Intolleranza ai cosmetici? In un test la risposta

I cosmetici sono sostanze chimiche o naturali atte a curare e conservare la salute della pelle, capelli, unghie e in generale utilizzate per migliorare l'aspetto e l'odore di una persona. Ma spesso queste sostanze producono l’irritazione e altri disturbi nei soggetti con pelle più sensibile.
Le reazioni da cosmetici possono essere eclatanti o, al contrario, essere del tutto invisibili quando sono avvertite solo dal soggetto che ne è colpito, sotto forma di bruciore, sensazione di puntura, fastidio, prurito intenso. È questo il fenomeno della "irritazione soggettiva", tipica della cosiddetta pelle sensibile, fenomeno molto diffuso soprattutto nei soggetti di sesso femminile, in quelli con pelle molto chiara, o in particolari condizioni climatiche come freddo o caldo eccessivi.
Bisogna sospettare un'intolleranza a cosmetici quando compaiono prurito, arrossamenti cutanei, in concomitanza con l'uso di prodotti per l'igiene, la decorazione della pelle, la colorazione di capelli, l'idratazione, etc. Conservanti, tensioattivi, emulsionanti, filtri solari, prodotti per la cura dei capelli, profumi, smalti per unghie, sono fra le principali cause di intolleranze a cosmetici.
L’intolleranza ai cosmetici non è certamente una generica espressione allergica, come è erroneamente nell'opinione di molti. Nei soggetti con cute sensibile è indubbiamente diminuita la soglia di tolleranza della pelle e le alterazioni della sensibilità cutanea indicano un coinvolgimento del sistema nervoso cutaneo, probabilmente legato a diversi neurotrasmettitori, che sono prodotti sia da cellule cutanee che dalle terminazioni nervose.
Le reazioni ai cosmetici sono generalmente locali, cutanea o mucose. Le reazioni più comuni sono quelle da contatto diretto con i prodotti. Per tale ragione l' intensità del contatto è ovviamente minore per quelli a risciacquo (come saponi, shampoo e detergenti di vario genere) e maggiore per altri prodotti (per esempio deodoranti, tinture per capelli, creme di bellezza, prodotti colorati di vario tipo).
La penetrazione delle sostanze chimiche presenti nei cosmetici è più facile nelle aree cutanee più sottili, come le palpebre o i bordi delle dita rispetto al palmo. Anche il pH dei prodotti applicati può avere importanza, dal momento che quelli fortemente alcalini (per esempio prodotti per l'epilazione, alcuni saponi) sono dotati di maggiore aggressività.
Oggi i test per le intolleranza ai cosmetici, agli alimenti e ai conservati e coloranti alimentari si eseguono con un semplice prelievo di sangue, presso molti laboratori analisi.
(31 gennaio 2008)

Per l'anemia mediterranea meno trasfusioni

La talassemia è una malattia che comporta anemia, vale a dire un difetto di trasporto dell'ossigeno nel sangue. Di questa patologia esistono diversi tipi. Quello più conosciuto è la "beta talassemia", meglio nota come anemia mediterranea (o anche microcitemia). A scoprirla, in una persona sana, furono proprio die medici italiani, nel 1943, Ezio Silvestroni e Ida Bianco. Ora, secondo i ricercatori dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr di Cagliari (in Sardegna la malattia è molto diffusa, così come in Sicilia e in genere nelle regioni meridionali, con presenze anche nel delta padano e in Veneto) la manipolazione di un gene (il BCL11A, coinvolto nei livelli di emoglobina fetale nell'adulto) nei soggetti talassemici potrebbe alleviare il ricorso a trasfusioni di sangue. La notizia è senz'altro interessante per i circa 2 milioni di italiani che sono portatori sani di anemia mediterranea e per i quasi 7mila connazionali che ne soffrono. La patologia si presenta fin dai primi mesi di vita e può essere scoperta con semplice esame del sangue.
(30 gennaio 2008)

La pillola... contro il cancro?

Non si parla mai abbastanza di contraccezione. Forse per pudore, spesso per ignoranza. E invece, oltre a evitare gravidanza non desiderate, i contraccettivi potrebbero rivelarsi un aiuto insperato nella prevenzione del cancro alle ovaie. La notizia è seria, ed è apparsa sulla più importante e autorevole rivista medica europea, The Lancet. Stando a ciò che affermano alcuni ricercatori parigini, la pillola contraccettiva ha permesso di prevenire qualcosa come 100mila morti per cancro alle ovaie. Si è scoperto che nel corso del 2002, circa 120 milioni di donne hanno utilizzato la pillola come contraccettivo. La quale ha confermato, si legge su The Lancet, un'azione protettiva definita "impressionante". Inoltre, quest'azione ha il vantaggio di durare nel tempo. In ogni caso, la prevenzione, per questo genere di malattie, è fondamentale. I medici concordano: raccomandano analisi e visite approfondite con cadenza periodica.
(29 gennaio 2008)

Osteoporosi: l'epidemia silenziosa

Nell'Unione Europea almeno il 40% delle donne e il 13% degli uomini, superati i 50 anni subisce una frattura causata dalla fragilità ossea. In Italia quattro milioni di persone ne sono colpite (di cui 3 milioni donne) e si registrano 250mila fratture ogni anno (70mila del femore). Sono i numeri dell’“epidemia silenziosa”. Così è chiamata l’osteoporosi, perché quando compaiono i suoi primi sintomi la malattia è spesso in fase avanzata. Ma quali sono questi sintomi? Una frattura vertebrale, oppure la statura si è ridotta per le alterazioni della colonna e per l'insidiosa tendenza delle ossa a impoverirsi di minerali, sali di calcio e a diventare così fragili da favorire le fratture.
La perdita di densità ossea comincia, in genere, dopo i 50 anni e colpisce prevalentemente le donne dopo la menopausa.
Ma la lotta all’“epidemia silenziosa” va iniziata da giovani, anche da parte degli uomini. L’osteoporosi è una malattia che in molti casi si può prevenire. E per farlo bisogna conoscerla da giovani, perché è proprio nei primi 25-30 anni di vita che si determina la “qualità” delle ossa.
Tutti sono potenzialmente a rischio di osteoporosi, ma come accade per ogni patologia, la probabilità di sviluppare o meno osteoporosi dipende da molti fattori, chiamati appunto “fattori di rischio”. Maggiore è il numero dei fattori di rischio presenti in un singolo soggetto, maggiore è la probabilità che il soggetto sviluppi osteoporosi.
I principali “fattori di rischio” - come ricorda la Lega italiana osteoporosi - sono fattori genetici, come l’età avanzata, il sesso femminile, la costituzione minuta. Ci sono poi i cosiddetti “fattori ambientali”, come la dieta carente di calcio, la vita sedentaria, l’eccessiva magrezza, l’alimentazione a basso contenuto di proteine, il consumo eccessivo di fibre non digeribili, l’eccesso di fumo, alcool, caffè, l’abuso di lassativi e l’immobilizzazione protratta. E, infine, a esporre alla minaccia di osteoporosi intervengono anche i fattori ormonali e le malattie endocrine: la menopausa precoce (prima dei 45 anni), i periodi prolungati di amenorrea (assenza di mestruazioni, oltre un anno), la menopausa chirurgica (ovariectomia), l’iperparatiroidismo, l’ipertiroidismo, il morbo di Cushing, l’ipogonadismi, l’iperprolattinemia. Poi ci sono altre malattie che possono facilitare l’insorgere dell’osteoporosi: il malassorbimento intestinale (Crohn, celiachia, ecc.), l’anoressia nervosa, l’insufficienza renale cronica, l’artrite reumatoide, le epatopatie croniche, le malattie ostruttive respiratorie croniche, il mieloma multiplo. E, infine, l’uso di alcuni farmaci come i corticosteroidi, l’eparina, gli anticonvulsivanti e gli antiacidi. Si tratta, lo ricordiamo, di “fattori di rischio” e non di sintomi o cause certe di osteoporosi: solo una visita specialistica accurata e le moderne tecnologie diagnostiche possono dare il responso effettivo.
(28 gennaio 2008)

Meglio un mirtillo...

Secondo i dati che fornisce l’American Institute for Cancer Research, molto si può fare contro il cancro se si segue un regime di vita regolare. I ricercatori dell'Istituto ritengono che oltre il 30% dei tumori è direttamente riconducibile all’alimentazione. Il che vuol dire che in un caso su tre, mangiare correttamente e praticare una qualche attività fisica, sono i metodi per salvarsi la vita.
Insomma, il vecchio detto, prevenire è meglio che curare è quanto mai attuale. Alimentazione equilibrata, si diceva. E' confermato il ruolo dei cibi nella comparsa di determinati tumori, e anche il ruolo protettivo di altri. In particolare, la frutta e la verdura riescono a contrastare l'azione cancerogena di alcune sostanze. Si segnalano come ottimi i frutti rossi (lamponi, more, ribes e mirtilli) e gli agrumi.
Occhio, però, alle intolleranze, sempre dietro l'angolo, anche nel caso della frutta e della verdura. Alla prima comparsa di sintomi non facilmente riferibili a cause certe, è consigliabile fare delle analisi specifiche. Ormai presso molti laboratori analisi è possibile effettuare degli appositi test alle intolleranze alimentari.
(25 gennaio 2008)

Quando il lavoro fa male. Al cuore

Un tempo si chiedeva di lavorare meno per lavorare tutti. Forzando un po' la mano, si potrebbe dire che concordano con quest’indicazione gli esperti dell'University College di Londra. I quali, sotto la guida dell'epidemiologa Tarani Chandola, hanno scoperto che lo stress provocato dal lavoro aumenta, e in modo considerevole, il rischio di malattie cardiache. I soggetti a rischio, secondo la ricerca che ha coinvolto circa 10 mila impiegati statali, sarebbero gli under 50. Meno colpiti, paradossalmente, i lavoratori prossimi alla pensione. Lo studio ha mostrato i meccanismi che legano stress e malattie: in particolare, i ricercatori si sono sforzati di segnalare come lo stress disturba la parte dell’apparato nervoso che controlla il cuore. Il sistema neuroendrocrino si palesava alterato, con elevati livelli di cortisolo.
Unica consolazione: lo stress colpiva tutti, impiegati semplici e dirigenti che, almeno, in questo, erano alla pari.
(24 gennaio 2008)

Nuova risonanza magnetica aperta

Messa a punto la nuova Risonanza magnetica Siemens, Magnetom Espree, il primo tomografo a risonanza magnetica (Rm) "open" da 1.5 Tesla. La novità consiste nel fatto che ha un 'tunnel' ampio 70 cm, circa 30 cm in più rispetto a quelli tradizionali che raggiungevano i 40-45 cm. Ed inoltre è anche più compatta rispetto alle Rm precedenti che avevano 'tunnel' lunghi due metri. Una cosa che creava non pochi problemi ai pazienti che dovevano fare una risonanza alla testa, che va posizionata al centro del magnete. Magnetom Espree è lunga solo 125 cm. Questo permette, per oltre il 60% degli esami di far tenere al paziente la testa fuori dallo scanner. La nuova apparecchiatura permetterà di effettuare esami diagnostici sia al cervello che alla colonna, che agli organi addominali, che alle articolazioni con la più moderna tecnologia esistente, in quanto è in grado di captare un segnale fino a 4 volte migliore rispetto ai classici sistemi di risonanza magnetica 'aperti' con il magnete a "C".
(24 gennaio 2008)

Artrite: a rischio chi ha dita fuori misura

La notizia è curiosa, ma è scientifica: per le donne, avere il dito anulare più lungo dell'indice potrebbe significare “pericolo doppio” di incappare in artrite del ginocchio. Lo hanno scoperto ricercatori dell'università di Not-tingham (Gb).
Solitamente sono gli uomini ad avere l'anulare più lungo dell'indice. Al contrario ciò avviene di rado nel sesso femminile, ma quando accade, pone le donne a rischio di sviluppare osteoartrite. La prova viene dalle analisi effettuate dagli esperti con i raggi X sulle mani di duemila pazienti con artrite e mille persone sane, in media di 60 anni. Esaminando la relazione fra lunghezza delle dita anulari e incidenza di artrite al ginocchio, gli studiosi si sono accorti che, nelle donne, questo collegamento è assolutamente reale, anche se non sono chiari i motivi. Indagini precedenti avevano già evidenziato che falangi fuori misura nelle donne possono essere “spia” di particolare abilità nello sport, ma anche di possibile omossessualità.
(23 gennaio 2008)

Seno: un bene da proteggere

È un semplice esame radiologico che non richiede punture, tagli o prelievi; non è pericoloso perché le moderne apparecchiature emettono dosi di raggi molto basse. Bastano meno di 10 minuti per effettuarlo.
Eppure la mammografia, per la sua capacità di riconoscere più dell’80% dei tumori anche se piccolissimi, per la sua semplicità, è il test che meglio si presta alla lotta, preventiva, contro il tumore al seno.
Ma basta il solo esame mammografico?
Generalmente sì. A tutte le donne è però raccomandato di fare attenzione alla comparsa di noduli o di altre irregolarità nel periodo compreso tra due mammografie di screening. In questi casi è sempre opportuno un vero e proprio consulto senologico con un medico specialista.
Quali sono i possibili inconvenienti?
Di regola nessuno. Tuttavia in un numero limitato di casi è necessario ripetere la mammografia a causa di difetti tecnici nella sua esecuzione. È possibile, ma di rado, che lo screening non riesca a evidenziare tumori che pure esistono. Esiste inoltre la possibilità opposta, quella cioè che la mammografia faccia sospettare l’esistenza di un tumore quando in realtà non c’è, procurando ansia e disagio ad alcune donne; anche questi casi sono poco frequenti.
Richiedi una visita senologica: pochi minuti possono rassicurarti per molto tempo nei mesi successivi.
(23 gennaio 2008)

Urologia: i sintomi da non sottovalutare

Difficoltà a urinare, bruciori, sangue nelle urine, perdita involontaria di urina e dolore al fianco?
Si tratta di sintomi urologici da non sottovalutare perché spesso nascondono problemi molto seri all’apparato dell’apparato urinario e dell’apparato genitale maschile, come il tumore alla prostata o alla vescica, la cistite, i calcoli urinari, l’ematuria, la prostatite e l’ipertrofia prostatica. E dunque alla comparsa di questo genere di sintomi si rende necessaria una visita urologica. Di fronte a disturbi o anomalie della funzione urinaria e della sfera sessuale, come impotenza, infertilità o infezioni, l’urologo cerca infatti di intervenire con un adeguato trattamento.
Prenota una visita dall'urologo. Saprà darti le giuste risposte e rassicurarti.
(22 gennaio 2008)

Emergenza celiachia

C'è una patologia, in aumento in Italia, che finora è stata molto sottovalutata. È l'intolleranza al glutine - il complesso proteico presente nei derivati di grano, segale e orzo - meglio nota come celiachia.
La predisposizione è genetica, ma la celiachia non è una malattia genetica.
Fortunatamente la cura esiste: è la dieta. Ma soltanto un intollerante su sette sa di esserlo: anche perché l'espressione della malattia può avere più sfumature, da totale intolleranza a parziale.
«Se oggi in Italia vivono 500 mila celiaci - ha spiegato recentemente Maria Teresa Bardella, gastroenterologa, responsabile del Centro per la prevenzione e la diagnosi della malattia celiaca della Fondazione Policlinico di Milano - soltanto 70 mila sanno di esserlo».
Oggi, con un semplice test, molti laboratori analisi sono in grado di individuare nei pazienti la presenza o meno degli anticorpi che difendono dall’intolleranza al glutine.
(21 gennaio 2008)

L'urologo risponde

Da oggi si potranno fare domande, chiedere informazioni direttamente all'urologo del Biocontrol, attraverso la posta elettronica. Basterà scrivere nell'oggetto della e-mail "L'urologo risponde". L'indirizzo è urp@biocontrol.it. La risposta in pochi giorni.

Come giudichi il servizio offerto da Biocontrol?