Il papiro
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Preparazione Alto circa quattro metri, il papiro fornisce un materiale al tempo stesso solido e abbondante per la fabbricazione di libri e altri documenti antichi. Privato della sua scorza, il fusto viene tagliato in liste che si dispongono una fianco all'altra in modo che i bordi si accavallino. A questo primo strato verticale si aggiunge uno strato di fibre orizzontali, mentre il tutto viene solidificato e legato grazie ad una forte pressione, visto che l'amido e l'acqua contenuti nella pianta costituiscono una specie di colla naturale. Lisciato con della pietra pomice e fatto seccare, il foglio di papiro così ottenuto (kollèma in greco) poteva raggiungere, secondo Plinio il Vecchio, una larghezza di circa trenta centimetri. Per vedere come si prepara un foglio di papiro, clicca qui oppure qui.
L'evoluzione La sorte del papiro come supporto di scrittura è direttamente legata alla forma rivestita dal libro nel corso di buona parte dell'Antichità. Se si eccettuano gli scritti occasionali basati su altri supporti, l'Egitto antico e l'Antichità classica greco-romana conobbero solo il rotolo, in cui il testo è disposto in colonne allineate perpendicolarmente lungo la lunghezza del rotolo. E' sotto questa forma che sono conservati, per esempio a Alessandria, le opere antiche, visto che un rotolo di papiro di taglia media poteva contenere uno o due libri di Omero, o un'opera tragica. Con la progressiva sostituzione del papiro con il codice a partire dal II secolo d.C., i fogli di papiro dovevano essere piegati in quaderni, un'operazione che rende fragile il supporto. La pergamena si impone da allora progressivamente per diventare maggioritaria con il codice. Totalmente eclissato come supporto di scrittura dall'inizio del Medioevo, il papiro cade allora un oblio profondo. Il veicolo originario di testi così decisivi per la storia culturale dell'Occidente come i dialoghi platonici o i trattati scientifici alessandrini cede il passo al contenuto che veicola. Questa regressione non è però senza conseguenze sugli stessi testi, i quali, cambiando il supporto, sono stati sottoposti ad un'impietosa selezione, a una massiccia distruzione. Apparentemente e irrimediabilmente condannato, il papiro rinasce a poco più di mille anni di distanza. Paradossalmente, questo ritorno non si verifica nel Rinascimento — questa è essenzialmente una rinascita delle idee, non dei materiali — ma qualche secolo più tardi, nel XIX e XX secolo. L’archeologia mette in luce decine di migliaia di papiri e determina così una vera e propria rivoluzione nell'ambito degli studi classici. Tra queste scoperte, sono da menzionare un numero considerevole di documenti amministrativi, ma anche di testi antichi (spesso frammentari) sconosciuti fino ad allora (l'esempio più famoso è la Costituzione degli Ateniesi, di Aristotele, conservato al British Museum). Queste vestigia sono soltanto un pallido riflesso della produzione scritta antica: tranne i papiri di Ercolano, scoperti nel XVIII secolo, i papiri si sono conservati solo in certe zone dell'Egitto e del Vicino Oriente, ai margini del deserto.
Vantaggi
Svantaggi
Per approfondire, cfr. Mario Capasso, Introduzione alla papirologia, Il Mulino, Bologna 2005 |
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© Luciano Zappella