Giovanni Paolo I

Giovanni Paolo I. Albino Luciani

Al mio personale rapporto con Albino Luciani ho  accennato qui. La bella biografia scritta da Marco Roncalli mi ha riportato ai primi anni Settanta, evocando persone conosciute ed episodi decisivi per la mia vita di cristiano. Il libro è documentato, oggettivo e rigoroso: esemplare nell’articolata e fine ricostruzione dei momenti fondamentali dell’esistenza di Luciani, un pastore tridentino con la passione dell’obbedienza, che avrebbe da ragazzo voluto entrare nella Compagnia di Gesù, e che si trovò ad essere vescovo, patriarca e papa. Notevole l’analisi degli anni trascorsi nella Chiesa veneziana, la parte migliore della quale ebbe con lui un rapporto difficilissimo. Nel libro di Roncalli compaio anch’io.

«A fine ottobre rifiuta la richiesta di alcuni universitari cattolici di Venezia per un pronunciamento pubblico di condanna delle guerre – richiestogli dal presidente dei fucini Mario Zolli e da Fabio Brotto – in coincidenza con la giornata del quattro novembre» (p. 329).  

«Avrebbe dovuto dire che la prima guerra mondiale era stata un’inutile strage. Gli chiedevamo un gesto profetico contro la guerra. Con noi fu freddo, duro ed evasivo. Non ne volle sapere, e la sua incapacità di dialogo ci sconcertò», rammenta Fabio Brotto che a distanza di tanti anni ancora definisce Luciani «un uomo pauroso, sempre timoroso di errare, poco portato alla discussione» (p. 330, nota).

Le pagine di Roncalli su Luciani a Venezia mi hanno fatto rivivere con grande intensità, come se il tempo non fosse passato, i giorni della crisi legata al referendum sul divorzio del 1974, con tutto ciò che la seguì. E il momento fatale in cui, passando davanti ad un negozio di televisori, vidi affacciarsi al balcone di San Pietro quel timido omino che avevo pensato e penso inadeguato ad una diocesi ricca di fermenti intellettuali quale era allora Venezia, e tanto più al ruolo di vicario di Pietro. E tuttavia le pagine di Roncalli riescono a comunicare anche a me l’umanità di un prete a cui furono imposti pesi troppo grandi, e la sua sofferenza e la sua solitudine.

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