ɃḺϴɃ Giudecca

Laboratorio Culturale Autogestito

 

Non sono come tu mi vuoi

 

Figlie. Poi studenti. E poi impiegate, mogli, madri. Ma soprattutto brave figlie, brave studenti, brave impiegate, mogli e madri. E attraenti, curate, sorridenti. Adeguarsi alle regole sociali dicono... E se questo adeguamento e il pressing culturale che l'accompagna non portasse la felicità? Quattro storie di donne che cercano di scoprire la loro via d'uscita dagli steccati edificati da una società governata al maschile.

 

 
respiro
Giovedì 27 marzo 2008 h.21

Respiro

Italia/Francia, 2002
di Emanuele Crialese
con Valeria Golino, Vincenzo Amato. Gran premio della critica al Festival di Cannes, premio INSF miglior attrice protagonista, e altri premi internazionali.

 

Grazia ha uno spirito ribelle e nutre un'amore profondo verso l'umanità - ama i suoi figli, la musica, tuffarsi nel mare, andare in vespa e sentire il vento tra i capelli, e non può sopportare l'altrui sofferenza. Non ama cucinare così come tutte le cose che generalmente la comunità isolana dove vive riserva alle donne. Questo suo spirito viene così giudicato incosciente, non contemplabile tra le "normalità".

La storia di una donna che sa di volere di più dalla vita, più di quanto la comunità polverosa e rituale le offra, ma non sa cosa volere nè come ottenerlo. Una storia ambientata a Lampedusa, un luogo senza tempo che può rivelarsi prigione per una donna libera.

 

"Ma chi ti credi di essere, Patty Pravo?"

 

 

 

Ascolta l'introduzione al film "Respiro"

Ascolta Patty Pravo, "La bambola"

 
tidoimieiocchi
Giovedì 3 maggio 2008 h.21

Ti dò i miei occhi

Spagna, 2003
di Icìar Bollaìr
scritto da Icìar Bollaìr e Alicia Luna con Laia Marull, Luis Tosar. Vincitore di decine di premi internazionali (miglior film, migliore attrice protagonista)

 

Pilar se ne va di casa, cerca la sorella, l'unica in quel momento che forse può capire i motivi del suo gesto. Non certo sua madre, per la quale il matrimonio è incondizionatamente indissolubile (ma poi, suo marito, non sta cercando di cambiare??) La violenza sulle donne avviene principalmente in famiglia, tra le mura di casa, e questo film di Bollaìr ne dipinge i contorni con grande profondità e rispetto. Non c'è la vittima buona e il carnefice cattivo e la violenza non è nemmeno fisica, in questo l'autrice rigetta la semplicistica rappresentazione del "mostro" e della "donzella indifesa" tanto cara alla cronaca-spettacolo. Bollaìr rappresenta una storia d'amore che è anche una storia di possesso e controllo. Un possesso esercitato in molti modi, un controllo che non disdegna la coercizione psicologica. Perché questo è il pregio più grande del film: la violenza mostrata è pochissima, ma lo spettatore la sente, la percepisce, la respira. Ed è questa sotterraneità, mascherata e mischiata a parole d'amore, che rende difficoltoso per Pilar spiegare, denunciare, raccontare la costante paura; il timore di chiedere qualunque cosa, tanto da non riuscire più a prendere una normale decisione domestica. È questa patologia familiare che la giovane Pilar dovrà affrontare e risolvere.

 

 

 
maude
Giovedì 10 aprile 2008 h.21

Harold & Maude

Usa, 1971
di Hal Ashby
scritto da Colin Higgins, con Ruth Gordon, Bud Cort. Musiche di Cat Stevens.

 

Cos'hanno in comune un giovane altolocato con il culto della morte e una vivace ottantenne che vive in un vagone abbandonato? In questo film-cult degli anni '70 Ashby ce lo racconta, mettendo a nudo e capovolgendo i tanti stereotipi (generazionali, di genere) e attuando una critica profonda dei costumi e delle istituzioni sociali. "Carne avvizzita, seni appassiti e molli, natiche e cosce flaccide": la donna anziana deve perdere la sua identità agli occhi del mondo, relegarsi a corpo informe, non più desideri nè speranze le sono concessi. Maude, piena di gioia di vivere e di amore per la vita in tutte le sue forme, deve infrangere quelle regole sociali che la vorrebbero nel ruolo codificato di anziana stanca e nostalgica occuparsi della casa e dei nipotini.

In chiave irriverente, surreale e comica, Ashby riflette sui conflitti tra genitori e figli, sulle dinamiche relazionali, sugli aspetti che tengono unite le coppie, anche se molto diverse. Da vedere assolutamente, per ridere, sognare, riflettere.

 

 

Maude: “Io mi vorrei trasformare in un girasole più che in ogni altra cosa… sono così alti e così semplici…tu che fiore vorresti essere?”
Harold: ”Non lo so. Uhm…una di queste margherite, per esempio…”
Maude: “Perchè?”

Harold: “Perchè sono tutte uguali.”

Maude: “Ah ah… lo dici tu! Guarda: certe sono più piccole, certe sono più grosse, certe pendono a sinistra, certe a destra, certe sono bruttine perchè hanno perduto i petali…sono una diversa dall’altra e si vede benissimo… Sai Harold, secondo me gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa, permette che altra gente la consideri uguale… “

 

 

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Introduzione ad Harold & Maude
Scarica MP3

 
processo
Giovedì 17 aprile 2008 h.21

Processo per stupro

Italia 1978
di Maria Grazia Belmonti, Anna Carini, Roni Daopoulo, Paola de Mortiis, Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo, regia di Loredana Dordi. Vincitore del Premio Italia.

 

1979. Per la prima volta in Italia le telecamere entrano in un'aula giudiziaria; l'eco presso l'opinione pubblica è enorme. L'udienza riguarda il processo per lo stupro subito da una giovane due anni prima. E' proprio grazie al processo a porte aperte, voluto con coraggio dal collegio di difesa della ragazza (Tina Lagostena Bassi e Grazia Volo) che le donne possono dimostrare, con la loro presenza in aula, la solidarietà alla donna violentata e l'orrore per le argomentazioni usate dalla difesa e per le accuse rivolte alla vittima. E' l'inizio di un percorso di trasparenza sociale sulla condizione femminile, anche nei suoi aspetti più drammatici. Gli stupratori sono “quattro bravi ragazzi sposati e con prole”; il documentario ne registra i comportamenti di negazione del reato e di svilimento della ragazza. L'esito del processo non mancherà di stupirci. Momento di assoluta sospensione emotiva, la bellissima ferma e appassionata arringa di Lagostena Bassi, un inno alla giustizia, un'accusa forte ad un maschilismo imperante. Ricordiamo così, a qualche settimana dalla scomparsa, la sua imprescindibile opera di difesa dei diritti femminili, fu la prima infatti a introdurre la parola “stupro” nei tribunali e a rompere senza tentennamenti il velo di omertà intorno alla violenza sulle donne.


"E allora, signor Presidente, cosa abbiamo voluto... cosa avete voluto: la parità di diritti; avete cominciato a scimmiottare l'uomo. Voi portavate la veste, perchè avete voluto portare i pantaloni? (...) Avete cominciato con il dire: "perchè io alle 9 di sera devo stare a casa?" Vi siete messe voi in questa situazione. Non l'abbiamo chiesto noi questo. E allora ognuno raccoglie i frutti di quello che ha seminato. Se questa ragazza si fosse rimasta a casa, l'avessero tenuta appresso il caminetto, non si sarebbe verificato niente".
-dall'arringa di uno dei difensori degli stupratori-

 

 

 
 
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