sabato 14 luglio 2007

You can be anything you want to be


La mia generazione (non quella che ha perso, qualcuna dopo, quella che perdera') e' cresciuta a pane e nutella, cartoni giapponesi e Queen. Non si potevano evitare. Erano ovunque: in testa alle classifiche, alla radio, in TV, alle feste. In gonnella su M-TV. Brian May era il chitarrista, quello col ricciolo fluente che faceva invidia a Branduardi.

E proprio Brian May, in carne ed ossa ma senza chitarra, era questa settimana con alcuni miei colleghi astronomi (che ringrazio per la segnalazione) a una conferenza sull'astronomia infrarossa all'Imperial College di Londra. Per giunta a presentare un talk sulla luce zodiacale, vincendo, come riporta nel suo blog l'emozione della prima volta.

La storia e' interessante. E c'e' anche la morale, quindi sorvolate se non vi piacciono certe cose zuccherose.

Brian May suona la chitarra, con alterne fortune, in un gruppo chiamato Smile. La fantasia non e' evidentemente il suo forte, ma la voglia di fare e di indagare non manca. Tanto che visto che la famiglia non poteva permettersi una costosa chitarra elettrica, il 16enne Brian costruisce con l'aiuto del padre la famosa "Red Special", che poi suonera' abitualmente, con i resti di una motocicletta. Anche la fisica e i numeri li destreggia egregiamente, tanto da laurearsi a pieni voti in fisica all'Imperial College.

Dopo aver conosciuto Freddy Mercury lascia l'Astronomia e il PhD che nel frattempo aveva iniziato per studiare la luce zodiacale, peraltro pubblicando una lettera sulla prestigiosa rivista Nature (1972 Nature, 240, 401) e un articolo su MNRAS (1974 MNRAS,166,439) come coautore.

Fonda i Queen e seguono il successo, i soldi a palate e i vari annessi e connessi. Ma Brian, una volta appesa la chitarra al proverbiale chiodo, non si scorda la sua antica passione. Pubblica nel 1996 un libro divulgativo di Astronomia, Bang!, e riprende a 59 anni il PhD interrotto. Fino a presentare per la prima volta a un congresso internazionale il suo lavoro, tornato peraltro di interesse negli ultimi 10 anni. Cosi' racconta l'esperienza nel blog:

I climbed a small mountain today. (Oh God, I am getting Bloggy after all ...) I delivered my first ever PowerPoint presentation today - a talk to the members of the Astrophysics group at Imperial College on the subject of my thesis - the Zodiacal Light. I worked hard on it ... for many nights ... and I think it went OK. I need more practice (and I am going to get it soon!), but I'm getting there. It's a bit like trying to get up and sing in front of your family ... a little too revealing! But they were kind to me.

Anche dopo aver suonato davanti a centinaia di migliaia di persone, l'emozione evidentemente non passa lo stesso.
"You can be anything you want to be, just turn yourself into anything you think that you could ever be". Puoi essere quello che vuoi, basta diventare qualunque cosa pensi tu possa essere. Cosi' cantavano i Quenn in Innuendo. Sembra che l'importante sia proprio non rinunciare mai alle proprie passioni e ai propri interessi. Crederci fino in fondo, per quanto bislacchi possano sembrare. Ma la cosa che mi piace di piu' di questa storia e' il guardare avanti, verso sfide nuove, invece di togliere la polvere ai vecchi allori. Dev'essere qui la lezione da imparare.

E poi, diciamocelo, Brian ha scelto l'ordine temporale giusto tra la musica e l'astronomia. Se avesse fatto il contrario di neuroni intatti per strimpellare la chitarra ne avrebbe avuti ben pochi... Innuendo.



Nessun commento: