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Ticino

Bruna, Daniela, Deborah, Fabiola, Pia, Enzo, Maurizio, Roberto, Valter

Giugno 2008

Uscita di Villotta, Enzo la infila tranquillo col furgone e dirige verso casa, è arrivato, scende con Deborah, prendo la guida e porto a casa Pia e Maurizio, poi Roberto, quindi Bruna e Fabiola, per ultima Daniela e poi arrivo a casa. Siamo noi il gruppo di barcarioi che ha fatto l'escursione su Ticino. Tre giorni sono passati nel tempo di un sospiro, non ci siamo fermati un attimo e, allo stesso tempo, ci sembra di non avre fatto quasi niente, anche se le immagini hanno ancora il tono forte dell'istantanea. Proviamo a raccontarlo questo film.

Dopo settimane di ricerche e contatti per trovare le canoa a noleggio ed un posto dove dormire, finalmente si parte. Faccio il giro a raccogliere tutti e poi prendiamo l'autostrada, si viaggia bene, il grosso del traffico è nell'altra direzione, passiamo Mestre senza code, Verona, Brescia, Piacenza, a Stradella si esce, passiamo sul ponte della Becca proprio sulla confluenza del Ticino nel Po. I fiumi sono alti, il Po limaccioso, solo due o tre giorni prima ci sono state piogge molto forti sul Piemonte occidentale, frane con morti nelle valli occitane.
Mappa
Arriviamo a Piacenza ed andiamo al campeggio, avevamo prenotato un bungalow e portato le tende per gli altri, ma combiniamo di sistemarci nel dorme, una specie di camerata. Spuntino e poi decidiamo di andare a fare una ricognizione, perchè anche a Pavia il fiume è bello alto.

Ci contattano dalla scuola di canoa e Claudio, il responsabile, ci dice che il livello è troppo alto e che non è il caso di fare il fiume in canoa, se vogliamo possiamo scendere col gommone da rafting con la guida. Ci pensiamo un attimo poi gli faremo sapere, nel frattempo siamo arrivati a Bereguardo, andiamo verso il ponte di barche ed incontriamo un gruppo che termina la discesa proprio quando noi arriviamo sulla riva. Ci presentiamo e facciamo due chiacchiere con Fabio, l'istruttore che è sceso in kayak precedendo il gommone. Ci spiega che il fiume è pieno di alberi caduti con la piena e che la corrente è abbastanza forte. Caricano e partono per rientrare, noi li seguiamo per andare a vedere la base di partenza ad Abbiategrasso. Una volta lì, ci mettiamo d'accordo per il giorno dopo e ci diamo al turismo tradizionale.

Andiamo a visitare Vigevano. Daniela, che essendo originaria di Pavia ci fa da cicerone, ci spiega che la piazza di Vigevano è considerata la più bella d'europa. Ci arriviamo in breve, è veramente bella, rettangolare, in lieve declivio, circondata da palazzi affrescati con motivi sempre simili, ma sempre diversi uno dallo altro, il lato corto chiuso dalla facciata ad arco di cerchio del duomo. Un gioco di proporzioni e decorazioni che rendono lievi le massicce costruzioni.
Vigevano
Da un lato della piazza entriamo nel castello visconteo, un salto alle scuderie con il loro colonnato in pietra, poi passiamo sul passaggio coperto che consentiva ai cavalieri di uscire senza essere visti. Ripassiamo dalla piazza e, tornando verso il furgone, passiamo davanti alla casa natale di Eleonora Duse. Torniamo a Pavia, ed andiamo a cena. Non abbiamo idea di far tardi, rientriamo in campeggio poco dopo le undici e troviamo il gestore che ci dice che proprio sotto a dove siamo noi ci sarà una festa, se vogliamo ci ha preparato i bungalow. Lo ringraziamo ma gli diciamo che rimaniamo lì, tanto, col sonno che abbiamo.... beh, non è che non li abbiamo sentiti.
La sveglia suona presto, ci si inizia a preparare, andiamo a fare colazione e poi via verso Abbiategrasso. Arriviamo alla scuola di canoa in orario perfetto, ed Enzo, il sovrintendente factotum ci fà vestire.

Giacca d'acqua, giubbetto salvagente, casco, pagaia. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere, sembriamo dei personaggi di Altan.

Partiamo a piedi dietro ad Enzo ed in breve raggiungiamo la riva del Ticino, dove si trova il punto d'imbarco.

Vestizione
Visto da qui il fiume fà una certa impressione, la corrente è veloce e le acque sono mosse.

Tommaso, la guida dell'altro gruppo, ci spiega le tecniche per pagaiare sul gommone e le tecniche di sicurezza, poi arriva Francesco, la nostra guida e ci spiega le varie situazioni che possiamo incontrare ed i comandi che verranno usati. Ci spiega anche, nel caso qualcuno cadesse in acqua, come recuperarlo.

Un paio di prove e siamo pronti.

Vestizione 2
Eccoci quà
Gruppo
Tutti a bordo, partiamo contro corrente ma non ce la facciamo a risalire, ci lasciamo portare e, traghettando, andiamo a fermarci in una lanca di acqua calma dall'altra parte del fiume, aspettiamo l'altro gruppo con cui faremo di conserva una parte del tragitto. Quando arrivano, Francesco che, alla faccia della sua apparenza tranquilla è un sobillatore, ci fa fare una battaglia a schizzi d'acqua. Cominciamo la discesa vera e propria, il fiume è largo, i fili di corrente ed i gorghi si vedono bene, bisogna però stare attenti ai molti tronchi che ci sono sul cammino, qualcuno più insidioso è appena sotto al filo dell'acqua, ma Francesco è attento e ci fa manovrare con largo anticipo. Quando ci sono le condizioni giuste di corrente e di morta ci fa giocare ad entrare ed uscira dalla corrente, ci pigliamo qualche bella lavata, ma è divertente.
Tutto bene fino al ponte di Vigevano, Enzo ci chiama per avvisarci che è meglio passare nella seconda arcata da sinistra, c'è un dislivello di almeno un metro e mezzo ma non è un salto, piuttosto uno scivolo. Passiamo veloci, qualche saltino e qualche bello schizzo, peccato duri pochi secondi. Aspettiamo l'altro gommone, per vederli passare, passano bene anche loro, poi li salutiamo, loro si fermano lì, noi proseguiamo. Dopo un altro pò di strada, ci fermiamo su un'isola in mezzo al fiume per mangiare i panini e ne approfittiamo per fare qualche foto.
Sosta
Dopo esserci rifocillati e riposati, ci rivestiamo e ripartiamo. Francesco ci fa provare a guidare, provo anch'io, tutto sommato non è difficile, bisogna solo anticipare molto le manovre e non aspettarsi che il gommone si comporti come una canoa e tutto funziona senza patemi. Il cielo si è rannuvolato, anche se non piove, cominciamo ad essere stanchi, Francesco non riesce per un pò a trovare dei punti di riferimento, ci dice che, in dieci anni, è la prima volta che vede il Ticino così alto, inizia a cadere qualche goccia di pioggia, finalmente seguendo la corsa di un paio di motoscafini che si infilano in un canale laterale si orienta, siamo a Besate ci dice, dove fra qualche mese aprirà un'altra base della scuola. Non manca molto. Continuiamo a scendere, spinti dalla corrente, adesso il fiume ha un corso più regolare, dopo l'ennesima curva vediamo in lontananza il ponte di barche di Bereguardo.
Se non ci fosse tutta questa acqua si potrebbe passare sotto alle barche, invece bisogna passare tutto a destra, dove c'è un ponte un pò più alto e poi traghettare sulla riva sinistra. Nonostante che ce la mettiamo tutta ce la facciamo per un pelo. Se non fossimo riusciti a fermarci prima del pontile delle barche avremmo dovuto risalirlo pagaiando, meglio non pensarci. Scendiamo, tiriamo a secco il gommone, lo carichiamo ed andiamo a berci una delle birre più buone che si ricordino.
Arrivo
Si rientra alla base, ci si cambia e si ritorna a Pavia. Questa sera saremo ospiti di Redenta, zia di Daniela, personaggio effervescente ed interessante e di suo marito Piero, che a fine cena ci legge delle poesie in dialetto pavese. Serata piacevole, anche se un poco appiattita dalla nostra stanchezza. Rientriamo in campeggio e vediamo un viavai di gente. Non ci sarà mica festa anche stasera??? Ebbene si, chi rimane nel dorme, chi si sposta nel bungalow, credo che in meno di mezz'ora di noi non si sentano che ronfi e respiri. È stata una giornata piena e faticosa. E poi domani dobbiamo andare in oltrepò e tornare a casa.
Al risveglio, dopo colazione, recuperiamo le nostre cose e ci prepariamo a partire. Il gestore del campeggio, quando gli chiediamo il conto, si scusa per il disturbo che abbiamo avuto e non vuole che paghiamo. Lo ringraziamo un pò imbarazzati, lo salutiamo e partiamo per visitare Pavia. Parcheggiamo ed andiamo a vedere San Pietro in ciel d'oro, bellissima chiesa romanica, poi arriviamo al castello, che si vede dall'esterno e, percorrendo la strada nuova, andiamo verso il centro medievale. Passiamo davanti al teatro Fraschetti, ci fermiamo alla pasticceria Vigoni, famosa per la torta paradiso, svoltiamo dietro l'università per andare a vedere le torri, passiamo dalla chiesa di Canepanuova, con il suo interno barocco, fino ad arrivare a San Michele, con una bellissima facciata in arenaria. Le figure dei bassorilievi sono consunte dal tempo e dagli agenti atmosferici, ma assumono delle fisionomie incredibilmente moderne. All'interno ci sono dei bei affreschi, bella anche la cripta. Usciamo ed andiamo verso il broletto ed il duomo. Daniela incrocia una delle sue zie.
San Pietro
Usciamo dal centro, saliamo in furgone ed andiamo alla cascina Bonpiumazzo, a Pavia cominciano le risaie che si estendono fino a Novara e Vercelli, a prendere il riso, poi ripassiamo per Pavia, attraversiamo il Ticino sul ponte coperto e ci fermiamo in Borgo Ticino per vedere il monumento alla lavandaia, ripartiamo ed andiamo a pranzo a Broni, anzi in Valle di Scuropasso. Non staremo a raccontare quanto e cosa abbiamo mangiato, diciamo che la qualità è elevata ed il prezzo più che onesto. Ultima tappa alla cantina intercomunale di Broni, oramai il furgone è pieno come un uovo, e via verso casa.
Lavandaia