Dagmar Film
Production
Rendez-vous con
Napoleone

Friulvini
L'ultimo Tocai

Friulvini
Il Calendario dell'ultimo Tocai

Caseificio Di Bidino
Premio Ciambello

Vigneti Pittaro
Coppa PittaroBrut

Lignano Sabbiadoro
Starwines

Osservatorio Prevenzione Infortuni
INAIL
Confartigianato
Storia del futuro non vissuto

Vigneti PittaroBrut
Vota la moglie ideale

)
)
gab

Get the Flash Player to see this player.

italiano
english
deutsch

Nella querelle internazionale che vede coinvolta l’UNIONE EUROPEA, donne del Friuli e del Veneto, mogli, fidanzate, sorelle e figlie di oltre 2000 viticoltori, soci della cooperativa FRIULVINI, scendono in campo contro la CORTE di GIUSTIZIA EUROPEA del Lussemburgo che ha ingiustamente attribuito all’Ungheria l’uso esclusivo della denominazione Tokaji.
Il TOCAI Friulano, il vino bianco del Friuli, più famoso e più richiesto, non dovrebbe esistere più.
“Da otto secoli il Tocai è un bene non solo dei moltissimi produttori ma anche di tutti i consumatori friulani e italiani, e non di faccendieri e di burocrati. Non accettiamo che nel tino entri uva Tocai e dopo la pigiatura debba uscire solo un anonimo vino “friulano” senza storia né blasone, come vorrebbero questi signori”, rivendicano.
Così per rinnovare la festa della vendemmia e della pigiatura, hanno voluto interpretare il Calendario dell’ultimo TOCAI, decise a battagliare a fianco di FRIULVINI che ha raccolto le istanze di soci e consumatori e ha avuto il coraggio di mettersi anche contro la Regione FRIULI VENEZIA GIULIA la quale, per un “piatto di lenticchie”, accetta di sbarazzarsi della denominazione TOCAI.
Un modo singolare per affermare i valori e le tradizioni di un territorio che non vuole perdere il suo “vino simbolo”.

IL CALENDARIO DELL’ULTIMO TOCAI

Una festa di colori, lo spirito gioioso delle feste popolari che si rinnova con il ballo-pigiatura del TOCAI.
Un rito che nelle immagini di Gianfranco Angelico Benvenuto dura simbolicamente un anno intero. Un percorso a ritroso nel tempo, l’attesa che il ciclo di lavoro e di festa si compia ancora, e ancora per sempre, portandosi dietro la memoria di quegli otto secoli che l’hanno preceduto.
Un racconto di valenza quasi cinematografica.
E in attesa della nuova sentenza della Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo, il creativo udinese Gianfranco Angelico Benvenuto ha ideato un’etichetta  provocatoria.
Il prototipo reca la denominazione “vino bianco secco delle Terre Orientali Carnico Adriatiche Italiane” (in pratica traccia i confini del Friuli Venezia Giulia) e mettendo in successione verticale le ultime cinque parole, ed evidenziandone le iniziali, appare il nome dell’amato Tocai. Non c’è scritto, ma si legge TOCAI.
Un acrostico per continuare la difesa ad oltranza del vino TOCAI e della tradizione.



Gianni Liani

Il 12 maggio 2005 la Corte europea di Giustizia del Lussemburgo ha stabilito, come pattuito nell’accordo del 1993 tra l’Unione Europea e l’Ungheria, il divieto di utilizzare – dopo il 31 marzo 2007 – la denominazione “TOCAI” per il nostro vino bianco, secco  friulano a fronte di una comunanza di sonorità rispetto al vino liquoroso ungherese Tokaji.
FRIULVINI non può accettare che quest’uva entri nel tino col nome proprio di TOCAI e, dopo la pigiatura, ne esca semplicemente con quello di vino FRIULANO, denominazione ormai scelta e adottata dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Si oppone alla  cancellazione di otto secoli di storia e, raccogliendo le giuste rimostranze di oltre 2.000 soci viticoltori friulani e dei consumatori, presenta ricorso alla Corte Europea di Giustizia.
Nel frattempo, nel caso in cui il ricorso non ottenga il risultato sperato, dal 2007  FRIULVINI adotterà la nuova provocatoria etichetta creata da Gianfranco Angelico Benvenuto. Etichetta in cui si legge TOCAI ma non c’è scritto.
La trovata consiste in un acrostico:  mettendo in verticale le parole Terre Orientali Carnico Adriatiche Italiane (che delimitano i confini della produzione del vino) ed evidenziando le iniziali, appare appunto il nome TOCAI.
E gli dedica questo Calendario. Come a una star.


Rino Deotto
Presidente Friulvini

IL CALENDARIO DELL’ULTIMO TOCAI

Dodici mesi per raccontare una storia di gusto, profumo, colore. Una storia nata dalla ciclicità stagionale della natura, in sintonia con i gesti e la sapienza dell’uomo. Una storia che abita in terra friulana da ben otto secoli e che Gianfranco Angelico Benvenuto ha tradotto in immagini fotografiche capaci di stemperare la narrazione in evocazione simbolica.
Il tutto entro un racconto di valenza quasi cinematografica, che inizia con la simbologia del viaggio in un percorso a ritroso nel tempo, dove il fotografo recupera una vecchia moto, gli antichi tessuti fiorati dei costumi della tradizione friulana, i cappelli di paglia, i tini per pigiare l’uva, una fisarmonica e, soprattutto, lo spirito gioioso delle feste popolari, dove dall’antichità ad oggi la musica e le danze vanno a braccetto con il vino, le parole e il sorriso. Attraverso questi elementi emerge la volontà di FRIULVINI di recuperare le antiche tradizioni che hanno segnato la paternità e la qualità del vino Tocai friulano, di cui si vorrebbe vietare la denominazione.
Le dodici fotografie di Benvenuto mettono in scena lo spirito di questa tradizione. Lo fanno con l’incisività di uno sguardo acuto sui segni-segnali di un modus vivendi che si rinnova nel tempo ma restando fedele a se stesso. Ne nasce una sorta di inno alla vita e alla festa che, a partire da quella vecchia motocicletta cavalcata da una giovane donna, ci conduce alla realtà bucolica della vendemmia nel recupero dei tempi lunghi di un lavoro mutuato sui ritmi della natura.
Una vendemmia che nelle immagini dura simbolicamente un anno intero, per soffermarsi sull’abluzione dei piedi in antichi catini, dal significato teso fra sacro e profano, che poi approda a un’intensa nota di sensualità nella fotografia di un bacio.
E’ questa sensualità ad annunciare idealmente lo scenario che dal primo piano delle braccia operative reggenti il tino si apre nella lunga prospettiva di ragazze intente a pigiare l’uva in un accattivante e vorticoso ballo, che poi genera una summa di pennellate di colore atte a raccogliere il testimone dei gesti, dei sorrisi e dell’impegno dei giovani coinvolti nel lavoro.
Da questa immagine tesa all’astrazione il racconto ritorna poi agli scenari figurativi, per concentrarsi su atmosfere autunnali e invernali adombrate da tonalità fredde e bluastre. Qui la tensione del chiaroscuro, che calca ancora la mano sulle valenze pittoriche, ammicca al tempo dell’attesa. Attesa che lo stesso ciclo di festa e lavoro si compia ancora, e ancora per sempre, portandosi dietro la memoria di quegli otto secoli che l’hanno preceduto.

Sabrina Zannier

grappolo.jpg
copertina_piccola.jpg
Copertina del Calendario
Backstage del Calendario
Gennaio

In sella, bikers d'un tempo senza pensieri
Febbraio

L'aia fermenta degli ultimi preparativi
Marzo

Il primo vagan per un tocai che si annuncia di gran qualità
Aprile

La speranza di uno sguardo nelle strappate di una fisarmonica
Maggio

Ingenuità, malizia e dedizione: il lavaggio dei piedi prima della pigiatura
Giugno

Un bacio a sigillo sui piedi lavati par folà

Luglio

Una festa, un ballo... un rito. La pigiatura

Agosto

Variopinte figure nell'euforico turbinio di movimenti, sensazioni, profumi, colori...
Settembre

Di tradizione e rito sanno gli assaggi del mosto
Ottobre

A sera una fisarmonica ruba un'emozione
Novembre

"Che fai tu, luna in ciel? Dimmi che fai, silenziosa luna?"
Dicembre

"Dolce e chiara è la notte e senza vento"
L'autore

Gianfranco Angelico Benvenuto
Friulvini