO VIVIANO

TRAPANI - Il centro degli affari era lì, in Piazza Vittorio Emanuele numero 4, nel cuore della città, a 100 metri dalla Prefettura, dalla Questura, dal Palazzo di Giustizia e dal Comune. Lì c'è la segreteria politica del più potente deputato regionale di Trapani, l'onorevole Francesco Canino (Ccd), e la sede della "Cooperativa Giustizia Sociale": una creatura dell'onorevole affidata a uomini fidati che, eseguendo gli ordini del loro capo, avevano progettato - tra le altre cose - un affare da 600 milioni e l'assunzione di 25 persone, tutti amici e parenti del sindaco, di alcuni assessori, consiglieri e burocrati comunali.
Lui, Canino, con trascorsi giudiziari per mafia, per adesso se l'è cavata con un avviso di garanzia. In carcere invece sono finiti il sindaco Antonino Laudicina eletto nella liste del Polo e alla guida di una giunta di centrodestra, gli ex assessori Salvatore Bonfiglio (An), e Giuseppe Scalabrino (Fi), il consigliere comunale Mario Toscano (Ccd), il dirigente amministrativo del Comune Filippo Sparla, il segretario generale del Comune Antonino Galfano, ed il presidente della "Cooperativa Giustizia Sociale" Claudio Meloni. Tutti accusati dal procuratore Gianfranco Garofalo e dal gip Alberto Gamberini, di corruzione aggravata e continuata e falso in atto pubblico, anch'esso aggravato e continuato.
Alle manette è scampato un altro ex assessore, Giacomo Candela, funzionario di banca che nell'inchiesta della Procura e della squadra mobile di Trapani guidata da Giuseppe Linares, ha avuto un ruolo chiave e che è andato subito in Procura quando ha capito che i suoi ex colleghi di giunta ed il sindaco lo avevano scaricato, addossando a lui la responsabilità di avere ideato il progetto. E sono state le dichiarazioni di Candela, soltanto indagato, e di un altro ex assessore comunale, Vito Conticello (Fi), arrestato il 17 ottobre scorso con in mano una mazzetta di 5 milioni, a svelare a magistrati ed inquirenti come a Trapani ci si spartiscono gli appalti pubblici. L'ultimo affare è costato il carcere al sindaco e agli altri.
La storia. Nel settembre del 2000 il sindaco e la giunta varano la delibera incriminata che assegna 600 milioni alla "Cooperativa Giustizia Sociale" per la gestione di vari servizi presso gli asili comunali della città. L'accordo è che la cooperativa assuma oltre 20 maestrine, parenti ed amici del sindaco, degli assessori e dei burocrati incriminati. Per non scontentare nessuno, sindaco e assessori propongono a molti consiglieri comunali, anche dell'opposizione, di segnalare i loro parenti ed amici per essere assunti. Qualcuno accetta, qualcun altro no. Un mese dopo però sindaco e assessori cominciano a preoccuparsi perché temono che l'assessore Conticello, nel frattempo arrestato, possa parlare.
«Se entro 24 ore non ci arrestano, non ci arrestano più» azzarda incautamente il sindaco Laudicina che, con la sua giunta, prepara un'altra delibera per annullare la precedente accusando un ignoto (l'assessore Candela) di averla contraffatta per favorire la "Cooperativa Giustizia Sociale". Candela viene colto da infarto durante la riunione e la seconda delibera viene inviata alla Procura della Repubblica nel tentativo di sviare le indagini. Ma Conticello aveva già svelato i meccanismi truffaldini e Candela ha aggiunto il resto. Candela ha raccontato anche che dopo l'arresto di Conticello l'onorevole Canino convocò una riunione al ristorante Cinque Torri di Marsala con tutti i consiglieri comunali e gli assessori del Ccd ordinando a tutti, d'intesa col senatore D'Alì, di dimettersi