BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 17/07/2006

COSA LEGGERE: LIBRI DI MANAGEMENT ED ALTRI LIBRI

di Francesco Varanini

Classici del Management?

È capitato che, in vista di una certa iniziativa editoriale, un amico mi abbia chiesto quali sono i dieci libri di management che salverei.

Mi sottopone una lista che contiene tragli altri:

Peter Kotler Marketing management

Michael Porter Competitive Advantage Vantaggio Competitivo

Peter Drucker Manuale di management

Henry Mintzberg La progettazione dell'organizzazione aziendale

Peter M.Senge, La quinta disciplina

Daniel Goleman Lavorare con intelligenza emotiva

Alfred Chandler Strategia e struttura

Tenendo conto dello scopo per il quale l’amico mi chiede aggiunte o modifiche, gli rispondo che alla listadei classici del managment non eccessivamente pallosi –alcuni libri anche importanti, vedi Argyris, mi risultano illeggibili–, aggiungerei:

Gareth Morgan. Images of Organization, 1986 (in italiano Angeli)

Edgar H. Schein, Organizational Culture and Leadership, 2d. Ed, 1992 (Cortina)

Michael Hammer,James ChampyReengineering the Corporation, 1994 (Sperling & Kupfer)

Elliot Jaques, Requisite Organisation, 1996 (L’organizzazione necessaria, Guerini)

o Elliot Jaques, Work, Creativity, and Social Justice, 1970(Boringhieri)

Ikujiro Nonaka, Hirotaka Takeuchi, The Knowledge Creating Company, 1995

Robert S. Kaplan e David P. Norton,The Balanced Scorecard: Translating Strategy into Action, 1996 (Isedi)

Gary Hamel, Leading the Revolution, 2000 (Il Sole 24 ore)

Richard Florida, The Rise of the Creative Class, 2002 (Mondadori).

Però, tra me e me, devo dire che di questi libri, a mio gusto, salverei solo Drucker, Jaques, Nonaka e Takeuchi, forse Schein.

E naturalmente entra in gioco il criterio di classificazione: di cosa stiamo parlando?

Aiuta forse una buona lista che ho reperito sulla Rete, e che ripropongo qui pari pari.(Trovo solo un grave difetto, dal mio punto di vista: non mettere l’anno di uscita del libro. Lo so che si sostiene che un classico è un classico a prescindere da quando è stato scritto – ma non mi pare questo criterio astorico possa adattarsi ai libri di management). Avrei potuto proporre questi titoli al mio amico. Ma questa lista, onestamente firmata, non è la mia. Anche se la ritengo singolarmente ben fatta e in larga misura condivisibile. Solo, se mi mettono Dale Carnegie, e sono d’accordo, allora metterei anche l’autobiografia di Henry Ford, My Life and Work, 1922).

Venti libri di management

Compiled by Jenny Rehfeldt of AIM Books, North Sydney (AIM:Australian Institute of Management),www.aimbooks.com.au. Tony Jollye, our regular book reviewer, wrote the summaries.

 

1. Gary Hamel, Leading the Revolution
Hamel made prominent the significance of strategic thought, globalisation, IT development and cultural issues. This emphasises the need to continuously reinvent strategy.
2. Robert Kaplan & David Norton, The Balanced Scorecard
An established technique that enables businesses to develop and measure factors other than the traditional bottom line.
3. James Kouzes & Barry Posner, Leadership Challenge
Today’s leading exponents of measuring and applying leadership skills.
4. Peter Senge, The Fifth Discipline
The fifth discipline is "systems thinking", ie. understanding the full patterns of business and human relations.
5. Stephen Covey, The Seven Habits of Highly Effective People
A strong moral purpose acted as an antidote to the "decade of greed". Probably the most widely read management skills book of the ’90s.
6. Peter Drucker, Frontiers of Management
The doyen of management writers and commentators for decades, Drucker’s writing is essentially practical.
7. William Byham. Zapp! The Lightning of Empowerment
A minor classic. How a front-line manager learns his skills by diarising his experiences and – zapp – getting the message of empowerment.
8. Kenneth H. Blanchard & Spencer Johnson, One Minute Manager
Describes three basic skills. This, more than any other, convinced managers books can teach management skills successfully.
9. Eliyahu M. Goldratt, The Goal
An accomplished use of story-telling to relate production management skills. This book spawned a whole genre.
10. Rosabeth Moss Kanter, The Change Masters
Foreshadows the problems of the speed of change in the later 20th century and its impact on executives.
11. W. Edwards Deming, Out of the Crisis
"Mr Quality" offers a theory of management based on his famous 14 Points for Management.
12. Jan Carlzon, Moments of Truth
Brought home to the world that concern for customer service is essential business. The author wrote this while head of Scandinavian Airlines.
13. Edgar H. Schein, Organisational Culture and Leadership
Schein virtually invented the concept of corporate culture. He uses the term "career anchors" to explain notions rarely encapsulated in written contracts.
14. How to Win Friends and Influence People,Dale Carnegie
An all-time best-seller that remains a landmark book in human relations and practices and is devoid of psychological jargon.
15/16. Michael Porter, Competitive Advantage/Competitive Strategy,
Porter is the cult hero of the competitive cutthroat world of the latter 20th century. His models of competitive markets and structures are unequalled.
17.Elliot JaquesRequisite Organisation
Jaques pioneered the study of the impact of social and psychological factors in the workplace. His book deals with the constructive use of hierarchy and structures in business.
18. Jim Collins & Jerry Porras, Built to Last
There are many studies of exceptional, durable companies, yet Collins and Porras are able to isolate and identify factors for protagonists to copy in the quest to prosper.
19. David Ulrich et al, Results-Based Leadership

Identifies four major areas for leadership performance and allies these to the personal characteristics of the leader/CEO. A practical, appealing book.
20. Charles Handy, Understanding Organisations
Different in style and approach to his contemporaries, Handy identified the "knowledge worker" concept in contemporary management. Handy’s work encapsulates the practices of Edgar Schein and Douglas McGregor.

Ma cosa è il management? E cosa è un ‘classico’?

Dovremmo chiederci –di nuovo e sempre– cosa cavolo è il ‘management’. Questa è una domanda che non mi appassiona. L’unico modo che trovo sensato di tentare una risposta è guardare dietro la parola. Il latino manus, di origine indoeuropea, parla dell’organo del corpo umano, ma porta con sé, anche, una originaria idea di ‘tutela’, ‘protezione’. nella prima metà del 1100 in francese manière ‘modo di fare’, da cui l’italiano maniera. In italiano, nel 1300, maneggiare. Un secolo dopo si aggiunge il senso figurato di ‘governare’. (Si può anche ricordare il latino medievale manizzare, usato nel 1300 dalla Curia romana). Poi nel 1500 maneggio si afferma nel 1500: c’è il senso di ‘lavoro fatto con le mani’, ma anche di ‘negozio’, ‘traffico’. (Non sto qui a dilungarmi perché vado fuori tema, e poi mi è facile rimandare al mio libro sulle Parole del manager (1)).

Dovremmo anche chiederci cosa è un ‘classico’. Se lo chiedeva anche Borges , e si rispondeva? "Classico non è un libro (lo ripeto) che necessariamente possiede tali o tal'altri meriti; è un libro che generazioni di uomini, spinte da diverse ragioni, leggono con previo fervore e con una misteriosa lealtà".

Non è l'opera ben scritta, non è la sintesi assoluta e definitiva: è l'opera che si torna a leggere per ripercorrere i passi del nostro personalissimo sistema di conoscenze, l’operache si presta ad essere letta come un palinsesto - sul quale sarà possibile di volta in volta cogliere ciò che corrisponde al nostro bisogno di rispecchiamento.

 

I libri della mia formazione

Così mi trovo a chiedermi quali libri torno a leggere con ‘previo fervore e misteriosa lealtà’. Chi mi conosce sa che sostengo che tutto ciò che si trova nei libri di management, si trova anche in qualche romanzo scritto prima (2).

Non tornerò qui si questo argomento. Mi soffermerò invece sui saggi sui quali, per misteriosi casi della vita, ho letto negli anni in cui mi sono formato. Dico misteriosi casi perché, per quanto ricordo, si tratta di libri arrivati a me per vie diversissime, libri trovati su banchetti di libri di seconda mano, libri compresi nel programma di qualche esame universitario, libri arrivati via passaparola.

A ricordare ora, mi risulta difficile fare la lista: come accade ogni volta che si fa una lista, c’è sempre qualcosa che non va, il libro che potrebbe starci in più, o il libro che potrebbe essere tolto.

Ma –scegliendo di ridurre al minimo la lista– direi (sempre indicando l’anno della prima edizione in lingua originale):

Thomas Khun, La strutturadelle rivoluzioni scientifiche, 1962

Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, 1975

Wilhelm Reich, L’analisi del carattere, 1933

Peter L. Berger e Thomas Luckmann, La realtà come costruzione sociale, 1966

Ivan Illich: qui mi trovo in difficoltà a dire un titolo, il mio fervore e la mia lealtà riguardano in misura uguale tutti i libri che Illich ha scritto.

Libri certo legati a un’epoca, la metà degli anni settanta (ma tutti reperibili facilmente anche oggi). A ripensarci adesso, consiglierei a un manager di leggere, prima dei classici del management sopra citati, questi vecchi saggi.


1 - Francesco Varanini, Le parole del manager, 108 voci per capire l’impresa, Guerini e Associati, 2006.

2 - Francesco Varanini, Romanzi per i manager, Marsilio, 2000 (una nuova serie uscirà l’anno prossimo).

 

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