Il Giappone offre una grande varietà di piatti, per ogni tasca e palato.
Il famoso pesce crudo non è però consumato così spesso come si crederebbe, ma nei ristoranti più eleganti e nei sushi bar si trova con ogni genere di tipo e forma (purtroppo anche di balena!!!).
Il piatto più frequente è forse la soba, ovvero la zuppa che si trova ovunque.
Anche i noodles imperano in ogni forma: freddi, caldi, nella soba, asciutti, alla piastra etc…
Come formaggi è presente solo il tofu, ed è molto migliore di quello che si trova da noi.
Anche le verdure non mancano, spesso servite in insalata o in spiedini alla griglia. I funghi sono diversi dai nostri, ma decisamente buoni.
In quanto ai dolci tipici ne abbiamo mangiati pochi e, devo dire, che non sono entusiasmanti.
In giro abbiamo preso delle frittelline contenti fagioli dolci, patate o altre cose e sono buonine. Abbiamo provato anche delle polpettine di riso con la salsa di soia dolce sopra, ma non mi hanno convinto. Infine l’ultimo giorno abbiamo preso un dolce tipico giapponese che erano delle specie di tagliatelle dentro all’acqua ghiacciata. Questo era veramente orrendo (non piace neanche alle nostre amiche nipponiche) e solo Oni è riuscito ad apprezzarlo (però dopo parecchi bicchieri di sakè).
Sono presenti anche le classiche catene di donuts dove si possono mangiare le ciambelline, ma queste hanno sicuramente un tenore più occidentale.
Per il bere nei ristoranti di solito si ordinano birra e sakè durante il pasto, mentre nei negozi è sempre presente il distributore di the verde. A volte danno un bicchiere di acqua e questo è sempre gratis.
Per i vegetariani la vita è molto dura. Potete cavarvela se come me mangiate le uova, ma in caso contrario la scelta diventa molto limitata.
Il problema principale è che non c’è una diffusa cultura vegetariana, per cui neanche loro hanno bene idea di cosa proporvi.
Ad esempio il gestore potrebbe offrirvi una soba di verdure, ma bisogna fare attenzione anche al brodo che spesso è dashi di pesce. Quando me lo hanno rifilato ho però sempre creduto alla buona fede del gestore.