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Rendimento medio stagionale

In tutti le applicazioni ottengo un Rendimento medio stagionale molto basso, e che quindi non rispetta i limiti normativi, è normale? Su che parametri dovrò intervenire?. Se miglioro la trasmittanza delle pareti, ottengo un risultato opposto, in quanto il Rendimento Medio Stagionale diminuisce anziché aumentare, perché diminuisce l'energia media utilizzata, a parità di energia primaria. E’ normale o mi sfugge qualcosa?

PREMESSA: AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMA
La versione del software attualmente in circolazione è una versione LITE (cioè di valutazione e con funzionalità limitate). E' attualmente in sviluppo una versione più professionale che speriamo consenta di rispondere meglio a tutte le esigenze di calcolo. Su questa prima versione sono stati riscontrati alcuni problemi. E' stato preparato un aggiornamento che risolve i problemi riscontrati (file:"BEES_LITE_AGGIORNAMENTO_0003"). Per installarlo, scompattare il file compresso, eseguire il file "BEES_LITE_AGGIORNAMENTO_0003" e seguire le istruzioni della finestra di dialogo. L'aggiornamento deve essere installato nella cartella C:\Programmi\TSC\BEES_LITE, dove è installato il programma BEES_LITE.

2. IL MODELLO DI CALCOLO DEL RENDIMENTO
Provo a spiegare come funziona il nostro calcolo. Il modello utilizzato è quello proposto nelle Raccomandazioni del CTI (Comitato Termotecnico Italiano) Novembre 2006. Il calcolo del "rendimento di generazione" parte dal calcolo delle perdite di energia totali su tutto il periodo di riscaldamento (che possono essere parzialmente recuperate) e dal fabbisogno totale di energia. Nel calcolo sono tenute in conto le perdite di generazione (che dipendono dalle caratteristiche del generatore: rendimento 100% e 30% e perdite all'involucro) e quelle dovute alla potenza elettrica degli ausiliari (pompe del generatore e dell'impianto). Il rendimento è poi calcolato come rapporto tra il fabbisogno di energia e l'energia realmente fornita (cioè la somma di fabbisogno e perdite). Può darsi quindi che questo modello mostri qualche limite quando il fabbisogno è molto piccolo perché le perdite non si riesce mai a portarle a zero.
Provo a spiegare meglio descrivendo il procedimento.

1 - Si parte dalla potenza utile specifiche (PUE) definita come la potenza media che il generatore deve erogare per mantenere il set-point di temperatura (20 gradi) per tutto il periodo di riscaldamento (in pratica il fabbisogno medio di potenza);
2 - Si calcolano le perdite di energia a potenza nominale, a potenza intermedia e a potenza nulla (perdite all'involucro) (questi parametri non vengono visualizzati);
3 - Sulla base del PUE si calcolano le perdite (quando il PUE è vicino alla potenza nominale le perdite sono vicine alle perdite nominali; quando il PUE è prossimo a zero le perdite sono prossime al valore di perdita all'involucro);
4 - Si calcolano le perdite dovute agli ausiliari;
5 - Si calcolano i recuperi in termini di calore se il generatore è all'interno dello spazio riscaldato o in un locale caldaia;
6 - Si calcola il rendimento come rapporto tra fabbisogno e potenza erogata (compreso le perdite).

Visto che le perdite all'involucro non possono essere portate a zero, per migliorare il rendimento si può agire su:

- generatore: per fabbisogni piccoli conviene inserire generatori di piccola potenza e con ausiliari che consumano poco;
- ore di accensione o tempo di accensione giornaliero: riducendo il tempo, cioè introducendo un funzionamento intermittente (che cambia un po' anche il fabbisogno perché introduce periodi non riscaldati) si riducono le perdite;
- ubicazione generatore: all'aperto le perdite sono nette, in locale caldaia o all'interno, vengono in parte recuperate;
- temperatura di esercizio: caldaie che lavorano con temperature di esercizio basse hanno un miglior rendimento.

3. IL SUO CASO
Nel file che ci ha inviato siamo in un caso abbastanza estremo. Il fabbisogno medio dell'edificio per mantenere il set-point di temperatura di 20 gradi è 160 W. Se inseriamo un generatore di 22 KW con potenza elettrica delle pompe di 150 W e lo teniamo acceso continuativamente (24h) non riusciamo a limitare le perdite e quindi il rendimento (almeno in questo modello di calcolo) risulta eccessivamente basso. Quando siamo vicini a zero, in questo schema se si diminuisce l'isolamento, il fabbisogno aumenta e il rendimento di generazione aumenta (aumenta il rendimento, ma non si consuma di meno!) Converrebbe quindi scegliere un generatore di potenza più bassa, impostando i valori manualmente. Nel nostro database sono riportati soltanto alcuni generatori e a titolo di esempio.

4.UNA NOTA SULL'AGGIORNAMENTO
Se carica il vecchio file vedrà che sulla parete (che ora è chiamata partizione) gli indicatori "larghezza" e "altezza" si colorano di rosso. Questi due indicatori sono puramente indicativi. Sono rossi quando il prodotto baseXaltezza che si può impostare manualmente sulla partizione, non coincide con la superficie che è sempre calcolata come somma della superficie dei vari componenti che compongono la parete (opaco+trasparente). Il calore trasmesso è calcolato utilizzando la superficie somma.

4.UNA NOTA SUL SUO FILE
Ho visto che ha inserito apporti interni da illuminazione 5 W/m^2. Questo valore è la potenza termica prodotta dalla illuminazione e applicata in modo continuativo su tutto il periodo di riscaldamento. 5 W/^2 ad occhio pare eccessivo. Credo sia consigliabile impostare "apporti complessivi", disabilitando "abilita apporti interni". Per le abitazioni le raccomandazioni CTI dic-03 suggeriscono di assumere un valore complessivo in funzione della superficie lorda in pianta del locale dato da 6.25-0.02*S Watt, con S superficie lorda del locale.

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