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Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

venerdì 23 ottobre 2009

I porcospini di Schopenhauer … e le relazioni deboli !



I porcospini di Schopenhauer.


I componenti di una famiglia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté il dolore di prima; di modo che erano confusi fra i due mali: il freddo e il dolore. Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
(A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396)


Alcune volte per l’uomo l’unica soluzione per risolvere un problema è quella che comporta sacrificio, allora preferisce ricorrere ad una soluzione di accomodamento piuttosto che patire una molestia sia fisica che morale. Ciò più che fortificare il carattere e i comportamenti dell’uomo ne indebolisce la volontà e lo rende disponibile ai compromessi. L’apologo di Schopenhauer sembra calzante per ogni tipo di relazione che oggi si instaura fra due persone in qualsiasi ambito, nella politica, nel lavoro, negli affari, nell’amicizia e nelle relazioni sentimentali. Mi limito a prendere in considerazione queste ultime che sono quelle che mi stimolano di più ad una riflessione personale. Mi sembra un'immagine perfetta di molte relazioni infelici dei nostri giorni. Si cerca l'altro per vincere la propria solitudine, ma quando si scoprono gli aculei lo si lascia, perchè si cercava solo di vincere il freddo della propria solitudine. E ricomincia la ricerca, in un continuo illudersi e disilludersi che abbatte la speranza e infiacchisce la capacità di amare. Non è possibile amare senza fare e farsi del male, come i porcospini della favola di Schopehauer, che d’inverno si stringono l’un l’altro per trovare calore ma poi si ritraggono per evitare gli aculei dei propri simili. E’ una metafora perfetta della vita sentimentale di noi esseri umani, che ci dibattiamo fra il dolore del coinvolgimento e l’isolamento dell’amore. Indecisi tra il calore e il gelo, tra la fiducia e la sfiducia reciproche, non volendo o non potendo togliersi gli aculei ( o intimoriti dall’ipotesi che un’eventuale perdita di essi li renda ulteriormente vulnerabili ), gli uomini si accontentano perciò di rapporti tiepidi ed indifferenti con i loro simili, poco radicati nella loro intimità, e destinati pertanto al fallimento. Forse il porcospino dovrebbe voler scaldare l'altro prima che se stesso e accettare gli aculei che lo feriranno. Darà calore e si scoprirà a riceverne. Gradualmente aiuterà l'altro a smussare le punte e a trovare le giuste misure per amarsi, senza ferirsi troppo, perchè in amore forse ferirsi è inevitabile...


2 commenti:

Allegra ha detto...

Sì, "non è possibile amare senza fare e farsi del male".
Penso però che ci siano relazioni e relazioni.
Ci sono, appunto, quelle deboli, dove ci si punge a non finire come se non si sapesse fare altro, perchè forse "pungere" diventa l'antidoto più a portata di mano alla solitudine.
E ci sono quelle forti, cioè "vere", dove ognuno cerca e trova "la giusta distanza",dove il dolore lo si ama, dove l'aculeo che mi punge, pur facendomi male, lo benedico.
L'amore, forse, è accettare quella spina che mi fa male, perchè amando chi me la procura amo anche "lei"... purchè l'aculeo non distrugga l'altro e non si lasci distruggere.
Altrimenti non penso sia amore...ma solo dipendenza e solitudine, che poi crea altra dipendenza e altra solitudine..."perchè quando nel nostro vuoto andiamo cercando l'amore, possiamo trovare solo altro vuoto"(Norwood).

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Cara Allegra, sai cosa mi sorprende e mi da gioia, che un nonno di 66 anni e una giovane di 24, si possano intendere così bene. Questo mi da grande speranza e mi conferma che la differenza di età non è qualcosa che allontana ma avvicina se il cuore e la mente non sono ingombri di inutili sovrasrtutture che li invecchiano.
Grazie, un caro saluto,
(nonno)Baffo