La storia di Consonno, da borgo a città dei balocchi

LA STORIA DI CONSONNO, DA BORGO A CITTA' DEI BALOCCHI

Un piccolo borgo sul Monte di Brianza

Immaginatevi una Brianza ancora verde smeraldo, punteggiata di cascine e borghi. Tra i laghi briantei e l'Adda si erge il Monte di Brianza, cuore della vera Brianza storica: ovvero il luogo dove il nome "Brianza" compare sui più antichi documenti. Un colle che raggiunge e supera gli 800 metri, il cui vertice è simile ad un triangolo: sulla base d'Est, l'eremo di San Genesio, posto a 822 metri di quota, che con il suo colore bianco del campanile che si slancia nel cielo spicca ancora oggi nel verde; sulla base d'Ovest, il monte Crocione, che svetta a 877 metri; al vertice di Nord, il monte Regina, coperto da castagneti, che raggiunge gli 817 metri. Sul versante che scende verso Est dal monte Regina, su un balcone naturale posto a 634 metri di quota tra la cima e l'Adda, ecco il borgo di Consonno, tra selve castanili e prati e campi. Un luogo dove la vita scorre faticosa, come quella del Novecento in tutta la Brianza, con la vita contadina che cede sempre più lo spazio alla tentazione della fabbrica. Una vita faticosa ma serena... Consonno aveva una discreta economia locale, sostenuta dalle castagne, ricco frutto dei castagneti che lo circondavano, ed un portentoso sedano, che la tradizione vuole tipico di Consonno. Sedano e porri venivano raccolti dai consonnesi, puliti, raccolti a mazzi e trasportati a Olginate lungo la mulattiera, utilizzando anche una particolarissima slitta di cui potete trovare una preziosa ricerca nella pagina dei ricordi.

Buoi a Consonno, davanti alla chiesa di San Maurizio (Archivio Pirola)

Ma il vero problema di Consonno è che nessun abitante (a inizio Novecento abitano a Consonno circa 300 persone) possiede la casa che abita o i terreni che conduce. Il borgo e i circa 170 ettari tra boschi e campi che lo circondano sono, a metà del Novecento, infatti di proprietà della "Immobiliare Consonno Brianza", posseduta dalle famiglie Verga e Anghileri. Nel 1962 i titolari di quote di questa società sono il Commendator Domenico Anghileri (nato nel 1891), Viviana Anghileri (1927), il Commendator Domenico Verga (1894), Dora Verga (1920), Virginia Verga (1924), Giovanni Verga (1921) e Vittorio Verga (1932). In pratica tutto il tenimento di Consonno è posseduto interamente, tramite la società immobiliare, da queste persone.

Almeno nelle mappe del Catasto Terreni l'antico borgo di Consonno vive ancora oggi come ai vecchi tempi.

Eccovi uno spaccato di Consonno prima della distruzione, facendo riferimento alle mappa catastale riportata qua sopra (almeno per una volta il ritardo dell'aggiornamento del catasto è provvidenziale): a Sud, in giallo, la chiesa di San Maurizio con l'annessa "casa del cappellano" con quattro vani disposti su due piani; nel centro del borgo, da Ovest a Est: in viola la "casa uso bottega vendita privativa" di otto vani su due piani, al centro in verde il caseggiato che ospitava al piano terra l'osteria, a destra in marroncino la "casa di abitazione ad uso uffici comunali" di otto vani su due piani (fino al 1928 Consonno era un comune autonomo, poi venne annesso a Olginate). Significativa e curiosa è anche la toponomastica. Eccovi le antiche vie del paese: via della Chiesa di Basso, via Fontana, via della Spinada, via del Rizzolo. Quest'ultimo nome abbastanza curioso ci fa supporre che tale toponomastica possa essere collegata alla più tipica pavimentazione delle strade dei paesi di Brianza, l'acciottolato in ciottoli di fiume, dialettalmente definito "Risciul": da qui l'italianizzazione in Rizzolo. Ma è solo una supposizione.

Un antico cortile di Consonno nel 1955 (foto di Felice Sala, da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984)

Consonno all'inizio degli anni Sessanta del Novecento viene descritto come un "insieme di terreni, boschi, fabbricati rurali intersecati da corsi d'acqua, anditi (sentieri), stradette, mulattiere di forma irregolare". L'accesso si ha dal paese di Olginate tramite una lunga mulattiera. Gli abitanti erano però già scesi ad una sessantina. Nell'immagine qui sotto potete vedere una bellissima foto d'epoca del borgo, con un tipico gelso (in dialetto muron, le cui foglie servivano per alimentare i bachi da seta) in primo piano, come fosse una sentinella.

Una vecchia immagine del 1953 dell'antico borgo di Consonno, visto da Nord-Est (foto di Felice Sala, da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984)

La chiesa dedicata a San Maurizio è di antica fondazione, probabilmente alto medievale, ed è già citata da Goffredo da Bussero nel suo celeberrimo "Liber Notitiae", praticamente un censimento di tutte le chiese della Diocesi di Milano nel Trecento. L'interno è arricchito nella navata centrale da dipinti murali di buona mano mentre la facciata presenta un pronao di gusto settecentesco. L'adiacente casa del cappellano presenta sopra il portale d'ingresso un affresco, raffigurante lo stemma nobiliare di un abate commendatario di San Pietro al Monte.

La chiesa di San Maurizio a Consonno nel 1950 (foto di Flavio Crippa, da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984)

Ecco in altre parole com'era il borgo protagonista della nostra storia: un gruppo di case raggruppate attorno alla chiesa, al comune, all'osteria, all'unica bottega del paese, un cimitero, verso Nord, tutto intorno prati e campi e boschi.
E il tempo scorre sereno... Immaginate.

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