mercoledì 11 marzo 2009

Insonnia del bambino: perché il mio bambino non riesce ad addormentarsi?

Il bambino, nei primi mesi di vita, ha una percezione del sonno-veglia decisamente diversa rispetto a quella dell’adulto, in quanto non conosce ancora la differenza fra il giorno e la notte.
Il suo ritmo, infatti, è indipendente dall’ambiente ma è regolato dalle sue esigenze primarie come la fame e la sete. Di conseguenza, per i primi mesi, la mamma dovrà cercare di adattare i propri ritmi a quelli del piccolo.
Solamente più avanti, verso il quinto mese, il bambino inizierà ad adattarsi progressivamente ai ritmi esterni e a regolari abitudini che lo aiuteranno a concentrare il sonno nelle ore notturne.

Durante l’infanzia, però, può accadere che il neonato presenti difficoltà ad addormentarsi oppure abbia continui risvegli notturni. Questo accade perché nel lattante il sonno è un processo in evoluzione, perciò è molto facile che durante i primi mesi venga colpito da insonnia.

L’insonnia è un fenomeno molto diffuso fra i neonati. Generalmente si manifesta con l’incapacità del bambino ad addormentarsi o riaddormentarsi in maniera autonoma. La maggior parte dei problemi legati all’insonnia sono transitori e tendono a risolversi spontaneamente con il passare del tempo.
In questa situazione, cercate di non lasciarvi prendere dal panico o dall’angoscia e provate a comprendere le cause che portano il neonato a svegliarsi durante la notte, ma soprattutto sarà vostro compito rassicurarlo con comportamenti ed atteggiamenti che non lo facciano ulteriormente agitare.

Come si manifesta?

L’insonnia del neonato viene diagnosticata quando compare per almeno tre notti a settimana uno dei seguenti sintomi:

- difficoltà ad addormentarsi per un tempo indicativamente maggiore di 45 minuti
- risvegli multipli con oltre 30 minuti necessari per riaddormentarsi
- risvegli precoci

Esistono due tipi di insonnia: quella agitata e quella calma.
Nel primo caso il piccolo non riesce a stare fermo e si muove costantemente, mentre nel secondo caso è praticamente immobile con gli occhi aperti. Proprio quest’ultima tipologia è anche quella più grave, in quanto può nascondere una probabile malattia a livello psichico.

Quali possono essere le cause?

Durante il primo anno di età, non esiste un’unica causa da attribuire a questo disturbo, infatti possono essere molteplici, da fattori genetici a problemi di relazione bambino-genitori, da cause organiche a problemi psicosociali. Vediamo nel dettaglio le varie ipotesi:

- il neonato ha assunto cibo e bevande in quantità eccessive durante la notte: di conseguenza l’addormentamento iniziale e successivo ai risvegli notturni avviene solamente in associazione con eccessiva quantità di liquidi o di alimenti.

- piccole coliche durante i primi mesi di vita: l’insorgenza delle coliche potrebbe portare ad una disfunzione dei processi di maturazione del ritmo sonno-veglia; inoltre, nel periodo subito dopo la colica, si potrebbe instaurare un disturbo del sonno caratterizzato da risvegli multipli nel corso della notte oppure con riduzione della durata totale del sonno. Questo avviene in quanto questi bambini durante i primi mesi, sono facilmente irritabili e sensibili ai cambiamenti dell’orario di addormentamento, di conseguenza è importante praticare una corretta igiene del sonno

- disturbi di inizio del sonno per associazione: può accadere che il bambino associ il momento appena prima di addormentarsi a rituali fissi (presenza della mamma insieme a lui, una ninna nanna, una carezza), per questo se durante la notte si dovesse risvegliare e non ritrovare le stesse condizioni presenti al momento precedente dell’addormentamento, è improbabile che riuscirà a prendere nuovamente sonno

- allergia: il neonato potrebbe essere allergico alle proteine del latte o ad altri sostanze allergene alimentari. La sintomatologia è simile a quella delle coliche, con la differenza che scompare con la semplice rimozione dell’alimento

- lo stato emotivo della madre: madre e figlio vivono un rapporto simbiotico, quindi se la mamma sta vivendo un conflitto interiore, oppure non è serena, il piccolo se ne accorge e durante la notte non riuscirà a dormire serenamente. La mamma dovrà quindi agire in base a ciò che è meglio per lei, che di conseguenza sarà anche ciò che è meglio per il suo piccolo

- il caos: è probabile che il disordine e la confusione creata da troppe persone che si trovano in casa, oppure i continui spostamenti ai quali il bambino viene sottoposto, lo agitino a tal punto da non renderlo tranquillo

Cosa (non) fare?

Innanzitutto è importante conoscere i principi basilari di igiene del sonno dell’infanzia e soprattutto quali sono le comuni abitudini scorrette che possono instaurare o cronicizzare un problema di insonnia nei bambini, come ad esempio:

- cullarlo in braccio finché non si addormenta
- fargli il bagnetto prima di andare a letto, in quanto nel piccolo è uno stimolo eccitante
- somministrare tisane o camomilla prima di farlo dormire
- dare da bere o allattarlo durante l’addormentamento

Per migliorare il sonno del bambino spesso è sufficiente intervenire su queste abitudini di vita e sui fattori ambientali (il rumore, la temperatura e la luce nella stanza, ecc.), applicando i principi di igiene del sonno, ovvero:

- aiutare il bambino ad associare il sonno con il suo lettino
- mantenere costanti gli orari di addormentamento e risveglio
- mandare il bambino a dormire già sazio

In rari casi, può succedere però che il disturbo persista; in questi casi è opportuno prendere nota di qualsiasi comportamento insolito nel piccolo o dei cambiamenti che possono derivare dalla mancanza di sonno e parlarne con il pediatra o medico che saprà dare i giusti consigli.

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