UNA BIBLIOTECA A QUATTRO ZAMPE NEL NOSTRO SISTEMA BIBLIOTECARIO
Il biblioasino è la prova vivente (in senso letterale) delle infinite possibilità di promozione “non convenzionale” alla lettura e degli spazi che si possono aprire non appena si lasci da parte l’approccio istituzionale per dare fiato alla creatività.
Quando ciò avviene, la biblioteca cessa di essere un luogo fisico per diventare spazio aperto, area di sperimentazione di nuove forme di rapporto con il territorio e con i lettori che lo abitano, laboratorio per la bio-diversità della lettura.
La Fondazione Per Leggere – Biblioteche Sud Ovest Milano, che ha inscritto nel proprio dna il compito di promuovere la lettura in tutte le sue forme (art. 3 dello Statuto), ha deciso di sostenere con convinzione questo progetto dotando il biblioasino di una piccola raccolta libraria per il prestito itinerante e predisponendosi a considerare Serafino (e gli altri “colleghi” che in futuro lo affiancheranno) come la 58a biblioteca del nostro sistema, regolarmente registrata come una delle sedi abilitate al prestito.
Con un minimo di dotazione tecnologica (un netbook e una chiavetta UMTS) il biblioasino potrà in futuro andare per strade, piazze e cortili registrando in tempo reale prestiti e nuovi iscritti, dispensando libri e consigli di lettura.
La dimensione tecnologica e l’originalità della proposta dell’associazione “Asini si nasce... e io lo nakkui - sede di Milano” rimanda a un’idea di modernità che si sposa perfettamente con l’antico, perchè l’asino è il simbolo di una civiltà contadina che (r)esiste, sforzandosi ancora di trovare la via per far convivere la modernità tecnologica con forme tradizionali di lavoro e di cultura.
Per un sistema bibliotecario che ambisce a giocare un ruolo di primo piano nella vita culturale del terrritorio, anzi, che ha come finalità trasformarlo in terra di lettori, il biblioasino non è una semplice occasione fra le tante per fare “massa critica” ma la metafora di ciò che la biblioteca pubblica dovrebbe imparare a fare: raggiungere i lettori piuttosto che aspettarli in sede, sfruttare i momenti in cui le persone possono dedicare tempo alla scelta di un libro piuttosto che pretendere di imporre i nostri orari di servizio. E farlo con leggerezza, senza giudicare; e con mitezza, senza indirizzare le scelte; e con un pizzico di testardaggine, come si conviene a un vero biblioasino.
Stefano Parise
