Cives Cremona

25 gennaio 2010

Maura Ruggeri più “brava” di Crispi

Filed under: Enti e Fondazioni — Cives Cremona @ 07:00

Antonio Leoni sul Vascello del 23 gennaio osserva che “in sette anni Cremona ha quasi svuotato la secolare borsa della carità”, riferendosi alle alienazioni di immobili per 20 milioni di euro realizzate dalla Fondazione Città di Cremona in tale lasso di tempo. L’argomento era già stato affrontato da Giuliana Biagi (Cronaca del 20/1), che aveva  riportato le dichiarazioni rilasciate dal presidente Umberto Lonardi nel novembre scorso, con tutti i particolari dei fondi alienati e la spiegazione delle scelte fatte allo scopo di riconvertire un patrimonio improduttivo per destinarlo al completamento e all’ammodernamento delle strutture dell’Ospizio Soldi.
La Biagi osserva giustamente che il nuovo corso delle ex Ipab inizia nel 2004, quando – artefice l’assessore Maura Ruggeri – l’Ospizio Soldi viene inglobato nella Fondazione Città di Cremona assieme all’Istituto Elemosiniere, all’Istituto Educativo e alla Fondazione Stradiotti”. Lo statuto del nuovo ente, approvato con deliberazione della Giunta regionale del 23/12/2003, stabilisce che “la fondazione opera, nell’ambito degli indirizzi della programmazione sociale territoriale, d’intesa con il comune di Cremona”, che nomina con decreto del Sindaco il presidente e gli altri sei membri del consiglio di amministrazione.
Con questi vincoli statutari e politici appare abbastanza evidente come gli organi della Fondazione (presidente in primis) abbiano una autonomia limitata rispetto alle esigenze del Comune e alla pressioni che esso può svolgere. Tanto più avendo la Fondazione incorporato il patrimonio dell’ex Ospizio Soldi, che aveva l’urgente bisogno di essere rinnovato e ampliato. A questo bisogno la Fondazione ha risposto alienando buona parte dei fondi e investendo il ricavato nelle nuove palazzine del Soldi e – da ultimo – trasferendo all’amministrazione del Soldi una riserva di bilancio per coprire il disavanzo della sua gestione. Tutte scelte che si possono giustificare a fin di bene (omnia munda mundis), ma che non sciolgono le preoccupazioni enunciate da Leoni circa la sostanziale rinuncia al possesso dei beni patrimoniali trasferiti in affitto a Cremona Solidale (cioè al Comune). In questo modo, infatti, il patrimonio da reddito affidato a partire dal 1334 dalla carità dei cremonesi alla cura degli amministratori delle antiche istituzioni elemosiniere, diventa un patrimonio vincolato praticamente inalienabile. Come l’andare in soccorso della gestione deficitaria del Sodi obbliga la Fondazione a rinunciare ad una sua politica caritativa.
In conclusione, a noi pare che con la svolta del 2004 il Comune abbia di fatto fagocitato la “carità privata” e che si sia concretizzato il pericolo che gli amministratori dell’Ottocento paventavano nei confronti dello stato (come ricorda Matteo Morandi in Cremona caritativa e previdente). Maura Ruggeri (per conto del Comune) è riuscita dove non era riuscito Crispi nel 1890 con la trasformazione delle Opere Pie in Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza). Con una fondazione nominalmente privata il Comune ha pubblicizzato le Congregazioni di Carità.

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